Né la NATO né la Russia ci stanno dicendo cosa è veramente accaduto al Moskva, la leggendaria nave ammiraglia della Flotta del Mar Nero.
La NATO perché, in teoria, lo sa. Mosca, da parte sua, ha chiarito che non dirà niente finché non sarà sicura di ciò che è successo.
Una cosa è certa: se il Ministero della Difesa russo trovasse che la colpa è della NATO, scatenerà tutti i diavoli dell’inferno sulla NATO, in un modo “asimmetrico, letale e rapido”.
Sulla posizione del Moskva: era vicino ad una delle tre piattaforme di trivellazione usate per monitorare un intero settore del Mar Nero con idrofoni e radar NEVA-BS, quella più a ovest, BK-2 Odessa, approssimativamente a 66 chilometri a nordest dell’Isola del Serpente. L’intero affare era integrato nei sistemi di monitoraggio regionale. Tutto era monitorato, navi, bersagli volanti a bassa quota, piccoli eco, perfino la testa di un ignaro nuotatore.
Perciò c’era una piccola possibilità che una qualsiasi cosa, per non parlare dei missili subsonici Neptune o dei droni Bayraktar, potesse filtrare attraverso questa rete aerea.
Allora, cosa potrebbe essere successo?
Potrebbe essere stato un qualche tipo di drone sottomarino, rilasciato da un furtivo sottomarino o una squadra SBS [in italiano], arrivata dalla costa ad occidente, con una fermata all’Isola dei Serpenti. Poi quel drone è riuscito a perforare in qualche modo la chiglia del Moskva da sotto, introdursi dentro e esplodervi la sua testata.
Ciò che segue proviene da una fonte ad alto livello di Bruxelles, seria, degna di fiducia, provata da quasi due decenni. Eppure potrebbe diffondere solo disinformazione. O potrebbe tirarsela. O potrebbe avermi dato un’informazione solida come la roccia.
Prima di cominciare, puntualizziamo che è difficile credere al punto di vista della favola Neptune/Bayraktar. Dopotutto, come abbiamo visto, la flotta russa aveva impostato un livello multidimensionale di sorveglianza/difesa in direzione di Odessa.
Il Moskva era al largo di Odessa, più vicino alla Romania. Un anno fa, afferma la fonte, lì era stato installato un nuovo localizzatore a matrice in fasi [in italiano], il cui raggio di visualizzazione raggiunge i 500 chilometri. Secondo la narrativa standard ucraina, il Moskva è stato colpito prima da un drone che ha distrutto i radar e le antenne. A quel punto il Moskva era mezzo cieco.
Poi, sempre secondo la narrativa ucraina, furono lanciati dalla spiaggia due missili cruise Neptune, alla cui guida c’era l’Orion della NATO che incombeva sulla Romania. I missili si concentrarono sulla nave con i sensori di guida spenti, in modo da non farne rilevare la radiazione emessa.
Allora, abbiamo la guida da parte di un Orion della NATO, che trasmetteva le coordinate esatte e che ha condotto ai due colpi e alla successiva detonazione delle munizioni (questa è la parte ammessa dal Ministero della Difesa russo).
Un colpo strategico
Il Moskva era in missione di combattimento 100-120 chilometri al largo di Odessa e controllava lo spazio nel raggio di 250-300 chilometri. Così, in effetti, copriva la metà meridionale della Moldavia, lo spazio da Izmail a Odessa, e parti della Romania (incluso il porto di Constanta).
Il suo posizionamento non avrebbe potuto essere più strategico. Il Moskva interferiva con i trasferimenti segreti di aeromobili (elicotteri e aerei da combattimento) della NATO dalla Romania all’Ucraina. Era controllato 24 ore al giorno, per 7 giorni alla settimana. La ricognizione aerea della NATO non lo perdeva di vista un istante.
Come “killer” del Moskva, la NATO potrebbe non aver scelto il Neptune, come diffuso dalla propaganda ucraina; la fonte suggerisce i NSM PKR [in italiano] di 5° generazione (missili da attacco navale, con una portata di 185 chilometri, sviluppati dalla Norvegia e dagli americani).
Lui descrive i NSM come “capaci di raggiungere il bersaglio lungo una rotta programmata grazie all’INS regolato dal GPS, trovare indipendentemente il bersaglio volando ad un’altezza di 3-5 metri. Quando raggiungono il bersaglio, i NSM manovrano ed emettono interferenze elettroniche. Un sensore termico molto sensibile è utilizzato per colpire il bersaglio, e permette di determinare indipendentemente le posizioni più vulnerabili della nave obbiettivo”.
