Cari amici,
oggi pubblico il discorso del Colonnello-Generale Igor Sergun, Capo del Direttorato Generale per l’Informazione (GRU) del Quartier Generale delle Forze Armate Russe. Dire che quest’uomo, o il GRU, siano riservati sarebbe dire poco. Tutte le informazioni pubbliche su Sergun si trovano nella breve biografia (a cura di Scott) che ho lasciato alla fine di questo post. Come regola generale, il GRU non rilascia mai dichiarazioni pubbliche e neanche lo fa la persona che lo dirige. E’ perciò interessante che in una delle rare occasioni dove il Generale Sergun ha accettato di parlare in pubblico, si sia concentrato sul cosiddetto estremismo “islamico” e che, in una presentazione insolitamente corta, abbia citato per quattro volte il fatto che questi terroristi “islamici” sono in pratica una creazione dell’Occidente. Qualcuno sarebbe tentato di dire “fin qui niente di nuovo, sono cose che sappiamo tutti”, ma questo vorrebbe dire non afferrare il punto. E il punto è proprio questo: che il capo del servizio di intelligence militare russo dichiari apertamente che il cosiddetto “terrorismo islamico” non è un fenomeno autentico e indigeno ma uno strumento dell’arsenale dell’imperialismo dell’Occidente che viene usato per sovvertire quelle nazioni che osano opporsi all’egemonia mondiale dell’Impero Anglo-Sionista.
The Saker
TESI DELLA PRESENTAZIONE
Del Responsabile del Direttorato Principale del Quartier Generale
Alla IV Conferenza di Mosca sulla Sicurezza Internazionale
Intitolata: “Sicurezza Globale: Trasformazione radicale o
creazione di nuove regole del gioco?”
16 aprile 2015
Soggetto: “Punti caldi nella lotta globale al terrorismo
Signore e signori,
una delle sfide più pericolose dei nostri tempi è rappresentata dal terrorismo internazionale, che sta rapidamente assumendo una connotazione politica, trasformandosi in una vera e propria forza che lotta per arrivare al potere in alcune nazioni.
Stiamo osservando una tendenza costante verso la globalizzazione delle attività delle organizzazioni estremistiche. Questo comprende un’ampia diffusione geografica, il rafforzamento delle interazioni fra gruppi precedentemente disomogenei ed un rapido adattamento ai cambiamenti di situazione.
All’interno delle organizzazioni terroristiche internazionali, sta aumentando il ruolo degli Islamici radicali. I loro leader collaborano fra loro e cercano di creare aree di instabilità che includano non solo nazioni, ma intere regioni.
La “Terrorismo Internazionale” in via di formazione, mira al ripristino con la forza militare del “Grande Califfato”, i cui confini dovrebbero abbracciare Medio Oriente, Caucaso, Nord Africa e Penisola Iberica. E’ stata annunciata una campagna per la formazione di un fronte unico per la “Jihad Globale”, con lo scopo di portare la lotta armata contro “i principali nemici dell’Islam”, rappresentati dagli USA, le nazioni dell’Europa Occidentale, la Russia e le nazioni mussulmane con governi laici.
Attualmente il terrorismo rappresenta la più grande minaccia per Iraq, Siria, Libia e Afganistan dove sono attivi “Stato Islamico dell’Iraq e del Levante”,”Al-Qaeda”, “Jabhat al-Nusra”, “Movimento Islamico Talebano”ed altri gruppi radicali. Al-Qaeda rimane una delle più potenti organizzazioni terroristiche, sebbene nelle attuali condizioni sia diventata sopratutto “il vessillo della lotta contro gli infedeli” per gli Islamisti, mentre i gruppi regionali ad essa correlati sono virtualmente indipendenti fra di loro.
Ultimamente, lo “Stato Islamico di Siria e del Levante”, che è riuscito ad estendere il suo controllo su una parte significativa di Iraq e Siria, sta cercando di occupare, con successo, la posizione di leader delle organizzazioni estremistiche.
I terroristi hanno dichiarato l’istituzione di un “Califfato Islamico” nei territori occupati ed hanno incominciato ad organizzare le loro “istituzioni pubbliche”, compreso il sistema finanziario e giudiziario. E’ stato allestito anche un controllo centralizzato sui vari gruppi armati.
