Ci sono delle volte nella mia carriera di osservatore e di specializzato in crolli, in cui la mia radiocronaca può essere semplicemente ridotta a solo una parola: “Attenzione!”. La grave fase, che è in corso, della sequenza del crollo finanziario ed economico – che è cominciata nel 2008 e che viene mascherata artificialmente (senza giochi di parole) dalla finta “pandemia” di Covid, a cui si aggiunge una fraudolenta e incerta elezione americana – è una di queste occasioni: perché non sedersi e guardare il mondo bruciare? Ma oggi sono di umore particolarmente buono e allegro, e quando mi sento così, poche cose possono trattenermi da straparlare e sproloquiare in termini profetici.
Cominciamo con un rapido sguardo nel viale dei ricordi. La prima volta in cui mi sono reso conto che gli Stati Uniti avrebbero seguito la nota traiettoria, era nel 1985. Ho anche capito subito che l’Unione Sovietica era proprio sul punto di crollare, mentre gli Stati Uniti stavano per essere presi alla sprovvista e, quindi, come servizio di pubblica utilità, ho pensato di dover avvertire la gente. Alcuni di voi potrebbero subito esclamare “E non è servito molto!” ma vi sbagliereste: molte persone mi hanno scritto dicendo quanto sono più psicologicamente abituate ora che hanno ascoltato e accettato il mio messaggio, perché sono pronte ad accettare il crollo con calma e compostezza. Questo rende sicuramente la loro compagnia meno noiosa, andando avanti.
Successivamente ho avuto il mio momento “Eureka!” nel 1995 e dieci anni dopo, nel 2005, quando ho reso pubbliche le mie osservazioni. A sorpresa, ho ricevuto un riscontro positivo da alcune persone particolarmente illuminate (anche se hanno detto così loro stesse). E ora, un quarto di secolo dopo la mia intuizione iniziale, quando gli Stati Uniti procedono verso la bancarotta nazionale e il crollo istituzionale, al mondo intero viene offerto lo stravagante spettacolo di un’elezione da fine impero, che ha come protagonista nientedimeno che il consumato showman e impresario straordinario Donald Trump. Solitamente organizzava concorsi di bellezza, questo però è piuttosto un concorso di bruttezza: ma poi la bellezza è rara e svanisce sempre, mentre la bruttezza è all’ordine del giorno e di solito non fa che peggiorare, il che la rende una scommessa molto più sicura. Accettiamola quindi come un regalo di addio al mondo da parte di una nazione che sta scomparendo, e che ci ha donato i film dell’orrore, i reality show televisivi e degli spettacoli da circo dei mostri.
All’interno dell’ampia vista panoramica offerta dalle elezioni 2020, Trump (il nostro eroe) sembra immerso in un tramonto dorato di nostalgia per la sua smarrita grandezza americana, che promette sempre di ravvivare. State sicuri che, Trump o no, l’America non sarà mai più grande. Ma l’alone magico di Trump trascende il suo risplendente piumaggio arancione che ha in testa, e avvolge tutti coloro che si struggono per la perduta Pax Americana, e temono e odiano ciò che l’America sta velocemente diventando, e cioè, detta senza mezzi termini, un serbatoio di degenerati di ogni sorta, presieduto da un circo di mostri. Queste persone rimpiangono il tempo in cui gli uomini erano “uomini” e le donne erano “donne”, quando le segretarie si lusingavano perché il loro capi ricavavano del tempo dalle loro agende impegnate per strusciarsi addosso a loro, quando tutti erano WASP (o si impegnavano molto a cercare di sembrare e a comportarsi come loro), quando rimanevano nel loro posto assegnato dalla vita e sapevano che era meglio non diventare troppo arroganti. Vogliono ancora credere che il “melting pot” etnico possa ancora dar vita a delle nobili combinazioni, preferibilmente dei bronzi corinzi, certamente non dei residui o delle scorie.
