Russia ed Ucraina alla resa dei conti
È molto tempo che non mi siedo al pc per scrivere un articolo, e credo che sia giunta l’ora di interrompere questo digiuno.
“Sangue e distruzione diventeranno così consueti, e spettacoli orrendi così familiari, che le madri potranno solo sorridere a vedere i loro figli squartati dalle mani della guerra, perché ogni pietà sarà soffocata dall’abitudine ad atti crudeli; e lo spirito di Cesare, vagante in cerca di vendetta, con Ade al fianco appena uscita dall’inferno, chiamerà con voce di monarca lo sterminio, dentro questi confini, e libererà i mastini della guerra, cosicché questo atto infame puzzerà per la terra intera di carogne umane imploranti sepoltura.”
Giulio Cesare atto Terzo scena I
Con l’elezione a Presidente degli Stati Uniti di Joe Biden, l’orologio della storia è tornato indietro di 4 anni per riprendere da dove era rimasto, sospeso come in un limbo.
Siamo al medesimo punto in cui ci saremmo trovati nel mese di aprile con la Clinton come presidente e nei medesimi teatri bellici.
Solo che con l’elezione di Trump, la Russia ha avuto 4 anni importanti per prepararsi alle intenzioni manifeste degli USA, arrivare inevitabilmente e ad ogni costo ad un conflitto per riportare la Russia al loro modello ideale, uno stato diviso e frammentato senza alcuna valida guida, come loro avevano progettato negli anni 90 di Boris Eltsin.
Trump non è stato un Presidente guerrafondaio, Biden invece lo è, e lo era anche come vice di un altro guerrafondaio, Obama.
Dal mese di dicembre quindi abbiamo assistito alle preparazioni della Russia, continue e complete, di tutti i suoi sistemi difensivi ed offensivi, su tutto il territorio dell’immenso Paese.
Sapevano bene cosa sarebbe arrivato assieme al “Sonnacchioso Joe”.
Obbedendo ai voleri di Washington, a partire dalla fine di febbraio, l’Ucraina ha iniziato a muovere le sue truppe e mezzi sempre più ad est.
Gli Accordi di Minsk 1 e 2 sono stati sistematicamente violati in ogni parte ottemperata, i cannoni sono tornati laddove non potevano stare, così come i carri armati, i mortai pesanti, i blindati i mezzi anticarro e molti altri ancora.
Solo a movimenti quasi a termine, la Russia ha iniziato a posizionare le sue forze lungo il confine occidentale; i riposizionamenti ucraini dovevano ricevere adeguata risposta.
La minaccia era chiara, Kiev intendeva riprendere con la forza quei territori che perse a seguito del golpe di Maidan e a causa della proclamazione delle Repubbliche di Donetsk e Lugansk, e del referendum della popolazione in Crimea che richiese l’annessione alla madrepatria Russia, referendum riconosciuto e accolto nel suo esito dalla Federazione Russa.
La Russia ha dato prova di incredibile capacità logistica portando al fronte, lungo tutti i confini con la vicina Ucraina, innumerevoli unità, spostando dapprima quelle del Distretto Meridionale e poi via via facendo giungere nel settore forze da molti altri distretti, anche agli estremi orientali del Paese, come nel caso dei Marines di Vladivostock.
16000 carri ferroviari sono stati precettati dal Ministero della Difesa Russo, 16 mila che servivano per le industrie, per l’agricoltura, per l’economia del Paese.
Fin dalle prime notizie, quindi, mi è parso evidente che di scherzo o semplice esercitazione non si trattasse.
A mano a mano che i filmati dei convogli in movimento o in arrivo si susseguivano, si svelava ciò che a molti ancora oggi è del tutto ignoto: non si sta preparando un conflitto, ma un conflitto è già in corso.
Non sto parlando del conflitto nel Donbass, no, il dispositivo militare messo in campo dalla Russia e anche dall’Ucraina prima ancora, sono preparati per uno scontro massivo, in cui il teatro di guerra non sarà più solo quello delle due Repubbliche secessioniste, e non limitatamente all’esercito ucraino e a male addestrate milizie popolari.
Questa volta è differente, l’esercito russo non avrà un ruolo di presenza ai confini come nel 2014: questa volta interverrà.
Gli anni sono trascorsi e l’esperienza maturata dalle forze russe, esercito da un lato e politica dall’altro, ha affinato le loro arti, ne ha amplificato i sensi, affilato gli artigli.