Il rafforzamento dell’ISIS ha seriamente destabilizzato la situazione in Africa. L’ISIS dà un sostanziale aiuto militare e assistenza finanziaria agli estremisti locali e manda rinforzi composti da terroristi siriani e iracheni. I gruppi che ricevono questo aiuti sono “Ansar al-Sharia” che opera in Nord Africa e “Boko Haram” nell’ovest del continente, mentre la minaccia maggiore alla stabilità dell’Africa orientale è rappresentata dall’organizzazione terroristica somala “Al-Shabab al-Mujahedeen” responsabile di un certo numero di operazioni ad alto profilo.
Allarmante in ugual misura è la situazione che si sta sviluppando nel Medio Oriente e nell’Asia Centrale dove organizzazioni estremistiche come “Talebani”, “Hizb-ut-Tahir” e il “Movimento Islamico dell’Uzbekistan” mantengono un alto potenziale di combattività. Stimiamo che attualmente, nel solo Afganistan, stiano combattendo più di 50.000 militanti. In territorio afgano e pakistano esiste una rete di campi di addestramento terroristici, compresi campi di addestramento per attentatori suicidi.
La diffusione attiva delle idee estremiste radicali ha un impatto negativo sullo sviluppo della situazione nell’Asia sud-orientale. In particolare, ci possono essere conseguenze imprevedibili a causa dell’organizzazione estremista “Jamaa Islamya”, che ha come obbiettivo principale la creazione di un unico stato islamico teocratico comprendente parte di Brunei, Indonesia, Malesia, Singapore e le zone mussulmane della Thailandia e delle Filippine.
Negli ultimi anni, in Europa è aumentata la minaccia del terrorismo. Questo è dovuto soprattutto ai combattenti di ritorno dai “posti caldi”, pronti ad usare in patria l’esperienza acquisita di recente. Nella sola Germania, negli ultimi quattro anni, sono ritornati circa 600 jihadisti.
L’influenza degli estremisti si è allargata fino ad includere alcune regioni del Sud America. L’Area della Triplice Frontiera, collocata alla giunzione fra Argentina, Brasile e Paraguay, è considerata un trampolino di lancio dagli estremisti.
La situazione è destabilizzata dalle attività sotto copertura di alcuni Stati, finalizzate a raggiungere i loro propri obiettivi di politica estera attraverso il finanziamento segreta delle strutture islamiche.
Nel lasciarsi coinvolgere con gli estremisti, alcuni Paesi Occidentali sembrano essere sicuri che le cosiddette politiche di caos controllato in regioni molto distanti non finiranno per portare conseguenze tragiche, almeno nel medio termine, ma io credo che tale opinione non sia fondata.
Non è un segreto che la rapida accelerazione dell’estremismo islamico a partire dagli anni ’80 fu dovuta alle iniziative dei “partner” occidentali. Per contrastare le truppe sovietiche in Afganistan, ci fu il riarmo pesante, con fondi forniti dagli Stati Uniti d’America e da altri stati della NATO, di gruppi sparpagliati di Jihadisti e Mujaheddin che successivamente si sono fusi dando vita ai principali gruppi e movimenti terroristici. Con l’assistenza finanziaria e militare da Washington e dai suoi alleati, fornita per eliminare il regime in Siria sgradito all’Occidente, furono creati lo “Stato Islamico dell’Iraq e del Levante” e la “Jabhat al-Nusra”. L’intervento militare della NATO in Libia ha implicato risultati simili.
La disponibilità di fonti di finanziamento stabili per gli estremisti è alla base di una forte preoccupazione. Fra i più affidabili canali per il flusso di denaro ci sono varie fondazioni ed organizzazioni non governative. Per esempio, negli Stati della Penisola Arabica, ci sono circa 200 tali organizzazioni.
Un’altra importante fonte di reddito è il controllo sulla produzione e traffico di droga. Questa attività porta fino a 500 milioni di dollari annui agli islamisti del Medio Oriente e dell’Asia Centrale.
Succede abbastanza di frequente che le azioni di Washington, e dell’Occidente in generale, in varie parti del mondo, contribuisca alla creazione di seri problemi, incluso il traffico di droga, l’estremismo religioso ed il terrorismo, dopodiché Washington mobilita eroicamente la comunità internazionale per neutralizzare il problema.
In generale, sotto lo slogan della “lotta per il puro Islam”, il terrorismo internazionale sta diventando una sorta di crimine transnazionale. Di fatto, è diventato un affare redditizio con un giro di capitali dell’ordine dei miliardi di dollari, realizzato con il traffico di droga, il rapimento a scopo d’estorsione, il contrabbando di armi e di metalli preziosi.
