Che una guerra nucleare scoppi o meno nei prossimi giorni, rimane il fatto deprecabile che il mondo interno sia tenuto in ostaggio dalla follia militare americana.
Sembra essere solo una questione di tempo che gli Stati Uniti alla fine scatenino una guerra contro stati stranieri considerati “nemici”, come Corea del Nord, Siria, Iran, Russia o Cina, o qualsiasi altro stato che Washington consideri una “minaccia” secondo la sua paranoica ed egemonica visione del mondo. Il comune denominatore qui è l’aggressione militare USA.
Ciò che rende il potere americano così pericoloso è che le persone che guidano quel paese sono – per dirla senza peli sulla lingua – così stupidi e pieni della loro stessa illusione, arroganza e ignoranza.
Il canale americano NBC ha dato la notizia che l’amministrazione Trump è pronta a lanciare un attacco militare preventivo contro la Repubblica Democratica Popolare di Corea. Nel frattempo, la Corea del Nord dice che è pronta a rispondere ad ogni attacco preventivo americano con un attacco nucleare contro l’America o i suoi alleati, come reazione a ciò che Pyongyang afferma essere una aggressione provocatoria.
Questo weekend è un importante anniversario per la Corea del Nord: il 105mo compleanno del suo fondatore Kim Il Sung. Kim Jong-un, suo nipote e attuale leader, potrebbe essere tentato di effettuare il sesto test nucleare sotterraneo per “festeggiare” questa occasione, in violazione alle risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Teniamo comunque a mente che tale azione della Corea del Nord è solo un “test”, non un atto di guerra.
Ciò che però è innegabile è che quell’ammassare forze nucleari – una “armada” come la chiama il Presidente americano Donald Trump – di fronte alla penisola coreana da parte di Washington è probabile che possa essere vista come un’aggressione da parte della leadership nord coreana. Possiamo dire che sono gli Stati Uniti quelli che stanno facendo un atto di guerra, inviando via mare le proprie forze verso la Corea del Nord.
Il lancio di 59 missili da crociera sulla Siria da parte dell’amministrazione Trump la scorsa settimana, in flagrante violazione del diritto internazionale, è stato senza dubbio un segnale studiato di Washington, che vuole dispiegare forze militari massive quando e dove ritiene opportuno, senza riguardo della legalità.
E poi nei giorni passati, il lancio in Afghanistan da parte degli USA della più grande bomba non nucleare – la MOAB, la cosiddetta “Madre di tutte le bombe” – è un altro passo studiato verso la distruzione di ogni vincolo legale di Washington, così come mandare un nuovo segnale alla Corea del Nord e altri che sono pronti ad agire unilateralmente e preventivamente.
Le maggiori potenze della regione del Pacifico – tra cui la Russia e la Cina – stanno chiedendo una soluzione negoziata per la situazione esplosiva della penisola coreana. Ma l’unica potenza che sta rifiutando un dialogo aperto è Washington. Il Segretario di Stato americano Rex Tillerson ha affermato questa settimana a Mosca che non ci saranno colloqui per risolvere la crisi coreana nell’immediato futuro. Perché no? Chi sono gli Stati Uniti per imporre questo?
Trump ha detto che lui risolverà il “problema nord coreano” da solo e con la forza militare. Tale mentalità richiede una domanda: chi è lo stato canaglia qui?
Ciò che è ancora più sconcertante della forza militare americana e del suo arsenale di 4.700 bombe nucleari (la Russia ne ha 4.500, secondo la Arms Control Association) è la follia dei governanti americani.
La notizia della NBC citata precedentemente dice che la Casa Bianca è pronta ad ordinare di bombardare Pyongyang “dovessero gli ufficiali americani convincersi che la Corea del Nord sta per portare a termine il test delle armi nucleari”. Risposta leggermente sproporzionata ad un “test”.
Ciononostante, la frase che qui davvero disturba è “dovessero gli ufficiali convincersi”. Dato il disprezzo col grilletto facile di Trump per il diritto internazionale e l’umiliante standard dell’intelligence americana, un attacco preventivo sulla Corea del Nord è quindi altamente probabile.
La recente aggressione di Trump in Siria è la testimonianza dell’instabile e incosciente natura dei capi politici e militari di Washington.
Le notizie dei media dimostrano che Trump si è convinto ad attaccare la Siria con i missili Tomahawk in base al filmato che ha visto su Fox News sul presunto attacco con armi chimiche in Siria il 4 aprile scorso. In più, a quanto si dice, il Presidente USA ha deciso di lanciare quei missili su pressione della reazione emotiva della figlia Ivanka, alla vista dei bambini che morivano a causa delle presunte armi chimiche.