Nel 2014 spostare masse di soldati così numerose, con tanto equipaggiamento e farlo in un tempo incredibilmente breve, sarebbe stato impossibile.
Tutti i sistemi d’arma impiegati dall’esercito russo sono stati aggiornati e modificati sulla base dell’esperienza bellica siriana, molti reparti si sono avvicendati, così come anche gli equipaggi dei velivoli, dalla loro esperienza ed impiego, sono stati individuati debolezze, difetti, pregi, punti di forza, modificate le tecniche di impiego, le armi utilizzate, diverse caratteristiche delle loro dotazioni. Elicotteri Mi e KA ne hanno tratto molto giovamento, i carri armati, come il T90-M nato dal suo impiego sul campo di battaglia: molte soluzioni utilizzate sono state adottate anche per le nuove versioni aggiornate dei T72B3M.
Tutti i caccia impiegati sono stati poi aggiornati, Su-24, SU-25, SU-34, Mig35S, Mig 30SM2, persino i bombardieri TU-22M3M e TU-160M2: quest’ultimo oltre che aggiornato agli ultimi standard ne è stata anche riavviata la produzione; tutti i velivoli ancora efficienti sono stati nuovamente dotati di sonda per il rifornimento in volo.
Molti nuovi sistemi d’arma sono stati presentati in questi anni recenti, dal settore missilistico, Khinzal, KH101, il primo ipersonico il secondo subsonico ma stealth, lo Zirkon, l’aliante ipersonico Avangarde, e molti altri ancora.
Sono stati testati durante gli attacchi USA e Israeliani: le capacità di gestione ed individuazione dei sistemi difensivi antiaerei e antibalistici, i famosi S300 PMU2 lasciati fermi senza mai lanciare alcunché in realtà hanno sempre lavorato sottotraccia acquisendo informazioni sulle strategie e sulle tattiche di attacco delle aviazioni occidentali, monitorando anche gli aerei stealth occidentali presenti in Medio Oriente.
Informazioni ed esperienza senza prezzo.
Ma credo che il fattore di maggiore crescita e progresso sia stato l’approccio alla guerra, evolutosi nei comandi russi a mano a mano che la loro esperienza sul campo cresceva e i risultati della condotta delle operazioni elaborata. Questo ho avuto modo di osservare in questi anni, un approccio al conflitto che già nei mesi iniziali era cambiato per arrivare a capire i propri limiti e superarli senza mai ostinarsi nell’applicare dottrine che magari non davano i risultati sperati. La mentalità che hanno portato in azione mi ha impressionato particolarmente, un approccio positivo, umile, desideroso di apprendere e per nulla convinto di avere già la verità in tasca. Solo così si comprende come abbiano potuto cambiare tutta la strategia del conflitto in Siria, studiarne i punti critici, individuare la via corretta per condurre il Paese all’eliminazione delle innumerevoli sacche interne e riportarne la gran parte sotto il diretto controllo della Repubblica Araba di Siria.
Una mentalità che permette loro di fare tesoro di ogni esperienza e di applicarla immediatamente sia alle tattiche che alle attrezzature che vengono impiegate, con un procedimento di miglioramento costante e continuo.
Cosa che invece non ho avuto affatto modo di osservare nell’esercito ucraino, che ha impiegato molto più tempo rispetto a quello russo per posizionare unità che non avevano da percorrere la strada di quelle russe, che in questi anni non ha mai compiuto operazioni belliche di ampio respiro, o saputo mettere in campo una strategia vincente e risolutiva di una qualunque battaglia.
Le esercitazioni sono sì importanti, ma solo al dunque si capisce se una tattica, rapportata all’elemento umano, risulti davvero efficace.
Come sono disposte quindi le forze in campo?
Gli Ucraini si sono portati molto a ridosso del Donbass e della Crimea, con minori forze presenti ai confini nord e nord est; anche nel settore ovest sono state trasferite molte unità per portarle a ridosso della zona delle operazioni, in quello che dovrebbe essere il teatro nelle fantasie ucraine, ovvero Donetsk e Lugansk.
