Una “tempesta perfetta di aggressione russa durante i prossimi mesi invernali” è quasi inevitabile. Guardatela sui vostri schermi mentre vi congelate per bene.

Come per la NATO “cerebralmente morta” (copyright Emmanuel Macron), nessuno ha mai perso delle fortune scommettendo sull’incompetenza, la meschinità e la codardia dei “leader” politici di tutta l’atlantista Unione Europea.

Ci sono due ragioni principali dell’ultimo stratagemma burocratese della Germania per sospendere la certificazione del gasdotto Nord Stream 2:

  • Ritorsione, direttamente contro Russia e Bielorussia, “colpevoli” del vergognoso dramma dei rifugiati al confine bielorusso-polacco.
  • Campagna politica dei Verdi tedeschi.

Un dirigente europeo di alto livello del settore energetico mi ha detto: “Questo è un gioco in cui la Germania non ha una mano vincente. Gazprom è molto professionale, ma immagina se Gazprom decidesse di rallentare deliberatamente la sua fornitura di gas naturale. Potrebbe decuplicare il prezzo, facendo collassare tutta l’Europa. La Russia ha la Cina ma la Germania non ha un piano d’emergenza fattibile”.

Questo si ricollega ad una proposta che da due anni sta aspettando l’approvazione su una scrivania fondamentale di Mosca, come ho riferito all’epoca: un’offerta di 700 miliardi di dollari da parte di una rispettabile società energetica occidentale perché la Russia dirotti la sua esportazione di petrolio e gas verso la Cina e altri clienti asiatici, lontano dall’Unione Europea.

Questa proposta è stata in realtà la ragione principale per cui Berlino ha reagito con risolutezza alla spinta degli Stati Uniti per fermare il Nord Stream 2. Eppure, il supplizio non si ferma mai. La Russia ora deve affrontare un ostacolo ulteriore: una carbon tax della UE sulle esportazioni di acciaio, cemento ed elettricità. Che potrebbe benissimo essere estesa al petrolio e al gas naturale.

Ogni essere umano senziente nell’Unione Europea sa che il Nord Stream 2 è il percorso più facile per abbassare il prezzo del gas naturale in tutta Europa, e non la cieca scommessa neoliberista della UE di comprare a breve termine nel mercato spot.

“Congeleranno”

Sembra che la Bundesnetzagentur, l’ente tedesco di regolamentazione dell’energia, si sia svegliata da un sonno profondo solo per scoprire che la società svizzera Nord Stream 2 AG non soddisfa le condizioni di “gestore di trasmissione indipendente”, e potrebbe essere certificata solo se fosse “legalmente organizzata secondo la legge tedesca”.

Il fatto che né la Germania né la compagnia svizzera ne fossero a conoscenza durante le lunghe, precedenti e sempre turbolente fasi, è molto difficile da credere. Quindi, sembra che ora la Nord Stream 2 AG debba costituire una filiale secondo il diritto tedesco solo per il tratto tedesco del gasdotto.

Allo stato attutale, la società non è “nella posizione” di commentare i dettagli e soprattutto i “tempi di inizio dell’operatività del gasdotto”.

La Nord Stream 2 AG dovrà trasferire capitale e personale in questa nuova filiale, che dovrà poi ripresentare di nuovo un set completo di documentazione per la certificazione.

Traduzione: in Europa non ci sarà il gas del Nord Stream 2 durante il prossimo inverno, e il gasdotto, nella migliore delle ipotesi, potrà cominciare a funzionare solo a metà del 2022.

E questo si ricollega certamente alla prospettiva della campagna politica: gli enti regolatori stanno di fatto aspettando che si componga la nuova coalizione di governo tedesca, compresi i neoliberisti Verdi, che sono visceralmente anti-Nord Stream e anti-Russia.

Il dirigente europeo del settore energetico è stato chiarissimo su uno scenario piuttosto possibile: “Se ora la Germania non ottiene il petrolio e il gas naturale via terra, non può contare su piani di riserva, dato che quest’inverno non c’è sufficiente quantità di gas naturale liquefatto o petrolio da destinare al rifornimento dell’Unione Europea. Congeleranno. Gran parte della loro economia sarà costretta a chiudere. La disoccupazione arriverà alle stelle. Ci vogliono quattro anni per allestire la capacità di LNG [gas naturale liquefatto] per il gas naturale, ma chi lo allestirà per loro?”.

