L’argomento delle azioni russe in Siria continua ad affascinare e a creare grandi polemiche. Ha senso- la questione è di enorme importanza a molti livelli, pragmatici [in inglese] e anche morali, e oggi voglio concentrarmi esclusivamente su quelli pragmatici e mettere da parte, solo temporaneamente, considerazioni morali/etiche/spirituali. Inoltre, fingerò, giusto per amore della discussione, che il Cremlino stia agendo “all’unisono”, che non ci siano Integrazionisti Atlantici nel governo russo, né una quinta colonna al Cremlino e nemmeno una lobby sionista che esercita una grossa influenza in Russia. Tratterò queste questioni in futuro poiché ho idea che il tempo e gli eventi dimostreranno quanto questa negazione in realtà sia priva di fondamento e motivata politicamente. Ma al fine di quest’analisi, possiamo fare finta che al Cremlino vada tutto bene e assumere che la Russia sia nella sua piena sovranità e stia liberamente proteggendo i propri interessi nazionali.
Quindi, cosa sappiamo di quello che sta succedendo in Siria?
Io sostengo che è ovvio che Russia e Israele abbiano fatto un qualche genere di patto. Che ci sia un’intesa di qualche genere è ammesso da entrambe le parti, ma c’è chiaramente qualcos’altro che sta succedendo e che non viene detto con chiarezza. Gli israeliani, come sempre, si vantano della loro vittoria totale e postano articoli come questo. “In Siria, Putin e Netanyahu sono sempre stati dalla stessa parte”, con il sottotitolo che dice “Putin è pronto a scaricare l’Iran per fare contento Israele e garantire la vittoria di Assad”. Davvero?
Il mondo caotico delle dichiarazioni e delle affermazioni contraddittorie
Consideriamo questa tesi da un punto di vista puramente logico. Primo, quali erano gli obiettivi di Israele all’inizio? Come ho spiegato altrove [in inglese], inizialmente gli israeliani avevano i seguenti obiettivi:
- Abbattere un forte stato laico arabo, assieme alla sua struttura politica, le sue forze armate, e i suoi servizi di sicurezza.
- Creare in Siria il caos totale e l’orrore, giustificando la creazione di una “zona di sicurezza” da parte di Israele non solo nel Golan, ma ancora più a nord.
- Scatenare una guerra civile in Libano lanciando i pazzi takfiri contro Hezbollah.
- Far dissanguare a morte tra loro takfiri e d Hezbollah, e quindi creare una “zona di sicurezza”, ma questa volta in Libano.
- Impedire la creazione di un asse sciita Iran-Iraq-Siria-Libano.
- Spaccare la Siria su linee etniche e religiose.
- Creare un Kurdistan da usare successivamente contro la Turchia, la Siria, l’Iraq e l’Iran.
- Rendere possibile per Israele di diventare la potenza mediatrice incontrastata nel Medio Oriente e costringere Arabia Saudita, Qatar, Oman, Kuwait e tutti gli altri a rivolgersi a Israele per qualunque progetto riguardante gas, petrolio od oleodotti.
- Gradualmente isolare, minacciare, sovvertire e infine attaccare l’Iran con un’ampia coalizione di forze regionali.
- Eliminare tutti i centri di potere sciita in Medio Oriente.
Adesso, fermiamoci qui e facciamoci una semplice domanda: se Putin e Netanyahu fossero sempre stati dalla stessa parte, cosa avrebbe dovuto fare Putin per aiutare gli israeliani? Io sostengo che la risposta ovvia e indiscutibile sia: assolutamente niente. Nel momento in cui i russi hanno iniziato il loro (molto limitato ma anche molto efficace) intervento in Siria, quei piani erano stavano avanzando molto bene in direzione della loro completa realizzazione!
La innegabile verità è che Putin abbia guastato i piani iniziali che Israele aveva per la Siria.
