Anche se la geopolitica è molto più complicata dei semplici contratti per la difesa, è importante capire che cosa ottengano esattamente gli Stati Uniti da azioni belliche che non danno loro alcun vantaggio nel medio come nel lungo periodo. Per un’analisi più approfondita di questa apparente mancanza di motivazioni, leggete questo articolo di Fort Russ: “Il realismo di Israele crea una politica americana irrazionale contro la Russia in Medio Oriente“. Tenete solo presente che questo articolo sul complesso militare-industriale si concentra sui bombardamenti effettuati con aerei convenzionali, non droni.

Fin dalla fondazione degli Stati Uniti d’America, nel 1776, questa nazione è stata in guerra per il 93% del tempo della sua esistenza, 222 anni su 239. Anche se siamo abituati a vedere raffigurazioni di artiglieria da campagna e di fucili Enfield, usati nella guerra civile americana, le armi che vediamo usare oggi in combattimento da parte dell’America sono molto differenti.

William S. Lind ha scritto in modo estensivo sull’evoluzione dei metodi di combattimento, da quelli di prima generazione, fino a quelli dei giorni odierni, di quarta generazione. Man mano che la tecnologia progrediva insieme alle nuove scoperte scientifiche, non c’è voluto molto perché la guerra potesse essere combattuta anche nei cieli.

Nel mondo post-moderno di oggi, sembra che i telespettatori siano abituati a vedere nelle loro tv i filmati delle nazioni che vengono bombardate. Nessun’altro paese si è mai dedicato alla guerra aerea come hanno fatto gli Stati Uniti dopo la Seconda Guerra Mondiale, con aziende come la Lockeed Martin e la Rayteon che diventavano sempre più ricche ad ogni bomba sganciata o ad ogni aereo abbattuto. L’immagine sottostante illustra come funziona il sistema lobbistico americano, con le aziende che lavorano per la difesa che danno soldi ai politici affinché un teatro di guerra rimanga aperto.

Come risultato di questa struttura parassitaria, che dissangua i contribuenti americani, gli Stati Uniti sono stati e continuano ad essere i leaders mondiali per quanto riguarda le spese militari. La tabella sottostante, presa da “World Bank“, mostra come gli Stati Uniti spendano per la “difesa” praticamente il doppio del loro più diretto antagonista, la Russia, che, di fatto, sta ora tagliando la spesa (qualità, non quantità).

Secondo il Federal Procurement Data System, Lockeed Martin, Boeing, Rayteon, General Dynamics e Northrop Grunman Corporation sono state le 5 principali aziende appaltatrici per il governo americano nell’anno fiscale 2013.

Nel 2015 le 5 principali aziende sono state Lockeed Martin, Boeing, General Dynamics, Rayteon e Northrop Grunman. Questo infatti è un elenco che può andar bene per ogni anno, dall’inizio del nuovo millennio.

Anche se le informazioni riportate qui sopra sono abbastanza allarmati di per sé stesse, bisogna inserirle in un certo contesto per rendersi veramente conto della tenebra che circonda l’Aviazione Americana. Quelli che seguono sono alcuni esempi di ciò che il complesso industriale-militare degli Stati Uniti sa fare meglio: bombardare alla cieca per (incrementare) il profitto industriale.

Nagasaki – 1945

Il 7 dicembre 1941, l’esercito giapponese aveva attaccato una base americana conosciuta come Pearl Harbor, nelle isole Hawaii. Precedentemente a questo attacco, gli Stati Uniti avevano sottoposto il Giappone ad un embargo petrolifero, la loro maggior voce di export, paralizzando la nazione. Il Giappone era caduto nella trappola ed aveva reagito, fornendo agli Stati Uniti il tanto desiderato pretesto per entrare nella Seconda Guerra Mondiale. Sembra che aver sganciato due bombe atomiche su due città giapponesi sia stata una risposta appropriata per un attacco ad una base navale che allora non era neanche territorio americano.