Alla ricerca di sorgenti aggiuntive di finanziamento, i jihadisti sviluppano volutamente legami con le organizzazioni nazionaliste, con i pirati e coi separatisti.
Dunque, ci dovremmo aspettare che, nel breve periodo, il livello delle minacce terroristiche nel mondo rimanga alquanto alto. L’espansione dei gruppi estremisti, istigato, fra gli altri, dagli Stati Uniti e dai loro alleati, specie in Medio Oriente ed in Asia Centrale, pone una reale minaccia di esportazione del terrorismo nei Paesi europei, nelle repubbliche del CIS e nella regione Asia-Pacifico.
Grazie per la vostra attenzione.
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Biografia di Igor Sergun ( a cura di Scott)
Biografia ufficiale del Direttore della Nuova Agenzia Russa di Informazione Militare, Igor Sergun, sito web ufficiale del Ministero della Difesa Russo (qui [NdT:in russo]).
Igor Sergun è nato il 28 marzo 1957. E’ arruolato nelle Forze Armate dal 1973 e si è diplomato alla Scuola Militare Suvurov di Mosca (qui [NdT:in russo])
Alla Scuola del Comando Militare Sovietico Supremo di Mosca (qui [NdT:in russo])
All’Accademia Militare Diplomatica dell’Esercito Sovietico e all’Accademia Militare del Quartier Generale delle Forze Armate della Federazione Russa (qui [NdT:in russo]).
Ha lavorato nell’intelligence militare dal 1984 e ha occupato diverse posizioni all’interno del Direttorato Principale per l’Informazione. Parla diverse lingue straniere ed ha ricevuto diversi riconoscimenti da parte dello Stato. Nel 1998 ha prestato servizio come colonnello presso l’Ambasciata della Federazione Russa a Tirana, Albania. All’epoca è stato insignito della medaglia “Partecipante all’Operazione Marcia e Spara Bosnia, Kosovo, 12 giugno 1999” [NdT:conosciuto in Occidente come “l’incidente di Pristina”].
Nel dicembre 2011 è stato messo a capo del Direttorato Principale per l’Informazione del Quartier Generale Russo.
Mark Galeotti, nel suo libro “Spetnaz: le Forze Speciali Russe”, scrive che negli anni 2000 il controspionaggio militare russo era sull’orlo del completo disfacimento a causa delle riforme del Generale Shlyakhuturov. Quest’ultimo fu comunque costretto al ritiro alla fine del 2011 e il suo successore, il Tenente-Generale Igor Sergun si è dimostrato un capo molto più attivo ed efficace (qui [NdT:in inglese]).
Nel 2014 Igor Sergun è stato colpito dalle sanzioni occidentali contro la Russia.
“Brussels: il Capo di Stato Maggiore delle Forze Armate Russe e il suo equivalente dell’intelligence militare erano compresi nell’elenco, rilasciato martedi, delle 15 persone colpite dalle ultime sanzione dell’Unione Europea a causa della crisi in Ucraina. Generale Valery Gerasimov, Capo di Stato Maggiore e Viceministro della Difesa, 29 aprile 2014” (qui [NdT:in inglese]). Igor Sergun è stato colpito dalle sanzioni “per l’attività di ufficiali del GRU nell’Est Ucraina” mentre Gerasimov è stato ritenuto “responsabile del massiccio dispiegamento di truppe russe” lungo il confine dell’Ucraina e per “la mancata de-escalation della situazione”.
Articoli, discorsi e interviste
1. La Russia nomina il nuovo capo del GRU (qui [NdT:in inglese]).
27 dicembre 2011. Lunedì scorso il Maggiore-Generale Igor Sergun è stato nominato responsabile del Direttorato Principale per l’Informazione del Quartier Generale. Sostituisce il capo del GRU uscente Alexander Sklyakhturov che ha raggiunto i limiti d’età.
2. Il Maggiore-Generale Igor Sergun diventa capo del GRU (qui [NdT:in russo]).
3. Generale russo afferma che oggi gli Stati Uniti sono dietro ogni conflitto mondiale (qui [NdT:in inglese])
Il capo del direttorato per il controspionaggio russo, Colonnello-Generale Igor Sergun dice che gli Stati Uniti si stanno preparando a dispiegare truppe su base temporanea o permanente in più di 100 nazioni in tutto il mondo. Sergun afferma che gli Stati Uniti sperano di creare in queste nazioni le infrastrutture necessarie per “il dislocamento di armamento ed equipaggiamento militare necessario per operazioni armate nelle zone limitrofe”.