Disposto contro il nostro impavido leader color arancio, che a 74 anni non è un ragazzino, c’è un orrendo gruppetto di gerontocrati geriatrici. C’è Joe Biden (77 anni, il cui cervello anni fa è fuggito ed è entrato in un circo), il quale immagina se stesso come un presidente eletto, un senatore, un vice-presidente o qualcosa del genere. Dopo aver passato otto anni nascosto nell’ombra come vicepresidente di Obama, Biden è adatto a comandare come un maiale può essere kosher dopo essersi strusciato ad un angolo di una sinagoga. Ad assistere un Biden barcollante, c’è la tata nominata dal suo partito, Kamala Harris, semplicemente un pezzo di ragazza di 56 anni.
Ad infestare la galleria del mausoleo americano, c’è anche Nancy Pelosi, di 80 anni, che guida ancora la Camera dei Deputati, anche se a questo punto il suo impiego appropriato sarebbe quello di spaventapasseri. C’è anche Bernie Sanders, 79 anni, un pagliaccio triste il cui ruolo permanente nella Commedia dell’Arte della politica che il Partito Democratico mette in scena ogni quattro anni, è quello di simulare la democrazia con folle festanti di giovani imbecilli nel Primo Atto, fingere di morire dopo essere caduto dal suo trampolo a molla nel Secondo Atto, e rimettersi in piedi barcollando, salutare e sorridere per la chiamata sul palco.
Ultima, ma non meno importante, è l’orrenda arpia Hillary Clinton, che è relativamente giovane con i suoi 73 anni, ma il cui odore di putrido e il volto cadaverico e agghiacciante non sono più idonei per essere esibiti in pubblico, se non in circostanze pianificate con molta delicatezza. Nascosto ancor più dietro le quinte, c’è il cadavere in decomposizione di George Soros che, a 90 anni, tira ancora le fila e crea scompiglio negli Stati Uniti e in tutto il mondo (recentemente i suoi galoppini hanno portato la rivoluzione colorata in Armenia, che ho poi portato alla “elezione” di Pashinyan, un idiota di prima scelta e un traditore, che ha successivamente perso una grossa fetta del territorio armeno a favore dell’Azerbaijan). Potrei citare alcuni tra gli altri cadaveri di finanzieri e di oligarchi, ma mi astengo per evitarvi degli incubi notturni. Nessuno vive per sempre, neanche Henry Kissinger (97 anni), quindi tutto quello che dobbiamo fare è aspettare.
Nelle società sane, i leader più anziani raggiungono una certa età e lasciano spazio ai leader più giovani, che subentrano al loro posto dopo un lungo periodo di studio e di formazione. Nelle società malate, i leader più anziani si aggrappano al potere senza che qualcuno di competente li possa sostituire, e quando muoiono vengono rimpiazzati da traditori e criminali. L’Unione Sovietica e gli Stati Uniti sono due esempi di questo tipo. La gerontocrazia seriale tardo-sovietica di Brezhnev, Andropov e Chernenko (che per un certo periodo frequentava la balconata del mausoleo di Lenin), una volta che è stata spedita nell’aldilà, è stata rapidamente rimpiazzata dal duetto di traditori composto dal chiacchierone Mikhail Gorbachëv e dall’ubriacone Presidente Boris Yeltsin. Ed è stata una tragedia per la Russia. La conseguente scomparsa è stata dello stesso ordine di grandezza delle perdite subite durante la Seconda Guerra Mondiale. Seguendo il consunto cliché della storia che si ripete, l’attuale gerontocrazia americana è più una farsa che una tragedia, ma è probabile che i risultati a cui porterà non saranno meno letali per la popolazione.
Per completare questo quadro agghiacciante, nelle elezioni presidenziali americane in corso, un candidato mezzo-morto e la sua affascinante assistente sono stati votati da un esercito di morti viventi, cioè da elettori che hanno spedito le loro schede nonostante fossero deceduti. Io stesso ho fatto un controllo a campione delle prove incriminanti, e sono piuttosto sicuro che nella solo contea del Michigan ci sono stati più di 11.000 voti del genere. Ma non è un imbroglio locale: tra i tanti altri intrallazzi nel conteggio dei voti, sembra che ci sia stato uno sforzo nazionale per ordinare schede elettorali inviate via posta per persone decedute, compilarle con il voto per Biden e spedirle. Potremmo dire che è un tema di diritti umani: perché privare i morti del diritto di voto? Non è l’ora di smetterla di discriminare i morti? Forse il movimento LGBTQ dovrebbe essere rinominato LGBTQD, dove D sta per “deceduti”. Ma perché fermarsi qui? Perché non aggiungere una “N” per “Non-nati” e smettere di discriminare gli anti-abortisti?