Infatti, Hezbollah e l’Iran erano già intervenuti in Siria e stavano disperatamente “tappando buchi” in un fronte siriano che stava crollando. Dunque, se non altro, Putin deve essere colui al quale va riconosciuto di aver costretto gli israeliani a lasciar perdere il loro “piano A” e andare sul “piano B” che ho descritto qui e che può essere riassunto come segue:
Primo passo, usare la tua macchina propagandistica e i tuoi agenti infiltrati per riaccendere il mito circa un programma militare nucleare iraniano. (…) Se Trump dice che il JCPOA è un affare terribile, allora è così. Ehi, viviamo nell’era “post-Skripal” e “post-Douma” – se qualche leader anglo (o ebreo) dice “altamente probabile” allora tutti devono intrupparsi e mostrare “solidarietà” all’istante per non essere accusati di “antisemitismo” o di “complottismo estremo” (sapete di cosa parlo). Quindi il primo passo è la riaccensione ex nihilo delle voci riguardanti il programma nucleare militare iraniano. Il secondo passo è dichiarare che “l’esistenza di Israele è minacciata” e (…) che quegli idioti degli americani combattano contro gli iraniani.
Come ho spiegato molto dettagliatamente qui, la Russia non ha alcun obbligo morale di proteggere chicchessia da nessuna parte, non in Medio Oriente, e sicuramente non in Siria e/o Iran. Ho anche spiegato molto dettagliatamente qui perché Putin abbia molte ragioni interne di ordine pragmatico perché la Russia non si lasci coinvolgere in guerre su larga scala in Medio Oriente.
Per finire, come ho spiegato qui, gli israeliani stanno chiaramente attirando l’Iran in trappola colpendo obiettivi iraniani (o, più precisamente, collegati all’Iran o sostenuti dall’Iran) in Siria. Sperano che la pazienza dell’Iran si esaurisca e che gli iraniani reagiscano con una potenza di fuoco sufficiente da giustificare non solo un attacco contro obiettivi (di valore relativamente scarso) legati all’Iran in Siria, ma contro l’Iran vero e proprio, conducendo così a una sicura rappresaglia iraniana contro Israele e al Grande Premio: un massiccio attacco statunitense contro l’Iran.
Adesso esaminiamo ancora una volta le azioni russe. Se Putin fosse “dallo stessa parte di Netanyahu da sempre”, offrirebbe il proprio aiuto affinché gli israeliani facciano proprio quello che stanno facendo, cioè attirare in trappola gli iraniani, giusto? Ma cosa ha fatto Putin in realtà?
È iniziato tutto con una dichiarazione da parte del Ministro degli Esteri Lavrov, che ha affermato che tutte le forze estere dovranno lasciare la Siria. Per quello che ho capito non esiste una citazione diretta della dichiarazione iniziale di Lavrov, solo parafrasi interpretate [in russo]. Lavrov successivamente ha anche rilasciato alcuni commenti chiarificatori, come questo [in inglese]. Ma non impantaniamoci cercando di decidere quale fosse un commento fuori onda e quale fosse “ufficiale”, ma iniziamo con il notare questo: anche prima del commento di Lavrov a proposito di “tutte le forze estere” lo stesso Lavrov aveva anche detto [in inglese] che “tutte le forze statunitensi devono lasciare la Siria dopo la sconfitta delle forze terroriste”. Posso ricordare a tutti che Israele occupa illegalmente il Golan siriano da anni e che la definizione di “forza estera in Siria” si adatta perfettamente all’IDF? Ancora meglio, secondo i siriani e francamente, secondo il buon senso e il diritto internazionale, i siriani dicono [in inglese] che tutte le forze estere devono lasciare la Siria, tranne quelle a cui è stato richiesto di restare legalmente da parte del governo siriano. Quindi quando i russi dicono che tutte le forze estere compresi gli iraniani [in inglese] devono lasciare la Siria (ammesso che Lavrov lo abbia detto davvero), non hanno alcuna autorità legale o di altro genere per imporlo, a meno di una Risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che avalli questa richiesta. Considerato che agli israeliani e agli USA non frega nulla del diritto internazionale o del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, potremmo addirittura vedere un giorno in cui passi una risoluzione di questo genere, che verrebbe imposta soltanto agli iraniani e sarebbe ignorata dagli israeliani. Il trucco qui è che in realtà ci sono abbastanza poche “forze” iraniane in Siria. Ci sono molti più “consiglieri” (che non sarebbero da considerare una “forza”) e molte più forze pro-iraniane che non sono per nulla veramente “iraniane”. C’è anche Hezbollah, ma Hezbollah non andrà da nessuna parte, e comunque sono libanesi, non iraniani. Nessun dubbio che gli israeliani affermerebbero che Hezbollah è una “forza iraniana” ma questa è fondamentalmente una sciocchezza. E giusto per aggiungere confusione, i russi adesso fanno i simpatici e dicono: “naturalmente, il ritiro di tutte le forze non siriane deve essere condotto su base reciproca, dovrà essere una strada a doppio senso” [in inglese]. Il mio consiglio è che noi smettiamo di elencare tutte le possibili parafrasi ed interpretazioni, ed essere d’accordo sul fatto che i russi abbiano creato un sacro (o empio) pasticcio con le loro dichiarazioni. In effetti, io suggerirei che quello che sembra essere un sacro (o empio) pasticcio, in realtà sia un’ambiguità deliberata e molto furba.
