Coloro che hanno preso male la sconfitta di Hillary Clinton e ora stanno attraversando le cinque fasi del dolore di Kübler-Ross [in italiano] sono il risultato di uno scherzo crudele, anche se fatto a loro da un’entità del tutto priva di senso dell’umorismo. La tecnosfera – un’entità senziente artificiale simile ad una macchina che vuole controllare tutto, compresi voi, ed è impegnata nella distruzione della biosfera e di noi con essa – si è sforzata di allineare i loro valori con i propri, per renderli più facili da controllare. Essa non ha alcuna utilità per l’uomo, eccetto per i servi della tecnocrazia – ingegneri, scienziati, tecnici, burocrati ed esecutori – e il miglior materiale da sfruttare è l’individuo solo e atomizzato, strappato via dalla sua famiglia in giovane età, con ogni sua interazione con altri esseri umani mediata da sistemi di comunicazione elettronica facili da monitorare, idealmente un paziente mentale, controllato chimicamente, e troppo fragile per lasciare l’ambiente antropizzato e avventurarsi nel mondo reale. Infatti, i gruppi tribali autonomi e separatisti sono quasi impossibili da capire o controllare per la tecnosfera.

La tecnosfera avrebbe certamente voluto la Clinton – la persona all’epicentro di un gran numero di tecnologie politiche (qualcuno potrebbe chiamarli “racket”) ideate per controllare la popolazione e succhiarle i fluidi vitali: il racket finanziario, il racket medico, il racket della difesa e della sicurezza, il racket carcerario-industriale, il racket dell’istruzione superiore… lei e suo marito sono quanto di più simile esista a delle pure emanazioni ectoplasmatiche della tecnosfera – mediatori di interessi particolari e propagandisti per eccellenza. Bernie Sanders non poteva assolutamente sfidare questa macchina, ed è stato eliminato dalla corsa attraverso mezzi puramente burocratici. Ma poi è sorto un problema più difficile: selezionare e promuovere un candidato Repubblicano che fosse abbastanza forte da vincere le primarie, ma troppo debole per vincere contro la Clinton alle elezioni generali. Questa situazione è rappresentata dal seguente diagramma di Venn.

Insieme sinistro: incapace di vincere contro Hillary Clinton. Insieme destro: in grado di vincere la nomination Repubblicana.

Come si vede, l’incrocio di “in grado di vincere la nomination repubblicana” e “incapace di vincere contro Hillary Clinton” è un insieme nullo. Così, la vittoria elettorale di Trump può essere vista come un errore puramente tecnico, causato dal problema del candidato mancante.

Tornando a quelli in lutto per la sconfitta della Clinton: ironia della sorte, sono raggruppati nelle grandi città, e sarebbero i primi ad essere uccisi da un attacco nucleare russo se l’implacabile bellicosità della Clinton e l’esca russa riuscissero a innescare la Terza Guerra Mondiale. Così, per loro, votare per la Clinton era sintomatico di un istinto di autoconservazione represso. Ma questo non è del tutto colpa loro: essi sono stati manipolati a pensare che chi sostiene Trump è automaticamente stupido, ignorante, razzista, sessista e xenofobo – e ciò è semplicemente falso. Il motivo per cui sono raggruppati nelle grandi città è semplice: questi sono i luoghi che la tecnosfera controlla quasi completamente. Gli abitanti delle città tendono ad essere ipersocializzati, desiderosi di lottare per una sempre maggiore fitness inclusiva all’interno di un grande e anonimo ambito sociale, e che li rende facili da controllare. La portata della tecnosfera non è infinita, ed essendo un’intelligenza razionale e simile ad una macchina, applica un’analisi costi-benefici alle sue decisioni su dove allocare le sue risorse. Questo è il motivo per cui la mappa elettorale si presenta come una manciata di macchie blu di grandi dimensioni, circondate da un mare di rosso [il blu e il rosso sono, rispettivamente, i colori rappresentativi del Partito Democratico e di quello Repubblicano]. Guardate la Pennsylvania: Pittsburgh e Filadelfia hanno votato Democratico, ma tutti gli altri hanno votato Repubblicano. Caso in questione: la tecnosfera non può ottenere nessun guadagno tra gli Amish [fondamentalisti Cristiani che rifiutano ogni forma di tecnologia e vivono in comunità dove il loro stile di vita si è fermato ai primi dell’800].