Ho letto da diverse fonti che il loro addestramento si sia particolarmente incentrato sul CQB, Close Quarter Battle, in ambiente urbano, nelle loro intenzioni ci sarebbero la conquista delle città di Donetsk e Lugansk e la difesa ad oltranza di Mariupol, devastare con le artiglierie pesanti la Crimea e tentarne il recupero.
La guerra potrebbe invece essere molto differente.
I comandi ucraini probabilmente erano partiti dal presupposto di contenere il conflitto nei limiti dello scorso, ipotesi forse rafforzata da consulenze “interessate” statunitensi: potrebbe in effetti evolversi in qualcosa di molto diverso.
Le truppe schierate dalla Russia nell’ordine di decine di battaglioni, a nord, Smolensk, molti a Voronezh, il grosso a Rostov sul Don, dove sono circa 15-20 battaglioni, in Crimea dove sono arrivati altri 10 battaglioni schierati.
Il tutto coperto da un ombrello composto dalle più svariate tipologie di sistemi antiaerei, dai famosi S400 Triumf, gli S300, S350, Buk M2 ed M3, Pantsir, Tor M2, e circa 350 velivoli tra caccia e cacciabombardieri destinati a sostenere le operazioni.
L’Ucraina è praticamente priva di aviazione, le decine di droni che probabilmente possiede la rassicurano, visti i risultati dell’Azerbaigian in Artsakh, ma la Russia non è l’Armenia, così come non lo è stata la Siria o lo scenario libico.
Se lo scontro divamperà, allora non sarà limitato ma totale, tutta l’Ucraina ne verrà interessata, dalle infrastrutture alle vie di comunicazione.
Non credo si assisterà ad una lunga campagna aerea preparatoria sul modello della guerra all’Iraq, perchè non si può permettere, la Russia, di lasciare tempo agli USA o alla NATO di domandarsi cosa possano fare e darsi magari una risposta.
A costo di perdite maggiori, le forze di terra di Shoigu avanzeranno su Karkov, Sumi, Chernihiv, Dnepopetrovsk, Poltava, Zaporizie, Odessa, Mikolaiv e infine si occuperanno del grosso dell’esercito ucraino bloccato tra Dnepopetrovsk ed il Donbass, con poco carburante e bersagliato dai caccia.
Vedremmo, se si dovesse combattere, diversi sbarchi anfibi, reparti aviotrasportati dietro le linee nemiche, moderni sistemi di guerra elettronica ed informatica affrontarsi in nuovi teatri mai visti prima, se non solo da una parte della barricata. Vedremo Kiev circondata e molti profughi non russofoni prendere la via della regione di Leopoli, anticamente appartenuta alla Polonia,
La gran parte della popolazione di queste regioni sceglierà invece dove restare, se nella Russia allargata alle loro terre o migrare a ovest.
L’Ucraina potrà vendere cara la pelle nelle fasi iniziali, ma i limiti abnormi nella logistica bloccheranno le sue armate sulle loro posizioni, decretandone la sconfitta in tempi relativamente brevi.
Non ci sono possibilità per loro, non esiste scenario credibile che non preveda il loro collasso dopo una settimana di combattimenti sostenuti, sottoposti ai bombardamenti aerei giorno e notte, al martellamento continuo delle artiglierie, le defezioni dilagheranno, interi battaglioni di Kiev lasceranno armi e attrezzature sul posto; solo un numero limitato di unità combatterà meglio, perchè addestrate in maniera decente e perchè molto indottrinate; ma la loro sorte non muterà.
Feci una simile analisi delle possibilità delle forze curde nei confronti delle truppe turche ad Afrin prima, e nel nord est della Siria poi, e non mi sbagliai; anche sulla strategia della guerra in Siria, non mi sbagliai, ora non vedo possibilità reali per l’Ucraina stessa di sopravvivere come Stato ad una guerra a tutto campo con la Russia, e ritengo sia una previsione realistica.
Ci sono segnali che la guerra combattuta incomba?
Sì, molteplici:
- il numero delle forze già schierate, che già oltrepassano le centinaia di migliaia, e il fatto che ancora ne arrivino oggi.
- Ci sono diversi aspetti che rivelano la preparazione di un conflitto, come ad esempio che la Russia si stia premurando di portare ingenti rifornimenti in Siria sia via mare, 4 navi in una sola volta a Tartous, che con molti cargo alla base aerea di Hemeimin; stessa cosa attraverso ponte aereo per la base in Armenia.
