Nell’articolo precedente (http://sakeritalia.it/?s=le+due+americhe) avevo scritto che c’erano ancora diversi punti oscuri sugli eventi di Charlottesville, soprattutto riguardo della morte della 32enne Heather Heyer.
Quanto appurato e che qui riporto è significativo, specialmente considerando che il 13 Settembre 2017, il Congresso americano, all’unanimità, ha inviato una “risoluzione” a Trump, “SJ Resolution 49,” che dice,
“Condanniamo la violenza e l’attacco terroristico…. in Charlottesville… riconosciamo i primi soccorritori che hanno perso la vita monitorando gli eventi, (nd. i due poliziotti morti in elicottero), offriamo le più sentite condoglianze alle famiglie e agli amici di coloro che sono stati uccisi, e la più sincera vicinanza e sostegno a coloro che sono stati feriti dalla violenza, esprimendo sostegno per la comunità di Charlottesville, rifiutando i nazionalisti-bianchi, i suprematisti bianchi, il Ku Klux Klan, i neonazisti e altri gruppi estremisti, invitando il Presidente e il Gabinetto del Presidente ad utilizzare tutte le risorse disponibili per affrontare la minaccia rappresentata da questi gruppi.”
“Condemning the violence and domestic terrorist attack…. in Charlottesville… recognizing the first responders who lost their lives monitoring the events, (helicopter crash), offering deepest condolences to families and friends of those individuals who were killed, and deepest sympathies and support for those individuals who were injured by the violence, expressing support for the C community, rejecting white nationalists, white supremacists, the Ku Klux Klan, neonazis and other hate groups and urging the President & the president’s cabinet to use all available resources to address the threat posed by those groups.”
Firmato all’unanimità dal Congresso – lo stesso che approvò all’unanimità i genocidi di Gaza, perché – nel gergo dei talmudisti israeliani, “bisogna tagliare l’erba ogni tanto.”
Da notare che i terroristi trasportati apposta a Charlottesville per attaccare violentemente i dimostranti (“Black Lives Matter”, “Antifa” etc.), non vengono neanche nominati nella “Risoluzione.”
A proposito della giovane donna morta durante l’episodio della macchina guidata dal giovane e finita contro un’altra, risulta quanto seguen, in base alle notizie non riportate ma non contraddette dai media di regime,
Heather Heyer non è morta schiacciata tra due macchine. A quanto pare, nel trambusto, cadde vicino alla macchina ma ebbe un attacco cardiaco. Va notato al riguardo:
- Le foto della donna 32enne, presentata dai media di regime dopo l’incidente, risale a quando aveva un’età ipotizzata tra i 13 anni e 20 anni
- La donna pesava circa 400 libbre (182 chili)
- La donna cadde ai lati e non fu schiacciata tra due macchine
- Il personale medico fece il possibile per rianimarla e ci riuscì per qualche attimo, ma il cuore non si è ripreso.
- Il giovane che guidava la macchina incriminata, come indicato in precedenza, cercava di scappare dagli assalitori. I quali, appena la macchina si arresta le si buttano sopra con mazze da baseball, frantumando tra l’altro il tergicristalli. Il guidatore retrocede – vedi il seguente video di 10 secondi:
Un fatto curioso, per mancanza di un’altra caratterizzazione, ha a che fare con le dichiarazioni della madre di Heather Heyer, Susan Bro. La quale, intervistata in un TV show che prende il nome dalla presentatrice, Ellen DeGeneres, ha detto (traduzione da video – originale in inglese a seguito)
“L’ultima conversazione che ho avuto con Heather è stata il 3 Agosto. Non abbiamo parlato molto perché sapevamo dove (entrambe) eravamo. Ma quel giorno alle 3.55 pomeridiane, mi inviò un text-message dove lavoro, in cui diceva, “Qual è il tuo Social (Security Number) (numero di identificazione federale, ndr)? Le detti il numero e le chiesi, “Perché me lo chiedi?” E lei disse, “Sto riempiendo i moduli di un’assicurazione (per la vita) e voglio che tu ne sia la beneficiaria.”
“E allora io le ho detto, ‘Va bene, ma non morire. Preferisco avere te che il denaro.” E lei disse ‘Lolol (risate, ndr) cercherò di no.”
