L’India, sotto il governo dell’estremista nazionalista indù Narendra Modi, è diventata un po’ esagitata nel corso dell’ultimo anno. Il comportamento oltraggioso, illegale, troppo aggressivo e inqualificabile del governo indiano e dell’esercito indiano contro la Repubblica Popolare Cinese durante l’estate del 2017, per quanto riguarda quello che è legittimo territorio cinese, è stato profondamente deludente e disturbante. Gli indiani non avevano alcun diritto di inviare il loro esercito in un modo così aggressivo e ostile a molestare gli ingegneri cinesi in quello che era di diritto territorio cinese, agendo illegalmente e nella maniera più infantile e scalmanata.
Questo si pone tristemente e pateticamente in un più grande ed inquietante schema [in inglese] di comportamenti aggressivi, illegali e ridicoli del governo e del popolo indiano contro la magnifica e speciale Repubblica Popolare Cinese [e anche all’interno del Regno Unito]. Questo è alimentato da nient’altro che la gelosia e l’invidia per l’ascesa della Cina e il ritorno allo status di superpotenza, e dal fatto che la Cina sta facendo benissimo, ed è la superpotenza regionale [e presto un giorno globale] dominante dal punto di vista militare ed economico. È chiaro a tutti gli osservatori intelligenti che il 21° secolo sarà il secolo cinese [in inglese], non il secolo indiano, come alcuni del Bharatiya Janata Party e del Congresso avevano sperato e previsto.
Gli indiani hanno sempre nutrito l’ambizione di essere la superpotenza economica e militare asiatica numero uno, ma sono stati lasciati indietro dal duro lavoro, dallo sforzo continuo, dalla disciplina, dalla filosofia e dall’intelligenza del popolo cinese e, ad essere sinceri, dalla superiorità del modello cinese rispetto al modello indiano [entrambi i link in inglese]. Come spesso accade nella vita – nelle scuole, nelle famiglie, nelle università, nei luoghi di lavoro – quelli che sono invidiosi e gelosi di altri che sono naturalmente dotati e benedetti con certi doni speciali, cercheranno di raggiungerli e mettergli le dita negli occhi, irritarli, destabilizzarli, imbrogliarli, intrappolarli e portarli al loro livello di mediocrità. Ma i cinesi sono troppo dotati, troppo intelligenti e composti, e se non ha funzionato questa volta col Bhutan non funzionerà più.
Cosa divertente, dopo aver fatto marciato il suo esercito fino al Passo del Bhutan, il signor Modi, un nazionalista indù estremamente aggressivo e arretrato, ha dovuto far tornare indietro il suo esercito [in inglese] in un’umiliante discesa quando gli indiani si sono resi conto che non avrebbero ottenuto nulla con il loro comportamento illegale e oltraggiosamente aggressivo. Non è solo in Asia, lungo il confine con la Cina, che gli indiani fanno i capricci, si comportano male e agiscono nel modo più aggressivo possibile. Qui nel Regno Unito ho recentemente scoperto che il governo di Narendra Modi ha ordinato ai cittadini indiani residenti nel Regno Unito che potevano votare in Gran Bretagna [grazie ai loro legami con l’epoca imperialista del Raj britannico o al dubbio e sistema di immigrazione “britannico” fuori controllo] per interferire negli affari politici e costituzionali interni del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord, votando a favore dell’abbandono dell’Unione Europea nel referendum del giugno 2016.
Mi chiedo, perché l’India ha voluto che il Regno Unito lasciasse l’Unione Europea? Dubito seriamente che ci sia un grande desiderio indiano di riunirsi con i loro padroni coloniali prima del 1972. Mi sono sentito indignato anche dal fatto che il governo indiano abbia cercato di interferire nel processo democratico interno dell’Inghilterra, forse influenzando una delle decisioni geopolitiche, sociali, culturali, costituzionali, di sicurezza ed economiche per il futuro del Regno Unito [e dell’Europa] più grandi dai tempi della Seconda Guerra Mondiale, che doveva essere fatta solo dal popolo del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord, senza alcuna influenza della particolare agenda del governo indiano nazionalista Indù di destra del Bharatiya Janata Party.
Forse – piuttosto che impegnarsi in combattimenti illegali con la grande Cina o ordinare ai suoi cittadini residenti nel Regno Unito di votare per lasciare l’UE in un referendum politico/costituzionale interno britannico, o portare fuori dall’Inghilterra redditi di locazione illegali generati nel Regno Unito attraverso proprietà britanniche senza pagare le relative tasse inglesi, per reinvestirli nell’economia indiana, o inviare i cittadini indiani in “pellegrinaggi” nel Tibet cinese per spiare il territorio interno sovrano cinese – il governo indiano di Narendra Modi dovrebbe concentrarsi sul mettere ordine in casa propria, e calmarsi.
Nonostante un certo successo economico, il livello di estrema disuguaglianza e povertà in India [in inglese] è aumentato. Anche il modo in cui vengono trattate le donne in India è francamente disgustoso e barbaro. Ogni quattro secondi in India viene stuprata una donna. Gli stupri di gruppo dilagano, e le autorità fanno poco per bloccarli e portare davanti alla giustizia i criminali che commettono tali barbarie. Recentemente è emerso che una bambina di 10 anni vittima di violenza, la cui autorizzazione ad abortire chiesta dai suoi genitori è stata rifiutata dalla Corte Suprema indiana, ha dato alla luce una bambina nella città dell’India settentrionale di Chandigarh. La ragazza è stata violentata ripetutamente da suo zio per diversi mesi. Il reato è venuto alla luce quando la vittima è stata portata in ospedale per un dolore allo stomaco, e si è scoperto che era incinta di oltre 30 settimane. Il 28 luglio 2017 la Corte Suprema indiana ha respinto un appello dei suoi genitori, emettendo un verdetto che ha costretto la bambina indiana di 10 anni vittima di stupro a dare alla luce il figlio di suo zio. Questo è grottesco, e sarebbe meglio che il governo di Modi smettesse di interferire illegalmente negli affari di altre nazioni più civilizzate, e si concentri invece sulla fare ordine in casa propria. In breve, l’India deve calmarsi e concentrarsi sui propri affari interni.
*****
Articolo di Matthew Jamison pubblicato su Strategic Culture il 23 ottobre 2017.
Traduzione in italiano a cura di Raffaele Ucci per SakerItalia.
[le note in questo formato sono del traduttore]
No comments!
There are no comments yet, but you can be first to comment this article.