La questione centrale nella campagna elettorale per la presidenza degli Stati Uniti non può essere dibattuta sulla stampa USA, perché i media americani sono stati quasi unanimemente complici nel nascondere all’opinione pubblica le informazioni fattuali e cruciali che sono necessarie affinché si possa esprimere un voto intelligente ed informato. Nessun organo di informazione gode a raccontare della propria complicità in alcunché; pertanto l’insabbiamento continua, vive di vita propria, anche se questa vita potrebbe portare il mondo intero, via via che l’insabbiamento continua e le cose vanno più fuori controllo, sempre più vicino ad una situazione foriera della morte di miliardi di persone. Il ciclo virtualmente uniforme di menzogne continua, a dispetto del crescente pericolo che produce. Quest’articolo dovrà essere necessariamente lungo, perché si è continuato a mentire all’opinione pubblica americana riguardo a così tanti temi importanti – connessi con la questione centrale della nazione – temi più importanti del terrorismo, e del riscaldamento globale, e della crescente corruzione e diseguaglianza economica, ma che continuano ad essere virtualmente ignorati. Quest’articolo quindi vuole essere come un “Idraulico Liquido” per un sistema politico che è intasato da tutte le menzogne che gli sono state buttate dentro, e che adesso tornano in superficie e si riversano sul piano del dibattito politico americano. Questa colata di fango dovrà essere ripulita e smaltita o altrimenti ci ucciderà tutti, all’improvviso.
Il punto centrale è se continuare con il progetto [in inglese] del governo Americano dai tempi in cui sono crollate l’Unione Sovietica e la sua alleanza militare, il Patto di Varsavia nel 1991, di espandere la NATO – l’alleanza militare anti-russa – sino ai suoi confini, circondare la Russia con missili nucleari NATO a soli cinque minuti di volo da Mosca e contemporaneamente costruire [in inglese] una “Difesa Missili Balistici” o “ Missili Anti Balistici” (BMD o ABM) per annullare la ritorsione missilistica russa contro un’improvvisa invasione da parte USA-NATO per sopraffare, se non eliminare del tutto, la Russia e la sua resistenza alla potenza statunitense. Questa operazione è una realtà terribile, è una realtà di ideazione americana, e il risultato delle elezioni presidenziali USA del 2016 la condurranno al suo stadio finale, interrompendola, o portandola a conclusione – due risultati drasticamente differenti, ma una parte o l’altra prevarrà in questa contesa politica, e il presente articolo contiene i riferimenti alla documentazione di cui è necessario che i votanti americani siano a conoscenza, in cui si dimostra non solo che è stato loro mentito, ma anche come e perché ciò sia stato fatto. Tali riferimenti sono assolutamente importanti, in special modo perché i fatti che vengono documentati sono stati per tanto tempo efficacemente oscurati. Questo non è un mondo che gli Americani vogliono conoscere, è un mondo che in modo particolare i pochi Americani che ne hanno il controllo, non vogliono sia reso noto all’opinione pubblica statunitense. E’ un combinato tossico (ignoranza pubblica, che chi è in controllo vuole mantenere), e tragicamente reale (come verrà reso evidente dalla documentazione qui presentata).
Il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha dichiarato, in svariate occasioni, che gli USA sono la sola nazione “indispensabile”, e che qualunque stato si rifiutasse di capitolare alla supremazia globale americana sarebbe considerato un nemico. Ciò vale in special modo per Russia e Cina – due paesi ex comunisti. Per questo, si riesuma la “Guerra Fredda”, e i produttori di armi statunitensi stanno godendo di un nuovo boom, anche se il pretesto ideologico (il “pericolo rosso” del comunismo) non c’è più.