“Questa e’ l’ultima cosa che le ho detto. E sono stata contenta di dirle che le volevo bene, e mi manca molto.”
Originale dell’intervista della madre.
“The very last message was on August the 3rd. We didn’t talk all the time ’cause we knew each other was there. But on August the 3rd at 3:55 p.m., she texted me at work and said, ‘What’s your social? What year were you born?’ I told her, and I said, ‘Why [do] you need to know?’ And she said, ‘Well, I’m filling out an insurance policy and I want to make you the beneficiary,’”
“And I said, ‘Well, okay, but don’t die. I’d rather have you than the money,’” she continued. “And she said, ‘Lolol I’ll try not to.’ That’s the last thing I said to her. So I’m glad I was able to tell her I love her, but I miss her dreadfully.”
E’ impossibile non chiedersi perché una giovane donna di 32 anni decida, una settimana prima di morire per un attacco cardiaco, di comprarsi un’assicurazione sulla vita.
La cosa è doppiamente strana perché se la vittima avesse dichiarato agli assicuratori un’esistente condizione cardiaca non avrebbe probabilmente potuto ottenere l’assicurazione. Se non l’avesse dichiarata si tratterebbe di una forma di frode, e l’assicurazione contesterebbe il pagamento.
I fascisti che si chiamano antifascisti, gli scatenatori dell’attacco di Charlottesville, nonché quelli del “Black Lives Matter” sono stati trasportati gratis al luogo del raduno, e pagati appositamente per creare quello che è successo. Si tratta di ONG lautamente finanziate e collegate all’onnipresente Soros.
Più in generale, e personalmente, non avrei mai immaginato una cosa del genere – i disordini di Charlottesville, come del resto indirettamente confermato dalla “Risoluzione” di cui sopra, fanno parte di un vero e proprio attacco mediatico contro la popolazione di origine europea.
La “rivoluzione” di Charlottesville – cosi’ simile alle “rivoluzioni colorate”, ma in versione domestica – serve anche indirettamente ad aumentare la pressione sul Congresso per effettuare la famosa “amnistia” per i residenti illegali – proposta di cui i sionisti sono i primi, attivissimi e vociferi promotori su tutti i media (ne beneficeranno 13 milioni di persone). Trama: “Gli Europei sono ‘suprematisti’ e ‘razzisti’ – quindi bisogna aumentare il numero degli immigrati (illegali) non-europei, per far fronte ai razzisti”
Un ex congressista, Patrick Buchanan, già candidato alla presidenza, diceva recentemente che ogni immigrato regolare o naturalizzato, può riuscire a fare importare e naturalizzare fino a 237 parenti.
Con questa misura, si arriverà quindi presto a mettere l’etnia europea in minoranza, che è l’obiettivo voluto dalla fazione talmudista – al potere in tutte le leve del governo, informazione, finanza, Federal Reserve, Wall Street, Hollywood, Internet ed Educazione.
Un problema che sfugge a prima vista, è che i talmudisti non appaiono esternamente un gran che diversi dagli europei. Per cui, contando i talmudisti come bianchi, e’ vero che i “bianchi” comandano in America, o volendo, che i bianchi sono “suprematisti.”
Ma la realtà è diversa. E i mass media, sionisti fino al midollo, contano su questa confusione per portare a termine i programmi di lotta etnica contro gli europei. E contro i coraggiosi che osano informare il popolo sulla situazione, i sionisti combattono una battaglia feroce. Perché è importante che il popolo non se ne accorga. A tal scopo, i sionisti fanno tutto il possibile per impedire l’accesso ad Internet da parte di fonti di informazione alternativa, e bloccare il trasferimento di contributi volontari da parte degli internauti, audio o video – alla faccia del “First Amendment” della Costituzione sulla libertà di parola.
Nel frattempo è in corso una campagna in tutto il paese mirata alla distruzione di monumenti storici – nessuno escluso – persino Washington, Jefferson e… Cristoforo Colombo. Per la cronaca, C. Colombo non mi è mai stato un gran che simpatico, ma qui l’azione distruttrice va ben oltre il significato storico del personaggio.
Orwell non avrebbe potuto inventare una situazione più equiparabile al suo “1984.”
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Articolo a cura di Jimmie Moglia per SakerItalia.it
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