Il 6 maggio ricorre l’anniversario della guerra tra Eritrea ed Etiopia.
Cominciò in quel giorno del 1998 e durò 12 anni. Le ragioni consistettero in annose dispute territoriali e la sua conclusione portò a nessun guadagno territoriale da ambo le parti, con l’Etiopia a risultare vincitrice sul piano formale.
La guerra è speciale, comunque, per una cosa: è stata una delle rare occasioni (se non l’unica) in cui entrambe le fazioni hanno usato aerei da combattimento russi (sovietici), l’uno contro l’altro.
I confronti aerei tra le nazioni africane sono rari, e questo ancora di più: uno scontro tra il Su-27, usato dall’Etiopia, e il MiG-29 usato dall’Eritrea.
L’Etiopia aveva sempre avuto una relazione speciale con l’Unione Sovietica e quindi esperti militari russi, ufficiali in congedo dell’Aeronautica e della Difesa Aerea, andarono a prestare servizio nell’aviazione etiope. Il numero di specialisti aeronautici russi in vari profili professionali che divennero parte dell’Aeronautica Militare Etiope durante la guerra è stimato da alcuni storici in un centinaio di persone.
La Russia inizialmente vendette aerei sia all’Etiopia che all’Eritrea. L’Etiopia aveva i cacciabombardieri Su-6 Sk e gli aerei da ricognizione Su-2 UB. Aveva anche gli elicotteri da trasporto Mi-21 e Mi-24 [elicottero da combattimento].
L’Eritrea aveva i caccia MiG-27 e MiG-29 UB; aveva anche i Su-29, oltre ai MiG-6 UM e agli elicotteri Mi-8.
Quindi, nei cieli sopra il Corno d’Africa, due clienti dell’industria della difesa russa si scontrarono. Etiopi ed eritrei combatterono l’uno contro l’altro con armi russe.
E il Su-27 alla fine ne uscì vittorioso.

Su-27
La foto in basso mostra il pilota etiope di Su-27, il capitano Aster Tolosa, che ha abbattuto un MiG-29 UB.

Il capitano etiope Aster Tolosa sul suo Su-27
In totale, secondo fonti estere, 8 MiG-29 furono abbattuti, anche da piloti russi.

MiG-29 eritreo
Le posizioni a terra di Etiopia ed Eritrea durante la guerra cambiavano rapidamente ogni giorno.
Il successo dell’offensiva iniziale etiope fu rimpiazzato da una sosta, e poi da un ricompattamento forzato delle truppe d’assalto e difensive di terra.
Con la scarsa efficacia dei radar a terra nel rilevare il nemico a bassa quota su terreni montuosi, per coprire le proprie truppe dal cielo l’aviazione doveva essere sempre in servizio nei cieli, il che inevitabilmente consumava veicoli e lo scarso combustibile.
Nei primi giorni, cercavano spesso di lanciare “scintille”, brevi attacchi sia per addestrare più piloti e farli familiarizzare meglio con l’area di volo, sia per male informare il nemico.
Il nemico eritreo fece levare in volo i propri aerei più di una volta, ma cercava sempre di non avvicinarsi all’area di possibili lanci dei missili guidati dei Su-27.
Il vantaggio del Su-27, nel tempo a disposizione per il lancio dei missili R-27 durante un attacco tra Su-27 e MiG-29, si era ridotto a soli 1-2 secondi di differenza invece degli attesi 7-10. E questo si rivelò essere decisivo nelle fasi successive.
Lo scontro decisivo tra il Su-27 e il MiG-29 avvenne il 5 febbraio 1999.
Un Su-27, il numero 54, durante un volo di pattuglia previsto, fu mandato ad intercettare una coppia di MiG-29 che si preparavano chiaramente a colpire le truppe di terra etiopi.
Considerando l’esperienza dei compagni e seguendo chiaramente le istruzioni dell’ufficiale di guida, il pilota si diresse accuratamente nella zona di lancio concessa, mantenne correttamente tutti i parametri, e lanciò due R-27 giusto in tempo, sull’aereo guida, pilotato dal pilota eritreo Samuel.
Come risultato, il primo MiG-29 venne abbattuto, collassando immediatamente in aria, il pilota morì e il secondo aereo tornò nel proprio territorio, cancellando la missione. La vittoria venne confermata da osservatori a terra.
Il giorno successivo, il nemico eritreo decise di tendere una imboscata al Su-27 mentre si trovava in volo verso la fine del proprio servizio, e mandò un altro paio di MiG-29 verso la capitale etiope .
Il centro di controllo a terra notò l’obiettivo ad alta quota e immediatamente gli puntò contro il Su-27 con il numero 58.
Tutto avvenne quasi come in un esercizio di addestramento, fino al momento in cui il controllo a terra trovò un altro MiG-29 eritreo, che volava a bassa quota e che puntò improvvisamente verso il Su-27.
Il pilota etiope riuscì a lanciare un paio di missili R-27 una frazione di secondo prima che il MiG-29 potesse fare altrettanto, e abbattè uno degli aerei. Il pilota eritreo Jonas morì, e l’altro aereo virò e tornò alla base.
Vista la scarsa quantità di carburante anche il Su-27 dovette tornare alla base. Dopo essere atterrato, il caccia aveva circa 200 kilogrammi di kerosene nei serbatoi, che è meno della metà della riserva di emergenza concessa.
Un’analisi completa di questa battaglia mostrò che il pilota del Su-27 non fu abbattuto solo perchè realizzò appieno il vantaggio di questa macchina, che ha un intervallo di lancio permesso appena superiore, e in questo caso, aveva una velocità maggiore.
Questa battaglia fu videoregistrata da un corrispondente etiope di prima linea.
Alcuni giorni dopo, questo video venne trasmesso su una televisione locale. E questo contribuì allo spirito delle truppe e al prestigio dell’aereo Sukhoi.
Il Su-27 si guadagnò il ruolo di fratello maggiore nella famiglia degli aerei da combattimento etiopi. Grazie all’efficace uso del Su-27, l’Etiopia ottenne l’assoluta supremazia aerea.
Durante la guerra, l’aviazione etiope non fu mai usata né per bombardare le truppe, i territori, né per influenzare altri tipi di aviazione.
E l’Aeronautica Militare etiope abbattè tre MiG-29 in scontri aerei (un altro MiG potrebbe essere stato ritirato in seguito ai danni subiti), senza incorrere in perdite.
Le opinioni degli esperti di aviazione riguardo la comparazione e la contrapposizione tra Su-27 e MiG-29 sono molto varie. Questo non sorprende, poiché queste macchine sono molto differenti per essere paragonate direttamente, e hanno una diversa serie di compiti. Comunque, un’analisi comparativa delle prestazioni, e la parte pratica data dalle battaglie aeree, mostrano la completa superiorità del Su-27.
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Editoriale pubblicato su South Front il 7 maggio 2020
Traduzione in italiano di Eros Zagaglia per SakerItalia
[le note in questo formato sono del traduttore]
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