Durante il fine settimana è giunta la notizia che il Presidente Bielorusso Aleksandr Lukashenko non parteciperà alla parata di Mosca il prossimo 9 maggio. Una decisione seguita da vicino ad una sensazionale dichiarazione della portavoce del Dipartimento di Stato Marie Harf: “per questa parata militare specifica (si tratta di un evento, uno solo) abbiamo considerato attentamente quello che sta accadendo in Ucraina e stiamo incoraggiando gli altri paesi a fare lo stesso”.
E’ difficile non mettere in relazione la notizia dell’assenza del Presidente Bielorusso a Mosca con l’incontro inaspettatamente caloroso fra Lukashenko ed il suo omologo ucraino il 21 dicembre scorso. Nella conferenza stampa seguita al colloquio il Bielorusso disse a Poroshenko: “E quindi, ve l’ho già detto: se vi servirà qualcosa, se qualcosa sarà necessario dalla Bielorussia, chiedete, e vi riconosceremo seduta stante ciò che volete da noi.”.
Qual è il significato da dare alla posizione assunta da Bat’ka (questo il nomignolo del Presidente di Minsk)? Radio Free Europe non ha dubbi: “Lukashenko ha fatto la sua scelta.” “La Bielorussia” sostiene l’editorialista “sarà nel novero dei paesi dell’ex Unione Sovietica che non parteciperanno alle celebrazioni, assieme ai Baltici, all’Ucraina ed alla Moldavia: si tratta chiaramente di una scelta di campo”. In realtà le cose appaiono meno chiare. Non solo perché il Presidente Bielorusso sarà comunque il 7 e l’8 maggio a Mosca, mentre il 9 presenzierà alla parata nella sua capitale, ma anche e soprattutto perché ciò si pone nel solco di una consolidata tradizione. Nel 2012, nel 2013 e nel 2014 Lukashenko ha sempre celebrato la festa della vittoria a Minsk. Quindi la scelta bielorussa non è assimilabile a quella dei presidenti di altri paesi che hanno declinato l’invito di Mosca senza avere una tradizione di festa civile domestica in quella data (e che infatti Lukashenko ha condannato). Restando nella sua capitale, quindi, Bat’ka non si dissocia clamorosamente dalla Russia, ma compie una semplice e legittima affermazione di indipendenza e di autonomia nazionale.
E Radio Free Europe? Beh, non possiamo omettere che siamo di fronte ad una emittente nella sostanza assimilabile ad una mera grancassa propagandistica di Washington. La mente va alle indiscrezioni pubblicate alcuni giorni orsono e relative alla guerra mediatica dell’occidente contro la Russia. In particolare questa istantanea rappresenta le priorità propagandistiche dell’amministrazione statunitense:
Letto il secondo punto? “Dimostrazione di presunta sfiducia reciproca fra Russia, Bielorussia e Kazakhistan presentando questi paesi come potenziali obiettivi dell’aggressione russa e delle ambizioni imperiali del Cremilino”. Qualcosa che assomiglia molto alla tesi di Radio Free Europe.
Nella realtà la piccola Bielorussia soffre ovviamente l’aumentare delle tensioni fra la Russia risorta e l’occidente, e in questo contesto Lukashenko sta conducendo una difficile battaglia perché la propria rielezione a novembre venga digerita dai vicini occidentali senza imprevisti “colorati”. Tuttavia queste turbolenze offrono alla Bielorussia anche opportunità, come mostra chiaramente l’attivo commerciale da 2 miliardi di dollari provocato dalla riesportazione in Russia dei prodotti occidentali (e viceversa) in palese violazione di embargo e contro embargo (si veda la grafica pubblicata dal giornale online Vzgljad).
E in conclusione ad oggi l’adesione del piccolo vicino occidentale al progetto Eurasiatico non sembra in dubbio. Con buona pace della propaganda occidentale mal di testa per Mosca non verranno da Minsk. (Giuseppe Masala Marco Bordoni)
Ma come,Aleksandr Lukaschenko,il quale,almeno ad ascoltare i media mainstreams occidentali NON era fino a ieri l’unico ed ultimo dittatore in Europa?
Allora che si fà si dice,contrordine camerati,da oggi l’unico(ed ultimo)dittatore dell’Europa orientale(lgs Eurasia)rimane,anzi ridiventa Vladimir Putin,mentre Lukaschenko viene tolto dalla lista dei sanguinari dittatori,un pò come viene fatto con la Cuba di Raoul Castro,che dovrebbe(il condizionale rimane d’obbligo)essere depennata dagli stati canaglia che secondo la lista del dipartimento di Stato USA sosterrebbero il terrorismo?
Lista che contraddice tutto ciò che l’ONU ha insito nel suo atto di costituzione?
Che invece nella suddetta lista,mio parere manca lo stato che più distribuisce dappertutto nel mondo il terrorismo,che sono invece gli USA stessi?(con i loro alleati e sodali ovviamente!)
Allora come la mettiamo,si fà come i gamberi si cammina all’indietro?
Ai posteri l’ardua sentenza!
un saluto
Alexfaro
Comunque vada questo settantesimo sarà un giorno memorabile e non solo per la Russia ed i suoi Veterani ma per tutti gli antifascisti e i sinceri democratici sparsi nel mondo …
L’hanno scorso ho seguito l’evento su RT, la Piazza Rossa, le parole ferme di Putin (un grazie ad i traduttori del video!), i ricordi e le lacrime dei veterani … anche se solo dagli schermi di un computer è stato davvero emozionante …
Invidio molto quelli che ci saranno di persona, peccato solo per l’assenza della Bielorussia 🙂