A quanto risulta, comunque, gli elettori deceduti di Biden sono la punta di un intero iceberg di frodi elettorali. Ci sono anche più di 1.8 milioni di elettori inesistenti ma registrati, scoperti a settembre da Judicial Watch. Aggiungete anche il sistema di votazione difettoso, dall’inquietante nome “Dominion”, che ha contato male i voti, e a favore di Biden. Aggiungete anche la copertura stampa, che, in maniera immeritata, è stata ossequiosa e ha usato i guanti di velluto con Biden, e l’atteggiamento violentemente ostile dei mass media americani nei confronti di Trump. Aggiungete anche i fraudolenti dati dei sondaggi, che, proprio come prima delle elezioni del 2016, sono stati architettati per far sembrare plausibile una vittoria fraudolenta di Biden. Aggiungete anche le abbondantemente finanziate organizzazioni come BLM e Antifa (il cui prefisso “Anti” è ingiustificato, dato che questa organizzazione è di fatto molto “Fa…”), a cui è stato ordinato di protestare, saccheggiare e organizzare rivolte in molte grandi città americane, spostando il loro mercenari da un posto all’altro, dove poi reclutavano degli utili idioti tra gli abitanti locali. A questo si aggiunge, una vasta, sfacciata e incautamente auto-incriminante cospirazione per rovesciare il presidente in carica attraverso una frode elettorale.
Se credete anche solo per un momento che io sia scandalizzato, disgustato e indignato da questo calpestare i sacri princìpi della democrazia, allora perdonatemi se scuoto sardonicamente la testa e ridacchio silenziosamente sotto i baffi. No, non sono turbato neanche un po’. Questi sviluppi, infatti, mi riempiono di ottimismo per il futuro. Sono convinto che questo agghiacciante fallimento istituzionale sia un meraviglioso sviluppo, che offre grande speranza al resto del mondo e, forse, anche agli stessi Stati Uniti, sebbene il contesto politico americano sembri essere piuttosto privo di speranza, indipendentemente da quanto orribilmente o meravigliosamente possa essere fatto funzionare il suo ridicolo sistema elettorale.
Sarebbe comunque inutile cercare di dare agli Stati Uniti una qualche parvenza democratica del suo sistema elettorale. Sarebbe come provare a pulire una spiaggia raccogliendo le lattine di birra vuote intorno ad una balena spiaggiata. La Presidenza, dopo quattro anni di maldestri tentativi di spodestare un presidente usando delle prove false, è un’istituzione fallita. Il Congresso, che ora spende con nonchalance tre volte tanto le entrate federali, è uno zombi fiscale. La Federal Reserve, che ora è un mero schema piramidale, è uno zombi finanziario. C’è poi il resto dell’economia degli Stati Uniti assurdamente gonfiata, che sta aspettando una raffica di vento per trasformare una ricchezza effimera in un’ondata di azioni e di bond convertiti in denaro contante, gran parte del quale evaporerà, e il resto provocherà uno tsunami di inflazione dei prezzi al consumo.
Nel corso di questo spettacolo, la falsa immagine degli Stati Uniti come una città splendente in cima ad una collina, un faro per le masse accalcate desiderose di respirare liberamente, e un caritatevole poliziotto mondiale che salvaguarda i “diritti umani universali”, fa rispettare i “valori umani universali” e diffonde “libertà e democrazia” nel mondo, viene infangata, con escrementi buttati addosso, e sarà infangata sempre di più. Quando calerà il sipario sull’atto finale della Pax Americana, l’immagine dell’enfant terrible arancione e del pupazzo senile con la sua bambinaia al seguito, che giocano sull’altalena della disfunzione elettorale nel cortile di una seconda infanzia, rimarrà per sempre impressa nelle retine del mondo intero. Il mondo intero potrà andare avanti e cercare modelli di comportamento più meritevoli e poliziotti meno corrotti. E questo è un progresso!
