I media occidentali vorrebbero farci credere che la Corea del Nord e il suo arsenale nucleare rappresentino la minaccia numero uno al mondo. La sua continua rappresentazione come stato “canaglia” sui media occidentali, gioca il ruolo di un attacco preventivo alla Corea del Nord nell’agenda statunitense.
Ma andiamo dritti al punto. Secondo l’ultima relazione annuale [in inglese] dell’autorevole Istituto Internazionale di Ricerca sulla Pace di Stoccolma (SIPRI), la Corea del Nord possiede un numero stimato di circa 10-20 testate nucleari. Ciò rappresenta una frazione minuscola – circa lo 0,1 per cento – dell’arsenale mondiale di armi nucleari.
Gli Stati Uniti hanno un arsenale nucleare di circa 5.000 armi – oltre 300 volte le dimensioni di quello della Corea del Nord. Gli Stati Uniti insieme alla Russia (anch’essa 5.000 testate) rappresentano il 93 per cento dell’inventario totale mondiale delle armi nucleari.
Ciò che distingue gli Stati Uniti sono i seguenti fatti pertinenti (ma questi fatti sono raramente, se non mai, considerati nella copertura delle notizie sui media occidentali).
Gli Stati Uniti furono il primo paese a sviluppare tali armi di distruzione di massa nel 1945. La Russia, il secondo paese, sviluppò la sua prima bomba atomica quattro anni dopo, nel 1949.
Gli Stati Uniti sono l’unico paese ad aver usato armi nucleari con il lancio di due bombe atomiche sul Giappone – solo tre settimane dopo aver testato con successo l’arma nel deserto del Nuovo Messico il 16 luglio 1945. Gli attacchi al Giappone hanno ucciso almeno 200.000 civili. Le giustificazioni ufficiali statunitensi sulla fine rapida della guerra del Pacifico con il Giappone sono dubbiose e forse irrilevanti se confrontati con la barbarie immorale.
Dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, gli Stati Uniti ci sono impegnati in decine di guerre in decine di paesi, e uno storico autorevole come William Blum, ha stimato l’uccisione di 20 milioni di persone. Dalla fine della Guerra Fredda con l’Unione Sovietica, gli Stati Uniti sono stati in uno stato di guerra permanente negli ultimi due decenni, e hanno effettuato bombardamenti aerei in sette paesi contemporaneamente. Le giustificazioni ufficiali statunitensi per queste guerre sono dubbie se non contestabili.
Il fatto incontestabile è che gli Stati Uniti sono i più grandi violatori della legge internazionale, e che le loro mani sono sporche del sangue di milioni di civili. Viene da chiedersi se il Terzo Reich della Germania nazista sia stato seguito da un Quarto Reich negli Stati Uniti.
Gli Stati Uniti possono non aver impiegato bombe nucleari dopo la distruzione di massa condotta in Giappone nel 1945. Ma nonostante l’odiosa vergogna della loro criminalità unica, i leader americani si riservano continuamente il diritto di minacciare le altre nazioni con l’annientamento nucleare. La frase spesso ripetuta – “tutte le opzioni sono sul tavolo” – è il linguaggio orwelliano usato dagli Stati Uniti per fare riferimento alla prerogativa auto-assegnatisi per l’uso di armi nucleari, codificata nella loro “dottrina del primo colpo”.
Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, invoca normalmente la minaccia velata di annientamento nucleare contro la Corea del Nord. Il suo avvertimento “fuoco e furia come il mondo non ha mai visto prima” è un riferimento agghiacciante. Se da un lato i funzionari più navigati nell’amministrazione Trump hanno cercato di ammorbidire i toni [in inglese] del presidente parlando di possibili passi diplomatici, in altre occasioni anch’essi usano apertamente la minaccia nucleare del “tutte le opzioni sono sul tavolo”.
I provocatori test di missili balistici della Corea del Nord vengono artatamente presentati dai media occidentali totalmente scollegati dal contesto fondamentale in cui gli Stati Uniti minacciano abitualmente Pyongyang con la guerra preventiva.
Sia la Russia che la Cina hanno rimproverato gli Stati Uniti per la loro attuale esibizione di forza militare durante gli annuali “giochi di guerra” nella penisola coreana, e li hanno bollati come destabilizzanti. Ma con arroganza incorreggibile, Washington insiste sul suo diritto a condurre tali manovre “difensive”, e i media occidentali danno fedelmente credito a questa distorsione irrazionale.
