È primavera nell’emisfero settentrionale. La neve si sta sciogliendo e le strade stanno diventando sempre più percorribili, e il calore e le lunghe ore di luce diurna ci stanno incoraggiando a goderci più tempo all’aria aperta. Con la natura che si sveglia in tempo per la primavera, gli umani stanno diventando sempre più attivi in tutte le sfere della loro vita, comprese quelle illegali. Con i passi di montagna sul confine tra Afghanistan e Tagikistan liberati dalla neve, ancora una volta, come ogni anno, aumenterà la probabilità che gruppi armati provenienti dall’Afghanistan entrino in Tagikistan.
Per molti anni una guerra civile ha inghiottito la Repubblica Islamica dell’Afghanistan, e alcune parti del paese sono controllate da varie unità terroristiche, che stanno usando la nazione come base per poi portare la loro lotta in altri paesi. Rispetto ad altre nazioni dell’Asia centrale, il Tagikistan condivide il confine più lungo con l’Afghanistan (1.356 Km), che, a peggiorare le cose, è piuttosto difficile da pattugliare, in quanto sezioni sostanziali di questa frontiera sono inaccessibili regioni montuose. I terroristi globali, esperti nell’attraversare le montagne, possono passare il confine e raggiungere il Tagikistan, da dove poi viaggiare verso altri paesi dell’Asia centrale, tra cui il Kazakistan e la Cina.
I traffici di droga seguono questa stessa rotta. Quindi, il confine tra Afghanistan e Tagikistan riceve una grande attenzione non solo dal Tagikistan ma anche da tutti gli altri paesi della regione. E difendere questa zona è una priorità per l’Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva (CSTO), che comprende Russia, Bielorussia, Armenia, Kazakistan, Kirghizistan e Tagikistan. L’obiettivo principale di questa organizzazione è garantire la sicurezza di tutti i suoi stati membri mediante sforzi congiunti. Nell’ambito di questa cooperazione, la grande base militare russa No. 201 è ancora in Tagikistan, non lontano dal confine con l’Afghanistan. Il personale militare russo di stanza nella base è impegnato a garantire la sicurezza in Tagikistan e organizza esercitazioni regolari con le forze armate tagike. A causa della situazione instabile in Afghanistan, la presenza di questa base militare svolge indubbiamente un ruolo importante nel mantenimento della pace in tutta la regione. Tuttavia, a un certo punto, alcune nazioni hanno deciso di essere in grado di affrontare da sole le minacce alla propria sicurezza nazionale. Di conseguenza, nel 1999, l’Azerbaigian, la Georgia e l’Uzbekistan, che si erano unite alla CSTO all’inizio degli anni ‘90, hanno lasciato l’organizzazione.
Vale la pena ricordare che anche l’Uzbekistan confina con l’Afghanistan, e nel 1999, come oggi, nella Repubblica Islamica dell’Afghanistan infuriava una guerra civile. A quel tempo, l’Uzbekistan scelse comunque di difendere la propria sicurezza nazionale senza alcun aiuto da parte della CSTO. Solo di recente la provincia afgana di Balkh, al confine con l’Uzbekistan, è diventata una delle regioni più sicure dell’Afghanistan, a malapena sfiorata dalla guerra civile. Nel 2006 l’Uzbekistan si è ricongiunto ai ranghi della CSTO per un breve periodo, ma ha lasciato l’organizzazione ancora una volta nel 2012.
Negli ultimi anni la situazione in Afghanistan è notevolmente peggiorata. L’operazione militare che gli Stati Uniti hanno avviato in Afghanistan in seguito agli attacchi terroristici coordinati sul suo territorio l’11 settembre 2001, non ha portato all’istituzione dello stato di diritto nella regione. Il regime dei Talebani è stato rovesciato, ma i Talebani (un’organizzazione terroristica afgana bandita in Russia) continuano a controllare parti sostanziali del paese e a conquistare nuovi territori. Anche il potere di Al-Qaida (un’organizzazione terroristica bandita dalla Federazione Russa) è stato considerevolmente minato, ma questo gruppo terroristico è stato poi sostituito dal giovane ed energico ISIS (un altro corpo terrorista bandito in Russia). Le incessanti operazioni militari hanno martoriato la popolazione afgana, che ha iniziato a mostrare un maggiore sostegno ai terroristi. Secondo le informazioni fornite dal Centro Anti-Terrorismo della CSI, attualmente ci sono più di 20 organizzazioni terroristiche che operano in Afghanistan.