E così sembrerebbe che la tecnosfera abbia subito una battuta d’arresto. Ma non si arrenderà così facilmente, e il prossimo passo per essa è mettere in atto tecnologie politiche per, se possibile, invalidare e vanificare i risultati della sua sconfitta elettorale. In effetti, questo è già iniziato: Bill e Hillary Clinton sono stati scoperti di recente ad incontrarsi con un’altrahillary-bill-story emanazione ectoplasmatica della tecnosfera, il rapace miliardario George Soros, abbigliato in toni della porpora imperiale romana. Il motivo che hanno dato per la mostra del colore della toga dell’imperatore è che la porpora è una miscela di rosso e blu, e rappresenta quindi il compromesso. Tuttavia, il compromesso, nel loro caso, sarebbe quello di uscire dalla vita pubblica, perché entrambi sono troppo vecchi per correre di nuovo per un qualsiasi incarico. No, la mostra dei colori imperiali significa proprio questo: un segnale che l’impero si appresta a colpire di nuovo: dobbiamo aspettarci un altro tentativo di rivoluzione colorata – la Rivoluzione Porpora – questa volta negli Stati Uniti, finanziato dallo stesso George Soros. Questa segnalazione mista è tipica: dopo le elezioni russe, in cui Putin è stato ancora una volta eletto presidente, lo stesso Sindacato delle Rivoluzioni Colorate ha organizzato e finanziato proteste, nelle quali hanno dato bella vista di sé piccoli nastri bianchi – che durante la Seconda Guerra Mondiale venivano indossati dai collaboratori dei Nazisti. I Russi però non hanno dimenticato questo dettaglio, e le proteste si sono risolte in un nulla di fatto.

La tecnosfera è potente, ma non è onnipotente o infallibile, e il mondo sta sviluppando anticorpi efficaci contro di essa e contro le sue tecnologie politiche in generale, e contro la tecnologia del Sindacato delle Rivoluzioni Colorate in particolare. Ecco un esempio: gli USA hanno speso circa 5 miliardi di Dollari per destabilizzare l’Ucraina politicamente e trasformarla in un nemico della Russia. Per un po’ la gente a Kiev è riuscita a guadagnare più in un giorno a protestare che in un mese lavorando. Risultato finale: in un recente sondaggio, l’84% (34.900) degli Ucraini intervistati ha detto che come Presidente dell’Ucraina vorrebbe… Vladimir Putin, con l’attuale presidente, scelto accuratamente dal Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, che si è perso da qualche parte, nel margine di errore.

Data la sofferenza terribile che è stata inflitta all’Ucraina, che ha attraversato non una ma due rivoluzioni colorate, si spera che la Rivoluzione Porpora negli Stati Uniti venga in qualche modo stroncata sul nascere. Questo, credo, non è impossibile: esiste oggi un’anti-tecnologia per affrontare la tecnologia della rivoluzione a colori, e tutto quello che serve per metterla in pratica sono alcuni gruppi di patrioti. Ricordate: i patrioti non sono nazionalisti; i nazionalisti sono persone che odiano altre nazioni; i patrioti sono persone che amano la loro terra e la loro gente, più di ogni altro, e sono disposti a dare la vita in loro difesa.

Quando arriverà il momento di respingere e neutralizzare le azioni del Sindacato delle Rivoluzioni Colorate, i patrioti potranno formare gruppi di partigiani. Il seguente è un estratto esteso dal mio prossimo libro, Shrinking the Technosphere [Rimpicciolire la Tecnosfera] (attualmente disponibile per il pre-ordine con uno sconto del 20% [il libro, in Inglese, è già disponibile]), che ha un intero capitolo dedicato alle tecnologie politiche e alle loro corrispondenti anti-tecnologie.

Il bisogno di partigiani

Una situazione in cui le autorità legittime sono politicamente deboli (a causa della pressione esterna) ma moralmente forti, e hanno la verità dalla loro parte, consente a gruppi di gente del posto di radunarsi e formare cellule di partigiani. Anche se uniteSTT_Cover_Final da linee di fondo strategiche comuni – difendere le loro comunità, contrastare le forze esterne, sostenere l’autorità legittima – sono completamente libere di scegliere le loro tattiche. Poiché sono spontaneamente organizzate in modo anarchico, tali gruppi partigiani possono essere molto più agili rispetto al governo. Non hanno neanche bisogno di limitarsi a tattiche che sono strettamente legali. Ecco alcune delle tattiche che i partigiani possono aggiungere al loro arsenale:

  • Utilizzare diversi metodi, dalla comunicazione faccia a faccia con i piccoli gruppi locali a livello di quartiere, all’uso dei social media, per ottenere la verità: che questa è una campagna organizzata e finanziata dall’estero basata sulle menzogne. Esporre quali sono queste bugie, presentare le prove, e lasciare che la gente tragga le proprie conclusioni. Dal momento che questi gruppi locali non pretendono di essere una fonte ufficiale di informazioni, sono invincibili contro l’accusa di diffondere propaganda. Quello che può fare la maggior parte dei burattinai stranieri è affermare che si tratta di “troll” pagati dalla parte opposta – una storia che è improbabile che altre persone del posto, che sanno bene chi è, chi mandino giù.
  • Ai burattinai dietro le rivoluzioni colorate piace rimanere anonimi e “condurre da dietro le quinte”, e l’obiettivo dei partigiani è quello di spogliarli del loro anonimato. Trovatisi improvvisamente di fronte ad un “fan club” cripticamente ostile e in malafede, che controlla ogni loro movimento e li scova in ogni folla chiedendo un “selfie”, rendendo nota la loro ubicazione in ogni momento e molestandoli ogni volta con effusive familiarità finte-amichevoli, i burattinai vengono facilmente messi in un angolo e neutralizzati. Rendendo nota l’identità degli estranei, i partigiani forniscono un servizio prezioso ai servizi di sicurezza locali, risparmiando loro la fatica di spiare o infiltrare il movimento di protesta.
  • Cooptare le dimostrazioni iniettando temi e slogan specifici affini alla popolazione locale. Durante le rivoluzioni colorate di solito ci sono organizzatori in agguato sullo sfondo che “conducono da dietro le quinte”, dicendo in silenzio alle persone cosa urlare in base ad un copione pre-approvato. Gli slogan in genere riguardano la mancanza di qualcosa – “libertà”, “democrazia” e altre insensatezze simili – perché non possono certo parlare del vero obiettivo di rovesciare il governo legittimo attraverso mezzi nefasti. Iniettando slogan che pongono richieste specifiche e localmente rilevanti – “Biglietti degli autobus meno cari!”, “Non aumentate le rette!” – i partigiani possono rendere la protesta qualcosa di legittimo che può potenzialmente sfociare in una situazione in cui tutti ci guadagnano. Il governo può in seguito fare un passo in avanti, annunciare che ha udito la voce del popolo, e negoziare in buona fede. Il movimento di protesta si scioglierà poi in grida di giubilo – “Abbiamo vinto!” – il governo otterrà credito per aver esercitato con successo la democrazia diretta, e i burattinai torneranno a casa senza aver ottenuto niente.
  • Scindere il movimento di protesta con la creazione di un gran numero di organizzazioni sociali. Quando gli organizzatori della rivoluzione colorata cercheranno di tenere una riunione, i partigiani possono cercare di iniettare un ordine del giorno diverso, affermare che il vero guadagno è altrove, presentarsi in numero e proporre una direzione diversa, inscenare una protesta contro chi gestisce l’incontro e andarsene prendendo alcuni altri con loro, e così via. Se vengono distribuite istruzioni scritte, o oggetti di scena come nastri e cartelli, vanno iniettate istruzioni e posizioni diverse che perseguano un’agenda locale legittima.
  • Mantenere i contatti con i servizi di sicurezza dello Stato e gli enti locali, e vendere informazioni dettagliate e in tempo reale in cambio di piccoli favori specifici. Rendere questi favori a disposizione dei membri del movimento di protesta in cambio di alcuni cambiamenti comportamentali o compromessi. Questo spesso può essere presentato come l’opera di simpatizzanti della protesta all’interno del governo, da prendersi come un segno che esso sta per crollare, e ciò può rafforzare la posizione dei partigiani tra i manifestanti.
  • Dare ai servizi di sicurezza obiettivi legittimi. Gran parte del lavoro degli organizzatori della rivoluzione colorata coinvolge la graduale erosione dei confini del comportamento ammissibile, fino a quando tutto diventa permesso e le forze di sicurezza, dopo aver consentito numerose trasgressioni minori, si sono demoralizzate e non sono in grado di mobilitarsi contro quelle più gravi. Gli organizzatori cercano di usare degli scudi umani sotto forma di “bambini” – giovani, innocenti e ingenui che cantano di libertà e democrazia, che poi violano l’ordine pubblico in modo non grave. “Ma sono solo dei bambini!”, e così la polizia non fa nulla. Ma se tra questi “bambini” ci sono alcuni partigiani che ricorrono a un po’ di sfoggio di violenza qua e là, con alcuni spintoni e qualche pugno tirato, fornendo alle autorità la scusa di cui hanno bisogno per intervenire, allora questo squarcia il velo di “non-violenza”. Ricordate, bloccare le strade e ostacolare l’accesso delle persone agli edifici pubblici non sono, con uno sforzo di immaginazione, atti non violenti. La “non-violenza” non è altro che una tattica. Può essere perfino utilizzata per promuovere la violenza rendendo una popolazione inerme di fronte alle aggressioni, al fine di provocare una strage e poi utilizzarla per scopi politici, come è stato fatto da Gandhi, che predicava la non-violenza agli Induisti, approfittandone politicamente quando poi venivano massacrati dai Musulmani.