Il crollo degli Stati Uniti farà sembrare il crollo dell’Unione Sovietica una passeggiata in un parco verdeggiante o un giro in barca in uno stagno tranquillo. Sono 15 anni che lo sto dicendo. Il mio messaggio è ancora lì, per tutti coloro che desiderano capire che cosa sta succedendo e mantenere la loro sanità mentale.
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Articolo pubblicato su Club Orlov il 11 novembre 2020
Traduzione in italiano a cura di Elvia Politi per Saker Italia.
La redazione di Saker Italia ribadisce il suo impegno nella lotta anti-mainstream e la sua volontà di animare il dibattito storico e politico. Questa che leggerete è l’opinione dell’autore; se desiderate rivolgere domande o critiche purtroppo questo è il posto sbagliato per formularle. L’autore è raggiungibile sul link dell’originale presente in calce.
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Articolo, Grandioso lucidissimo e concreto
Finalmente qualcuno che mi confermi l’imminente caduta del regime USA.
Lo dicevo (scrivo poco ahimè)20 anni (com’è crollato URSS crollerà anche USA) fa ma tutti mi davano del cretino
La sua lucida analisi è geniale e assolutamente condivisibile.
Grazie mille
Gianmarco
Sig. Gianmarco, chiunque abbia letto (e ricordi) un pò di storia immaginava come sarebbero andate le cose, fu di presagio perfino la pubblicità dell’atlante del “Corrierone della Sera” [il link https://www.youtube.com/watch?v=2-3igoswexQ&ab_channel=jeffreybeaumont%5D.
Dopo il crollo dell’Impero Romano d’Oriente seguì quello dell’Impero Romano d’Occidente, la storia si ripete, speriamo solo di non farci “troppo male” anche questa volta…
Per il Saker: accidenti! ci è andato giù pesante parecchio 🙂 ma sono pienamente d’accordo con lei!
L’articolo è preso dall’ottimo sito cluborlov, con ottimi articoli che purtroppo non sono in italiano e possono esser letti a fatica col traduttore.
Dimitry Orlov è un grande intellettuale e c’è qui sul Saker una traduzione dell’intervista concessa al Saker.
Costantinapoli cadde dopo 1000 anni dalla caduta di Roma… speriamo di non dover aspettare così tanto 🙂
Ho l’impressione che il giorno 14 Dicembre, giorno di riunione dei Grandi Elettori, se ne sentiranno di cose nuove.
Ci sono tantissime possibilità ….
ma occorre prima una premessa utile di chiarimento giacchè occorre distinguere fra 2 cose diverse:
A. la proclamazione del vincitore delle elezioni, ossia vincitore dello scrutinio numerico dei voti legali, è compito della Commissione elettorale federale (FEC, Federal Election Commission) è un’agenzia non governativa regolatrice indipendente statunitense, fondata nel 1975 dal Congresso; il suo Chairman (presidente) è Trey Trainor che ha rilasciato un video ripreso anche dal London Daily dove annuncia che le elezioni si palesano come illegittime a causa del montante numero di irregolarità elettorali di vario tipo accaduti
(numero di votanti superiori ai registrati, morti che hanno votato, bauli di schede pro-Trump scomparse, e poi il famoso Dominion il software di conteggio elettronico che attraverso glitch a comando travasava i voti TRUMP verso BIDEN… Cos’è un glitch? una anomalia di funzionamento del sistema di pochissimi microsecondi che però è inavvertitibile dal sistema stesso, diciamo: micro-cortocircuiti inavvertibili che non fanno saltare il sistema, ripetibile migliaia di volte); qui solo le TV hanno proclamato Biden vincitore… legalmente non conta nulla.
B. Altra cosa invece è la scelta e proclamazione del Presidente da parte dei Grandi Elettori.
E qui viene il bello!