- L’arrivo dei cronisti di guerra russi, solitamente molto ben informati e ben inseriti nell’ambiente militare russo.
- La completezza degli schieramenti, assemblati senza trascurare nessuno dei possibili scenari di attacco o difesa; persino una dozzina di mezzi navali da sbarco sono stati portati a Rostov sul Don dal Mar Caspio, cui si aggiungeranno a breve nel Mar Nero tre mezzi di classe Ropucha usati per rifornire la base di Tartous dalla Flotta del Baltico.
- Che siano state mosse unità ben addestrate ma incredibilmente distanti come i Marines di Vladivostock, dal Distretto Orientale.
- Che l’annuncio di esercitazioni a fuoco navali, abbiano progressivamente interdetto la navigazione nel Mar Nero ad unità navali militari, e praticamente totale interdizione all’ingresso e uscita dal Mare d’Azov per tutti, con blocco di fatto di Mariupol.
- Un rafforzamento molto corposo delle difese antinave e antiaerea che è stato approntato nella penisola di Crimea, con arrivo anche di caccia SU-34 che sono dotati del migliore radar di rilevazione e attacco navale al mondo.
- La missione di Lavrov in Egitto: probabile che oltre alla Libia abbiano parlato anche della garanzia di mantenere Suez navigabile, durante un eventuale conflitto, per le navi russe o di alleati che dovessero portare rifornimenti in Siria.
- La Propaganda comunicativa, che dopo aver portato le forze a violare gli accordi di Minsk, presenta ora Kiev come se non volesse lo scontro: e sappiamo bene che loro hanno eseguito ordini molto precisi impartiti dagli USA.
- Lo stesso tentativo USA di fingere di voler ripristinare un dialogo interrotto da mesi con la Russia, è finalizzato al creare i presupposti di inevitabilità di uno scontro bellico , ma attribuendone le colpe alla controparte; non sarebbe necessario se NON si volesse un reale conflitto.
Ogni elemento che possa rendersi necessario in un conflitto reale è drammaticamente presente.
La speranza che si risolva tutto con un mio errore di valutazione c’è e rimane forte, ma quando guardo ai fatti reali, tutto mi dice che in vero il conflitto sia già stato deciso da tempo, e che in questi giorni si stia solamente assistendo alla sistemazione in loco delle ultime tessere di un complesso puzzle, avviato anni fa, e da poco ripreso in mano per essere completato.
Tutto mi sembra la tipica situazione che nessuno a parole dice di volere, ma che in realtà poi tutti desiderino.
Credo che la prima finestra adatta all’escalation si apra in questo fine settimana, tra sabato notte e lunedì mattina, perché ormai tutto è al suo posto; inoltre il tempo è un fattore essenziale perché non si possono assolutamente mantenere tanti uomini e mezzi nelle condizioni di accampamento: per cui oltre i 15-20 giorni, un esercito moderno, ma anche antico, decade nella sua capacità e prontezza; da questo fine settimana quindi ogni momento potrebbe essere quello buono per dare “fuoco alle micce” sperando che, assieme ad esse, non salti tutta la polveriera su cui siamo anche noi.
Personalmente, sarò molto felice di essermi sbagliato su tutto.
Stefano Orsi
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articolo chiaro con molte osservazioni condivisibili vorrei solo fare un’osservazione,che senso ha x la russia imbarcarsi in una guerra che potrebbe costare forse parecchie perdite.sono dell’opinione che allo scoppio delle ostilita’ la russia dovrebbe con operazione chirurgica distruggere la rada ed il ministero della difesa ucraina decapitando i centri del potere politico e militare.la guerra non durerebbe più di qualche giorno.
Io penso che la Russia abbia la possibilità in questo momento di far fuori la canaglia ukronazista e farla rintanare per chi sopravvive sulla riva della vistola. Cosicchè i polacchi impareranno a loro spese a mantenere i neonazisti. Penso che molti degli attuali ucraini saranno contenti di tornare sotto un ombrello russo. Parlare liberamente russo. L’Ucraina attuale sparirà. Forse sarà ridimensionata, ma la UE dovrà fare buon viso, perchè i Russi non venderanno il gas liquefatto agli americani che verrà rivenduto al commonwealth polacco-baltico, che staranno con il didietro al freddo.