  • Organizzare unità di autodifesa locali. Pattugliare i quartieri per impedire i saccheggi. Intervenire nelle dimostrazioni per tenere i manifestanti in riga, aiutando i servizi di sicurezza a capire cose che possono altrimenti trovare difficili da giustificare. Se il governo è in grado di dimostrare che sta solo avendo un po’ di problemi a dominare alcuni elementi patriottici all’interno della popolazione locale, che si è ribellata in un’opposizione spontanea alle proteste, allora le pretese del governo di utilizzare la mano pesante iniziano a sembrare piuttosto vuote.
  • Tra le unità di autodifesa più forti, organizzare unità di commando e allenarle per missioni speciali. Queste possono essere adottate se la rivoluzione colorata procede attraverso la fase dei massacri, e percorre tutto il percorso fino al cambio di regime. A quel punto, i burattini accuratamente selezionati stanno per essere sistemati in incarichi pubblici, con concessione di titoli ufficiali e copertura informativa servile della stampa controllata dall’Occidente, e stanno per ottenere rapidamente il riconoscimento diplomatico da parte dei governi occidentali. Ma prima che questo possa accadere, devono essere fatti trottare brevemente davanti al pubblico per creare l’illusione che siano “del popolo”. È a questo punto che sono più vulnerabili, e tutti gli sforzi precedenti per dividere, cooptare e destabilizzare il movimento di protesta, possono essere portati a compimento per neutralizzare il governo degli aspiranti burattini attraverso alcune azioni decisive. Dal momento che da questo punto le marionette sono sorvegliate da mercenari stranieri professionisti, le unità di commando devono essere composte da persone che hanno disciplina professionale, formazione ed esperienza. L’installazione di un governo fantoccio è un esercizio politico che, per avere successo, deve essere spacciato come un trionfo popolare, e come tale può essere fatto deragliare da un imbarazzo pubblico o dal panico. Inoltre, bisogna ricordare che i fantocci vengono installati da mercenari, i quali, per loro natura, sono allergici all’idea di morire, dal momento che morire gli impedisce di venire pagati. Se il loro ambiente di lavoro diventa sufficientemente pericoloso, è molto probabile che scappino.
  • Infine, se tutto il resto fallisce, l’ultima risorsa è una rivolta armata basata su un movimento di guerriglia. Se il movimento ha il supporto pubblico locale, può durare per molti anni. Per vincere, un movimento di guerriglia deve semplicemente persistere. Dopo alcuni anni di incapacità nel controllare il proprio territorio, lo Stato guidato dai fantocci si troverà ad essere considerato come uno Stato fallito e un imbarazzo per i burattinai, che saranno quindi costretti a ridurre le loro perdite e far finta che il problema non esista. Lo stato può poi essere resuscitato senza i burattini, o diviso in diversi staterelli più piccoli. Tra l’altro, questo è esattamente ciò che sta accadendo in Ucraina mentre scrivo: la rivolta armata ad est (la parte del territorio industrializzata, istruita, russofona) ha lasciato l’autorità centrale di Kiev a girare in tondo in un vuoto in continua espansione, incapace sia di schiacciare la ribellione ad est che di aderire ai termini concordati a livello internazionale per concederne l’autonomia, poiché ciò metterebbe a repentaglio il suo progetto di costruire uno stato monolitico ucraino etnicamente puro. Col vuoto che si approfondisce, sta diventando un sempre maggiore imbarazzo per i suoi padroni a Washington.

P.S. Giusto per essere sicuri di capire da dove vengo: non ho apprezzato nessuno dei precedenti presidenti degli Stati Uniti, e non vedo alcuna ragione per farmi piacere quest’altro. Ma può essere interessante da ascoltare. Per favore, giudicate da voi, e cercate di mantenere una mente aperta. Quando è stata l’ultima volta che avete sentito un candidato presidenziale dire le cose chiaramente? Mai?

 

 

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Articolo di Dmitry Orlov pubblicato su Club Orlov il 15 Novembre 2016.

Traduzione in Italiano di Raffaele Ucci per SakerItalia.

[Le note in questo formato sono del traduttore]

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