Appoggiare l’Iran per esacerbare le tensioni tra Iraniani e Sauditi e pilotare al rialzo il prezzo del petrolio.

Una settimana fa abbiamo spiegato che la teoria della cospirazione, – che coinvolge virtualmente ogni zona geopoliticamente calda, dall’Arabia Saudita, alla Russia, agli Stati Uniti, al Qatar, alla Siria, all’ISIS, e all’Ucraina, è diventata realtà quando la nostra ipotesi di settembre, cioè che la caduta del petrolio fosse una mossa ad effetto tra gli Stati Uniti e i Sauditi (anche Kerry si rese conto –speriamo- che significava una recessione per gli stati produttori di petrolio degli Stati Uniti ed il collasso della loro unica industria dinamica dell’ultima decade, il fracking), che cercava di rimuovere il sostegno russo al governo Siriano e facilitare il passaggio di un oleodotto del Qatar su territorio siriano.

Questo è quello che NYT [New York Times, NdT] scrisse: “l’Arabia Saudita ha tentato di far pressione sul presidente della Russia Vladimir V. Putin affinché abbandoni il sostegno al presidente siriano Bashar al-Assad, utilizzando il dominio del mercato globale del petrolio nel momento in cui il governo russo si sta riprendendo dagli effetti del crollo del prezzo del petrolio.”

Il NYT aggiunse:

Secondo funzionari americani e sauditi, nei mesi scorsi Arabia Saudita e Russia hanno avuto numerose discussioni  che non hanno ancora prodotto passi avanti. Non è chiaro come i funzionari Sauditi abbiano espressamente legato il problema del petrolio alla Siria, durante i colloqui, ma i funzionari Sauditi dicono –e lo hanno detto agli Stati Uniti – che pensavano di avere qualche influenza su Mr. Putin per la capacità di ridurre la fornitura di petrolio e forse far salire i prezzi.

Questo è il quo. Per il quid è come avevamo previsto:

Ogni indebolimento del sostegno russo verso Assad potrebbe essere uno dei primi segnali che i recenti disordini nel mercato del petrolio stanno avendo un impatto sul modo di governare globale. Funzionari sauditi hanno dichiarato pubblicamente che il prezzo del petrolio riflette solo la legge della domanda e offerta, ed hanno insistito che l’Arabia Saudita non lascierà guidare la dua agenda economica dalla geopolitica. Ma  credono che potrebbero esserci benefici diplomatici collaterali alle attuali strategie del Paese di mantenere bassi i prezzi del petrolio, tra i quali la possibilità di negoziare l’uscita di Assad.

“La Russia è stata uno dei più decisi sostenitori del Presidente siriano, vendendo per anni equipaggiamento militare al governo, per rinforzare le forze di Assad nella battaglia contro i gruppi ribelli, incluso lo Stato Islamico, e fornendo qualsiasi cosa, dalle parti di ricambio al carburante speciale, all’addestramento di cecchini, alla manutenzione di elicotteri”

Per rassicurare tutti, il presidente della Commissione Internazionale della Duma di Stato, Alexei Pushkov, ha prontamente rigettato tutte le affermazioni del NYT, scrivendo sul suo account Twitter:

“Non ci sono state negoziazioni con i Sauditi per diminuire la produzione del petrolio in cambio del rifiuto di Mosca di sostenere Assad. E’ una bufala.”

…ma questo c’era da aspettarselo – dopo tutto non è che le due potenze siano in rapporti amichevoli, e in più la fuga di informazioni del NYT serviva ad allontanare la capacità di influenza della Russia. Quel che è certo, comunque, è che a Putin non importa affatto del suo “amico” Assad, ma ci tiene molto affinché Gazprom conservi il suo quasi-monopolistico dominio come fornitore periferico di ultima istanza, che dà alla Russia una leva sull’Europa che conta, come la stampasoldi BCE, se non di più: il denaro distribuito da Draghi raggiunge solo l’1% della popolazione: il calore di Gazprom arriva a tutti.

Comunque, la chiave della suddetta catena è che mentre i Sauditi (ed il Qatar) stavano orchestrando gli eventi del Medio Oriente, – utilizzando gli Stati Uniti come capro espiatorio, coloro che avevano formato l’ISIS, nell’ultimo anno, o gli stessi ribelli jiadisti anti-Assad che gli stessi USA hanno armato attivamente fino al 2013, gli USA hanno aperto il secondo fronte nella guerra per il dominio dell’energia europea, coinvolgendo l’Ucraina.

Non è un segreto che la catena degli eventi che sono accaduti a Kiev nell’ultimo anno, partendo dal colpo di stato al presidente Yanukovich e la precedente violenza di “Euromaidan” erano, per la maggior parte, orchestrate dagli Stati Uniti, come l’infame registrazione “Fuck the EU” ha rivelato.

Casualmente, “l’Europa si fotta” è quello che il Dipartimento di Stato degli USA ha realmente fatto, poiché la successiva catena degli eventi, incluse le sanzioni economiche e le pressioni diplomatiche sulla Russia da parte della Casa Bianca, ha avuto l’effetto opposto, portando ad una caduta degli scambi commerciali europei con la Russia, e sono stati direttamente responsabili delle terza profonda recessione europea del 2014.

Bene, ha aiutato un gruppo di persone: l’0.1% che beneficia dal conseguente inizio del QE europeo [Quantitative Easing, modalità di stampa di moneta da parte della BCE, NdT], il cui catalizzatore altro non era che “l’isolamento” occidentale della Russia.

