Dopo il vertice di Helsinki, i media si sono di nuovo riempiti delle accuse – quasi dimenticate – che Trump è un agente del Cremlino portato personalmente al potere da Putin. Però nessuno, di quelli che criticano duramente Trump, offre alcuna alternativa. Evidentemente il presidente degli Stati Uniti è uno dei pochi rappresentanti dell’establishment americano a non volere una guerra nucleare.
I media americani non mollano la presa su Donald Trump, criticandolo per il suo comportamento durante l’incontro con Vladimir Putin. Le parole “tradimento” e “vergogna” sono tra le più diffuse. Il New York Times ha persino definito il presidente degli Stati Uniti un lacchè del presidente russo: “È difficile non rimanere sbalorditi dal suo comportamento servile e adulatorio”, scrive il quotidiano.
Anche Hollywood non si chiama fuori: tornato alla sua carriera di attore, l’ex governatore della California Arnold Schwarzenegger ha detto che era imbarazzato per Trump, che “stava lì come un piccolo maccherone scotto, come un piccolo fan”, e pensava che Trump chiedesse a Putin pure un autografo o un selfie. Ricordiamo che nel 2011 il presidente russo Dmitrij Medvedev, durante un incontro con Schwarzenegger, aveva scherzosamente offerto al governatore della California la poltrona di sindaco di Mosca, e la cosa non aveva indignato nessuno.
I politologi sono arrivati a pensare che il pallone donato da Putin a Trump fosse una metafora della vittoria del leader russo sull’americano, mal preparato al confronto. “L’intera conferenza stampa può essere riassunta così: Trump ha ripetutamente mandato nella propria rete il pallone offertogli da Putin”, ha detto Brian Taylor, professore di scienze politiche all’Università di Syracuse.
Insomma, le accuse già dimenticate che Trump sia un agente del Cremlino, portato personalmente al potere da Putin per prendere il controllo dell’America, sono di nuovo tornate a galla.
Però quelli che criticano duramente Trump, chissà perché, non offrono alternative di sorta: cosa avrebbero fatto al suo posto, oltre a fantasticare sul tema “avrei ordinato a Putin di restituire la Crimea all’Ucraina ed estradare subito negli Stati Uniti tutti i soggetti che hanno interferito nelle elezioni americane”?
Questo è significativo, perché tutte le altre varianti dello sviluppo degli eventi, a eccezione di un dialogo rispettoso, portano in un modo o nell’altro a uno scontro militare diretto tra Russia e Stati Uniti.
Un confronto militare tra i due paesi significa con buona probabilità la fine di tutta la civiltà moderna, nonostante l’opinione, espressa con una certa regolarità negli ultimi anni sia in Russia che in America, che la guerra nucleare sia certo una cosa sgradevole, ma non così letale come paventano da decenni gli scienziati.
C’è la sensazione che Donald Trump sia uno dei pochi rappresentanti dell’establishment americano che creda ancora negli avvertimenti apocalittici degli scienziati, e non voglia una guerra nucleare. Gli altri pensano che gli Stati Uniti saranno comunque in grado di sconfiggere la Russia, possibilmente con mezzi non nucleari e, nel peggiore dei casi, che un bombardamento atomico sia un modo accettabile per risolvere definitamente la “questione russa”.
Da notare che Trump, nonostante i rimproveri, parlava con Putin da una posizione di forza. E’ arrivato a Helsinki immediatamente dopo il vertice della NATO, dove ha ottenuto la promessa degli alleati (più precisamente, dei satelliti) di aumentare le spese militari. Le potenzialità militari ed economiche della NATO sono incommensurabili con quelle della Russia.
Ma c’è una piccola sfumatura. Le armi nucleari sono un grande equalizzatore, che trasforma la guerra tra i suoi detentori in una catastrofe come minimo di livello nazionale, e come massimo su scala planetaria. Come sia stato possibile non sentire tutto questo nei discorsi di Trump prima e dopo l’incontro, e sentire invece solo la sfiducia nei confronti dell’intelligence americana, è difficile dirlo.
Proviamo a immaginare cosa sarebbe successo se, al posto di Donald Trump, ci fosse stata, per esempio, Hillary Clinton. Anche lei è una rappresentante delle generazioni più anziane, e dev’essere certo consapevole della portata della minaccia nucleare (anche se, forse, in misura minore).