Con una sconfitta sul suolo europeo , la quarta in ordine di tempo dopo la cacciata dei turchi dalle steppe sarmatiche, gli anglo-sionisti ci penseranno due volte nei decenni a venire . Penso che un riflesso ci sarà in Italia.
E’ anche interesse dei tedeschi poter avere un mercato aperto a oriente, non solo la Cina.
Pentagono, Quartier Generale Nato Bruxelles, basi missilistiche Polonia e Romania. E dopo chiamare Biden…
La Russia non deve imbarcarsi in questa guerra, perchè è la guerra ad arrivare da lei, la Russia sta solo scegliendo quando iniziare a combatterla e dove. Quanto agli obbiettivi, credo che abbiano una lista già pronta e nutrita.
Ma perchè questo accada occorre che l’Ucraina scateni le proprie forze in modo massiccio in direzione delle Repubbliche autonome…e secondo lei gli ucraini sarebbero tanto imbecilli da farlo in questi giorni? La deterrenza messa in campo dalla Russia non è sufficiente? Mah…? VA bene essere imbecilli ma autostruggersi in poche ore per far contenti gli Stati Uniti non ha molto senso. Non è più probabile una lunga stagione di tensioni, sanzioni, incidenti? Lei vede movimenti offensivi, seri, della parte ucraina che non siano le orrende cannonate su Donetsk?
” tensioni, sanzioni, incidenti” durano ormai da 7 anni con l’Ucraina che sprofonda sempre di più…i “sponsor” pagano soltanto per la guerra. Fin’ora l’Ucraina ha ricevuto spiccioli, niente UE, niente NATO, messaggio chiaro : “Dammi la guerra o muori di fame”
Non è AFFATTO necessario che Kiev faccia la prima mossa, basterà che decida di NON ritirarsi da tutto il territorio delle repubbliche occupato finora.
Capisco, ma si tratta di pochi kilometri quadrati e come casus belli per una devastante offensiva russa non sarebbe molto spendibile. Penso poi che quando gli analisti parlano di occpuazione dell’Ucraina non tengano conto della possibilità di un cambio di regime a Kiev provocato dalla sconfitta militare. Vedremo… di certo soluzioni pacifiche per via dimplomatica non se ne vedono.
dopo le dichiarazioni di Lavrov e finalmente il cambio di atteggiamento della Russia questa è la ipotesi più logica
gli ucraini non decidono niente, decide lo zio sam. Che notoriamente se ne fotte degli effetti collaterali
Buongiorno Stefano,
su hispanatv.com ho trovato una notizia originariamente pubblicata su avia-pro.net circa la recente consegna alle Repubbliche Popolari di Donetsk e Lugansk di sistemi di guerra elettronica russi Krasukha per contrastare l’attività dei droni dell’esercito ucraino. Hai avuto modo di approfondire la notizia? E’ confermata?
Qui di seguito i link:
https://www.hispantv.com/noticias/rusia/490923/armas-dron-turco-ucrania
https://avia-pro.net/news/rossiya-peredala-dnr-i-lnr-kompleksy-dlya-unichtozheniya-tureckih-bayraktarov
No non è confermata, quei sistemi sono in dotazione ai Russi, occorre personale specializzato per poterli usare al meglio e solo quando occorre, non di certo prima dell’inizio delle ostilità. Non ho visto foto di questi sistemi a Donetck, non mi sono stati segnalati dai residenti, non ho trovato questa notizia dalle mie fonti solitamente affidabili, l’articolo citato non credo sia affidabile
Grazie!
Vorrei sapere se ha letto l’analisi di Orlov e cosa ne pensa della sua previsione circa la possibilità che in caso di attacco ucraino la Russia faccia evacuare al proprio interno la popolazione russofona (qualche milione di anime) ed interdica all’esercito ucraino l’accesso nelle aree contese senza varcare i propri confini così come previsto dagli accordi di Minsk dei quale è garante…
In questa ottica i mezzi da sbarco ed i grandi movimenti servirebbero a tenere immobilizzata una buona parte dell’esercito ucraino lungo le coste.
L’ho letta Riccardo, sinceramene mi pare sia una cosa fuori dalla realtà
Questa non deve essere considerata una guerra ma estirpazione di un cancro alimentato dalla linfa americana. Spero che il popolo si ribelli da questi nazisti che lo infettano. Dopo questa estirpazione ,tutto ritorni nella concordia e nella convivenza pacifica. Dio ci aiuti a limitare al massimo i morti di questa tragedia, voluta dalle forse del Male.