Secondo numerose fonti russe, tutta questa retorica riguarda la parte meridionale della Siria e la linea di contatto (dal punto di vista legale non è un confine) tra Siria e Israele. Gli accordi sembrano essere questi: le forze pro-iraniane vanno via dal sud, e in cambio, gli israeliani lasciano che i siriani, sostenuti dalla forza aerea e dai “consiglieri” russi, riguadagnino il controllo della Siria meridionale, ma senza nessun tentativo di spingere gli israeliani via dal Golan, che essi occupano illegalmente. Non c’è bisogno di dirlo, i siriani insistono [in inglese] anche che come parte dell’accordo, le forze statunitensi nella Siria meridionale debbano fare le valige e andarsene. Ma francamente, a meno che gli Stati Uniti non abbiano nei loro piani di mantenere delle piccole (e inutili) enclave americane all’interno del territorio controllato dai siriani, io non capisco quale motivo possano avere per restare. Non solo questo, ma anche i giordani sembrano essere parte di quest’accordo. Ed ecco la parte migliore: ci sono indizi piuttosto buoni del fatto che anche l’Iran ed Hezbollah siano parte dell’accordo. E, indovinate un po’? Anche i turchi [in inglese].
Di sicuro sembra che un qualche genere di importante accordo regionale sia stato forgiato dai russi. E, se è davvero così, questo spiegherebbe anche le nervose smentite in Israele ed Iran , seguite da ulteriori conferme (anche qui) [tutti in inglese]. E, giusto per rendere le cose ancora più confuse, adesso abbiamo Stoltemberg (proprio lui!) che dice che la NATO non assisterebbe Israele nel caso di un attacco iraniano che, considerato che il Segretario Generale della NATO non ha poteri, che la NATO è costituita all’80% dagli USA e che gli USA adesso hanno una forza permanente di “detonazione” in Israele [entrambi in inglese] e che potrebbero affermare di essere sotto attacco, è una totale sciocchezza, ma ancora divertente da notare come “un’altra aggiunta al caos”.
E c’è l’apparente progetto siriano di buttare gli Stati Uniti fuori dalla Siria settentrionale, cosa che, prevedibilmente non piace molto allo Zio Sam [entrambi in inglese]. Dunque le due parti parlano nuovamente tra loro [in inglese].
Se tutto questo vi sembra una prova alla tesi che “Putin e Netanyahu erano sempre stati dalla stessa parte”, mi chiedo cosa ci vorrebbe per convincervi diversamente, perché mi sembra come una di queste tre cose:
- è stato fatto un qualche genere di importante accordo regionale o
- un qualche genere di importante accordo regionale è in corso di forgiatura o
- un qualche genere di importante accordo regionale è stato fatto ma nessuno si fida degli altri e tutti vogliono migliorare l’accordo a proprio beneficio
e, naturalmente, tutti vogliono salvare la faccia negando tutto o dichiarando vittoria, in special modo gli anglosionisti.
Dunque facciamo la domanda chiave: c’è una qualunque prova che Putin e/o Assad stia/stiano “scaricando” l’Iran?
Via dal regno delle dichiarazioni e affermazioni e ritorno al mondo
Iniziamo con una domanda semplice: cosa vuole più di ogni altra cosa l’Iran?