Vietnam & Laos – 1965-1973

Un classico esempio del complesso militare-industriale che sguazza nei profitti è la guerra del Vietnam. Gli Stati Uniti non avevano nessuna intenzione di “vincere” la guerra, volevano solo sganciare bombe. Gli elicotteri Huey venivano deliberatamente mandati in aree dove il comando centrale sapeva che sarebbero stati abbattuti e bombe “di riserva” venivano sganciate “dappertutto” nel Laos (come nel video qui sotto) e in Vietnam solo per smaltire i quantitativi previsti. Bisognava vuotare i magazzini prima di fare un nuovo ordine.

Nuova Bagdad – 2007

Bradley Manning, un analista dell’esercito americano ha diffuso un video di un AH-64 americano che conduce un attacco contro i civili in Iraq. L’attacco era stato condotto con il cannone da 30 mm. e si era concluso con la morte di 20 persone, compresi 2 giornalisti della Reuters. Missili Hellfire AGM-114 erano stati lanciati contro l’edificio dove si erano rifugiati i civili. Manning è stato poi condannato a 35 anni di prigione solo per aver osato mostrare al mondo quanto possa essere vile l’esercito emericano.

Belgrado – 1999

Dopo un lungo periodo di combattimenti con l’Esercito di Liberazione del Kosovo, Slobodan Milosevic, l’allora Presidente della Serbia, era diventato un bersaglio per le forze della NATO che, dopo il rifiuto di Belgrado di accogliere truppe straniere sul proprio territorio, aveva lanciato una campagna militare su tutta la Jugoslavia per costringere le truppe serbe a ritirarsi dal Kosovo. Anche l’abbattimento di un F117 Nighthawk americano non era stato sufficiente ad impedire lo smembramento della Jugoslavia. Javier Solana, allora Segretario Generale dalla NATO, alla vigilia dei bombardamenti, aveva rilasciato la seguente dichiarazione:

Buona sera, signore e signori.
Ho appena ordinato al Generale Clark del SACEUR (vedi: http://www.shape.nato.int/saceur) di iniziare le operazioni aree nella Repubblica Federale di Jugoslavia.
Ho preso questa decisione dopo estese consultazioni, nei giorni scorsi, con tutti gli Alleati e dopo che era diventato chiaro come lo sforzo diplomatico finale dell’Ambasciatore Holbrooke a Belgrado non aveva avuto successo.
Essendo falliti tutti gli sforzi per raggiungere una soluzione politica e negoziale per la crisi nel Kosovo, non è rimasta aperta nessun’altra alternativa se non quella di un’azione militare.
Stiamo agendo in seguito al rifiuto da parte del Governo della Repubblica Federale di Jugoslavia di ottemperare alle richieste della comunità internazionale: accettazione dell’accordo politico provvisorio concordato a Rambouillet; piena osservanza dei limiti all’esercito serbo e alle forze speciali di polizia, come da accordi del 25 ottobre; cessazione dell’uso eccessivo e sproporzionato della forza in Kosovo.
Come avevamo già messo in guardia il 30 gennaio, la mancata approvazione di queste richieste costringerebbe la NATO a prendere tutte le misure necessarie per evitare una catastrofe umanitaria.
La NATO ha dato il suo totale appoggio a tutte le risoluzioni più importanti del Consiglio di Sicrezza delle Nazioni Unite, agli sforzi dell’OSCE e a quelli del Gruppo di Contatto.
Siamo molto dispiaciuti che questi tentativi non abbiano avuto successo, questo interamente a causa dell’intransigenza del Governo Federale di Jugoslavia.
L’azione militare è volta a sostenere le richieste politiche della comunità internazionale.
Sarà diretta a sventare i violenti attacchi compiuti dall’esercito serbo e dalle forze speciali di polizia e ad indebolire la loro capacità di causare ulteriori catastrofi umanitarie. Desideriamo perciò sostenere gli sforzi internazionali per arrivare ad una soluzione in Jugoslavia che porti ad un accordo politico provvisorio.