Come conseguenza diretta dell’eliminazione del Moskva, la NATO è riuscita a riattivare il corridoio aereo per il trasferimento di aeromobili ai campi d’aviazione nelle regioni di Chernivtsi, Transcarpazia e Ivano-Frankivsk.
In parallelo, dopo la distruzione del Moskva, la Flotta del Mar Nero, secondo la fonte, “non sembra avere più una nave equipaggiata con un sistema missilistico antiaereo a lungo raggio”. Naturalmente, rimane in piedi in Crimea il sistema Sky-M a tre bande radar, capace di tracciare tutti i bersagli aerei fino a 600 chilometri. C’è da chiedersi se questo è sufficiente per tutti gli scopi dei russi.
Allora, con cosa abbiamo a che fare qui? Fantasia o realtà? C’era un solo modo per scoprirlo.
Qui vi passo le informazioni dell’inestimabile Andrei Martyanov, che conosceva il Moskva come “Slava nel 1981, quando era alla fonda nella Baia Nord di Sebastopoli e fu impartita una dettagliata introduzione su di esso alla mia classe che era alla prima estate di pratica a bordo del vecchio incrociatore Dzerzhinsky. Quindi era un vecchio signore, ed è un peccato che abbia finito la sua lunga vita in questo modo e in questo momento”.
Martyanov, ancora una volta, da esperto professionista qual è, mette in risalto che, a questo punto, nessuno sa cosa sia veramente successo. Ma indica alcuni punti cruciali: “Per i NSM (se accettiamo questa versione), anche con la loro bassa osservabilità e la guida col GPS e nelle condizioni normali (cioè mare fino a forza 5-6) e la normale permeabilità radio, perfino il vecchio radar da fregata del Moskva avrebbe visto quei missili a distanza di decine di chilometri, sicuramente fra 15 e 20. I NSM, come qualsiasi missile antinave della NATO, sono subsonici, con una velocità di circa 300 metri al secondo. Ciò, anche a distanza di 15 chilometri, lascia 45 secondi per rilevarli e sviluppare una soluzione di fuoco per qualsiasi complesso di difesa aerea fosse in servizio in quel momento. Un tempo di reazione più che sufficiente”.
Martyanov sottolinea anche “è impossibile nascondere l’impatto esterno di un missile antinave, si saprebbe subito cos’ha colpito la nave. Inoltre, per colpire e affondare un bersaglio come il Moskva, ci vuole una salva di missili e non solo un paio, almeno 3-4. In tal caso, la Russia saprebbe chi ha attaccato il Moskva. La NATO lo sa? Io direi di sì, su questo evento c’è scritto NATO da tutte le parti, non è un sabotaggio interno pur non potendolo completamente escludere in questo momento. Sono sicuro che se Nebo fosse stato in servizio, avrebbe visto la salva di missili”.
Il che ci porta all’inevitabile fattore decisivo: “Se la NATO fosse coinvolta, sono sicuro che si vedrà qualche rappresaglia; dopotutto, l’ho ripetuto tante volte, le basi statunitensi in Medioriente e da altre parti non sono altro che obbiettivi, grassi e prestigiosi”.
Allora state pronti: qualcosa di letalmente “asimmetrico” potrebbe esser sul punto di saltar fuori.
*****
Articolo di Pepe Escobar pubblicato su The Saker il 25 aprile 2022
Traduzione in italiano di Fabio_san per SakerItalia
[le note in questo formato sono del traduttore]
__________
La redazione di SakerItalia ribadisce il suo impegno nella lotta anti-mainstream e la sua volontà di animare il dibattito storico e politico. Questa che leggerete è l’opinione dell’autore; se desiderate rivolgere domande o critiche purtroppo questo è il posto sbagliato per formularle. L’autore è raggiungibile sul link dell’originale presente in calce.
L’opinione dell’autore non è necessariamente la nostra. Tuttavia qualsiasi commento indecente che non riguardi l’articolo ma l’autore, sarà moderato, come dalle regole in vigore su questo sito.
Sono persuaso che Escobar abbia interpretato bene l’accaduto. Da parte mia non ho creduto nemmeno per un attimo che in quella nave non ci fosse un sistema di sicurezza antincendio.
L’affondamento è stato programmato ed eseguito quando l’attenzione dei belligeranti era focalizzata sulla battaglia per l’impianto siderurgico Azov.
Questo colpaccio avrà certamente catturato l’attenzione dei servizi di sicurezza interni ed esterni e ci dobbiamo attendere una grossa preda nel campo Nato.
Intanto non dimentichiamoci dei sepolti Nato nei sotterranei dell’acciaieria , perché ogni giorno che passa saranno sempre più casi di suicidio-omicidio e di malattie che vinceranno il fanatismo.