La Germania ha zero margine di manovra per dettare condizioni a Gazprom e alla Russia. Il gas che Gazprom non venderà al nord Europa sarà venduto all’Europa occidentale e meridionale attraverso lo Turkish Stream, ma soprattutto sarà venduto ai clienti asiatici, che non fanno ricatti e pagano molto meglio degli Europei.

Se per una sbagliata decisione politica venisse per caso bloccato il Nord Stream 2, è anche chiaro che le multe da pagare a Gazprom da parte del consorzio europeo che ha implorato la costruzione del gasdotto potrebbero superare i 200 miliardi di euro. Il consorzio è formato da Engie, Shell, Uniper, Wintershall Dea e OMV.

E’ in questo contesto che l’offerta sul tavolo di Mosca diventa ancor di più di una svolta. La sfacciata raccomandazione al Cremlino (con i finanziamenti già in atto) è che le risorse naturali della Russia, tra cui petrolio e gas naturale, dovrebbero essere reindirizzate alla Cina, come parte della partnership strategica Russia-Cina.

Secondo la proposta, la Russia non ha bisogno di fare scambi commerciali con l’Unione Europea, poiché la Cina è molto più avanti in gran parte delle tecnologie avanzate. Il che sicuramente dà a Mosca un vantaggio in qualsiasi negoziato con qualsiasi governo tedesco. Parlandone con il dirigente europeo del settore energetico, il suo commento conciso è stato: “Dubito che vogliano suicidarsi”.

 

E’ tutta colpa di Putin

Sarebbe troppo aspettarsi dai politici tedeschi ed europei la lungimiranza del governo della Serbia, che sta prendendo in considerazione di importare 3 miliardi di metri cubi di gas naturale russo all’anno, per 10 anni. E’ noto che da anni Gazprom spiega gli aspetti pratici, affidabili e attenti ai costi dei contratti a lungo termine.

Commentando la crisi dei migranti al confine bielorusso-polacco, il Ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov ha osservato come “la Polonia si comporti in modo scandaloso, mentre la leadership di Bruxelles applica un doppio standard talmente evidente che non può non capire che si stanno mettendo in imbarazzo”.

Il caso del Nord Stream 2 aggiunge altri elementi all’auto-imbarazzo della UE, dato che riguarda il benessere della popolazione che già vive nella Fortezza Europa. Lascia che si congelino, appunto… oppure paghino una vera fortuna il gas naturale che dovrebbe essere disponibile senza problemi.

Come sappiamo tutti, Germania, Nord Stream 2, Ucraina e Bielorussia sono tutti elementi correlati tra di loro. E secondo un pazzo ucraino che trae profitto dalla Piattaforma atlantista [in inglese], è tutta colpa di Putin, colpevole di fare una guerra ibrida all’Unione Europea.

Toccherà alla “risolutezza di Polonia e Lituania contrastare la minaccia del Cremlino”. Il format ideale in questo caso dovrebbe essere il Triangolo di Lublino, che unisce Polonia e Lituania all’Ucraina. Questi sono i tratti della nuova Cortina di Ferro, eretta dagli Atlantisti, che va dal Baltico al Mar Nero, per “isolare” la Russia. Com’era prevedibile, gli Atlantisti Tedeschi sono una parte fondamentale del pacchetto.

Certo, per avere successo, questi attori dovrebbero “anche cercare di trovare un maggior impegno da parte di Stati Uniti e Gran Bretagna”, in cui ogni manovra sia di completamento “al ruolo della NATO come massimo garante della pace nella regione”.

E poi? Ecco, mortali della UE: una “tempesta perfetta di aggressione russa durante i prossimi mesi invernali” è quasi inevitabile. Guardatela sui vostri schermi mentre vi congelate per bene.

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Articolo di Pepe Escopar pubblicato su Strategic Culture il 17 novembre 2021
Traduzione in italiano a cura di Elvia Politi per Saker Italia.

[I commenti in questo formato sono del traduttore]


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