Per esempio, alla cerimonia di fine corso dei cadetti di West Point, il 28 maggio 2014, Obama ha detto [in inglese]:
“Gli Stati Uniti sono e restano la sola nazione indispensabile. Questo è stato vero nel secolo passato e continuerà ad essere vero per il secolo a venire. … L’aggressione russa verso gli stati ex-sovietici allarma le capitali europee, mentre l’ascesa economica e i risultati militari della Cina preoccupano i suoi vicini. Dal Brasile all’India, le classi medie in ascesa competono con noi, e i loro governi cercano di avere maggior voce nei forum globali. … Sarà compito della vostra generazione rispondere a questo nuovo mondo. Il problema che affrontiamo, il problema che ognuno di voi affronterà, non è se l’America sarà ancora il leader, ma in che modo lo sarà – non solo per assicurare la nostra pace e la nostra prosperità, ma anche per estenderle a tutto il mondo.”
Ha detto ai cadetti di West Point che la competizione economica può diventare una causa per l’entrata in guerra dell’America, e che il loro lavoro è l’imposizione della supremazia globale americana.
Obama ha inserito questo tema all’interno di un contesto di moralizzazione, come è sempre così abile a fare (è mostruosamente dotato di tutto ciò che serve a finalità propagandistiche), dicendo ai cadetti:
“La disponibilità dell’America all’uso della forza in tutto il mondo è l’ultima salvaguardia contro il caos, e una sconfitta americana nella sua azione contro la brutalità siriana o le provocazioni russe non solo vìola la nostra coscienza, ma apre ad altri più forti attacchi nel futuro. … L’isolazionismo americano non è un’opzione possibile nel ventunesimo secolo. Non possiamo ignorare quello che succede al di là dei nostri confini. … Con il propagarsi della guerra civile siriana oltre i confini, aumenta la capacità di gruppi estremisti induriti dalle battaglie di scontrarsi con noi. Aggressioni regionali che non vengono contrastate – nell’Ucraina meridionale, nel Mar Cinese del Sud, o in qualunque altra regione della Terra – avranno alla fine un impatto sui nostri alleati e potrebbero vedere coinvolte le nostre forze armate. Non possiamo ignorare quello che accade oltre i nostri confini. E oltre questi motivi specifici, io credo che noi abbiamo da difendere un principio reale, un nostro interesse fondamentale, assicurarci che i nostri figli e i nostri nipoti crescano in un mondo in cui non si sequestrino le scolarette e in cui le persone non vengono assassinate a causa della loro tribù, della loro fede, o delle loro credenze politiche. Io credo che un mondo di maggior libertà e tolleranza sia non solo un imperativo morale, ma che ci aiuti nel mantenerci al sicuro.”
Ha sostenuto l’equivalenza tra l’imposizione del controllo americano e “un mondo di maggior libertà e tolleranza,” che “ci aiuti nel mantenerci al sicuro”. È questo che si è fatto in Iraq? E in Libia? E in Ucraina [in inglese]? È questo che si sta facendo in Siria? E allora perché tutti questi profughi si riversano fuori dai paesi che vengono “salvati” dalle politiche di Obama, che sono state le politiche americane di decenni, che non vengono mai contestate, e che sono bipartitiche sotto tutti gli aspetti, a parte lo stile della retorica menzognera usata per “giustificarle”?
Il predecessore di Obama, George W. Bush, lavorava allo stesso progetto quando ha invaso l’Iraq nel 2003. Le sue affermazioni secondo le quali fosse certo che Saddam Hussein stesse rifondando il suo programma di armi nucleari, quelle in cui, parlando del “programma di armi di distruzione di massa di Saddam”, sosteneva [in inglese] che
“è stato rilasciato un report da parte dell’Agenzia Atomica – l’IAEA – secondo cui sono a soli sei mesi dallo sviluppo di un’arma. Non so di quali altre prove abbiamo bisogno”,
erano tutte smaccate bugie, dato che tutto era falso, e lui era consapevole [in inglese] di quanto fosse falso. Sapeva che non c’era nessun “rapporto IAEA” e la stampa non ha minimamente messo in dubbio quest’aspetto, ma, piuttosto, ha ripetuto a pappagallo le menzogne del Presidente, come se esse dovessero essere prese automaticamente per la verità. (E mise a tacere [in inglese] anche l’immediato annuncio dell’IAEA secondo cui questo rapporto non esisteva). Adesso sta succedendo di nuovo, ma la posta in gioco è ancora più alta e pericolosa.