Come abbiamo già detto, un accordo politico funzionale deve essere garantito da una presenza militare internazionale.
E’ facoltà del Governo Jugoslavo mostrare in qualunque momento di essere pronto a venire incontro alle richieste della comunità internazionale.
Spero che avranno il buon senso di farlo.
Allo stesso tempo, facciamo appello ai Kosovari albanesi perchè rimangano saldamente su quella via della pace che hanno scelto a Parigi. Ci rivolgiamo in modo particolare alle formazioni armate kosovare affinchè si astengano dal prendere iniziative militari.
Lasciatemi essere chiaro: la NATO non sta facendo guerra alla Jugoslavia.
Non abbiamo contrasti con il popolo della Jugoslavia, che è rimasto isolato troppo a lungo in Europa a causa della politica del suo governo.
Il nostro obbiettivo è quello di prevenire ulteriori sofferenza umane e ulteriori repressioni e violenze nei confronti della popolazione civile del Kosovo.
Dobbiamo anche prevenire il diffondersi dell’instabilità nella regione.
La NATO è compatta nel portare avanti questa azione.
Dobbiamo fermare la violenza e porre fine alla catastrofe umanitaria che si sta verificando ora in Kosovo.
Conosciamo i rischi che comporta l’azione, ma siamo tutti d’accordo che l’inazione comporta rischi ancora maggiori.
Faremo quello che è necessario per riportare la stabilità nella regione.
Dobbiamo impedire che un regime autoritario in Europa, alla fine del 20° secolo, possa reprimere il suo stesso popolo.
Abbiamo il dovere morale di agire così.
La responsabilità è tutta sulle nostre spalle e noi dobbiamo farcene carico.

Bagdad – 2003

Dopo aver falsificato le prove davanti all’assemblea delle Nazioni Unite, presentando una finta provetta di antrace e “immagini” di laboratori mobili per le armi (chimiche), (con l’aiuto di Judith Miller), che apparentemente, tramite un ipotetico incontro a Praga, collegavano Al Qaeda con rappresentanti ufficiali iracheni, gli Stati Uniti avevano dato il via all’operazione Shock and Awe: bombardare l’Iraq fino a riportarlo all’età della pietra. In  vero stile da guerra di quarta generazione, la CNN trasmetteva i bombardamenti in diretta, mentre  Americani ed Europei celebrano insieme la decimazione di un nemico invisibile. Statistiche precise sulle perdite civili, non solo del bombardamento di Bagdad, ma anche di tutta la campagna militare irachena, sono difficili da trovare. La tabella sottostante è ricavata dall’ “Iraqui Body Count Project” e presenta le stime minime, “ORB International” porta a 1,2 milioni il calcolo più alto.


I 10 maggiori contratti per la difesa nel 2002, prima che gli Stati Uniti distruggessero l’Iraq erano i seguenti:
1 -Lockheed Martin Corp – $17.0 miliardi
2 -Boeing – $16.6 miliardi
3 -Northrop Grumman Corp – $8.7 miliardi
4 -Raytheon – $7.0 miliardi
5 -General Dynamics Corp – $7.0 miliardi
6 -United Technologies Corp – $3.6 miliardi
7 -Science Applications International Corp – $2.1 miliardi
8 -TRW Inc – $2.0 miliardi
9 -Health Net, Inc – $1.7 miliardi
10 -L-3 Communications Holdings, Inc – $1.7 miliardi

Gaza – 2012

Ogni anno gli Stati Uniti elargiscono ad Israele un prestito a fondo perduto per un ammontare di circa 3 miliardi di dollari, che di solito viene usato per acquistare armamenti dalle aziende della “difesa” americane. Il 2012 è stato un anno come tutti gli altri per gli abitanti di Gaza, che sono abituati a risvegliarsi in mezzo alle macerie, se a risvegliarsi ci riescono ancora …

 

Nel video sotto, l’arma preferita dall’aviazione israeliana è l’F-16, costruito da quella che ora si chiama Lockeed-Martin.

Mosul – 2016

Nell’aprile del 2016, la coalizione americana aveva bombardato l’Università di Mosul come parte dell’Operazione Conquest, un’altra missione destinata a riportare il Medio Oriente all’età della pietra. Il pretesto utilizzato in questa occasione era che l’ISIS aveva iniziato ad usare i laboratori di chimica dell’università per fabbricare armi chimiche. Gli F-15, gli F-16, gli A-10 e i B-52 hanno tutti partecipato alla Guerra del Golfo 2.0, che ha sicuramente fatto ritornare il sorriso sui volti degli azionisti della Lockeed.

