Pubblichiamo solo ora l’analisi di fine anno del Saker.
E’ interessante leggere cosa ne pensava il Saker pochi giorni fa, e come l’analisi sia stata superata dagli eventi in continua evoluzione.
Saker Italia
Spesso la fine dell’anno è un periodo di calma relativa, con le varie parti impegnate in un conflitto che si prendono un attimo di riposo, anche se non dichiarano pubblicamente nulla del genere (ci sono, ovviamente, delle eccezioni a questa regola generale, come per esempio durante l’invasione sovietica dell’Afghanistan nel 1979). Quest’anno, Sia i Russi che gli Americani hanno chiuso l’anno con una sorta di clou, su cui daremo uno sguardo.
Un’altra regola generale dice che “il comportamento passato è il miglior indicatore del comportamento futuro” e questo si è rivelato essere particolarmente vero in entrambi i casi: i Russi hanno fatto più di quello che hanno fatto durante l’intero anno, così come gli Americani. In particolare:
- In Iraq lo zio Shmuel ha deciso di bombardare cinque basi del gruppo Kata’ib Hizbullah in rappresaglia di un attacco alla base americana K1 in Iraq
- Il ministro della difesa Shoigu ha annunciato che il primo reggimento equipaggiato con i missili balistici intercontinentali Avangard [in inglese] è pienamente operativo e in stato di allerta
Esaminiamo le implicazioni e le conseguenze di questi due eventi.
Gli attacchi aerei americani alle unità Kata’ib Hizbullah in Iraq
Primo, solo per chiarire, Kata’ib Hizbullah non ha nulla a che vedere con Hezbollah in Libano. La parola “Hezbollah/Hizbullah” significa semplicemente “partito di Dio” e Kata’ib Hizbullah significa semplicemente “brigate del partito di Dio”. Sì, entrambi i gruppi hanno nomi simili e sono entrambi sciiti. Kata’ib Hizbullah probabilmente ha come obiettivo quello di diventare la versione irachena di Hezbollah ma, sebbene abbiano una bandiera simile, Kata’ib Hizbullah non è né una derivazione né una creazione di Hezbollah. Kata’ib Hizbullah è stata create come una risposta diretta all’invasione americana dell’Iraq (mentre Hezbollah in Libano è stata una reazione all’invasione israeliana del Libano).
Detto questo, non ho alcun dubbio che le azioni americane in Medio Oriente, e soprattutto la totale e degradante sottomissione degli Stati Uniti a Israele (e quando dico “sottomissione”, sono davvero gentile), hanno contribuito molto ad agevolare alleanze e cooperazione tra tutte le fazioni sciite del Medio Oriente. Il miglior esempio di questa collaborazione è il sostegno ricevuto dagli Huthi yemeniti da parte dell’Iran (ma “sostegno” non è la stessa cosa di “per procura” e l’Iran non ha avuto nulla a che fare con i devastanti contro-attacchi degli Huthi all’Arabia Saudita).
Non entrerò nei dettagli dei recenti attacchi, soprattutto visto che l’autore che si firma di “b” su Moon of Alabama ha già fatto un ottimo lavoro di analisi su questo [in inglese]. Quello che farò è semplicemente suggerire una risposta alla domanda retorica che “b” pone alla fine della sua analisi: “gli attacchi di ieri sono la garanzia che tutte le truppe americane dovranno lasciare l’Iraq, e che quindi perderanno anche le loro linee di rifornimento in Siria. Ci si chiede se fosse quello il vero obiettivo di quegli attacchi”.
La mia opinione personale è che il “rasoio di Occam” e gli eventi passati dovrebbero suggerire che la spiegazione più diretta è quella più plausibile rispetto a qualsiasi tipo di strategia da “scacchi 5D”.
Inoltre, lontano dal suggerire che questa ultima espressione di odio della popolazione irachena per lo Zio Shmuel possa portare ad un suo ritiro, noi già vediamo accadere l’esatto opposto: non solo gli Stati Uniti hanno annunciato che manderanno in Iraq ulteriori 750 soldati [in inglese] ma hanno annunciato anche che altri 4.000 potrebbero essere inviati nella regione [in inglese], per la gioia immensa dei loro signori israeliani che non vedono l’ora che gli Stati Uniti attacchino l’Iran (che bello che “l’unica democrazia in Medio Oriente” faccia sempre il tifo per quanta più violenza e guerra possibili).