Io sostengo che la priorità al livello assolutamente più alto per l’Iran sia di evitare un massiccio attacco statunitense.
Di contro, scatenare un tale attacco contro l’Iran è l’obiettivo numero uno degli israeliani. Su questo sono anche piuttosto aperti. La loro ultima idea è di creare una “coalizione militare contro l’Iran” cercando contemporaneamente di compiacere la NATO con la partecipazione ad esercitazioni anti-russe in Europa [entrambi in inglese] .
Non a causa di un inesistente programma nucleare iraniano che minaccerebbe Israele, ma perché l’Iran offre un modello di civiltà alternativo di gran successo, e per questo pericolosamente competitivo sia per l’impero anglosionista che per la versione saudita-wahabita dell’Islam. Inoltre, diversamente dalla Russia (ahimè!), l’Iran osa commettere apertamente il “crimine dei crimini”, che significa denunciare pubblicamente Israele come uno stato genocida e razzista, le cui politiche costituiscono un affronto per tutta l’umanità. Per finire, l’Iran (di nuovo, diversamente dalla Russia, ahimè) è uno stato realmente sovrano che ha già sistemato in maniera soddisfacente la propria quinta colonna, che che non è nella morsa di FMI/BM/WTO/ecc. (di questo ho scritto la settimana scorsa quindi non mi ripeterò).
Inoltre sono convinto che l’Iran abbia come principale priorità quella di sostenere tutti i popoli oppressi del Medio Oriente. Resistere all’oppressione e all’ingiustizia è un imperativo coranico, e credo che nella sua interpretazione iraniana questo si estenda anche ai sunniti non sciiti e perfino ai cristiani e agli ebrei, ma poiché so che questo scatenerà ogni genere di accuse rabbiose di ingenuità (o addirittura di essere un propagandista sciita) posso concedere che aiutare gli sciiti oppressi nella regione è probabilmente più importante per i leader iraniani che aiutare tutti gli altri oppressi. In termini laici, questo vuol dire che l’Iran proverà a proteggere e ad assistere gli sciiti in Iraq, Siria e Libano, e non vedo niente di sbagliato in tutto questo. Infatti, considerata l’eccezionale misericordia dimostrata da Hezbollah nei confronti dell’Esercito del Libano del Sud nel 2000 [in inglese], e il fatto che, attualmente, le forze di sicurezza siriane stanno agendo con massima moderazione nelle parti della Siria che hanno accettato l’accordo russo (questo addirittura ha fatto preoccupare molto alcuni analisti russi [in inglese]), penso che la liberazione della Siria da parte delle forze sostenute dagli iraniani sia la cosa migliore che chiunque possa sperare.
Inoltre, la verità è che con tutte le sua altre colpe, il regime baathista in Siria era tollerante nei confronti delle minoranze, e che Hezbollah è stato sempre protettivo nei confronti di tutta la popolazione libanese, qualunque fosse la confessione o l’etnia (gli altri potranno non essere d’accordo con me, ma avendo studiato Hezbollah e l’Iran per alcuni decenni, sono arrivato alla conclusione che loro, a differenza della maggior parte degli altri attori politici, sono davvero sinceri quando dichiarano le proprie intenzioni).
Quindi chi è la minaccia più grande per gli sciiti e, direi, per tutta la gente del Medio Oriente? I takfiri di Daesh naturalmente.
E cos’hanno in comune tutte le varietà del possibile “grande accordo regionale”? L’eliminazione di Daesh & C. dalla Siria.
E in che modo questo sarebbe contrario agli interessi iraniani?!
Ovviamente non lo è.
La verità è che io non vedo assolutamente nessuna prova del fatto che “Putin e Netanyahu abbiano sempre lavorato assieme”. Quello che vedo è che un qualche genere di accordo in cui ciascuno sta probabilmente tentando di imbrogliare tutti gli altri sta venendo fuori tra le numerose parti, Realpolitik nella sua forma peggiore e più cinica – sì. Ma è dura definirlo un tradimento dell’Iran da parte della Russia.