Peraltro, è improbabile che avrebbe dispiegato i missili nucleari a Narva e Kharkov, ma piuttosto avrebbe fatto affidamento sull’isolamento economico e politico della Russia. Quindi non le attuali sanzioni, sgradevoli sì ma ancora limitate, ma un blocco totale, scollegamento dallo SWIFT, divieto di qualsiasi forma di cooperazione economica e così via, secondo uno scenario da Cuba o Iran – fino al divieto per i paesi europei di comprare petrolio e gas russi. Una completa cessazione del dialogo politico. E l’esclusione della Russia dal Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Il problema è che la Russia non è Cuba o l’Iran. Perfino questi due Stati sono riusciti a sopravvivere sotto sanzioni senza cambiare il proprio regime politico. Anzi, al contrario: la pressione esterna cementa il regime, l’Iran vive sotto il potere teocratico da quasi 40 anni, e di tutto il blocco sovietico soltanto Cuba e la Corea del Nord, un altro paese da anni sotto sanzioni, non hanno cambiato sistema politico ed economico, a differenza di molti paesi che non sono stati sottoposti a pressioni. Pertanto, una forte stretta sulla Russia non porterebbe alle conseguenze volute dai democratici americani, ma esattamente al contrario, all’irrigidimento della politica interna ed estera della Russia e a una situazione ancora più imprevedibile sul pianeta. Perché qualsiasi paese sotto pressione tende a cercare degli alleati e danneggiare al massimo chi lo opprime.
Un simile sviluppo degli eventi non si tradurrebbe in un confronto militare immediato, ma il numero di guerre per procura in tutto il mondo aumenterebbe inevitabilmente. Guerre paragonabili piuttosto con il Vietnam che con l’Afghanistan o la Siria.
Sotto una pressione totale la Russia sarebbe interessata alla massima destabilizzazione in Corea, nel Golfo Persico, in Sud America e così via – in qualsiasi regione in cui gli Stati Uniti abbiano degli interessi, non a causa di un antiamericanismo intrinseco ma semplicemente per indebolire in qualche modo il proprio avversario. In assenza di dialogo, il pericolo di uno scontro diretto tra le truppe russe e americane da qualche parte del mondo aumenta, e porta quindi o ai colloqui diretti tra i presidenti o al lancio dei missili intercontinentali. La domanda è: perché far arrivare la situazione alla minaccia missilistica se i presidenti possono parlare già ora?
Seconda ipotesi: al potere è salito un repubblicano come John McCain – che, ricordiamo, nel 2008 aveva raggiunto il 47% dei voti. Certamente c’è una forte possibilità che, diventato presidente, McCain avrebbe cambiato radicalmente la retorica nei confronti della Russia, come molti presidenti repubblicani avevano già fatto prima di lui. Ma per la purezza del nostro esperimento mentale, immaginiamo che il presidente McCain si comporti come il senatore McCain: non solo rifornimento di armi agli eserciti di Ucraina e Georgia, ma anche aiuto militare diretto, più armi americane ai confini russi, una maggiore pressione militare sulla Russia, e la Crimea circondata da tutte le navi della flotta americana che sono riuscite ad attraversare il Bosforo. Questa ipotesi porta a un rapido suicidio, secondo le leggi sia della politica che dell’arte della guerra. Il fucile carico alla fine spara: durante la Guerra Fredda gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica evitarono diverse volte per puro miracolo il lancio accidentale di missili. Ma in una situazione costante di massima allerta l’incidente nucleare da molto probabile diviene inevitabile.
Quindi, il dialogo diretto tra gli Stati Uniti e la Russia è l’unico scenario possibile per l’intero pianeta. L’alternativa è una guerra nucleare. Quelli che non lo capiscono sono solo dei pazzi. Quelli che lo capiscono, ma suggeriscono comunque degli approcci da duri, sono degli assassini di massa, e anche dei suicidi.
Non c’è da meravigliarsi dunque che Trump abbia delle valutazioni dei suoi consiglieri e servizi segreti più negative che della Russia in generale e di Putin in particolare. Putin per lui è un forte concorrente, con il quale si può e si deve competere, ma bisogna farlo con onestà e in base alle leggi e ai regolamenti riconosciuti, piuttosto che cercare di fare affari nello stile degli USA anni 30 o della Russia anni 90, mandando sicari e provocando incidenti d’auto. Perché a essere in gioco non sono le vite di Trump e di Putin, e nemmeno l’esistenza della Russia e degli Stati Uniti, ma l’intera civiltà umana.