Tuttavia, mentre fino ad ora la mossa dell’Ucraina si è ritorta contro l’occidente – non completamente: dopo tutto, uno o più compratori occidentali sono risuciti ad acquisire le dozzine di tonnellate di oro dell’Ucraina a prezzo di saldo, o ancor più basso prezzo – la scalata dei Sauditi, che sta per portare uno o più livelli di recessione nelle regioni produttrici di petrolio degli USA e, quindi, ad un maggior deterioramento economico a livello nazionale – era certamente diretta a colpire Putin molto più di ogni irrilevante sviluppo coinvolgente l’Ucraina (com’è successo con la ora ex-Crimea grazie alla brillante strategia di Victoria Nuland).

Detto questo, mentre Putin potrebbe ridere dell’impotenza di Obama nel creare qualsiasi effetto sulla scena estera, ed è generalmente inconsapevole di quello che fa quell’anatra zoppa di Presidente degli Stati Uniti, lo stesso non può dirsi per l’Arabia Saudita, la quale è chiaramente coinvolta nella guerra per procura che ora si allarga a più continenti e molti Paesi, ed il cui fine ultimo è quello tradizionale: l’energia.

E poiché è una guerra per procura, come hanno dimostrato gli USA quando hanno coinvolto l’Ucraina in quella che è realmente la lotta sulla futura dipendenza energetica dell’Europa (sia esso il Qatar o la Russia), la Russia ha tutti i diritti di considerare come rispondere ad ogni ulteriore escalation in Ucraina. Usando il metodo “guerra per procura”.

Questo è il perché siamo stati alquanto scioccati nel leggere ciò che ha scritto il Moscow Times in un articolo di oggi, nel quale si dice che “l’aiuto militare USA all’Ucraina potrebbe essere visto da Mosca come una dichiarazione di guerra ed innescare una esclation globale del conflitto separatista ucraino”, ha detto un analista della difesa russo. Con i ribelli nell’est dell’ucraina sostenuti dalla Russia, che conquistano nuovi territori all’esercito ucraino, voci a Washington chiedono che siano date armi difensive ed equipaggiamenti – incluse quelli letali – per tenere la linea.”

Ma se questi aiuti venissero forniti, “la Russia potrebbe, ragionevolmente, considerare gli USA direttamente coinvolti nel conflitto” ha detto Eugeny Buzhinsky, un esperto militare del centro PIR di Mosca.

Questa non è la parte scioccante: infatti, è stata largamente anticipata da lungo tempo. Lo è, comunque, la seguente, desolata ammissione che alla prossima escalation di ritorsione, voleranno scintille. Letteralmente:

“Analisti russi della Difesa, interpellati dal Moscow Times, hanno detto all’unanimità che il trasferimento di armi da parte degli USA all’Ucraina potrebbe essere interpretato come una dichiarazione di guerra di prossimità contro la Russia e inevitabilmente porterebbe ad una escalation del conflitto.

“Diventerebbe un occhio per occhio” ha dichiarato Maxim Shepovalenko, un analista del CAST, Centro per le Analisi della Strategia e Tecnologia, di Mosca.

Ha detto “Mosca non si siederà tranquillamente ad aspettare e vedere cosa succede, contrattaccherà”.

Per quale obiettivo? Bene, si potrebbe dire che lo hanno visto venire da un lontano deserto:

Il contrattacco russo potrebbe portare il conflitto molto al di fuori dell’Ucraina, secondo la fonte del consiglio consultivo del Ministro della Difesa.

Puntando su un possibile percorso di rappresaglia asimmetrica, la fonte ha detto che Mosca potrebbe dare seguito alla lungamente attesa richiesta cinese di tecnologie sofisticate di difesa, che dovrebbero aiutarla nello sviluppo di armi ad alta tecnologia capaci di recare seri danni alla forze navali degli USA nel Pacifico asiatico. Mosca ha fino ad oggi declinato le richieste della Cina su “richieste politicamente corrette”

La battuta finale:

“Questo è solo un esempio. Possiamo anche incoraggiare l’Iran, o anche appoggiare l’Iran in una lotta – un’operazione militare – contro l’Arabia Saudita, così il prezzo del petrolio andrà alle stelle” ha detto la fonte, spiegando che queste erano solo due possibili risposte.

Semplice ed elegante: se gli USA fanno qualsiasi cosa per allontanare l’attenzione dal conflitto in corso per il controllo della Siria appoggiando una guerra civile di prossimità in Ucraina solamente per cogliere di sorpresa Mosca, una guerra civile che l’Ucraina e l’Occidente sono, ora, pericolosamente vicini a perdere, la Russia ricambierà, ma non a Kiev – che è irrilevante.

Lo farà dove il dolore per l’Occidente sarà più grande: in Arabia Saudita, il posto che è veramente la ground zero di tutto le pene russe degli ultimi 6 mesi, da quando il petrolio ha iniziato a crollare da $100, ed ha continuato seguendo il memorabile collasso dell’OPEC nel Giorno del Ringraziamento del 2014, quando l’Arabia Saudita, unilateralmente, decise di frantumare il prezzo del petrolio indefinitamente, a meno che Putin non fosse arrivato strisciando e supplicando per uno stop alle fornitura del petrolio saudita, in cambio della testa di Assad su un piatto d’argento.

Bene, questo potrebbe accadere…o se gli USA armano l’Ucraina, la Russia potrebbe fare qualsiasi cosa in suo potere per portare la guerra di prossimità lontano dall’Ucraina e direttamente nel vespaio della stessa Casa Saudita.

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Traduzione a cura di Stan per Sakeritalia.it

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