Non tutti sembrano fare quello che il maniscalco Vakula faceva nella Storia di Natale di Gogol “La Notte Prima di Natale”: fregare il diavolo. In Russia il diavolo è noto come “лукавый” che non vuol dire soltanto “malvagio” ma anche sornione/astuto/ingannatore/minacciosamente intelligente. Cercare di fregare il diavolo è un lavoro molto, molto difficile e pericoloso, e ritengo che sia anche moralmente discutibile. Ma per attenerci alla nostra attuale Zeitgeist scevra di valori e “realistica”, possiamo anche smentire la tesi secondo cui “Putin tradisca l’Iran” per ragioni puramente ciniche e “pragmatiche” senza nessun bisogno di appellarci ad alti valori.
Per tutti quelli che ancora non lo hanno visto, consiglio caldamente questo video (sottotitolato in inglese), di Ruslan Ostashko che discute quello che Israele può, o non può offrire alla Russia e a Putin:
Ostashko ha assolutamente ragione. La verità è che Israele, diversamente dall’Iran, ha molto poco da offire a Putin e alla Russia. Questo non significa che Israele non abbia influenza sul Cremlino, ne ha eccome, ma questa influenza è tutta “bastone”, niente “carota” (che è uno degli errori concettuali nella posizione di coloro che negano l’esistenza di una quinta colonna sionista in Russia – negano l’esistenza del “bastone” e contemporaneamente non producono nessuna “carota”, facendo così apparire la politiche russe contraddittorie e inspiegabili: da cui la necessità di ogni sorta di contorsione mentale per tentare di spiegarle).
Ma il “bastone” di Israele, anche se innegabilmente grosso, è sminuito dalla “carota” dell’Iran: non solo immense risorse e miliardi di dollari/rubli/rial/euro da farci in energia, armi e molti altri settori dell’economia. C’è anche il fatto che l’Iran è davvero la potenza regionale numero uno in tutto il Medio Oriente: forse non abbastanza grande da imporre la propria volontà a tutti gli altri, ma sicuramente abbastanza grande da abbattere qualunque progetto o politica che non abbia la sua approvazione. Inoltre, adesso che le sanzioni internazionali contro l’Iran sono state ufficialmente rimosse (nonostante gli USA abbiano rinnegato la propria firma), l’Iran può partecipare, diventandone un membro influente, alla Shanghai Cooperation Organization [in inglese] (assieme, possibilmente, ad altri paesi mediorientali). Tutto ciò rende la “carota” iraniana molto attraente per la Russia. C’è anche un “bastone” iraniano dal punto di vista concettuale: se Israele ottenesse il suo scopo e l’Iran subisse un massiccio e brutale attacco da parte dell’Impero anglosionista, e ne risultassero caos o una grande crisi, quale sarebbe l’impatto sulla Russia e sui suoi alleati? E, anche se non penso neanche per un secondo che ciò sia possibile, ammettiamo che l’Impero porti al potere un regime pro-anglosionisti a Teheran e rovesci la Repubblica Islamica – cosa significherebbe questo per la sicurezza nazionale russa? Sarebbe un incubo terribile, no?
Guardate ai rapporti tra Russia e Turchia prima del tentativo di colpo di Stato contro Erdogan. Sicuramente quei rapporti erano molto peggiori di quelli attuali tra la Repubblica Islamica e la Russia, vero? Eppure, quando gli Stati Uniti hanno tentato di rovesciare Erdogan, cos’ha fatto la Russia? La Russia ha dato ad Erdogan il suo completo sostegno, e addirittura, secondo alcune voci, protezione fisica per alcune ore cruciali. Se la Russia ha preso le parti di Erdogna contro l’Impero, perché la Russia non dovrebbe prendere la parti della Repubblica Islamica, anche solo considerando l’argomento dell’interesse egoistico russo?
Per un’eccellente analisi iraniana dell’alleanza Russia-Iran, date un’occhiata a quest’articolo [in inglese] di Aram Mirzaei.