No non è confermata, quei sistemi sono in dotazione ai Russi, occorre personale specializzato per poterli usare al meglio e solo quando occorre, non di certo prima dell’inizio delle ostilità. Non ho visto foto di questi sistemi a Donetck, non mi sono stati segnalati dai residenti, non ho trovato questa notizia dalle mie fonti solitamente affidabili, l’articolo citato non credo sia affidabile
Stalin nell’estate del 41, pur informato che i tedeschi stavano dislocando su vasta scala lungo i confini Urss truppe di ogni tipo, pensava che il trattato Molotov-Ribentrop lo tenesse al sicuro, ancora per un certo tempo, considerando che sul fronte occidentale la Germania era in guerra e non potesse aprire un fronte molto esteso perchè era dovuta intervenire anche in Grecia per salvare le chiappe al Benito emiliano.
Ebbene, Stalin era un pollo crudele ma pur sempre un pollo perché i Trattati le élite occidentali ne fanno carta straccia quando trovano il contraente in posizione di presunta crisi o difficoltà.
Putin è più istruito di quanto lo fosse Stalin e questo conta moltissimo.
Delkl resto anche nella Storia i grandi comandanti era istruiti e non capi popolo(vedi Giulio Cesare e Napoleone,sebbene quest’ultimo non lo fosse abbastanza visto che ci ha perso l’impero in modo azzardato dopo averlo costruito sui cadaveri di centinai di migliaia di soldati francesi.)
Se la Russia dovrà muoversi per reazione ,che comunque sarà denunciata dai media occidentali come aggressione, si può presumere lo farà su due linee: una sul fronte della linea contatto in simbiosi con i difensori del Donbass e sull’altra linea bloccherà la fuga delle élite di Kiev che dovranno imboscarsi in bunker per non essere catturate.
E se invece lo scopo occidentale fosse quello di far venire allo scoperto l’esercito russo? Oppure quello di “appioppare” alla Russia 30/40 milioni di Ucraini affamati? Chi se li prenderebbe milioni di loro, per di più col risentimento che coverebbero? Io sinceramente fossi in Putin mi assicurerei:
a) un contatto via mare per la Transnistria, nonché via di fuga per i Russi di Odessa (20% della popolazione);
b) uno spostamento del confine più a ovest (gli oblast completi di Luhansk e Donetsk, e forse Charkiv) che danno circa 100 km di profondità strategica alla strozzatura tra Ucraina e Kazakhstan;
c) il canale che garantisce l’acqua del Dniepr alla Crimea assetata.
Poi magari qualche bomba assortita ai palazzi del potere di Kiev, giusto per far capire chi comanda.
Un caro saluto a tutti.
Sto seguendo il discorso di Putin all’Assemblea Federale… è un discorso che entrerà nella Storia, e che qualifica nobilmente la Russia, i Russi, la loro classe dirigente. Una società giovane che da appena 20 anni si proietta con fiducia nella modernità e nella civile convivenza con le altre Nazioni.
Ieri leggevo su Izvestia un articolo sulla sorprendente diminuzione della disoccupazione…
qui un estratto dell’articolo…
“”…Ora, al 20 aprile, questo numero è di 1,63 milioni di persone, che è quasi 300mila in meno un mese prima e più di 2 milioni di persone in meno rispetto a settembre dello scorso anno”, ha detto il ministero del Lavoro.
Il dipartimento ha richiamato l’attenzione sul fatto che la stabilizzazione del mercato del lavoro “sta diventando un trend stabile”. In particolare, come sottolineato in sede di Ministero del Lavoro, il miglioramento della situazione è influenzato dalla politica di mantenimento dell’attività economica e occupazionale.
All’inizio del mese, è stato notato che il numero di cittadini disoccupati registrati nel paese è sceso da 1,9 milioni a 1,755 milioni. Anche il ministro del lavoro e della protezione sociale Anton Kotyakov ha annunciato dinamiche positive nel risolvere la situazione della disoccupazione in Russia.
Inoltre, il 15 aprile, si è saputo che il governo russo stanzierà più di 22 miliardi di rubli per un programma per preservare i posti di lavoro. Il programma si chiama “FOT 2.0″ ed è stato lanciato nel giugno dello scorso anno.