1) – Il XII Emendamento della Costituzione USA dice che se i Grandi Elettori non raggiungono il quorum di 270 – per es. a causa di parità a 269, oppure di astensioni o di schede bianche, etc. – allora la decisione passa alla Camera (maggioranza Dem.) che però non voterà con i singoli Deputati, ma con i Deputati raggruppati per Stati per esprimere quindi un quorum di 26… se poi anche la Camera fosse incapace di eleggere, la parola passa al Senato (maggioranza Rep.) che nominerebbe però un Vice-Presidente temporaneo.
2) – un secondo caso è quello sperimentato – e pienamente costituzionale – da Nixon nel 1974: pochi giorni prima della messa in stato di accusa per il Watergate, per non essere processato si dimise e il Vice-Presidente Ford subito firmò il Perdono Presidenziale che è una prerogativa del Presidente di resettare tutte le pendenze giudiziarie (TRump è seguito dalla magistratura per frode fiscale, e da non-presidente potrebbe essere denunciato per violazioni varie nel corso di questo mese convulso) Pence farebbe lo stesso…
Attenzione: le dimissioni eventuali di Trump sarebbero del tutto distinte dal caso di cui al XII Emendamento.
3) – Ultima possibilità è che la FEC non si pronunci o addirittura dichiari la illegittimità delle elezioni che porteranno sconvolgenti notizie in questo mese che rimane, a seguito dei ricorsi e dei riconteggi, e forse addirittura del riconoscimento di impossibilità di declarare un vincitore giacché a fronte pur di brogli scoperti, rimarrebbe oramai impossibile capire più quanti ne abbia di legali uno e quanti l’altro.
Una rapida occhiata ai telegiornali e alle reti americane lascia sgomenti.
Un paese diviso dalla violenza solida che si potrebbe tagliare con un coltello, dove la rabbia per la consapevolezza della frode subita, e il fanatismo affermativo di chi la frode la nega e la difende aumentano d’intensità ora per ora.
Elezioni dove votano i morti, dove vagonate di schede pro-Trump non vengono consegnate, ove ci sono più votanti che registrati, oltre ai problemi di “Dominion” (che ‘azz di nome ombroso e minaccioso e inquietante fu scelto!) e al passaggio di voti a di Trump a Biden… in qualsiasi altro paesello dei Balcani, del Caucaso o del Terzo Mondo, proprio i “sempiterni” “osservatori internazionali” American-britannici-europei avrebbero già decretato la illegittimità e i governi d’Occidente approvate severe ed esemplari sanzioni.
Occorre solo aspettare il 14.
Comunque sia la “presa” americana sul mondo è in via di dissoluzione per la implosione “Breznheviana, o forse Gorbacioviana” degli USA. Una società violentissima, competitiva, economicistica, divisissima, elitaria ed elitista.
Biden ha annunciato Hillary Clinton rappresentante USA all’ONU e al Consiglio di Sicurezza.
Rabbrividisco… altri 4 anni con questa sciagurata psicopatica che ci porterà davvero stavolta alla guerra mondiale!
Trovo alquanto sorprendente che molti antimperialisti, anche se di varia estrazione, si uniscano alle trombe trumpiane riguardo a probabili, anzi sicuri, brogli elettorali che avrebbero favorito Biden.
Sarà anche vero che ci sono stati brogli ma perchè gridarlo ai 4 venti finendo così col portare acqua al mulino del guerrafondaio bisonte arancione (trump)?
Evidentemente il loro antimperialismo è solo parolaio e nel profondo preferiscono i trump ai biden…manco un trump fosse meno guerrafondaio di un Biden o di una hillary che viene accostata a un’arpia!
Trump non ha abbandonato un solo teatro di guerra aperto dai suoi predecessori (afganistan, siria, irak ,yemen quant’altri) e ne ha alimentati altri (bielorussia, iran, azerbajian, corea del nord, venezuela)…per non parlare delle tracotanti sanzioni imposte a cina e russia…eppure sembra che goda delle simpatie e preferenze di tanti sicuri antimperialisti! Potenza della propaganda trumpiana!