I russi, qualora catturassero vivi gli Ufficiali e scienziati biologici Nato, potrebbero anche dire che non c’erano o non li hanno trovati ;poi li porteranno dove la Nato non potrà più cercarli e li faranno pentire di essere stati parte attiva dei crimini compiuti in concorso con gli ucraini nazisti.
25/4/22
Buongiorno.
Mmmm …., a mio parere la spiegazione più semplice è anche la più probabile.
Entrando nel campo delle supposizioni (non ho letto articoli tecnici sul tipo di ricerca terminale del missile Neptune, ma immagio sia a ricerca radar attiva e probabilmente sensori termici o magnetici con rotta di attacco e dispositivi di interferenza alle contromisure) presumo che sia stata evitata la fase di ricerca ed illuminazione del bersaglio (sia perchè è la fase di maggiore esposizione sia perchè è oltre l’orizzonte) e le coordinate del bersaglio e le correzioni di rotta siano state fornite da un designatore in volo (difficilmente il Bayraktar, molto più facilmente gli inattaccabili droni o aerei di sorveglianza globale Nato hanno alimentato il datalink ucraino). Una volta sul bersaglio, grazie anche a possibii azioni di disturbo radar, il missile ha fatto il resto. Non credo che il Neptune, aggiornamento recentissimo di un missile russo da cui deriva, sia inferiore al suo omologo norvegese. Sono missili che volano molto bassi sul livello del mare e sono difficilmente rilevabili (e di più penso in caso di onde formate) e risultano percepibili solo nella fase finale di attacco. Probabilmente il livello di allerta e contromisure sulla Mockba (e sulle altre navi, anche occidentali) non era(è) adeguato.
Commentavo tempo addietro con un ufficiale di marina su come l’attuale naviglio militare sia estremamente vulnerabile e poco resiliente ai colpi a segno, a differenza di quello p.e. durante la wwII; allora la questione verteva sugli scontri delle Malvinas ma non è che le cose siano di molto cambiate (missili ipersonici a parte). Una allerta a 30 sec. dall’impatto magari non è sufficiente per la meccanica dei sistemi di puntamento a valle della catena decisoria.
Sempre con riferimento alle battaglie delle Malvinas (per la allora modernità delle difese navali) ricordo la difficoltà (e la follia dei piloti argentini) nell’intercettare col tiro rapido radarcontrollato gli A4 con bombe a caduta libera mentre gli exocet (missile di ben altra generazione e profilo di attacco) andavano facilmente a segno.
Molto interessante è piuttosto la cosiderazione strategica sulla adesso assente funzione di controllo e soppressione del traffico aereo tra Romania e Ukraina che ora hanno un canale di ingresso quasi sicuro (altro motivo che fa pensare ad una azione coordinata dalla NATO) per i loro traffici. Palesemente (almeno per me) i Russi non sembrano preparati a questi confronti a (relativamente bassa) intensità e (relativamente) asimmetrici ed accettano il modus belligerandi impostato dall’avversario (usa).
Un saluto.
Scusate amici ma l’esplosione mel deposito della RAF in UK.. Per cui è stato detto che si è trattato di una fabbrica di fuochi di artificio (che non sta dove c’è stata l’esplosione) è ESATTAMENTE quell’evento asimmetrico di cui si parlava.
Giusto?
O crediamo davvero che siano esplosi i fuochi di artificio che non esistono.
Voi cosa pensate?
Va tanto di moda parlare di “attacco asimmetrico” ma personalmente, per vendicare la distruzione del Moskva, preferirei il vecchio, stantio attacco “simmetrico” a qualche nave nato da parte dei russi! Altro che esplosione di qualche deposito raf di cui nessuno sa niente! una bella nave nato che affonda nessuno dovrebbe negarcela e nessuno potrebbe negarla!
Si cerca da entrambe le parti di evitare la guerra totale. Quindi selfrestraint e sangue freddo. Chiaro che nel medio periodo ci sarà la contromossa.
la nato in ucraina c’è già dentro fino al collo … soldi, armi, uomini, intelligence, navi affondate, attacchi in territorio russo…cos’altro manca? che sbarchino sulle coste di Odessa oppure passino il confine con la polonia ? stanno già pensando anche a questo! Mi dispiace ma non condivido per niente la strategia al rallentatore adottata dai russi e che sta permettendo ai nazisti ucraini di riorganizzarsi e addirittura, in più di un caso, di passare al contrattacco colpendo con elicotteri o con sabotaggi anche sul territorio russo! I russi avevano minacciato di reagire attaccando i centri decisionali ucronazi…dove sono questi attacchi se non è stata attaccata neppure la sede del governo ucronazi e tantomeno il loro pseudo parlamento?