Mi auguro che la Redazione possa proporlo in traduzione nei prox giorni…”-
E con le sanzioni!
Qui da noi i governi, non sto adesso a polemizzare su questa o quella o quell’altra maggioranza, ma proprio sul modello italiano di organizzazione dello Stato in casate e caste aristocratiche autoperpetuantesi, sembrano più che altro fabbriche e fabbricanti di maccheroni. L’assoluto nulla, prima di tutto etico.
Scusate l’OT.
La mia opinione è che il Donbass è solo la miccia… la vera guerra si farà a nord e…. a est/sud della Russia. L’obbiettivo militare è acquisire il “diritto” alla invasione del territorio Siberiano. Tutti danno per scontato che la Cina è partner della Russia, ma lo è molto di più degli USA (economicamente) e le banche occidentali (che dal 2007 hanno spostato enormi quantità di investimenti sulla Cina). Per cui Donbass apre la guerra, ma il fronte si apre e cominciano i balzi di unioni/scissioni/tradimenti tra paesi più o meno rilevanti (oggi). Vedi la Georgia, l’Armenia… poca cosa oggi, ma in caso di guerra… ah beh le cose cambiano. Per cui mi aspetto un ridimensionamento della Russia (perderà siberia) e un tradimento della Cina che si allargherà in Siberia concedendo lo sfruttamento delle risorse minerarie alle società USA (come gia successo nel mondo Arabo anni fa con quelli che chiamiamo sceicchi ma in fondo sono soci USA). La Turchia chiuderà il Bosforo intrappolando le navi russe nel mar nero e chiudendo lo spazio aereo. Iran & Co. sono falsi alleati, saranno alla fine neutrali per quieto vivere. Putin è la spalla di tutto ciò, la sua storia traccia una strada, quella della distruzione della grande Russia, non del suo potenziamento… ricordatevi il suo vice che divento presidente della Gazprom, salvo morire prima del tempo. Alla fine ci saranno gli Stati Uniti d’Europa, e il nostro paese sarà diviso in federazioni, come la Spagna… ci saranno governi centrali e finalmente politica unica per tutti. Io vedo le cose in modo diverso… ma una cosa è certa, la storia si scrive con il sangue… attendo questa guerra anni… non sarà un reset, ma un ribaltone… come nel 1945… alla fine dell’800… e via via ogni 70/80 anni accade. Buona Fortuna a tutti, la lista delle città da colpire è già stata decisa…
Ho letto con attenzione l’articolo e seguito con altrettanta attenzioni i video.
L’ipotesi è quella dello scoppio del conflitto nel brevissimo termine, se ho ben compreso, forse fra oggi (sabato 24) e lunedì prossimo (il 26).
Di mezzo c’è la dichiarazione di Mosca che le manovre russe sono finite e che le truppe che hanno partecipato alle manovre saranno progressivamente ritirate nei prossimi giorni.
Poi, c’è la proposta fatta da Putin a Zelens’kyj per un incontro “vis-à-vis”, addirittura concedendogli di scegliere il momento per lui più adatto …
Devo dire che sono confuso, non facendo parte dei servizi segreti e non potendo disporre di notizie di “prima mano”.
Sono confuso anche per altri motivi, ovviamente, perché non sappiamo se l’élite finanz-globalista-giudaica Usa e occidentale persegue obbiettivi limitati o purtroppo ampi, fino alla guerra aperta, soffiando sul fuoco in Ukraina.
1) Si è trattato e si tratta di “saggiare” le difese e la determinazione russa a rispondere, nel caso di invasione ukraina delle libere Repubbliche della Novorossia?
2) Il ”vulnus” è impedire la realizzazione del North Stream 2, per la quale manca poco, mantenendo Germania e Europa occidentale sotto stretto controllo Usa e Nato, anche da un punto di vista energetico?(In tal caso sarebbe una guerra dei gasdotti/oleodotti mascherata).
3) C’è la volontà elitista di arrivare alla guerra aperta con la Russia, che per Biden, fin dal suo insediamento alla presidenza, oggi è il “nemico numero uno”? (Passaggio fondamentale per la realizzazione del cosiddetto Great Reset, anche a costo di ridurre in macerie una parte dell’Europa …).
Ribadisco che sono confuso e incerto, perché gli obbiettivi elitisti nella crisi ukraina non sono chiari.
Cari saluti