Nessuno sembra considerare che se trump avesse vinto , probabilmente nel giro di 3 mesi avremmo avuto guerra aperta contro l’iran! Adesso, se fosse confermato biden, forse gli imperialisti americani avranno bisogno di 6 mesi prima di azzardare qualche guerra contro l’iran! Mi sembra che sia una buona ragione per non rammaricarsi troppo della sconfitta del bisonte arancione!
Dopo aver alimentato la propaganda di trump sui brogli, supponiamo ora che “grandi elettori” o tribunali, effettivamente neghino a biden di diventare presidente al posto di trump…trump diventerà il padrone assoluto e incontrastato dell’impero…nessuno più avrà il coraggio di opporsi alle sue avventure guerresche e le guerre ipotetiche di una clinton diventeranno davvero una realtà ma a firma di Trump!
Può essere. Ma in politica, ed estera in particolare, non esiste l’assoluto, ma il relativo.
Cos’è il relativo? Si fa quel che si può. Altrimenti c’è solo la guerra pazza.
Che è cosa concreta, non ideale.
Putin delude perchè non invia le Armate a sconfiggere gli Azeri!
Ma non può farlo! (articolo del Saker) .
E allora cosa fa? Sfrutta al massimo i margini di manovra per la Russia.
Brezhnev o Gorbaciov che mettono le loro firme sui trattati accanto a quelle di Nixon e di Reagan quindi avrebbero tradito lo spirito ” antiimperialista “?
L’articolo appunto prospetta che le situazioni interne agli USA siano quelle della implosione “sovietica” dell’URSS.
Prospetta la polarizzazione estremistica e violenta (tipo Italia anni 70: strategia degli “Opposti Estremismi”) interna gli USA come strumento di autodistruzione.
Non entro nel dettaglio della politica di Trump che più volter ha accennato a modificare la politica militare ma subito castrato dalla resistenza dei militari e dello Stato profondo.
Insomma, che al Cremlino non ci sia il clone all’inverso di John Bolton, è cosa buona o cattiva?
E’ o non è prova di forza, lenta nella progressione ma inesorabilmente professionale nell’esercizio concreto della diplomazia, e progressivamente vantaggiosa?
scusa Bei TempiAndati ma che centra il tuo discorso con quello che ho scritto riguardo alla questione dei brogli, di trump e di biden? non ho mica parlato della questione ucraina o della questione dell’armenia e azerbjian!
Ho solo detto che non capisco e non sono d’accordo con l’atteggiamento di tanti cosiddetti antimperialisti che poi si sbracano e diventano difensori di trump per i presunti brogli degli altri…e non sono d’accordo non perchè i brogli non siano veri ma perchè non me ne frega niente se ci sono stati davvero! m’interessa che trump se ne vada dalla casa bianca perchè altrimenti tra pochi mesi minimo ci troveremmo in guerra con l’iran. Invece, con la fuoruscita di Trump probabilmente le forze di biden avranno bisogno di molto più tempo per i loro preparativi di guerra! Mica un’amministrazione nuova, dal giorno successivo all’insediamento, è in grado di fare quello che sarebbe stato capace di fare trump se rieletto!
Perciò non mi faccio nessuna illusione su un biden! è un guerrafondaio anche lui e quegli altri che gli stanno dietro … faccio solo una questione di tattica: più il nemico ha bisogno di tempo per riorganizzarsi e meglio è…mi sembra una cosa elementare! Invece tutti o quasi qui e altrove a inneggiare a trump e a dannarsi per i brogli che ne hanno impedito la rielezione! Ma siamo antimperialisti (cioè contro l’impero americano chiunque lo guidi) oppure lo siamo solo contro i biden le illary ma non contro i trump?
Soleimani l’ha ammazzato trump mica biden o i marziani! La bielorussia, la guerra nel caucaso, il venezuela, lo yemen sono frutto di trump mica degli alieni o di biden! in somalia sono state lanciate più bombe da trump che da bush e obama messi assieme! l’accordo con gli iraniani è stato stracciato da trump e non da obama…però tutti o quasi a presentare trump come una colomba della pace e gridare ai brogli facendo da supporto al bisonte arancione (trump)!