Questo vi sembra una preparazione per il ritiro?
Infine, c’è anche Donald il Grande con le suo solite banali e vuote minacce, come in questo tweet:
…l’Iran sarà ritenuto pienamente responsabile per le vite perse e per i danni causati a ciascuna delle nostre strutture. Pagheranno proprio un GRANDE PREZZO! Questo non è un avvertimento ma una minaccia. Buon anno!
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) tweet del 31 dicembre 2019 [in inglese]
E, come era prevedibile, il leader supremo iraniano l’Ayatollah Ali Khamenei ha risposto prontamente:
Se la Repubblica Islamica sceglie la sfida e il combattimento, lo farà in modo inequivocabile. Non cerchiamo il conflitto ma difendiamo fermamente gli interessi, la dignità e la gloria della nazione iraniana. Se qualcuno li minaccia, senza esitazione lo affronteremo e lo colpiremo.
— Khamenei.ir (@khamenei_ir). Tweet del 1 gennaio 2020 [in inglese]
e
Quel tipo ha twittato che considera l’Iran responsabile degli eventi di Baghdad e che risponderanno all’Iran.
Primo: non potete fare nulla
Secondo: se usaste la logica – e non lo fate – capireste che i vostri crimini in Iraq e in Afghanistan…hanno fatto in modo che le nazioni vi odino. https://t.co/hMGOEDwHuY
— Khamenei.ir (@khamenei_ir) Tweet del 1 gennaio 2020 [in inglese]
Sicuramente non sembra che qualcuno a Teheran stia prendendo seriamente Trump, o gli Stati Uniti.
E, francamente, perché dovrebbero?
Come ha correttamente sottolineato l’Ayatollah Ali Khamenei, non c’è molto che gli Stati Uniti possano fare riguardo a ciò che sta succedendo in tutto il Medio Oriente, tranne, ovviamente, cominciare una guerra che gli Stati Uniti perderebbero decisamente (malgrado le illusioni di invincibilità ispirate da Hollywood).
Io sono convinto che lo Stato Profondo americano non abbia alcuna intenzione di lasciare l’Iraq (o la Siria, se è per questo). Inoltre, lungi da essere un attacco la giustificazione per un ritiro, questo attacco aveva lo scopo di costringere gli Iracheni a sottomettersi e ad accettare il comportamento illegale e criminale da parte degli Stati Uniti nel proprio paese. Detta semplicemente, Pompeo & Co. hanno fatto ciò che lo Zio Shmuel fa sempre quando non sa cosa fare: hanno deciso in maniera approssimativa di usare la forza bruta con lo scopo di terrorizzare fino alla sottomissione i loro avversari.
Potreste obiettare che tale strategia non ha funzionato da decenni e avreste ragione. Ma qui sta il bello: più l’impero anglo-sionista appare debole, più l’Impero sente che dovrebbe ripristinare la sua presunta abilità a terrorizzare raddoppiandola, ancora e ancora. Questo blocco mentale si chiama in francese “la fuite en avant”, che può essere tradotta con “fuga in avanti”, cioè quello che si fa quando tutto quello che puoi fare è ciò che ti ha procurato guai seri, in primo luogo perché:
- Non ha funzionato nel passato
- Non hai la capacità intellettuale per immaginare alcun altro approccio
- Perché tu credi sinceramente che la violenza risolva sempre tutti i problemi (come dicono i Tedeschi “Wenn es mit Gewalt nicht geht, dann geht es mit mehr Gewalt” [Se non puoi farlo con la violenza, puoi farlo con più violenza]
Chi ha familiarità con la dialettica hegeliana vedrà immediatamente cosa sta succedendo: l’Impero si sta distruggendo dall’interno, come risultato delle sue contraddizioni interne e della sua incapacità di evolversi a un più alto livello di funzionamento. Tale connaturata corrosività interna all’Impero non richiede un nemico esterno, si autodistrugge per sua stessa natura.