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Articolo di A.Krylov tratto da https://vz.ru/politics/2018/7/17/932897.html
Traduzione in italiano a cura di Elena per SakerItalia.it
Ottimo resoconto dell’incontro di Helsinky tra Vladimr Putin e Donald Trump,scritto da A.Krylov.
Ma io a questo punto una domanda me la faccio,domanda che è questa:
Ma fin dove vogliono arrivare i cd”falchi”USA sia quelli dell’amministrazione Trump(come Pompeo ed altri)sia quelli di parte repubblicana che invece di appoggiare la sua amministrazione però dicono continuamente peste e corna di Donald Trump,come anche quelli dell’establishment dell’opposizione democratica,capeggiati da quell’arpia di Hillary Rodham Clinton,forse sull’orlo di una guerra totale e nucleare con la Russia ed i suoi alleati?
Ma a che gioco,molto pericoloso,credo,stanno giocando?
Ma NON hanno a cuore la vita della loro popolazione o quella dell’integrità del loro territorio?
Capisco che gli Statunitensi(non mi piace chiamarli Americani,perchè Americani sono anche i Canadesi,i Messicani e tutti gli abitanti sia dell’America centrale che anche dell’America del sud,compresi i Caraibici(come anche Cuba x intenderci)come dicevo sono ormai assuefatti alla loro propaganda che li martella da ormai circa 70 anni come invincibili,indistruttibili,incorruttibili,portatori di pace,democrazia,libertà,diritti civili,ecc..e financo immarcescibili,insomma questa propaganda sparsa a piene mani in tutto il mondo,partendo dalla più grande centrale di propaganda che sia mai esistita e che ha il nome di Hollywood,e le sue propaggini siano Europee Africane od Asiatiche,si sia ormai insinuata nelle loro menti,come anche in molti altri popoli sparsi x il mondo,così profondamente che sarebbe una immensa fatica far loro capire che la realtà è invece molto diversa da come viene a loro servita?
Un dato tra tutti che ci può far capire come gli statunitensi siano profondamente ignoranti verso la storia degli altri popoli e la geografia delle altre nazioni:
La percentuale degli statunitensi che hanno un passaporto NON supera il 20% del totale della popolazione(cioè circa 64500000 individui)ma di tutti questi quelli che hanno veramente viaggiato,almeno una o più volte,fuori dal loro continente,escludendo Canada e Messico(che come stile di vita od altro si possono tranquillamente accomunare agli USA)mi pare che sia dell’8% di questo 20% quindi circa 2800000 persone,ora non so se questi numeri includano anche i militari stanziati in 120 paesi(circa 200000 o più)quindi la percentuale di statunitensi che ha avuto un esempio di prima mano di come si vive fuori dal loro contesto è infinitesimale,ovvio al confronto del totale di 323 milioni di persone!
Per cui gli Statunitensi soprattutto quelli del mid-west,quelli del profondo sud o quelli degli stati del nord ovest,sono x lo più razzisti,integralisti religiosi,ignoranti su quasi tutta la cultura estera,ma soprattutto sono fermamente convinti che il loro stile di vita,cioè la”way forl life”sia la migliore del mondo e non ci sarà mai verso di far loro cambiare idea,forse solo una catastrofe di portata planetaria che li colpisse potrebbe portarli a più miti consigli,ma ovvio che io non vorrei mai e poi mai che ciò accadesse!
Comunque x concludere i dirigenti ed i leaders Statunitensi,sono talmente intrisi di questa filosofia(chiamiamola così)che è ovvio che procedano imperterriti su questa strada,anche se dovesse diventare un baratro.
Infatti non x niente Donald Trump che oltre ad essere un cd”palazzinaro”cioè un miliardario immobiliarista,è nativo di New York,che è la città più cosmopolita ed Simil Europea di tutti gli States,ma essendo miliardario ha viaggiato x lungo tempo in tutto il mondo,quindi conosce,o x lo meno dovrebbe avere una infarinatura sulle altre culture e popolazioni mondiali,ma purtroppo x le implicazioni sia psicologiche e caratteriali che lo contraddistinguono,sia che x i loschi affari e gli scheletri negli armadi che purtroppo possiede anche lui,a bizzeffe lo fa tenere x le palle sia dai servizi segreti(CIA,NSA,DIA)che dalle agenzie governative(FBI,ATF,DEA,US marshall,ecc..)come anche dai suoi(infidi)alleati politici,provenienti dal partito repubblicano.
