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Michael Hudson

Il martedì 8 dicembre 2015, Gerry Rice, il capo portavoce del FMI, ha diffuso una nota che diceva:

“Il comitato esecutivo del FMI si è riunito oggi e si è trovato  d’accordo a cambiare la regola attuale di non tolleranza degli arretrati verso i creditori ufficiali. Provvederemo nei prossimi giorni a fornire dettagli sull’ambito e sulla ragione di questo cambio.”

Dal 1947, anno in cui iniziò effettivamente le sue operazioni, la Banca Mondiale ha agito come una branca del Dipartimento della Difesa statunitense, dal suo primo grande presidente John J. McCloy per continuare con Robert McNamara fino a Robert Zoellick ed il neo-conservatore Paul Wolfowitz. Fin dall’inizio, ha promosso le esportazioni statunitensi, specialmente quelle agricole, indirizzando le nazioni del Terzo Mondo verso le colture in piantagioni piuttosto che sfamare la propria gente, destinata ad importare cereali statunitensi.
Ma si è sentita obbligata a presentare la promozione delle esportazioni statunitensi e il suo sostegno dell’area del dollaro con una retorica internazionalistica, come se ciò che è bene per gli Stati Uniti fosse anche bene per il resto del mondo.

Ora il FMI è stato risucchiato nell’orbita della Guerra Fredda statunitense. Martedì ha preso la decisione radicale di smantellare la condizione che ha permesso, nell’ultimo mezzo secolo, di integrare il sistema finanziario globale. In passato, è stato in grado di organizzare pacchetti di salvataggio per i governi, ottenendo la partecipazione di altre nazioni creditrici, principalmente Stati Uniti, Germania e Giappone. La leva usata per convincere i creditori è stata quella per cui se una nazione è in ritardo nei pagamenti verso un altro governo, essa non è qualificata per un prestito da parte del FMI, e perciò neanche per pacchetti che coinvolgono altri governi.

Questo è stato il metodo con cui ha lavorato per mezzo secolo il sistema globale finanziario basato sul dollaro.

Ma martedì, il FMI si è unito alla Nuova Guerra Fredda. Ha prestato soldi all’Ucraina nonostante le proprie regole impedissero di prestare a nazioni senza chiare possibilità di ripianare i debiti, la cosiddetta regola “Nessun’altra Argentina” del 2001. Quando, in primavera, il capo del FMI Christine Lagarde fece l’ultimo prestito all’Ucraina, espresse la speranza che ci sarebbe stata la pace. Ma il Presidente Poroshenko annunciò immediatamente che avrebbe usato i proventi per intensificare la guerra civile contro la popolazione di lingua russa dell’est, nel Donbass.

Questa è la regione verso cui andavano la maggior parte delle esportazioni, soprattutto verso la Russia. Questo mercato è ora perduto per il prossimo futuro. Può diventare una pausa duratura, perché il Paese è governato da quella giunta spalleggiata dagli Stati Uniti che è stata messa al potere dal colpo di Stato fascista dell’inverno 2014. L’Ucraina si è rifiutata di rimborsare non soltanto i titolari privati delle sue obbligazioni, ma anche il Governo Russo.

Ciò avrebbe dovuto squalificare l’Ucraina dal ricevere ulteriore aiuto da parte del FMI. Rifiutarsi di finanziare la belligeranza ucraina nella Nuova Guerra Fredda contro la Russia sarebbe stato un passo importante per forzare la pace, oltre ad obbligare a fare pulizia della corruzione endemica.

Invece, il FMI sostiene la politica ucraina, la sua cleptocrazia, e Settore Destro, che ha guidato i recenti attacchi che hanno portato all’isolamento elettrico della Crimea. L’unica condizione su cui il FMI continua ad insistere è l’austerità. La valuta ucraina, la hryvnia, quest’anno si è svalutata di un terzo, le pensioni sono state diminuite, soprattutto per effetto dell’inflazione, e la corruzione continua imperterrita.

Nonostante ciò, il FMI ha annunciato l’intenzione di estendere nuovi prestiti per finanziare la dipendenza dell’Ucraina e le ricompense agli oligarchi che controllano il Parlamento e i dipartimenti della giustizia, i quali bloccano ogni reale pulizia della corruzione.

Per più di sei mesi, fra i consiglieri del Tesoro statunitense e i guerrieri della Guerra Fredda, c’è stato un dibattito semi pubblico su come congelare i 3 miliardi di dollari dovuti dall’Ucraina al Fondo Sovrano della Russia. C’erano alcune ipotesi che prevedevano il dichiarare questo un “debito odioso”, ma fu deciso che questa soluzione avrebbe potuto ritorcersi contro le dittature sostenute dagli Stati Uniti.

Alla fine, il FMI ha semplicemente prestato i soldi alla Ucraina.

Nel fare questo, ha annunciato la sua nuova politica: “Faremo rispettare solo i debiti denominati in dollari statunitensi verso gli alleati degli Stati Uniti”. Questo vuol dire che ciò che stava cuocendo lentamente come una Guerra Fredda contro la Russia, si è trasformato adesso in una aperta divisione del mondo fra un Blocco del Dollaro, con i suoi satelliti dell’Euro e delle altre valute pro-americane, ed un Blocco dei BRICS e delle altre nazioni non nell’orbita finanziaria e militare degli Stati Uniti.

Che deve fare la Russia? E per quel che conta, cosa devono fare la Cina e le altre nazioni dei BRICS? Il FMI e i neo-conservatori statunitensi hanno spedito al mondo questo messaggio: “Non dovete onorare i vostri debiti verso nazioni fuori dall’area del dollaro e dei suoi satelliti”.

Perché mai dovrebbero rimanere allora nel FMI oppure nella Banca Mondiale queste nazioni non dollarizzate? La mossa del FMI divide di fatto in due il sistema globale, fra il sistema finanziario dei BRICS e quello neoliberale di Stati Uniti ed Europa.

La Russia deve ritirarsi dal FMI? Devono farlo anche le altre nazioni?

Una risposta simmetrica sarebbe di annunciare, da parte della nuova Banca per lo Sviluppo Asiatico, che le nazioni che si uniscono all’area del rublo-yuan non devono ripagare debiti contratti in dollari statunitensi o in euro.
Questo è dove ci sta conducendo lo strappo del FMI.

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Articolo di Michael Hudson apparso su TheSaker il 9 Dicembre 2015
Traduzione in Italiano a cura di Fabio_San per SakerItalia.it

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