Ci dirigiamo verso un’elezione presidenziale, in cui un candidato, Hillary Clinton, vuole chiaramente continuare le politiche dagli anni ’90 (e nelle quali suo marito ha avuto un ruolo di primo piano), e l’altro candidato, Donald Trump, vuole invece fermarle – ha detto “we should end it”, dobbiamo finirla. Per questo, è accusato di essere un “agente sovietico” [in inglese]. La stessa aristocrazia che possiede gli organi di “informazione” e che controlla entrambi i partiti politici si sente minacciata dal ripudio del proprio programma da parte di Trump. Usano il moralismo – di destra i Repubblicani, e di sinistra i Democratici – per condannarlo, ma la vera ragione [in inglese] per cui sono determinati a batterlo è la volontà di continuare la loro guerra che (da parte USA) non è mai stata veramente contro il comunismo: è sempre stata per il dominio e il controllo globali; è questo il modo in cui i controllori americani hanno governato questo paese almeno sin dagli anni ‘90. Vogliono continuarla, nonostante ci stia conducendo tutti al disastro.
Per portare avanti questo programma così aggressivo – una NATO paragonabile ad un cancro metastatizzato – Obama nel 2014 si è reso colpevole di un sanguinosissimo golpe in Ucraina (propagandato come “manifestazioni per la democrazia”), condotto [in inglese] dai fanatici razzisti antirussi, fascisti, anzi proprio nazisti, finanziati dagli USA (e che si rifanno ad una tradizione ucraina erede di quella parte del paese che si schierò con Hitler e contro Stalin durante la Seconda Guerra Mondiale – la fazione che in Ucraina si rendeva protagonista dei pogrom, ecc.) quegli Ucraini che durante la guerra erano alleati con le potenze dell’Asse [in inglese] — ma che adesso sono [in inglese] sul libro paga del governo USA.
Alcuni dei più importanti membri del Congresso, che hanno responsabilità sugli affari esteri, si rifiutano persino di farsi mostrare le prove che smentiscono le bugie del governo USA su questi fatti. Elizabeth Murray [in inglese] fu scioccata nello scoprire nei funzionari governativi questa deliberata volontà di negare l’evidenza. Aveva servito come Deputy National Intelligence Officer per il Vicino Oriente nel National Intelligence Council, prima di andare in pensione dopo una carriera di ventisette anni nell’amministrazione USA. (Dovrebbe essere il capo della CIA) [in inglese]. Il 24 luglio, in un articolo [in inglese] intitolato “Rep. Rick Larsen Bases Russia Policy on Myth”, [“Le politiche dell’Onorevole Rick Larsen nei confronti della Russia sono basate su miti”] ha descritto i propri tentativi di informare il deputato Larsen riguardo alla realtà delle operazioni USA in Ucraina. Su Wikipedia leggiamo:
“Richard Ray ‘Rick’ Larsen è il Rappresentante degli Stati Uniti per il secondo distretto congressuale di Washington, è membro del Partito Democratico… Larsen è membro del Comitato per le Forze Armate e del Comitato per i Trasporti e le Infrastrutture. … Precedentemente ha lavorato come direttore per le pubbliche relazioni per la Washington State Dental Association e come lobbista per i professionisti odontoiatrici. … Il Secondo Distretto era rappresentato dal futuro Senatore Henry M. ‘Scoop’ Jackson tra il 1941 e il 1953.”
Jackson in seguito divenne famoso come “il Senatore dalla Boeing,” il primo dei neo-conservatori del Partito Democratico.