Quindi,speriamo che Trump riesca a tenere testa ai suoi detrattori e non sconfessi questo incontro di Helsinky con Vladimir Putin,come ha già fatto con altri avvenimenti recenti.
un saluto
Alexfaro
io non credo a questa storia del Trump “uomo di pace” contro i guerrafondai neocons sia democraici che repubblicani!
Così come non credo a un Kennedy uomo di pace e a un Obama uomo di pace peraltro insignito addirittura di un premio nobel che dovrebbe essergli revocato immediatamente.
Come tutti i presidenti dell’impero Usa, nessuno escluso, Trump è e non può che essere un uomo di guerra!
L’unica cosa che lo distingue dagli altri è il fatto di essere probabilmente più furbo e prudente di loro.
Trump ha bisogno di tempo per ripristinare il dominio totale del suo impero su alleati spesso riottosi e ha bisogno di tempo per riorganizzare le sue stesse forze armate.
Questo e solo questo probabilmente lo porta a una certa prudenza e ad apparenti aperture.
Peraltro il suo avversario principale in questo momento non è tanto la russia (come insegnava quel fascista professore polacco dal nome per me impronunciabile e recentemente passato a, spero, peggior vita) ma è la Cina…come sembra che oggi ritenga anche uno dei suoi consiglieri: il vecchio Kissinger.
Trump inoltre e stato eletto anche grazie all’appoggio degli ebrei alla netanyau che vedono come loro principale nemico più l’iran che non la stessa russia!
Insomma Trump è solo un intermezzo, per alcuni (compresi i suoi tanti generali che lo appoggiano) necessario prima di poter prendere di nuovo in considerazione l’ipotesi di sferrare attacchi decisivi contro la russia o la cina stessa.
In parte io mi auguro che i suoi avversari riescano a farlo uscire di scena anche prima della scadenza naturale del suo mandato perché da una parte verrebbe meno l’equivoco e l’illusione di un Trump uomo di pace, dall’altro costringerebbe anche alcune quinte colonne all’interno della stessa russia a rifare i conti e probabilmente a essere finalmente depurate in un contesto di inasprimento ulteriore dei rapporti russo-americani.
Ci sarebbe, come molti temono, un pericolo gravissimo di guerra tra russia e Usa nel caso andasse al potere una Clinton o in mc kane? Può darsi ma siccome penso che il pericolo di guerra ci sarà comunque anche con trump o suoi successori di qui a non molto, allora tanto varrebbe affrontare questo rischio ora, nel momento in cui gli usa ancora non sono pienamente operativi e pronti piuttosto che quando, fra alcuni anni, lo saranno pienamente.
Il risultato politico di Helsinki afferma che gli USA e le loro élite politiche e militari ed economiche si sentono sempre più determinate a schiantare la Russia prima che il duetto Cina-Russia sia talmente forte da adottare la stessa politica estera di contenimento degli USA .
Gli USA sono i più esposti ai pericoli che hanno messo in piedi e che rendono più determinate le resistenze nel Mondo.
Lo stesso Mercato indebolisce gli USA quando alterano i fondamenti che gli consentono di esistere.
La Libertà di Mercato? Non esiste quando una super potenza non rispetta le regole che aveva imposto agli altri soggetti economici e politici.
L’europa/ue lo sta sperimentando e ne verranno conseguenze che non sappiamo se avranno la forza di trattenere le élite americane degli usa a varcare il Rubicone.
La Historia deve svolgere il suo corso che non è quello della stabilità del dominio ma è l’avvicendarsi di potenze che non hanno la forza di resistere all’usura del tempo e alla corruzione dei costumi : gli USA sanno questa regola ferrea ma nella loro volontà nazista di potenza ne saranno travolti con tutto il genere umano che griderà vendetta contro i responsabili e la ricerca continua scientifica asservita ad una Nazione. Non basterà un nuovo Tribunale per i criminali che sopravviveranno ma si darà la caccia a tutti coloro che finanziarono e sostennero la ricerca scientifica e le sue applicazioni.
“la caccia”! se avverrà finalmente despoti, criminali, oligarchi , straricchi farabutti di tutte le risme avranno paura anche loro! Forse non l’hanno mai provata e sarà la volta buona di fargli provare anche a loro la paura che per decenni, secoli, millenni hanno inculcato nelle menti e nel corpo di miliardi delle loro vittime.