Ci sono voci in merito al fatto che Trump voglia sbarazzarsi di Pompeo, ma io non gli do credito. Supponendo in primo luogo che tali voci siano vere, sono collegate ai recenti attacchi aerei o sono un’espressione della relativa benevolenza di Trump? Di nuovo, ne dubito. Trump sta già incolpando l’Iran per il fatto che l’ambasciata americana in Iran è stata attaccata da una grande folla di Iracheni che odiano gli Stati Uniti [in inglese].
Infine, e solo altrettanto patologicamente disfunzionale, c’è il fatto che l’unica “soluzione” che i leader dell’Impero possono concepire per l’attuale crisi, è inviare ancora più soldati per rinforzare l’enorme complesso dell’ambasciata di Baghdad. Ovviamente, lo Zio Shmuel non può neanche lontanamente immaginare una strategia che non si basi esclusivamente sulla violenza.
Questo dimostra chiaramente che l’espressione “la pazzia è ripetere la stessa cosa in continuazione sperando in risultati diversi” si applica ancora perfettamente ai governanti degli Stati Uniti.
Ora vediamo come la Russia ha chiuso l’anno.
La Russia schiera gli Avangard (e altro)
Ricordate come dopo il famoso discorso di Putin, i cosiddetti “specialisti della Russia” dichiararono che tutte queste armi non esistevano e che erano solo delle animazioni al computer?
Bene, ora probabilmente la più esotica e “incredibile” arma menzionata da Putin (l’Avangard) è pienamente funzionante e operativa [in inglese]. I Russi sono arrivati persino a mostrare quest’arma agli ispettori americani [in inglese]. Eppure, rimane una piccola minoranza che non crede al “battage russo”, malgrado un tutt’altro che ambiguo rapporto del GAO [in inglese] [U.S. Government Accountability Office, sezione investigativa del Congresso degli Stati Uniti d’America dedita all’auditing e alla valutazione] dichiari chiaramente che “non esistono contro-misure” per le armi supersoniche, e che ammetterebbe l’esistenza di queste armi solo se fosse polverizzata dalle stesse. Ma che cosa significano queste armi russe (specialmente per il Kinzhal a velocità Mach 10+ e l’Avangard a velocità Mach 27+ [in inglese]) per tutti noi?
Da una parte, sono notizie molto buone, perché sono l’ennesimo segnale che la Russia ora è completamente preparata per una guerra, inclusa una guerra nucleare totale. Per dirla diversamente, tutte le speranze che gli Stati Uniti avevano merito sullo sviluppo di un sistema di difesa anti-missilistica (ABM) che potesse fermare un contro-attacco russo (a seguito di un attacco americano) sono ora svanite. Le nuove armi russe hanno reso obsoleta non solo la flotta di portaerei americane ma anche i piani americani di difesa anti-missilistica. Così, in teoria, questa nuova realtà dovrebbe essere un deterrente anche per i personaggi più folli di Pentagono, CIA, NSA e Casa Bianca.
Dall’altra, comunque, non sono buone notizie perché ora gli Americani hanno una base di fatto per dichiarare che si sentono minacciati. Perché? A causa della difficile questione della stabilità del primo colpo.
Posso dichiarare categoricamente che la Russia non comincerà mai deliberatamente una guerra, soprattutto non contro gli Stati Uniti (i Russi comprendono che la Russia non potrebbe mai salvarsi da un contro-attacco americano, anche se fatto dalla relativamente vecchia triade nucleare americana), ma questa non è una ipotesi che possono fare coloro che pianificano le forze al Pentagono. Detta semplicemente, la combinazione Avangard + Burevestnik (missile da crociera a raggio infinito con propulsione nucleare) potrebbe sembrare piuttosto destabilizzante dal punto di vista di ciò che viene chiamata “stabilità del primo colpo” [in inglese] (per un approfondimento dettagliato, vedere qui [in inglese]). Per il momento, solamente un reggimento con missili balistici intercontinentali è stato equipaggiato con i vettori Avangard, mentre il Burevestnik è ancora nelle ultime fasi di test. Ma sappiamo anche che nel prossimo futuro altri tre reggimenti riceveranno gli Avangard, mentre i test e la valutazione del Burevestnik sono quasi completati (malgrado il possibile recente incidente). Una volta pronto, questo missile sarà schierato in grande quantità. Proprio ora chi pianifica la difesa americana dovrebbe supporre che entrambi i sistemi saranno schierati in un numero sufficiente per influenzare la stabilità del primo colpo tra Russia e Stati Uniti.
