Avrebbe da poco compiuto 90 anni Evgenij Maksimovich Primakov, il ministro della Federazione Russa che nel 1999 fece dietro-front sull’Atlantico (il famoso “loop di Primakov”) quando seppe gli Stati Uniti stavano bombardando la Jugoslavia. Stimato per la sua capacità diplomatica e protagonista cruciale in molti episodi della politica estera russa e internazionale, viene da tutti ricordato come il teorico – e sostenitore – del passaggio da un mondo unipolare post-Guerra Fredda ad un mondo multipolare.
Per ricordare l’eredità e la testimonianza di E.M. Primakov, il Centro Russo di Scienza e Cultura a Roma ha ospitato una conferenza dedicata al noto uomo politico e diplomatico russo, scomparso nel 2015 ma il cui ricordo e i presupposti politici sono ancora un vero e proprio biglietto da visita della Russia di oggi e dello stesso Presidente Putin.
Il ruolo di Primakov non si può comprendere appieno senza ricordare il periodo storico molto delicato e complesso della Russia: fu infatti ministro degli Affari Esteri dal 1996 al 1998, e successivamente Primo Ministro della Federazione Russa dal 1998 al maggio 1999, sotto la presidenza di Boris Eltsin. Dovendo gestire gli effetti del crollo dell’Unione Sovietica, e per di più in una fase ancora di stabilizzazione economico/politica della Russia, Primakov si trova ad affrontare e ad ostacolare il trionfalismo unipolare esercitato dagli Stati Uniti, non solo nei confronti dell’ex nemico della Guerra Fredda ma su tutto la scena internazionale.
Non esercitò un ruolo di contrapposizione – tanto meno militare, data la sua profonda convinzione dell’efficacia del dialogo diplomatico – quanto un ruolo di rifondazione della Russia su due concetti fondamentali: priorità degli interessi nazionali e principio multipolare nella geopolitica.
Il venire meno dell’equilibrio, paradossale quanto solido, della Guerra Fredda, ha gettato il mondo in un periodo di forte e crescente conflittualità: la progressiva estensione dell’influenza americana e il conseguente tentativo di allargare l’area della NATO, mal si conciliava allora quanto oggi con i tentativi di Primakov di far comprendere agli USA che la fine del mondo bipolare non portava a quello unipolare, bensì a quello multipolare fatto da potenze orientali (Cina, Iran) ma anche dall’Europa, definita dal ministro degli Affari Esteri come “il continente più imprevedibile della storia”. Ne sono prova i tentativi USA di ammettere nella NATO la Georgia, tanto da portare all’inevitabile conflitto russo-georgiano del 2008, e quelli ancora in atto con l’Ucraina, la cui ammissione nell’Alleanza Atlantica allungherebbe di migliaia di chilometri l’ideale confine militare dell’Occidente.
Il dialogo costante con la classe politica e diplomatica statunitense, fatto spesso di telefonate e dialoghi privati, ha segnato i successi della carriera di Primakov. Laddove però il dialogo o gli accordi non hanno avuto successo, Primakov stesso dichiarava il suo fallimento, sempre convinto che il conflitto armato non potesse mai essere uno strumento di risoluzione dei problemi. Così per esempio in Jugoslavia con Milosevic, che non volle accettare i consigli di alleggerimento della presenza serba in Kosovo e in Albania, ma creò invece il presupposto, almeno formale, dell’intervento militare internazionale.
Primakov quindi è riuscito non solo a porre le basi dell’identità e del ruolo internazionale della Russia, ma ad anticipare gli scenari che stiamo vivendo e che vedremo concretizzarsi in un futuro vicino: grazie a una politica di “bilanciamento”, gli Stati dovranno superare la logica della contrapposizione (tanto meno militare), governare le dinamiche multipolari e accettare la presenza di nuovi player sulla scacchiera mondiale.
La conferenza “Da un mondo unipolare a un mondo multipolare. L’eredità di Evgenij Primakov” si è svolta il 5 novembre presso il Centro Russo di Scienze e Cultura a Roma, e ha visto la presenza di Sergey Razov (Ambasciatore Straordinario e Plenipotenziario della Federazione Russa in Italia e nella Repubblica di San Marino), Lamberto Dini (già Presidente del Consiglio dei Ministri), Alexander Avdeev (Ambasciatore Straordinario е Plenipotenziario della Federazione Russa presso la Santa Sede e il Sovrano Militare Ordine di Malta), Alexej Pushkov (Presidente della Commissione del Consiglio Federale sulla politica dell’informazione e le relazioni con i media della Federazione Russa) .
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Articolo a cura di Elvia Politi per SakerItalia
Foto di Svetlana Lisichnikova
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Mi pareche il senso di tutto l’articolo, commemorativo di un grande diplomatico “classico” della più nobile scuola europea-sovietica-russa sia nel seguente estratto! (ultimo della serieil grandissimo Lavrov).
“…mal si conciliava allora quanto oggi con i tentativi di Primakov di far comprendere agli USA che la fine del mondo bipolare non portava a quello unipolare, bensì a quello multipolare fatto da potenze orientali (Cina, Iran) ma anche dall’Europa, definita dal ministro degli Affari Esteri come “il continente più imprevedibile della storia”.
E proprio rimanendo in argomento:
fremo nell’attesa della pubblicazione in italiano del seguente articolo comparso sul blog inglese del Saker:
Russia, China, and the European Peninsula
Written by Godfree Roberts; Originally appeared at The Saker Blog. (!!!)
Ricchissimo di analisi e di cartine esplicative.