La propaganda è facile da smontare una volta apprese alcune regole di base. Una è questa: “più forte è lo slogan, più grande è la menzogna”.
Questo è il caso della Giornata dei Veterani, in cui gli americani ringraziano i loro veterani per il loro “servizio”.
Ora, anche mettendo da parte le vere ragioni per cui gli americani si arruolano, c’è un fatto molto più importante che la macchina della propaganda statunitense sta cercando di nascondere: i “militari in servizio” statunitensi (sì, stiamo al passo con i tempi!) combattono SEMPRE nel cortile di qualcun altro. Sempre.
Quindi devono in qualche modo risolvere questa contraddizione evidente: io combatto per l’altro tizio, nel suo stesso cortile, combattendo contro di lui.
Per fare in modo che si attacchi o, almeno, si smorzi la dissonanza cognitiva, si fanno due cose: primo, demonizzi l’altro tizio mentre, secondo, affermi di “servire” per nozioni alte, elevate e assolutamente prive di significato come “Destino Manifesto”, “democrazia” o addirittura, come ho sentito dire di recente, “salvare gli ebrei dalle camere a gas naziste”.
E funziona.
Più grande è la menzogna, più rumorosi sono gli slogan, più energico è l’agitare bandiere e maggiore è l’isteria patriottica intorno alla “gratitudine” verso coloro che sono, innegabilmente, assassini su commissione (anche quelli che non premono il grilletto, ma aiutano altri a farlo).
Naturalmente, non importa quale tipo di ginnastica mentale sia necessaria per offuscare la vera natura di ciò che i veterani hanno realmente fatto (e stanno ancora facendo), la verità filtra sotto questo filo di concertina ideologica, specialmente quando i veterani si fanno saltare il cervello, soffrono di sindrome da stress post-traumatico, annegano nella droga e nell’alcol, e finiscono senza casa in numero immenso.
Quindi la Giornata dei Veterani non riguarda affatto i veterani, riguarda l’autoassoluzione, il fingere solo per un giorno di preoccuparsi dei veterani e del loro “servizio”. Ma, in modo cruciale, questo giorno della vergogna riguarda il whitewashing [sbiancamento] dell’omicidio.
La violenza e la menzogna sono fratelli gemelli che lavorano sempre fianco a fianco verso il loro obiettivo comune.
Possiamo avere un’idea dell’entità della violenza perpetrata dai militari statunitensi osservando l’intensità ideologica dello “scudo protettivo” delle bugie che sono necessarie per nascondere la sua vera natura delle loro azioni.
Non so se i cartelli della droga latinoamericani abbiano un “Dia del Sicario” ma se non lo hanno dovrebbero emulare “La Terra dei Liberi e la Patria dei Coraggiosi” e crearne uno, celebrato con tante bandiere ed espressioni di pietà patriottica.
Personalmente mi unirò a quelle poche anime che sperano che verrà il giorno in cui l’esercito americano sarà davvero quello che non è mai stato prima: una forza la cui missione è proteggere il popolo degli Stati Uniti dalle minacce esterne (non che io veda da dove questa minaccia possa provenire).
Solo allora i sicari statunitensi diventeranno dei veri soldati.
Il Saker
AGGIORNAMENTO: in uno dei commenti che i moderatori (giustamente) hanno cestinato c’era una domanda che ritengo debba essere posta: e i russi in Siria? Non è lo stesso?
No, per i seguenti motivi:
- I russi sono andati in Siria non per iniziare una guerra (l’Impero lo ha fatto), ma per FERMARLA
- I russi non hanno commesso atrocità di massa in Siria
- I russi sono stati direttamente minacciati dalle operazioni dell’ “Asse della Bontà” in Medio Oriente (ciò che la CIA stava facendo in Afghanistan negli anni ‘70 non si è mai fermato, ed era ANCORA in corso in Siria)
- Ultimo, ma non meno importante, i russi non sono fuggiti in disgrazia dalla Siria (o dall’Afghanistan, se è per questo)
Quindi no, non è lo stesso.
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Pubblicato su The Saker.is l’11 novembre 2021
Traduzione in italiano a cura di Raffaele Ucci per Saker Italia.
Aggiungerei: in Siria i russi sono stati chiamati dal presidente siriano a difesa della propria terra. Sono gli unici soldati stranieri autorizzati a stare la.