Murray ha scritto [in inglese] (i link sono stati aggiunti da me):
Ho fatto presente all’on. Larsen che ero appena tornata dalla Russia con una delegazione USA, e che tutte le persone con cui avevo parlato in Russia – tra cui insegnanti, studenti, giornalisti, medici, imprenditori e veterani di guerra – non avevano nessuna voglia di una guerra nucleare con gli Stati Uniti, ma invece esprimevano il desiderio di relazioni pacifiche e normalizzate… Durante la nostra permanenza a Yalta, avevo organizzato una “nuotata per la pace” con veterani russi e americani che hanno nuotato assieme nel Mar Nero, cosa che aveva causato una certa animazione nei media locali in lingua russa. Spiegai all’on. Larsen quello che avevo capito del motivo per cui l’opinione pubblica russa fosse così sospettosa nei confronti delle mosse USA nella regione (basata su quello che avevo sentito dalla gente del posto), e del perché essi si aspettavano che gli USA fossero i primi a fare una mossa unilaterale finalizzata alla costruzione di reciproca fiducia e nella direzione del disarmo nucleare. I Russi erano a conoscenza della registrazione [in inglese] della Nuland, a proposito di “Yats” e finita su YouTube, in cui si sente chiaramente Victoria Nuland dire all’ambasciatore in Ucraina Geoffrey Pyatt “Yats è il nostro uomo”, subito prima che avvenisse il cambio di regime grazie al quale Arseniy Yatsenyuk è diventato primo ministro. Quella conversazione implicava la diretta partecipazione statunitense al golpe [in inglese] ucraino e i Russi si sentivano minacciati dalla Operazione Anakonda, le recenti manovre [in inglese] della NATO avute luogo durante la visita della nostra delegazione. Erano anche estremamente preoccupati riguardo ad altre mosse provocatorie degli Americani nella regione, tra cui le sanzioni economiche su Russia e Crimea, queste ultime adottate in risposta a ciò che loro vedevano come un’interferenza negli affari dell’Ucraina, dopo che la maggioranza dei Crimeani [in inglese] aveva votato per riunirsi alla Russia.
Larsen ha immediatamente replicato in modo negativo, affermando [in inglese] letteralmente che lui non credeva che ci fosse alcun ruolo degli USA negli eventi ucraini— che quello che gli dicevo non era “quello che lui aveva sentito” – e aveva proseguito con chiacchiere su quanto gli Stati Baltici si sentissero minacciati dalla Russia, ecc. Non sapeva cosa fosse la “Operazione Anakonda” e sembrava non essere a conoscenza del fatto che le più grandi esercitazioni militari di sempre della NATO dai tempi della Seconda Guerra Mondiale avevano appena avuto luogo ai confini russi. Mi sono offerta di mandare al suo ufficio informazioni aggiuntive circa gli eventi in Ucraina – un’offerta che lui ha ignorato.
Il percorso su cui ci troviamo può terminare solo in due modi, e quanto più ci avviciniamo alla fine di questo percorso, tanto più difficile diventa la prima opzione, e inevitabile la seconda. Nella prima opzione, gli organi di “informazione” USA torneranno coi piedi per terra e inizieranno a raccontare i fatti importanti come, ad esempio, il fatto che l’aggressione in Ucraina non è consistita [in inglese] nell’annessione della Crimea da parte di Putin ma nel colpo di Stato [in inglese] che l’ha preceduta, e nella inevitabile pulizia etnica successiva [in inglese]. Gli autori del golpe, a libro paga di Obama, hanno iniziato ad organizzarsi [in inglese] non più tardi del 1° marzo 2013, cioè quasi un anno prima di quando è scattato. Queste sono le realtà cruciali che contraddicono le bugie ufficiali [in inglese] e quindi, se abbiamo tanta fortuna, potrebbero costringere il governo USA ad invertire il suo attuale percorso. Nella seconda opzione, ci sarà un attacco a sorpresa da una delle due parti, o degli USA-NATO contro la Russia o, viceversa, da parte della Russia contro gli USA-NATO. Questa è la realtà.
Il “mondo mono-polare” di Obama è pura fantasia, e quanto prima verrà smascherata questa Grande Bugia (da parte della stampa occidentale, all’opinione pubblica occidentale) tanto più sicuri saremo tutti quanti. Lo sconforto da parte di quelli che hanno promosso e propagandato questa bugia sarà di gran lunga preferibile alla disastrosa alternativa: la fine del mondo.
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Articolo di Eric Zuesse pubblicato il 27 luglio 2016 su TheSaker
Traduzione in italiano a cura di Mario B. per SakerItalia
[le note in questo formato sono del traduttore]
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