“Trump che più volter ha accennato a modificare la politica militare ma subito castrato dalla resistenza dei militari e dello Stato profondo.”
A ecco! questa mi mancava! il buon Trump aspira a portare la pace nel globo intero però ci sono sempre i militari e lo stato profondo che glielo impediscono!
Trump è la forza del bene che si batte da solo contro le forze del male (militari, deep state, biden, obama, illary…)
Quando faceva il buffone dicendo a Putin di prepararsi a beccarsi i suoi missili sulla siria, “belli forti e intelligenti”, non era trump, non era la sua voce ma quella di biden obama, illary, i militari e il deep state!
ma mi permetta una domanda: se trump è così buono e pacifista però deve fare il cattivo per colpa degli altri malvagi che cavolo ci sta a fare al governo? tanto varrebbe che si dimettesse denunciando che gli altri gli impediscono di essere la colomba pacifista che è! Invece niente! sta attaccato alla sua poltrona peggio di una cozza!
Buonasera! ma perchè tanta animosità?
Amiamo tutti la Russia, per il Bene che rappresenta e che è nella sua umanità concreta, reale, esistenziale di ogni giorno, nella sua storicità nobile; mentre scrivo sulla tastiera, a Mosca, a San Pietrobutgo, a Vladivostok la gente comune, che io e lei e tanti sentiamo vicini a noi, è in cucina a preparare la cena, si ritira infreddolita dagli autobus e dalle strade etc. (beh… faccio finta che non ci siano i fusi orari).
ho l’impressione che tutto l’equivoco sia riassumibile in una frase del suo post:
” Ma siamo antimperialisti (cioè contro l’impero americano chiunque lo guidi) oppure lo siamo solo contro i biden le illary ma non contro i trump?”.
Ha ragione.
Guarda che lo dico non per retorica o per scherno.
Ha ragione piena.
E capisco lo spirito di giustizia e l’indignazione che ti monta dentro verso quel che loro sono, rappresentano e fanno… e lo dico, se può rilevare la cosa, da cattolico serio.
A lei, come a me, come a tanti… sale l’indignazione per la loro sfacciata impudenza, prepotenza, onnipotenza e strafottenza! …e malvagità consapevole e cinica.
Per dirla alla Lavrov che è un gran signore, hanno rinuciato alla diplomazia preferendo la maleducazione!
Ma non si tratta di promuovere Hillary e di bocciare Bush, promuovere Trump e bocciare Kerry al posto di Pompeo, etc….
E di cosa si tratta allora?
Lo spiega Orlov – ma anche Saker – e che può essere riassunto così:
Trump (e il trumpismo americano genericamente antisistema)
è l’uomo giusto
al posto giusto
nel momento giusto
…per “suicidare” l’America e il suo Impero.
In questo senso vede bene che allora c’è una differenza fra un personaggio politico e l’altro.
Trump non è un pacifista, per carità!
ma è solo un confuso confusionario come lo sarebbe chiunque di noi che non essendo un politico professionista, per professione, e mosso da un generico senso di necessità di opposizione velleitaria e disordinata contro il Deep State, si ritrovasse al posto del comando.
Sa, io ho una certa età… ricordo che una volta vidi nella TV in B/N degli anni ’70 in una Tribuna Politica di quei Bei Tempi Andati, l’allora Presidente del Consiglio Aldo Moro che rispondendo ad una domanda provocatoria rispose stancamente: la gente crede che se sei Presidente del consiglio basta alzare il telefono e comandare… invece occorre una lunga faticosa opera continua di mediazione e di persuasione di tantti poteri dello Stato.
Aggiungo io: e figuriamoci negli USA!
Un cordiale saluto! …e sia fiducioso, il futuro e la salvezza di 350 milioni di Europei si chiama Russia!
L’unica cosa che mi fa paura è che USA gara tische il suo alto debito con le armi. Tradotto, prima del collasso economico questi faranno partire una grande guerra. Amen