Conclusione
La verità pura e semplice è che nonostante dichiarazioni ed affermazioni politiche, Cina, Russia, Iran, Siria ed Hezbollah sono tutte dipendenti l’una dall’altra e non possono permettersi davvero di tradire nessuno per paura che l’Impero le faccia fuori una per una. Per usare l’espressione di Franklin – devono stare tutte assieme o di sicuro verranno uccise separatamente? [gioco di parole inglese tra’ hang together’, stare assieme ma letteralmente ‘appese assieme’ e ‘hang separately’ con ‘hang’ che vuol dire anche ‘impiccate’]. Ciò non significa che si amino tutte tra loro, o che condividano gli stessi obiettivi? Potrebbero anche giocare una contro l’altra fino a un certo punto, e perfino provare ad ottenere qualche accordo favorevole “sottobanco” con gli anglosionisti (ricordatevi che Assad ha utilizzato anche la tortura per la CIA!), ma i fatti sul terreno e le correlazioni delle forze in Medio Oriente limiteranno l’ampiezza di questi “mini-tradimenti”, per lo meno nel futuro prevedibile.
Vero, c’è il fattore saudita da tenere in conto. Diversamente dagli israeliani, i sauditi offrono molte “carote”. Ma i sauditi sono troppo arroganti, stanno già immischiandosi negli interessi russi non solo in Siria, ma anche in Qatar, e il loro tipo di Islam rappresenta un pericolo veramente mortale per la Russia [entrambi in inglese]. Proprio in questo momento gli integrazionisti atlantici e i sovranisti eurasiatici hanno raggiunto una specie di equilibrio al Cremlino. I primi stanno tentando di separare l’UE dagli USA e fare molti soldi, mentre i secondi sono in carica per quanto riguarda le questioni di sicurezza nazionale, in special modo al sud, ma quest’equilibrio è intrinsecamente instabile e sarebbe immediatamente minacciato da un reale attacco anglosionista. Quindi sì, c’è una lobby sionista in Russia e sì, agisce da quinta colonna, ma no, assolutamente no, non è abbastanza forte da trascurare completamente gli interessi finanziari delle élite affaristiche russe o, ancora meno, gli interessi della sicurezza nazionale russa. È questa la più grande differenza tra USA e Russia: mentre questa è solo parzialmente sovrana, è ben lontana da essere un protettorato o una colonia israeliana. E finché la Russia mantiene la propria anche solo parziale sovranità, non “scaricherà” l’Iran, a dispetto di tutti i piagnucolii e le minacce israeliane.
La mia valutazione personale è che Putin stia giocando una partita molto complessa e potenzialmente pericolosa. Sta tentando di fregare non uno, ma molti “diavoli”, allo stesso momento. Inoltre, se gli americani erano недоговороспособны (“non in grado di fare un accordo”) già ai tempi di Obama, Trump e i suoi padroni neocon sono ancora peggio da quel punto di vista. Quanto agli israeliani, farebbero sembrare lo stesso Satana onesto, e sono ideologicamente incapaci di onestà (anche solo di pudore). Francamente, non mi fido neanche un po’ di Erdogan, e penso che neanche i russi si fidino di lui. Mi direte che sono ingenuo, ma penso che Assad sia stato cambiato da questa guerra, e anche se, in effetti, ha collaborato con la CIA in passato, penso che sarà un alleato abbastanza buono per la Russia in futuro. Quanto all’Ayatollah Ali Khamenei e ad Hassan Nasrallah, li vedo entrambi come uomini d’onore che si atterranno a tutte le alleanze a cui parteciperanno formalmente (le intese informali e gli interessi comuni temporanei sono una materia differente). Inoltre mi sembrano dei geo-strateghi saggi e brillanti: si rendono perfettamente conto del fatto che Iran ed Hezbollah *hanno bisogno* che la Russia sopravviva. Quindi la politica di Putin, anche se pericolosa, non è affatto destinata al fallimento: sta tentando di salvare la Siria dagli anglosionisti e contemporaneamente evitare una guerra regionale. Il tempo è dalla sua parte visto che le erratiche (per usare un eufemismo) politiche di Trump (o, in realtà, la mancanza di qualunque politica) stanno infliggendo giorno per giorno danni tremendi all’Impero (si veda l’eccellente analisi di Dmitri Orlov qui [in inglese]).