Le nazioni dell’Asia centrale che non sono membri della CSTO (Uzbekistan e Turkmenistan) hanno iniziato ad avvertire la minaccia posta dal terrorismo in modo più acuto. E le preoccupazioni dell’intera regione sul confine tra Afghanistan e Tagikistan sono state ulteriormente esacerbate dall’ansia per i confini di questi due paesi. Ogni anno le attività terroristiche nella provincia afgana di Badghis, che a nord confina con il Turkmenistan, continuano ad aumentare. Nel giugno 2018, i posti di controllo delle pattuglie di confine turkmene sono stati attaccati vicino Tagtabazar. Otto guardie di frontiera sono state uccise. Non è stato segnalato se gli aggressori appartenessero a qualche gruppo terroristico.
Nell’autunno 2018 sono arrivate le prime notizie preoccupanti dalla già citata provincia di Balkh, che confina con l’Uzbekistan e che fino a quel momento si era fatta notare per la sua sicurezza. Diverse zone sono state catturate dai Talebani. Nel gennaio 2019, ci sono stati rapporti dei media sugli attacchi nei dintorni di Hairatan. Hairatan è una città afgana situata sulle rive del fiume Amu Darya (che fa da confinr tra Afghanistan e Uzbekistan). La città è collegata all’Uzbekistan tramite un ponte stradale e ferroviario. Hairatan è un importante centro di trasporto, con rotte terrestri che collegano la Repubblica Islamica dell’Afghanistan con altri paesi. La cattura di questa città da parte dei terroristi avrebbe potuto sostanzialmente esacerbare la situazione in cui si trovano l’Afghanistan e i suoi alleati occidentali.
Nel marzo 2019, i Talebani si sono avvicinati sempre di più al confine con il Turkmenistan. Dopo aver decimato le forze militari e di polizia del governo afghano, i Talebani hanno conquistato una parte considerevole della provincia di Badghis e posto sotto assedio il suo centro amministrativo, Qala-i-Naw. Durante la fuga dai terroristi, un consistente numero di residenti afgani, tra cui circa 50 guardie di frontiera, ha attraversato il confine tra Afghanistan e Turkmenistan. Nel frattempo, i Talebani hanno conquistato una serie di nuove aree nella provincia di Balkh.
È noto che i Talebani non hanno annunciato alcun piano che coinvolga territori al di fuori dell’Afghanistan. Tuttavia, oltre ai Talebani, anche l’ISIS opera nella Repubblica Islamica dell’Afghanistan. Questo gruppo terroristico ha ripetutamente parlato della sua intenzione di creare un califfato mondiale che includa almeno tutte le nazioni moderne con una popolazione musulmana. Negli ultimi anni, l’ISIS ha dimostrato di essere un degno rivale per i Talebani, e ha estromesso questi ultimi da alcuni dei suoi territori. E ora, dopo la sconfitta dell’ISIS in Siria, i ranghi afghani dell’ISIS vengono rapidamente riempiti con le loro controparti siriane rimaste “senza lavoro”. Di conseguenza, questa organizzazione terroristica potrebbe consolidare ulteriormente la propria posizione nella Repubblica Islamica dell’Afghanistan.
Evidentemente, sia il Turkmenistan che l’Uzbekistan devono cominciare a pensare di rafforzare le proprie difese con mezzi che includono l’aumento della cooperazione armata con altre nazioni. E una partnership con la CSTO e la Russia sembra essere un’opzione logica in questa situazione, dal momento che i due costituiscono la forza militare chiave nella regione e hanno una notevole esperienza nella lotta al terrorismo. L’Uzbekistan ha già mosso i suoi primi passi in questa direzione. Nel febbraio 2019, il presidente della Russia, Vladimir Putin, e il leader dell’Uzbekistan, Shavkat Mirziyoyev, hanno ratificato un accordo sull’uso comune dello spazio aereo da parte delle loro aeronautiche militari. Nel marzo 2018, i media hanno riferito che l’Uzbekistan stava considerando di diventare ancora una volta membro della CSTO.
Tuttavia, il Turkmenistan deve ancora intraprendere azioni simili. A causa della difficile situazione economica di questa nazione, il Turkmenistan si trova in una situazione abbastanza pericolosa, che minaccia tutti i paesi limitrofi. Forse, gli ultimi eventi in Afghanistan spingeranno la leadership turkmena a riconsiderare la sua politica isolazionista.
*****
Articolo di Dmitrij Bokarev pubblicato su New Eastern Outlook il 6 aprile 2019.
Traduzione in italiano a cura di Raffaele Ucci per Saker Italia.
No comments!
There are no comments yet, but you can be first to comment this article.