Penso che non ci sara’ nessuna risposta russa simmetrica, in questi anni hanno incassato colpi terribili che in altri tempi avrebbero trascinato automaticamente qualsiasi nazione in guerra, come le guerre cecene, l’uccisione dell’ambasciatore in Turchia, l’abbattimento dell’aereo civile in Egitto, o quello col coro dell’armata russa (strano come facilmente cadano gli aerei delle nazioni che pestano i piedi agli Usa) e molti altri dei quali non ci vuole molto a capire chi e’ il mandante. In Siria ma anche piu’ apertamente in Ucraina gli Usa non si nascondono piu’ e la politica dei russi di non lasciarsi trascinare in uno scontro diretto diventa sempre piu’ difficile da applicare ma continuano su questa linea consapevoli che come detto dallo stesso Putin non potrebbero reggere uno scontro convenzionale con la Nato ma solo uno nucleare in cui non ci sarebbero ne’ vincitori ne’ sopravvissuti. La mancata risposta pero’ porta ad alzare di volta in volta il livello di provocazione da parte Usa probabilmente convinti del fatto che a russia non usera’ mai le armi nucleari e che i contraccolpi interni per le mancate risposte alla lunga faranno cadere Putin. Chissa’ se la sicurezza degli Usa e dei suoi alleati sarebbe rimasta tale se i russi avessero invece aspettato l’attacco ucraino alla Crimea ed un secondo dopo avessero lasciato partire una salva di ordigni nucleari tattici sulle truppe attaccanti, sono convinto che avrebbe riportato in modo brusco alla realta’ anche le menti non brillanti della classe politica occidentale e salvato molti soldati russi. Queste “guerre” a bassa intensita’ hanno poco senso, occorre colpire dure e stabile coi fatti quali siano le linee rosse, i trattati e le dichiarazione non contano nulla.
Mentre noi ci facciamo distrarre dalla Fiera della propaganda USA/UE, in Ucraina e in Russia, i cinesi stanno giocando una difficilissima partita a poker con gli USA.
Da settimane ,forse mesi, i cinesi stanno tenendo sotto scacco tutta la linea di logistica delle merci in arrivo in Cina dall’Occidente che deve attendere le Navi della logistica , al largo in mare aperto in attesa di entrare nei porti cinesi.
Si tratta delle stesse navi che devono rientrare negli USA non solo per il carico delle merci USA e dell’Occidente che ha relazioni mercantili ,da inviare in Cina.
La conseguenza è che la Cina afferma ,per intanto, che i nuovi casi di Covid e suoi emuli si siano riattivati e che quindi sono necessari i blocchi che non sono altro che una guerra economica non dichiarata provocata dagli uSA con l apolitica delle provocazioni nel mar Giallo e nei dintorni della zona degli Stretti.
Intanto in USA le imprese che avevano prodotto merci per la Cina e non riescono a farle partire in mancanza delle navi che non rientrano, devono sospendere la produzione che significa ridurre la domanda al Mercato di materie prime e semilavorati (beni intermedi),e licenziamento della forza lavoro ,con un effetto cumulativo ,che implica una diminuzione del PIL e, nel contempo un aumento dei prezzi (inflazione)per la rarefazione dei beni che arrivano sul mercato.Quindi una riduzione dell’offerta rispetto alla domanda di lavoro e di beni.
Parte dunque la rincorsa delle imprese ,che rimangono sul mercato, al recupero del mancato guadagno scaricando sui prezzi l’incremento dell’inflazione.
Nel contempo gli USA cercano di metterci una pezza spingendo una politica estera punitiva verso l’eurasia (Europa e Russia) per ridurre le importazioni ed aumentare le esportazioni soprattutto sui prodotti energetici e prodotti d’impiego sul teatro bellico, che intanto avevano preparato in Europa ,fin dal 2014,ai confini con la Russia.
Il Conflitti ucraino viene stimolato ad ingrandirsi perché l’apparato industriale e delle biotecnologie possa recuperare la caduta del PIL e la diminuzione del valore del dollaro nei mercati orientali ( esportazione di capitale finanziario e capitale autonomo( quest’ultimo per impieghi produttivi).
Morale della favola :non ci sarà alcuna vera iniziativa alla Pace ,sia per motivi interni, sia per quelli esterni ,sia in Russia ,sia in Europa ,sia in USA.
La Cina ,intanto si sta riorganizzando il sistema economico per soddisfare la “domanda interna” a compenso di quella estera in diminuzione che è in ostaggio agli USA con il regime delle sanzioni, applicato per generare conseguenze geopolitiche favorevoli all’Occidente ma non all’Oriente come vediamo al presente e vedremo nel prossimo futuro che già incombe.
29/4/22