Onestamente non so se la strategia rischiosa di Putin funzionerà o meno. Non penso che lo sappia nessun altro (tranne i tifosi ignoranti naturalmente). Ma so che anche se la sola vista di Bibi Netanyahu a Mosca con il nastro di San Giorgio fosse nauseante per la mia coscienza, questo assolutamente non indica che Netanyahu e Putin lavorino assieme o che la Russia “stia scaricando l’Iran”. Come sempre, gli israeliani si sentono onnipotenti e fanno sfacciatamente sfoggio della loro arroganza. Facciano pure. Ricordiamoci soltanto l’inevitabile risultato di questo genere di hybris sionista e restiamo in attesa dell’inevitabile “oy vey!“.
Per finire, c’è il singolo fatto più importante: l’Impero anglosionista e la Russia continuano ad essere in guerra, e lo sono stati per almeno quattro anni o più. Questa guerra è ancora all’80% informativa, al 15% economica e al 5% “cinetica”, ma è nondimeno una guerra molto, molto reale, e sta crescendo. Finché la Russia manterrà una sovranità anche solo parziale e finché offrirà un modello di civiltà alternativo, per quanto imperfetto, continuerà ad essere una minaccia esistenziale per l’Impero e l’Impero continuerà ad essere una minaccia esistenziale per l’intera civiltà russa. Anche se estremamente importante per Israele, l’intera questione iraniana per i leader sovranazionali dell’Impero che vedono Russia e Cina come i veri contendenti principali, in special modo da quando si sono uniti in una relazione simbiotica che continua a tutt’oggi, è soltanto una questione marginale. Da questo derivano le crisi in Ucraina e nella Penisola Coreana, da qui i costanti avvertimenti di una possibile guerra nucleare globale (si veda l’ultimo articolo di Eric Zuesse qui o i numerosi articoli di Paul Craig Roberts sul suo sito [entrambi in inglese]; si dia un’occhiata anche all’eccellente analisi di Dan Glazebrook su Trump che tenta di ripetere lo “stratagemma di Rambouillet” in Corea qui [in inglese]). Anche se Putin avesse successo nel far collocare l’UE più vicino alla Russia e lontano da (dei completamente folli) USA, e perfino se avesse successo nell’evitare che gli anglosionisti attacchino direttamente l’Iran, questo non farà altro che convincere i leader anglosionisti dell’Impero che lui, Putin, e la Russia sono il massimo della malvagità, e che devono essere eliminati. Quelli che sperano in un qualche tipo di modus vivendi tra l’Impero e la Russia prendono in giro se stessi, perché è la stessa natura dell’Impero a far sì che ciò sia impossibile. Inoltre, come ha sottolineato correttamente Orlov – l’egemonia dell’impero sta crollando, velocemente. La macchina della propaganda dell’Impero questo lo nega e lo offusca, e coloro che non ci credono non lo vedono – ma tutti i leader dell’Impero lo capiscono, quindi l’escalation che abbiamo visto su tutti i fronti da quando i neocon hanno ripreso il potere nella Casa Bianca. Se i neocon continuano sulla loro attuale traiettoria, ed io non vedo nessuna indicazione di alcun genere che essi ci stiano ripensando, allora la questione è solo quando/dove questo per primo condurrà ad una guerra totale. Il vostro pronostico vale quanto il mio.
The Saker
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Articolo pubblicato su TheSaker.is il 7 giugno 2018
Traduzione in italiano a cura di Mario B. per Sakeritalia.it
[le note in questo formato sono del traduttore]
Come sempre Saker ha analizzato in modo profondo i moventi, le cause, i fatti che in Medio Oriente ne sono seguiti e seguiranno ma soprattutto ha cercato di vedere se esiste una strategia politica di breve (piano A),medio(piano B) e lungo periodo(piano C)- che non ci può essere considerando che Putin non è eterno.
E qui torna alla memoria un efficace aforisma di Nikolaj Leskov che nel suo racconto(Una famiglia decaduta) lo chiude con questa Massima”Agisci come crediate ne pentirai comunque”.
E qui ovviamente questa sentenza non riguarda solo Putin ma tutti gli altri attori che sono impegnati nella partita della Morte dell’umanità che civiltà tecnologica ne è causa ;dunque non è vero che” la Verità rende libero l’uomo” ( sempre dal racconto di cui sopra)perché la Scienza mentre cercava la Verità forniva altri strumenti per gli uomini che se ne servono per mettere altre catene all’umanità per ridurla nel Numero sempre pericoloso per le élite.