La Corea del Nord non è stata in guerra con nessun paese dalla fine della guerra di Corea del 1950-53, quando combatté contro il Sud sostenuto dagli Stati Uniti. Al contrario, gli Stati Uniti hanno continuato a lanciare guerre contro decine di paesi sotto vari pretesti, oltre a conservare una base per la guerra contro la Corea del Nord rifiutando di firmare un trattato di pace. Se questo succede perché Kim Jong-un è un “dittatore”, allora che cosa si potrebbe dire dell’Arabia Saudita?
Quasi 50 anni dopo la firma del Trattato di Non Proliferazione (NPT), che prevede di disarmare gli stati dalle armi nucleari, gli Stati Uniti stanno aggiornando il proprio arsenale nucleare ad un costo di 400 miliardi di dollari nei prossimi 10 anni, o almeno di 1.000 miliardi di dollari per i prossimi 30 anni, secondo il SIPRI già citato in precedenza (questo esborso finanziario farà senza dubbio piacere ai milioni di sopravvissuti all’uragano Harvey).
Dei 193 Stati membri delle Nazioni Unite, solo nove dovrebbero possedere armi nucleari: Stati Uniti, Russia, Cina, Gran Bretagna, Francia, India, Pakistan, Corea del Nord e Israele. Tutti questi stati sono in fase di aggiornamento delle loro scorte nucleari, non di disarmo.
La Russia, essendo una delle principali potenze nucleari insieme agli Stati Uniti, ha una responsabilità importante nel guidare il mondo verso il disarmo nucleare.
Ma c’è una grande differenza tra la Russia e gli Stati Uniti. Le statistiche dimostrano che la Russia non è uno stato guerrafondaio, né un violatore sistematico del diritto internazionale, né che intraprende guerre di aggressione verso altre nazioni. A differenza di Washington, Mosca non ha mai minacciato nessuno con un attacco preventivo nucleare.
Nell’attuale crisi tra gli Stati Uniti e la Corea del Nord, questa settimana il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha ribadito nuovamente che la diplomazia e il dialogo sono l’unica opzione permessa. Lavrov ha agguinto, il giorno dopo che il Presidente degli Stati Uniti Trump ha fatto quel sinistro commento, che “chiacchierare non è una soluzione”.
La funzione dei media occidentali è quella di presentare il mondo in forma favorevole ai governi occidentali. Detta in modo meno delicato, la funzione dei media occidentali è quella di distorcere la visione del mondo in modo da giustificare il comportamento dei governi occidentali e di mistificare le loro flagranti violazioni del diritto internazionale.
Due esempi si possono vedere dal modo in cui gli USA e i loro partner della NATO hanno invaso e distrutto l’Iraq e l’Afghanistan, sotto falsi pretesti. Un altro esempio è il modo in cui gli Stati Uniti e i loro alleati della NATO hanno cercato di distruggere la Siria con una guerra segreta, con il finanziamento di terroristi mercenari, per il cambio di regime.
In tutti i casi, i media occidentali distorcono e ammorbidiscono il comportamento criminale dei loro governi.
La crisi con la Corea del Nord è un altro caso classico in cui i media occidentali distorcono la realtà, e astutamente invertono il problema.
I fatti oggettivi mostrano chiaramente che la più grande minaccia per la sicurezza mondiale – forse anche per la sopravvivenza mondiale – è quella degli Stati Uniti con la loro storia di guerra e di prevaricazione sistematica del diritto internazionale.
Per ogni testata nucleare di cui la Corea del Nord è sospettata di essere in possesso, gli Stati Uniti ne dispongono circa 333, ognuna di esse più distruttiva di quelle che caddero su Hiroshima e Nagasaki.
Gli Stati Uniti, in modo unilaterale, continuano ad arrogarsi il diritto di lanciare bombe nucleari sui civili. Gli Stati Uniti stanno tenendo massicce manovre militari sul confine della Corea del Nord, e non il contrario. Essi rifiutano ogni trattativa per il disarmo reciproco.
Solo in un mondo profondamente orwelliano di persone col cervello lavato, quello presentato dai media occidentali, la Corea del Nord potrebbe essere considerata “la minaccia”.
Questa non è solo una visione così distorta del mondo che rende più probabile una guerra catastrofica, ma ostacola anche l’opzione moralmente razionale di una soluzione diplomatica e pacifica.
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Articolo di Finian Cunningham apparso su Sputnik News il 1° settembre 2017
Traduzione in italiano di Hajduk per SakerItalia
[le note in questo formato sono del traduttore]
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