La soluzione? Elaborare un nuovo trattato sulle armi strategiche tra i due paesi. Purtroppo, a questo punto, i leader americani non mostrano alcun interesse per un trattato di questo tipo. Ancora peggio, tra poco scadrà il Nuovo Trattato Start [in inglese].
Io immagino che, nella demenziale cultura politica degli Stati Uniti, ogni tipo di trattato con la Russia sia un “segno di debolezza” e quindi “non patriottico”. Tuttavia, la stabilità del primo colpo è una di quelle cose che, insieme alla collaborazione nello spazio, è evidentemente a beneficio di entrambe le nazioni (per non parlare del resto del pianeta) e, quindi, quasi ogni limitazione/riduzione delle armi strategiche sarebbe fortemente auspicabile (unica eccezione a questa regola sarebbe una drastica riduzione del numero dei vettori di testate, anche da entrambi i lati, che potrebbe minacciare anche la stabilità del primo colpo; leggere qui per approfondimenti [in inglese]).
Infine, la Russia ha chiuso l’anno con il lancio del Novosibirsk, il nuovissimo lanciamissili di classe Yasen-M. Questa classe di sottomarini, probabilmente la più moderna del mondo, può operare come sottomarino sia per attacco nucleare che missilistico: ha otto tubi siluro, oltre a dieci silos di lancio di missili verticali, che possono lanciare ogni tipo di missile, tra cui quelli ipersonici. Ma la cosa che sorprende di più è che ha solo 64 membri di equipaggio, il che suggerisce un livello di automazione senza precedenti (il più recente sottomarino classe Virginia ha un equipaggio di 184 persone). La classe Yasem-M è davvero un sottomarino formidabile e ora la grande domanda è: quanti ne riuscirà a costruire la Russia? Probabilmente non abbastanza per soddisfare adeguatamente coloro che pianificano le forze in Russia, ma abbastanza probabilmente per causare di nuovo una gran mal di testa alla Marina americana.
Quello che è fondamentale da capire ora è se l’Avangard, la classe Yasen-M e tutti gli altri sistemi di armi che la Russia ha implementato (gli Avangard, Zirkon, Bastion, Sarmat, Pereswet, Burevestnik, Poseidon, ecc. sono solo quelli di cui si parla sui media occidentali ma in realtà ce ne sono molti di più) sono solo la punta di un iceberg molto più grande: negli ultimi cinque anni circa la Russia si è preparata per una guerra totale proprio per cercare di dissuadere gli Stati Uniti da fare qualcosa di “totalmente ” stupido, letteralmente. Sarà sufficiente per scioccare i leader dell’Impero anglo-sionista con le loro illusioni di grandeur e invincibilità?
Onestamente non lo so. Lo spero. Ma, francamente, non ne sono sicuro. Ascoltando gente come Trump, Pompeo, Bolton e il resto di questi ignoranti e auto-illusi buffoni, per non parlare dei media ufficiali in lingua inglese, non mi sento molto rassicurato, per dirla con un eufemismo. Preghiamo che gli attuali decision-maker dello stato profondo possano ancora distinguere tra propaganda del benessere per le masse e la vera realtà esterna.
Conclusione: due diametralmente opposti approcci alla sicurezza
Trump è bloccato in una posizione in cui lui non ha altra scelta che continuare a minacciare chiunque. Questo tipo di aggressione maniacale verso l’intero pianeta è ciò che passa per “stile presidenziale” nell’attuale opinione politica americana. Questo, almeno, non è colpa di Trump, ed è cominciato tutto molto tempo fa (ricordate Dukakis che girava in un carrarmato M-1 [in inglese] e Dubya [George W.Bush] che atterrava su una portaerei [in inglese] con sullo sfondo “missione compiuta”?). Non che io voglia comunque scusare Trump: nessun leader adulto di una superpotenza mondiale dovrebbe minimamente pensare di fare tali idiote ma comunque pericolosissime minacce a qualsiasi paese sovrano, senza fare caso se è una superpotenza nucleare. Ma siamo onesti ora: ogni singolo presidente americano, a partire da Clinton e i suoi successori, è stato un qualche tipo di buffone, e Trump non è probabilmente il peggiore di loro. Come ho detto molte volte, a questo punto il problema non è l’uomo (o la donna) alla Casa Bianca ma l’intero sistema che è disfunzionale e non riformabile in maniera terminale.
