La Russia ha il diritto di ritirarsi dalla WTO [World Trade Organization, Organizzazione Mondiale per il Commercio, NdT], o di non adeguarsi alle sue regole. Tale è la conclusione del gruppo di esperti del Dipartimento di Economia Politica presso la facoltà di economia dell’università Russa Plekhanov. Gli USA e l’UE hanno gravemente violato le norme della WTO, lanciando la “guerra di sanzioni” contro la Russia.

L’adesione alla WTO è costata cara alla Russia. Ha indebolito l’economia del Paese, alla vigilia della seconda ondata di crisi. E l’adesione alla WTO è particolarmente nociva nelle condizioni di una “guerra delle sanzioni.” “E’ inutile cercare di escludere dalla WTO gli Stati Uniti o membri della zona euro del nord – che sono i conduttori di tale organizzazione – ma il rifiuto di rispettarne le norme è un passo opportuno e necessario per il nostro Paese”, dice Ruslan Dzarasov, docente del Dipartimento di Politica Economica. A suo avviso, gli Stati Uniti stanno ponendo condizioni impossibili alla Russia per abolire le sanzioni, come il ritiro dalla Crimea, o l’attuazione degli accordi di Minsk, cose che dipendono unicamente da Kiev e Washington. Pertanto la Federazione Russa è nel suo pieno diritto di proporre che i membri della WTO si rifiutino di rispettarne le norme, in risposta alle violazioni da parte degli Stati Uniti e dell’Unione europea.

Nonostante l’incoraggiamento degli USA, l’UE non ha introdotto nuove sanzioni contro la Russia, durante il mese di febbraio. Angela Merkel è passata da minacce rivolte alla Russia, in febbraio, a sostenere il mantenimento delle presenti sanzioni in marzo. Tuttavia, i rappresentanti tedeschi e quelli di Bruxelles stanno ancora cercando di consolidare l’opinione UE per adottare un nuovo pacchetto di sanzioni contro la Russia, voluto dagli Stati Uniti. Il fatto che le sanzioni contraddicano i principi della WTO è ignorato, – punto che Vladimir Putin ha affrontato già nel mese di novembre 2014. Le sanzioni di ritorsione, effettuate dalla Russia, hanno avuto carattere limitato e non hanno messo in forse, o all’ordine del giorno, la sua adesione alla WTO. Tuttavia, il probabile aggravamento della “guerra delle sanzioni”, nella seconda metà del 2015, potrebbe cambiare la situazione. Rimanere nella WTO diventerà inutile anche per i suoi sostenitori, all’interno della Federazione Russa.

Commento di J.Hawk: Dzarasov ha ragione a sostenere che la WTO è dannosa per la Russia, nel senso che i suoi regolamenti tariffari impediscono alla Russia di ricostruire la sua base manifatturiera. Essere nella WTO ha senso se la Russia si limitasse ad essere un fornitore di risorse naturali per il resto dell’economia mondiale. Questa sarebbe la nicchia riservata alla Russia se si adeguasse o facesse affidamento alla “mano invisibile del mercato”, in linea con il dogma economico neoliberista, ancora dominante in Occidente e che ha i suoi seguaci in Russia. Tuttavia, le sanzioni hanno avuto l’effetto paradossale di indebolire la fazione neoliberista in Russia, e hanno accelerato l’adozione di una strategia di sostituzione delle importazioni con lo scopo di ringiovanire la produzione nazionale russa. L’uscita dalla WTO sarebbe un passo logico in questo processo. Sarebbe anche un duro colpo per tutti i Paesi, o società, che contano sul mercato russo, a meno che la loro produzione non abbia luogo in Russia.

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Articolo apparso originariamente su Rabkor.ru l’11/03/2015

Traduzione in italiano a cura di Voltaire1964 per Sakeritalia.it

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