In Etiopia stanno infuriando guerra civile e crisi umanitaria, ma “fortunatamente” per il Primo Ministro del Paese, Abiy Ahmed, lo scorso anno gli è stato assegnato il Premio Nobel per la Pace. Questo premio gli dà la licenza per farla franca.
Le notizie dei media occidentali sulla recrudescenza del conflitto dell’ultima settimana parlano normalmente di Abiy come il vincitore del Nobel. Il che conferisce credibilità alle sue affermazioni anche quando sta mentendo e conferisce legittimità alle sue azioni, anche quando queste sono crimini contro l’umanità.
Secondo Abiy e il suo gabinetto, il governo centrale di Addis Abeba ha lanciato una operazione di “ordine pubblico” nella regione settentrionale del Tigrè, per assicurare alla giustizia i leader di opposizione traditori. Abiy accusa il Fronte di Liberazione Popolare del Tigrè (TPLF) di “gangsterismo” e “corruzione”. Il 4 novembre ha ordinato alle forze armate federali di attaccare la regione per “liberare” la popolazione del Tigrè dalla “giunta” del TPLF, che è il governo regionale.
Da quando un’operazione di ordine pubblico prevede attacchi aerei come quelli sulla capitale regionale Mekelle e su altre città del Tigrè?
Da quando un’operazione di ordine pubblico prevede che siano interrotti ogni comunicazione, i servizi bancari, l’acqua e l’elettricità come nel Tigrè, con una popolazione di 5 milioni di abitanti? Secondo quanto riferito, questa settimana gli aerei da guerra del regime di Abiy hanno distrutto una diga idroelettrica presente nella regione, interrompendo così la fornitura di elettricità. Il regime di Abiy nega di aver fatto attacchi aerei, ma la regione è in blackout. C’è il preoccupante rischio che molti muoiano di fame.
Ciò che sta facendo il “vincitore del Nobel per la Pace” è fare una guerra contro il suo stesso popolo, e usare tattiche di assedio e di punizione collettiva per costringerlo alla sottomissione. Questi sono crimini contro l’umanità, eppure i media occidentali assecondano il Primo Ministro etiope come uomo di pace e “riformatore”.
Questa settimana c’è stata la notizia di un “massacro” nella regione del Tigrè. Abiy ha accusato [in inglese] il TPLF di esserne responsabile. La ONG per i diritti umani Amnesty International non ha accusato il TPLF, ma ha confermato il video in cui si vedono più di un centinaio di uomini uccisi. Amnesty ha dichiarato che erano “braccianti agricoli”, e che non erano coinvolti nel conflitto tra truppe federali e soldati TPLF. I media hanno riferito che il TPLF ha negato di essere responsabile del massacro, ma hanno dato ingiustificata credibilità alla versione diffusa da Abiy.
Ma esaminando più da vicino il video e l’audio, ho notato che le vittime erano originarie della regione di Amhara. La domanda ora è: perché centinaia di uomini di quella regione, in età da combattimento, sono stati mandati in Tigré? La risposta è che Abiy sta utilizzando le truppe federali e la milizia irregolare per attaccare il Tigré. Altri video mostrano le milizie armate in abiti civili che vengono dislocate nella regione del Tigré.
Ho vissuto per otto anni nella regione etiope del Tigrè. Sono stato testimone dell’ascesa politica di Abiy Ahmed, che è diventato Primo Ministro all’inizio del 2018. La violenza ora in corso nel Tigrè sta entrando nelle notizie dei media occidentali, ma la verità è che l’Etiopia è stata sconvolta dalla violenza intestina in tutte le sue regioni da quando lui è salito al potere. Abiy non ha fatto riforme democratiche, come riportano i media. Ha consolidato e centralizzato il potere sotto un regime mono-partitico.
Il Tigrè è l’ultimo bastione di opposizione alla sua dittatoriale presa del potere. Ha una forte leadership politica, ed è molto ben difeso dal punto di vista militare. Ecco perché Abiy sta puntando la sua potenza di fuoco contro quella regione.
Chi è Abiy Ahmed, e qual è la sua agenda? Per 30 anni fino al 2018, l’Etiopia è stata governata da una coalizione di governo [in inglese] guidata dal TPLF. Il Paese era fortemente indipendente nelle sue relazioni estere, e aveva una politica economica socialista e nazionalista. Il capitale straniero era strettamente controllato. La Cina era il suo principale partner commerciale, cosa che ha aiutando il Paese a sviluppare un’infrastruttura e a far uscire dalla povertà molti dei suoi 110 milioni di abitanti. L’Etiopia era diventata un’importante porta strategica verso la Cina per il resto dell’Africa, e un punto cardine nella Nuova Via della Seta mondiale di Pechino. Allo stesso tempo, il Paese del Corno d’Africa era sempre stato uno stretto partner dell’esercito e dell’intelligence USA nella cosiddetta “guerra al terrore”.
Abiy è stato un ministro del governo guidato dal TPLF, anche se non è originario del Tigrè. Appartiene al gruppo etnico Oromo. In precedenza, era stato un tenente colonnello dell’intelligence militare, e ha studiato in un’università privata negli Stati Uniti, ad Ashland in Ohio. E’ provato [in inglese] che la sua salita al potere in Etiopia sia stata agevolata dalle macchinazioni di Washington.
L’obiettivo era trascinare l’Etiopia nel caos, staccarla dalla partnership con la Cina, e aprire il Paese al capitale occidentale. Abiy ha infatti contratto dei prestiti con la Banca Mondiale, e cerca di orientare la nazione lontano dalla partnership economica con la Cina.
Per che cosa gli è stato assegnato il Premio Nobel per la Pace? Arrivato al potere, Abiy ha fatto velocemente pace con la confinante Eritrea, ponendo così fine ad uno stallo di due decenni conseguente alla sanguinosa guerra di confine della fine degli anni ’90.
I media occidentali hanno salutato il suo premio come la prova di un “giovane riformista pro-democrazia”, che ha portato pace e pluralismo in Etiopia e nella regione del Mar Rosso africano. Ma gli Etiopi non sono mai stati consultati o informati di alcun dettaglio sul presunto accordo di pace con l’Eritrea. In termini pratici, non c’è stata alcuna normalizzazione delle relazioni: in altre parole, la cosiddetta distensione e il suo Premio Nobel sono stati più una trovata di pubbliche relazioni che qualcosa di sostanziale e degno di riconoscimento.
Ma quel premio ha conferito al leader etiope un prestigio e una credibilità preziosi. E gli sta dando licenza di uccidere in Tigrè [in inglese].
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Articolo di Finian Cunningham pubblicato su Information Clearing House il 15 novembre 2020
Traduzione in italiano a cura di Elvia Politi per Saker Italia.
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Nel mondo al contrario tutto va letto al contrario. Quindi “Premio Nobel per la Pace” significa in realtà “Premio Nobel per la Guerra” (un altro onorato da tale riconoscimento è stato il Presidente USA Obama che, durante la sua amministrazione, è stato capace di scatenare o perpetuare sette guerre in Afghanistan, Libia, Iraq, Siria e Ucraina).
In questa chiave, il Nobel per la Pace ad Ahmed si accorda perfettamente con la sua “azione politica”, se così la vogliamo chiamare.