L’anno 2020 sarà dominato dai (francamente infidi) tentativi dei Democratici di sovvertire la Costituzione americana e rovesciare Trump. Come molti altri, ho predetto che questo avrà un effetto boomerang sull’aspetto collettivo dei Democratici e causerà una vittoria schiacciante per Trump (il Partito Democratico non è riformabile proprio come il sistema politico americano). Esternamente, Trump continuerà probabilmente a minacciare simultaneamente Unione Europea, Russia, Cina, Iran, Siria, Corea del Nord, Yemen, Libano, Venezuela, Messico, Turchia ecc. e l’intera comunità musulmana in tutto il mondo (tenete presente le seguenti statistiche [in inglese]: ci sono circa 2 miliardi di musulmani là fuori e sono la maggioranza della popolazione in 49 Stati nel mondo). Gli Stati Uniti sono convinti, fondamentalmente, che possono contemporaneamente minacciare, sanzionare e altrimenti costringere (o anche attaccare) gran parte dei paesi del pianeta, e predominare. Chiamarla illusione è un eufemismo.
Per la Russia, il 2020 sarà un importante anno di transizione. Il miglior esempio è l’accordo sul gas raggiunto con l’Unione Europea e l’Ucraina: la Russia ha accettato alcune richieste ucraine solamente per dimostrare sostegno all’UE, che ora sta lentamente mostrando segni di reale insofferenza per il flusso senza fine di minacce e richieste che arrivano da oltre Atlantico. Si potrebbe dire che la Russia ha accettato delle concessioni tattiche per garantire un obiettivo strategico.
I Tedeschi e i Francesi, in particolare, sembravano aver finalmente (!) capito di non aver guadagnato nulla ma perso molto nella loro sudditanza agli Stati Unit. Il piano russo è piuttosto semplice, davvero: mostrare all’UE che la Russia ha forza più che sufficiente per schiacciare qualsiasi forza di attacco americana, NATO ed europea, mentre, allo stesso tempo, suggerisce che la Russia è più che disposta a collaborare e addirittura a fare compromessi, per stabilire delle relazioni normali e civili con l’Europa. Detto questo, la Russia accetterà solo compromessi relativamente piccoli, semplicemente perché le sue reali priorità, politiche ed economiche, non sono più a Ovest ma a Sud, Nord, Est e, specialmente, in Cina [rapido promemoria: le principali esportazioni della Russia sono petrolio grezzo (96,6 miliardi di dollari), petrolio raffinato (58,4 miliardi di dollari), gas (19,8 miliardi di dollari), mattonelle di lignite (16,1 miliardi di dollari) e grano (7,93 miliardi di dollari); le principali destinazioni dell’export [in inglese] della Russia sono Cina (39,1 miliardi di dollari), Paesi Bassi (27,7 miliardi di dollari), Germania (19,9 miliardi di dollari), Bielorussia (18.5 miliardi di dollari) e gli Stati Uniti (15,4 miliardi di dollari)]. Sì, l’Unione Europea è ancora importante per la Russia ma non più una principale priorità.
Come possiamo riassumere tutto questo?
Bene, parafrasando una famosa frase del ministro degli esteri Lavrov, potremmo dire che:
- Il piano degli Stati Uniti è trasformare gli alleati in amici, gli amici in partner, i partner in neutrali e i neutrali in nemici, invece
- Il piano della Russia è trasformare i nemici in neutrali, i neutrali in partner, i partner in amici e gli amici in alleati.
Lascio decidere a voi quale di questi due piani è praticabile e quale non lo è.
Vi auguro tutto il meglio per il 2020, e soprattutto pace.
Il Saker
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Articolo del Saker pubblicato su The Saker il 2 gennaio
Traduzione in italiano a cura di Elvia Politi per Saker Italia.
[I commenti in questo formato sono del traduttore]
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