Nel mezzo della pandemia globale, Washington procede con la sua agenda in America Latina. Ancora una volta l’obiettivo è il Venezuela. L’opposizione del governo americano al regime popolare di Nicolás Maduro ha raggiunto livelli sempre più drastici, con gli Stati Uniti che dichiarano ufficialmente la pericolosa bugia che lo stato venezuelano sarebbe coinvolto nel traffico internazionale di stupefacenti e, da allora, giustificherebbe audaci manovre militari e di intelligence per destabilizzare il governo bolivariano.
Alla fine di marzo, Washington ha formalmente accusato il governo di Nicolás Maduro di essere coinvolto nel traffico di droga. È stata offerta una ricompensa di 15 milioni di dollari per informazioni che avrebbero portato all’arresto del Presidente Venezuelano. Da quel momento, la politica americana nei confronti del Venezuela si è completamente irrigidita, con manovre sempre più aggressive condotte contro il governo sudamericano. Poco dopo aver annunciato la ricompensa milionaria per i dati che avrebbero portato all’arresto di Maduro, il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha inviato truppe militari in Venezuela. Potenti navi della Marina Militare statunitense sono state inviate davanti alla costa venezuelana in un’operazione militare per “combattere il traffico di droga in Sud America”.
In pratica, gli Stati Uniti vogliono circondare il Venezuela, ostacolare la navigazione del paese e ripetere la vecchia strategia di soffocare il nemico per rovesciare Maduro, garantendo così gli interessi di Washington in Sud America. Tuttavia, l’attacco frontale attraverso un assedio marittimo non è bastato per rovesciare Maduro e, quindi, all’inizio di aprile il paese sudamericano è stato invaso dalle truppe mercenarie al servizio degli Stati Uniti. Poco o nulla è stato riferito dalle agenzie di media occidentali sull’invasione del Venezuela, tuttavia l’episodio non solo è avvenuto ma è stato estremamente significativo, richiedendo un grande sforzo da parte del governo per smantellare la cospirazione straniera.
Il modo in cui è stata progettata l’invasione è ancora poco conosciuto al di fuori del Venezuela, tuttavia si ipotizza che ci fosse una triade di collaborazione tra gli Stati Uniti, la Colombia e l’opposizione venezuelana di Guaidó. Inizialmente, questi tre elementi hanno cospirato per consentire ai mercenari armati di entrare sul suolo venezuelano per rovesciare il governo. Secondo fonti ufficiali, i guerriglieri hanno lasciato la Colombia su una rotta marittima per entrare in Venezuela, trasportati da una compagnia americana probabilmente assunta dallo stesso Guaidó. L’attacco è avvenuto in particolare nella regione di Chuao, nello stato di Aragua. Diverse foto e video dell’operazione per contenere l’invasione sono facilmente reperibili su Internet. Il Procuratore Generale venezuelano ha pubblicato una serie di prove, tra cui i contratti firmati tra Guaidó e la società americana, che descrivono le rotte marittime dalla Colombia, esattamente come fatto durante l’attacco, attestando la veridicità delle accuse del governo Maduro.
Domenica, il Ministro degli Interni venezuelano Néstor Reverol ha fatto una dichiarazione pubblica immediatamente dopo il tentativo di invasione, affermando che le forze di sicurezza del paese hanno ferito, catturato e ucciso diversi terroristi a La Guaíra, a soli 20 miglia da Caracas. Stando alle sue parole: “Un gruppo di terroristi mercenari provenienti dalla Colombia ha tentato di effettuare un’invasione via mare, di commettere attacchi terroristici nel paese e di assassinare i leader del governo rivoluzionario”. Alle accuse del governo venezuelano hanno risposto rapidamente le autorità colombiane, che però non hanno fatto altro che sostenere che “sono accuse prive di fondamento”, senza fornire la prova che tali invasori non avrebbero lasciato la Colombia in un’azione coordinata.
Le relazioni diplomatiche tra Venezuela e Colombia sono state interrotte l’anno scorso. A poco a poco, la Colombia è diventato uno stato satellite per gli interessi americani in Sud America, assolutamente occupata e sottomessa a Washington. Vale la pena ricordare che nel 2018 la Colombia è diventata il primo “partner globale” della NATO in America Latina. La cosa più curiosa e persino ironica in tutto questo scenario è l’accusa americana contro il governo di Maduro di coinvolgimento nel traffico di droga, quando, in effetti, la Colombia, il suo più grande alleato nel sud del mondo, è la nazione latina con il più grande legame storico con il mondo del traffico di droga nelle Americhe, essendo un vero narco-stato. Washington devia l’attenzione dei suoi alleati imputando i loro crimini ai suoi nemici.
L’operazione fallita ricorda un episodio simile che ebbe luogo a Cuba nel 1961, la cosiddetta Invasione della Baia dei Porci. In quell’occasione, Cuba fu invasa da un gruppo di mercenari paramilitari addestrati dalla CIA e finanziati dalla mafia italo-americana che intendeva rovesciare il governo di Fidel Castro. L’operazione fu un completo fallimento e una vera umiliazione per gli Stati Uniti, che dovettero ritirarsi e riconoscere la vittoria cubana. Ancora una volta, la storia si ripete, con mercenari pagati e addestrati dagli Stati Uniti per invadere i paesi non allineati in una tattica di guerra dall’esterno. E, ancora una volta, gli Stati Uniti sono stati sconfitti.
Questa “Baia dei Porci 2.0” rivela una posizione veramente obsoleta della geopolitica americana. Sempre più, Washington sta cercando di far rivivere le tattiche della guerra fredda in un contesto globale completamente diverso e in cui tali misure sono intollerabili. Per quanto tempo gli Stati Uniti insisteranno su questa strategia? Quando si renderanno conto che la loro politica internazionale aggressiva non è efficace nelle attuali dinamiche delle relazioni internazionali?
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Articolo di Lucas Leiroz pubblicato su InfoBrics il 6 maggio 2020
Traduzione in italiano di Diego per SakerItalia
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Come in Colombia con la cocaina e in Afganistan con l’eroina gli Stati Uniti ricavano grossi capitali dal traffico della droga, sembra con consegne tramite aereii militari dell’esercito americano, per finanziare questi atti di pirateria (vedi appunto la baia dei Porci a Cuba e Nicaragua).