4. Intervista con il Direttore del GRU Igor Sergun: noi non riveliamo segreti (qui [NdT:in inglese])
5. Agenzia di intelligence russa: la crisi globale richiede nuove tattiche (qui [NdT:in russo])
6. Igor Sergun: “I terroristi cercano di prendere il potere in alcuni stati” (qui [NdT:in russo])
7. Terroristi del Medio Oriente e dell’Asia Centrale ricavano 500 milioni di dollari con il traffico della droga (qui [NdT:in inglese]):
16 aprile 2015. Il Capo di Stato Maggiore Russo del Direttorato Generale per l’Informazione ha dichiarato che i terroristi nel Medio Oriente e nell’Asia Centrale riescono a ricavare anche 500 milioni di dollari con la produzione e il commercio di droghe illegali.
8. Il Direttore del GRU: Il terrorismo è diventato un affare da miliardi di dollari (qui [NdT:in russo])
9. La Jiahd diventa globale (qui [NdT:in inglese]):
23 aprile 2015, Andrey Ilyashenko in esclusiva per RIR
Il terrorismo internazionale, che era diventato una delle minacce più pericolose per l’umanità, ora si è fatto globale. Questa è l’opinione ponderata del Colonnello-Generale Igor Sergun, Direttore del GRU, il Direttorato Principale per l’Informazione dello Stato Maggiore delle Forze Armate Russe. Parlando a metà aprile alla IV Conferenza sulla Sicurezza al Ministero della Difesa, a Mosca, Sergun ha fatto una dettagliata analisi del problema. Dal momento che la sua non è una di quelle figure che fanno frequentemente la loro apparizione sui media, RIR ha deciso di offrire ai suoi lettori un sommario il più completo possibile delle argomentazioni chiave del Colonnello-Generale.
10. Conferenza di Mosca 2014 sulla Sicurezza Internazionale (parte 2: I partecipanti) (qui [NdT:in inglese])
11. Discorso di Igor Sergun alla Conferenza di Mosca 2014 sulla Sicurezza Internazionale (qui [NdT:in russo]):
Il discorso di Sergun è stato reso pubblico nel sito web della conferenza. Egli fa notare che i Talebani considerano un successo il ritiro delle forze dell’ISAF. Loro sono convinti di vincere e, a questo punto, non vedono nessuna ragione per perdere tempo a negoziare. Ha discusso poi i tre più probabili scenari dei futuri sviluppi in Afganistan, includendo anche percentuali precise sulla loro probabilità.
1- L’equilibrio delle forze politiche all’interno della nazione rimane relativamente stabile, con il sostegno di una limitata presenza occidentale. L’Afghanistan continua ad essere una fonte di terrorismo, estremismo e traffico di droga per tutta l’Asia Centrale. Probabilità 39%.
2 -I Talebani, mancando la presenza straniera, prendono il potere. Probabilità 27%.
3 –L’Afghanistan si disintegra e si divide in enclavi etniche. Questo scenario comporta un aumento delle lotte di potere da parte delle forze locali e regionali. Probabilità 31%.
Nella seconda parte del suo discorso, Sergun ha discusso la logistica del ritiro in corso delle forze ISAF dall’Afghanistan. Data la quantità di materiale presente nella regione, la sua analisi ha mostrato come gli Stati occidentali non saranno in grado di ritirare il loro equipaggiamento nel tempo stabilito. Ha asserito che, mentre 40.000 persone possono essere trasferite per la fine del 2014, è impossibile completare il ritiro di 40.000 veicoli e 300 elicotteri prima del 2017. Come risultato, secondo il generale, Washington sarà presto costretta ad iniziare una campagna propagandistica per convincere la comunità internazionale che, per garantire stabilità alla regione, la presenza degli USA dovrà essere estesa almeno fino al 2024. In ogni caso questo non modificherà la minaccia che i Talebani rappresentano per gli Stati dell’Asia Centrale.
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Articolo di Igor Sergun apparso su Origine il 22 maggio 2015
Traduzione in italiano di Fabio_San, Mario per SakerItalia.it
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