Ci sono buone ragioni per credere che l’uso di armi chimiche in Siria sia stato un attacco sotto falsa bandiera [false flag] compiuto dai terroristi jihadisti sostenuti dall’Occidente. Basandosi tuttavia sulle più superficiali accuse che il governo siriano abbia compiuto l’attacco con le armi chimiche, l’amministrazione Trump è andata avanti con l’attacco micidiale a quel paese.
L’instabile ego di Trump è stato aggiunto al mix esplosivo. Per settimane lui ha affermato di “avere cura del problema nord coreano”. Il radunare le forze nucleari di attacco americane di fronte alla penisola coreana, insieme alla fallace intelligence USA e ad uno stupido ed egoista Comandante in Capo circondato da consulenti fanatici, stanno portando alla logica conseguenza della guerra.
Dall’altra parte, la leadership nord coreana ha preso nota dell’ultima aggressione di Trump in Siria, e sta avvertendo che potrebbe effettuare un’azione preventiva. Seoul, capitale dell’alleata americana Corea del Sud, è a tiro della Corea del Nord. Con una popolazione di più di 20 milioni di persone, un attacco su Seoul sarebbe catastrofico. Una volta lanciati i missili, il mondo sarebbe probabilmente coinvolto in una guerra globale, trascinando la Cina e la Russia in un confronto nucleare con gli Stati Uniti.
Questa catastrofica prognosi non è inevitabile. Il dialogo e un accordo politico negoziato sulla crisi coreana è possibile. La Corea del Nord e del Sud, il Giappone, la Cina, la Russia e gli Stati Uniti potrebbero risolvere questo problema ricorrente se tutti gli interlocutori si impegnassero per una soluzione pacifica di tensioni militari vecchie di anni. Ma il carico della responsabilità sta nell’impegno degli Stati Uniti in questo dialogo. Ma si rifiutano, e anzi insistono, su una soluzione finale militare.
Ciò che rende il problema così incerto è la stupidità cocciuta e prepotente di Washington. Trump è solo l’ultima manifestazione dell’arroganza di Washington, con una sconsideratezza che va oltre le precedenti amministrazioni.
La prontezza di Trump ad usare unilateralmente l’aggressione militare, come abbiamo visto la scorsa settimana in Siria, e l’oltraggioso utilizzo questa settimana di armi di distruzione di massa in Afghanistan, sono allarmanti.
Ma più di questo, la cosa ancora più allarmante è la delirante natura della “intelligence” americana e della “leadership” politica americana. Se gli stati Uniti possono lanciare missili da crociera sulla Siria basandosi su affermazioni altamente sospette sulle armi chimiche, aggiungendo un presidente che è così ingenuo e suggestionabile, allora il mondo è davvero spinto verso un orrendo precipizio.
Molto più pericoloso delle armi nucleari americane è la incorreggibile mancanza di coscienza dei governanti americani. Sono lo stesso tipo di persone la cui mancanza di scrupoli e il disprezzo criminale per l’umanità ha portato al lancio delle due bombe atomiche sul Giappone 72 anni fa. Un mostruoso genocidio che loro ancora giustificano come “giusto”.
E’ un abominio che il mondo sia tenuto in ostaggio dalla follia militare americana. E lo è stato per più di settant’anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. La domanda quindi è: è possibile disinnescare in modo sicuro questa follia americana e arrivare ad una conclusione pacifica?
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Articolo di Finian Cunningham pubblicato da Sputnik News il 14 aprile 2017.
Traduzione in Italiano a cura di Elvia per SakerItalia.it
I 59 missili da crociera gli USA li hanno mandati sulla Siria, ma non li manderanno sulla Corea.
La Corea ha fatto bene a dotarsi delle armi nucleari e pure dei vetori per lanciarle. E fa, altresì, benissimo a voler perfezionare entrambi al fine di poter colpire qualsiasi punto del territorio statunitense.
Se solo la corea colpisse San Diego, los Angeles e la Baia di San Francisco ci penserebbe il Messico ad invadere California, Arizona, Colorado, Nevada, Nuovo Messico e Texsas per portare coperte, cibo, acqua e medicine alla popolazione. L’Esercito del Messico sarebbe altresì necessario per difendere i soccorsi dai saccheggiatori e dal racket dei gangsters.