Siria – 2014

Anche se il video qui sotto si riferisce ad un attacco americano del 2014, la realtà è che questi attacchi “accidentali” ai civili ed alle infrastrutture sono comuni come i giorni che terminano con la lettera “y” [in inglese, tutti, NdT]. Mentre gli Stati Uniti ed i loro alleati violano lo spazio aereo siriano tutti i giorni (Assad non ha invitato nessuno della coalizione), i crimini di guerra che ne risultano vengono mascherati dai resoconti falsificati dei megafoni del Dipartimento di Stato, come la CNN, il New York Times, Fox News, ecc., il cui scopo è quello di ribaltare di 180° la colpa sulla Russia o sull’esercito siriano. Come se non bastasse, numerosi bombardamenti delle posizioni dell’esercito siriano sono stati documentati da svariate fonti.

Afghanistan – 2008

Prima che l’Iraq potesse essere usato come nuovo teatro di guerra per i giocattoli bellici americani, c’era l’Afghanistan che aveva bisogno di un po’ di democrazia, specialmente le assai profittevoli coltivazioni da oppio. Osama Bin Laden, l’uomo che gli Stati Uniti avevano addestrato e a cui avevano fatto da mentore negli anni ’80, si nascondeva da qualche parte in una caverna sotterranea ed era in qualche modo invisibile alle sofisticate tecnologie del Pentagono… Il modo migliore per essere sicuri di trovarlo era quello di bombardare a tappeto la nazione, o almeno questo è ciò che avevano detto Dick Cheney e i suoi “partners” del complesso militare-industriale….

Yemen – 2016

Il 16 novembre 2015, la Reuters aveva riferito che gli Stati Uniti avevano approvato la vendita di “bombe intelligenti” (Boeing e Rayteon) per un valore di 1.29 miliardi di dollari all’Arabia Saudita. In precedenza i Sauditi avevano acquistato sistemi di difesa anti-missile Patriot dalla Lockeed-Martin, portando il totale a 5.4 miliardi di dollari. Il video sottostante (colpo doppio sui civili yemeniti) mostra come un F-16 abbia fatto in modo che il prezzo delle azioni continui a salire.

Tripoli – 2011

In una versione nord-africana del bombardamento di Belgrado, la NATO, il 19 marzo 2011, aveva lanciato 20 attacchi contro la città di Tripoli. Invece di Milosevic, il cattivo di turno questa volta era Gheddafi. Nessuno sa veramente perché i sistemi antierei governativi SAM fossero rimasti negli hangar, ma si può immaginare che la NATO avrebbe aumentato la dose se l’esercito libico avesse utilizzato tali sistemi. Il video sottostante mostra un esempio dei tanti crimini di guerra commessi il Libia quell’anno, allo scopo di creare quelle fabbrica di Jihadisti che si sarebbero sparpagliati presto in Siria e in Iraq.

Donetsk – 2014

Anche se ai bombardamenti di Donetsk e Lugansk non hanno partecipato aerei costruiti in Occidente, l’ordine è certamente venuto dal Pentagono, che si sta ancora leccando i baffi al pensiero dell’ingresso dell’Ucraina nella NATO. Proprio come l’Arabia Saudita ed Israele, anche il governo di Kiev sta ricevendo “aiuti” militari da Washington, da Londra e dagli altri cagnolini europei. Forse Kiev sarà abbastanza credulona da comprare gli F-35, anche se, per acquistarne solo uno, ci vorrebbe prima una telefonata al FMI…

Lugansk – 2014

I lettori dovrebbero sapere che gli Stati Uniti stanno bombardando la Somalia, con il solito pretesto di “combattere lo Stato Islamico”. Sfortunatamente la gente normale non verrà mai a conoscenza dei bombardamenti illegali degli Americani a causa di consigli di amministrazione di aziende come la Disney in mano ad azionisti di corporations genocide come la Lockeed-Martin.

*****
Articolo di Ollie Richardson pubblicato da FortRuss il 3 Giugno 2016
Tradotto in Italiano da Mario per SakerItalia.it

Condivisione: