Primo, gli stupidi boriosi
Trump e la Haley sono ancora lì. Vogliono spingere la Cina a intervenire contro la Corea del Nord con la minaccia di “occuparsene personalmente” se la Cina si rifiuta di assecondarli. La Haley ha dichiarato [in inglese] che “Per essere chiari, la Cina può fare di più, (…) e noi le stiamo facendo più pressione che possiamo. L’ultima volta che hanno completamente interrotto la fornitura di petrolio, la Corea del Nord si è seduta al tavolo delle trattative. Quindi noi abbiamo detto alla Cina che devono fare di più. Se non lo fanno, ce ne occuperemo personalmente e cominceremo a definire le sanzioni secondarie”.
Per prima cosa, ricollochiamo questa scena in un asilo e ripetiamola.
Il bambino A discute con il bambino B. Il bambino A minaccia di picchiare il bambino B. Poi il bambino B dice al bambino A di andare a farsi fottere. Il bambino A non fa nulla ma continua a fare minacce. Il bambino B continua a ridere. Allora al bambino A viene in mente un piano geniale: minaccia il bambino C (che è molto ma molto più grande del bambino B e pure molto ma molto più forte) dicendogli “se non convinci il bambino B a fare quello che io gli chiedo, lo faccio io personalmente!”. Tutto il cortile scoppia in una risata isterica.
Domanda: come valuteresti l’intelligenza del bambino A?
Tutto questo sarebbe divertente se fosse una commedia. Ma tutto questo in realtà è una lenta ma costante progressione verso la guerra. Ciò che forse rende ancora peggiore tutto questo è l’ossessione dei media per il raggio d’azione dei missili coreani e per la loro capacità di raggiungere Guam o addirittura gli Stati Uniti. Con tutto il dovuto rispetto per l’imperiale “contiamo solo noi” (e chissenefrega dei musi gialli), ci sono dei modi in cui “noi”, cioè gli Americani, possono subire delle terribili conseguenze per una guerra nella penisola coreana che non hanno nulla a che fare con i lanci dei missili su Guam o sugli USA.
L’obiettivo importante: il Giappone
Questa estate avevo fatto riferimento ad una delle meno considerate conseguenze potenziali di una guerra con la Corea del Nord, e ora io voglio ripercorrere questo argomento nuovamente. Cominciamo con l’estratto rilevante del vecchio articolo:
Anche se ritengo personalmente che Kim Jong-un non sia matto e che il principale obiettivo della leadership nord coreana sia quello di evitare la guerra a tutti costi, che succede se sbaglio? Che cosa succede se tutti quelli che dicono che i capi nord coreani sono completamente folli, hanno ragione? O, cosa che io penso più probabile, che succede se Kim Jong-un e i capi nord coreani arrivano alla conclusione che non hanno nulla da perdere, che gli Americani li vogliono uccidere, insieme alle loro famiglie e agli amici? Cosa potrebbero fare, in teoria, se fossero realmente disperati? Bene, lasciatemelo dire: dimenticatevi di Guam e pensate a Tokyo! Di fatto, se la Corea del Nord può devastare Seul con vecchi sistemi di artiglieria, i missili coreani sono probabilmente capaci di colpire Tokyo o la regione del Keihanshin che comprende Kyoto, Osaka e Kobe oltre alle industrie chiave della regione industriale di Hanshin. La “grande area di Tokyo” (regione del Kanto) e la regione del Keihanshin sono molto densamente popolate (rispettivamente, 37 e 20 milioni di abitanti), ospitano un enorme numero di industrie, di cui un gran numero causerebbero un disastro ecologico di immense proporzioni se colpite da un missile.
Non solo questo, ma un colpo al cuore economico e finanziario del Giappone potrebbe probabilmente causare un collasso economico internazionale tipo 11 Settembre. Quindi se i nord-coreani vogliono davvero, realmente colpire gli Americani, quello che devono fare è colpire Seul e le città più importanti del Giappone per creare una enorme crisi per l’intero pianeta. Durante la Guerra Fredda studiavamo le conseguenze di un attacco sovietico contro il Giappone, e la conclusione era sempre la stessa: il Giappone non può affrontare alcun tipo di guerra. Il territorio giapponese è troppo piccolo, troppo densamente popolato, troppo ricco di obiettivi importanti, e una guerra devasterebbe l’intero paese. Oggi non solo è ancora vero, ma lo è ancora di più. Immaginate la reazione in Corea del Sud e Giappone se un folle attacco degli Stati Uniti alla Corea del Nord causasse un attacco missilistico su Seul e Tokyo! I Sud Coreani hanno già chiarito senza ambiguità la loro posizione [in inglese], a proposito. Per quanto riguarda i Giapponesi, loro stanno ufficialmente riponendo le loro speranze nei missili [in inglese] (come se la tecnologia potesse mitigare le conseguenze della follia!). Quindi sì, la Corea del Nord è molto pericolosa, e spingerla a ricorrere alla sua ultima risorsa è davvero totalmente irresponsabile, con o senza bombe atomiche.
Eppure, per qualche ragione, i media occidentali di rado citano il Giappone o le possibili conseguenze economiche globali di un attacco al Giappone. Solo pochissime persone sanno se i nord-coreani hanno sviluppato davvero un’arma nucleare utilizzabile (testata e missile) o se i missili balistici nord coreani possono realmente raggiungere Guam o gli Stati Uniti. Ma io non penso che ci sia dubbio alcuno che un missile della Corea del Nord possa facilmente coprire la distanza di circa 1000 Km (600 miglia) per raggiungere il cuore del Giappone. Di fatto la Corea del Nord ha già in passato lanciato dei missili sul Giappone [in inglese]. Alcuni americani “machi” spiegheranno senza dubbio che il sistema THAAD americano può, e potrà, proteggere la Corea del Sud e il Giappone da questi attacchi missilistici [in inglese]. Ma altri non saranno d’accordo [in inglese]. Non lo sapremo fin quando non lo scopriremo. Ma a giudicare dall’assolutamente penosa performance del decantato sistema US Patriot nella Guerra del Golfo [in inglese], io di certo non riporrei la mia fiducia in alcun sistema di difesa antimissilistico made in USA. Ultimo, ma non meno importante, la Corea del Nord potrebbe piazzare un ordigno nucleare (neanche una vera testata nucleare) su una normale nave commerciale o anche in un sottomarino, trasportarla fin sulla costa del Giappone e farla esplodere. Il panico e il caos che ne seguirebbe, potrebbero alla fine costare più vite dell’esplosione in se stessa.
Poi c’è Seul, ovviamente. L’analista americano Anthony Cordesman ha detto chiaramente [in inglese] che “una battaglia vicino alla zona demilitarizzata, diretta contro un obiettivo come Seul, potrebbe scalare rapidamente al punto in cui sarebbe una minaccia per l’intera economia della Corea del Sud, anche se non ci fosse alcuna grossa invasione”.
Dato che Cordesman è Cordesman, lui continua ad avere le allucinazioni sugli effetti di una invasione nord coreana della Corea del Sud e arriva a dire frasi come “i problemi guidano ogni valutazione del risultato di una consistente invasione della Corea del Sud da parte della Corea del Nord, anche se ci si concentra solo sulle forze Corea del Nord – Corea del Sud. La Corea del Nord ha una superiorità consistente di forze di terra ma il risultato di ciò che oggi potrebbe essere una battaglia aerea e terrestre, guidata pesantemente dalla totale mobilità delle forze di terra della Corea del Nord e della loro abilità di concentrarsi su date linee di avanzamento, rispetto al logoramento che le forze aeree e terrestri, tecnicamente superiori, della Corea del Sud potrebbero infliggere, è impossibile da calcolare con certezza, così come lo è l’attuale mix di forze di entrambi gli schieramenti potrebbero mettere in campo in una data area e scenario”. Sì, il tipo sta seriamente discutendo di concetti di battaglie aereo/terrestri nel contesto di un’invasione della Corea del Sud da parte della Corea del Nord! Lui potrebbe discutere altrettanto l’uso del principio dell’attacco “follow-on-forces” [in inglese, attacco alle forze di seconda linea] nel contesto di una invasione marziana della Terra (o similmente, ad una invasione da parte della Russia degli staterelli baltici!). E’divertente e patetico come un paese con una strategia nazionale, una dottrina militare e una condizione militare totalmente offensiva senta ancora il bisogno di avere le allucinazioni su scenari di difesa per gestire la dissonanza cognitiva che risulta dall’essere chiaramente il ragazzo cattivo].
Perché Cordesman dice questa cosa? Perché secondo uno specialista sud coreano [in inglese] “i pezzi di artiglieria della Corea del Nord di calibro 170 mm e 240 mm possono sparare 10,000 colpi al minuto su Seul e le zone circostanti”. Durante la guerra in Bosnia la stampa occidentale parlava di “massicci attacchi di artiglieria serba su Sarajevo” quando la media reale del fuoco era di un colpo di artiglieria al minuto. Mi chiedo come potrebbero definire 10.000 colpi al minuto.
La linea di fondo è questa: non puoi aspettarti che il tuo nemico si comporti nel modo che va bene per te; in realtà dovresti dare per scontato che farà ciò che non ti aspetti, e il peggio possibile per te. E, in questo contesto, la Corea del Nord ha molte più opzioni che sparare un missile balistico intercontinentale verso Guam o gli Stati Uniti. I folli dell’Amministrazione vorrebbero non menzionarlo, ma un attacco alla Corea del Nord rischia di affossare sia l’economia sud coreana che giapponese con conseguenza immediate e globali: considerando che l’incerta e vulnerabile natura del sistema finanziario ed economico internazionale, io dubito fortemente che una crisi più consistente in Asia non causerebbe un collasso dell’economia americana (che è comunque fragile) [in inglese].
Dovremmo anche prendere in considerazione le conseguenze politiche di una guerra nella penisola coreana, specialmente se, come è più probabile, la Corea del Sud e il Giappone ne avrebbero un danno catastrofico. La situazione potrebbe benissimo causare una tale esplosione del sentimento anti-americano che gli Stati Uniti dovrebbero fare i bagagli e lasciare tutta la regione.
Come pensate che si senta la Cina su questa prospettiva? Esattamente. E questo potrebbe non spiegare perché i cinesi sono molto più felici di lasciar gestire agli Stati Unit il problema nord coreano, sapendo molto bene che in una maniera o in un’altra gli USA perderanno senza che la Cina debba aver sparato un solo colpo.
Il territorio
Poi, io voglio trattare di nuova una minaccia di cui ho parlato molto più spesso: l’artiglieria nord coreana e le forze speciali. Ma prima, vi chiedo di guardare con attenzione le tre seguenti mappe della Corea del Nord:
Potete anche scaricare le mappe a grandezza reale da qui
Ciò che voglio che notiate è che il territorio della Corea del Nord è ciò che i militari chiamano “terreno misto”. La topografia della Corea del Nord su Wikipedia lo spiega molto bene:
Il territorio è costituito in gran parte di colline e montagne separate da valli profonde e strette. Le pianure costiere sono ampie a ovest e discontinue ad est. I primi europei che visitarono la Corea del Nord avevano notato che il paese assomigliava ad “un mare in burrasca” a causa delle numerose catene montuose che si intersecano nella penisola. Circa l’80% della superficie della Corea del Nord è composta da altopiani e montagne, che raggiungono tutte l’altitudine di 2.000 metri (6.600 piedi) o più. La grande maggioranza della popolazione vive nelle pianure e nei bassipiani.
Essendo originario della Svizzera, io conosco molto bene questo tipo di territorio (è quello che vedreste nelle zone a ridosso delle Alpi chiamate “Oberland” o “Prealpi”) e quindi voglio aggiungere: densa vegetazione, foreste, fiumi e ruscelli con rive scoscese e forti correnti; piccoli villaggi e molti tunnel sotterranei profondi. Certo, in Corea del Nord ci sono molte aree pianeggianti ma, diversamente dalla Svizzera, sono in gran parte occupate da risaie e paludi. In termini militari tutto questo si traduce in un’unica, assolutamente terrificante parola: fanteria.
Perché la parola fanteria dovrebbe spaventare così tanto? Perché fanteria significa a piedi (o a cavallo) con a supporto pochissima aviazione (antiaerea e MANPADS), satelliti (hanno una ridotta visibilità), mezzi corazzati (non hanno spazio di manovra), elicotteri, sottomarini o missili. Perché fanteria significa “nessun obiettivo importante” ma forze piccole, distribuite e molto ben nascoste. Un conflitto a livello di compagnia o anche di plotone. Perché la fanteria su un territorio misto significa quel tipo di guerra che gli Stati Uniti temono di più.
L’avversario
Tenendo questo a mente, ripetiamoci che dietro le sue enormi forze armate regolari (circa un milione di soldati più altri 5 milioni in organizzazioni paramilitari), la Corea del Nord ha anche 200.000 forze speciali. Supponiamo che la propaganda occidentale dica, per una volta, la verità e che le forze armate regolari siano mal equipaggiate, mal addestrate, mal comandate e in più affamate e demotivate (non sono del tutto sicuro che sia una ipotesi corretta, ma abbiate pazienza). Distribuire questa quantità di soldati ovunque nell’area di combattimento rappresenta comunque un enorme malditesta, anche per “la più grande e migliore potenza armata della storia”, specialmente se si aggiungono al mix i 200.000 delle forze speciali, ben addestrate e molto motivate (io spero che siamo tutti d’accordo che ritenere quelle forze speciali altrettanto demotivate, sarebbe piuttosto sconsiderato). Come si potrebbe scoprire chi è chi, e da dove deriva la minaccia maggiore? E considerate questo: è estremamente ingenuo aspettarsi che le forze speciali della Corea del Nord si presentino con delle uniformi nord coreane chiaramente contrassegnate. Scommetto che molti di loro si presentino con uniformi sud coreane e altri con vestiti civili. Potete immaginare il caos nel tentare di combatterli?
Potremmo dire che i nord coreani hanno armi degli anni ’50. E allora? E’ esattamente ciò di cui si ha bisogno per combattere il tipo di guerra di cui noi stiamo parlando: fanteria su terreni misti. Anche equipaggiamenti della Seconda Guerra Mondiale andrebbero bene. Ora è il momento di parlare dell’artiglieria nord coreana. Parliamo di circa 8.600 cannoni e più di 4.800 lanciarazzi multipli (fonte) [in inglese]. Anthony Cordesman stima [in inglese] che ci siano 20.000 pezzi nelle “aree circostanti” di Seul. Ed è più di quanto abbiano gli Stati Uniti in tutto il mondo (5.312 secondo il “Military Balance” del 2017, compresi i mortai). E tenete in mente che non stiamo parlando di batterie ben disposte in un deserto piatto, ma di migliaia di semplici ma efficaci pezzi di artiglieria, distribuiti in tutto il “territorio misto”, pieno di milioni di uomini che girano armati, di cui i 200.000 delle forze speciali. Molta di quella artiglieria può raggiungere Seul, in una tale quantità da creare un panico e una fuga di massa.
Pensate da un totale, assoluto ed estremo caos
Quindi, quando pensate ad una guerra contro la Corea del Nord, non pensate a “Caccia a Ottobre Rosso” o a “Top Gun”. Pensate ad un totale, assoluto ed estremo caos. Pensate piuttosto a un completo disastro. E questo solo per i primi due giorni, poi le cose andrebbero peggio, molto peggio. Perché?
Perché per quel momento mi aspetto che la marina e l’aviazione nord coreana siano state completamente spazzate via, ondata dopo ondata di missili che avranno colpito un numero X di strutture (con nessun modo di valutare l’impatto di questi attacchi ma non importa), con i comandanti americani che guarderanno il Presidente senza alcun ulteriore piano da offrire. I nord coreani, da parte loro, a quel punto si staranno preparando per una guerra seria, stile fanteria.
C’è più di una possibilità rispetto alla media che una buona parte delle élite nord coreana sarà morta. Quel che è certo è che il comando e il controllo del Dipartimento di Stato Maggiore su molte delle sue forze sarà se non perduto, gravemente compromesso. Ma tutti sapranno che sono stati attaccati e da chi. Non c’è bisogno di molto comando e controllo quando sei in una posizione difensiva in quel tipo di terreno, dove muoversi è difficile. Di fatto questo è il tipo di guerra in cui “il comando supremo” di solito significa un capitano o un maggiore, non un lontano generale.
Ci si potrebbe chiedere della logistica? Che logistica, chiedo? Le munizioni sono immagazzinate in depositi nelle vicinanze, ci si può sempre procurare il cibo da soli, e poi è il tuo territorio, i civili ti aiuteranno.
Di nuovo, nessuna guerra di manovra, nessuna comunicazione avanzata, nessun treno per la logistica pesante: stiamo parlando di un tipo di guerra che è molto più vicina alla Seconda Guerra Mondiale, o addirittura alla Prima che non a Desert Storm.
come qualcuno che ha fatto un sacco di cose interessanti con l’Esercito Svizzero, lasciatemi aggiungere questo: questo tipo di terreno è un campo di battaglia dove una singola compagnia può fermare e prendere un intero reggimento; questo è il tipo di terreno in cui il tentativo di triangolare accuratamente la posizione di una radio nemica è estremamente difficile; questo è il tipo di terreno in cui solo cavalli e asini possono trasportare equipaggiamenti pesanti su sentieri stretti, a zig-zag e ripidi; interi ospedali possono essere nascosti sottoterra con il loro ingresso celato da un fienile o da un capannone; i cannoni dell’artiglieria sono nascosti nel sottosuolo e sparano quando uno spesso portello di cemento armato viene spostato di lato, e poi si nascondono di nuovo; i radar anti-artiglieria funzionano appena a causa del segnale che rimbalza; i segnali radio sono di corto raggio per la vegetazione e il terreno; i depositi di armi e persino i campi delle compagnie possono essere individuati solo calpestandoli letteralmente; i bunker sotterranei hanno numerose uscite; le operazioni di assalto aereo sono ostacolate dall’alto rischio di sistemi antiaerei o missili a spalla che possono essere nascosti e provenire da qualsiasi direzione. Potrei continuare, ma dirò semplicemente questo: se vuoi sconfiggere il tuo avversario in un tale terreno c’è solo una tecnica che funziona, fare ciò che i russi hanno fatto sulle montagne della Cecenia meridionale durante la seconda guerra cecena, cioè mandi le tue forze speciali, in piccole unità a piedi, e combatti il nemico sul suo stesso terreno. Questo è un tipo di guerra estremamente brutale, pericolosa e difficile, che in realtà non vedo facciano gli Stati Uniti. I sudcoreani, sì, forse. Ma qui inizia anche il gioco dei numeri: in Cecenia gli Spetsnaz russi operavano in una zona di combattimento relativamente piccola e avevano i numeri. Ora, guarda una mappa della Corea del Nord e il numero delle forze speciali nord coreane e dimmi: i sudcoreani hanno le persone per questo tipo di operazioni offensive? Ancora: la tipica reazione americana a tali argomenti sarebbe “bene, li bombarderemo con le armi nucleari!”. Sbagliato. Li puoi bombardare, ma le armi nucleari non sono molto efficaci in quel tipo di terreno, è difficile trovare un bersaglio da cui iniziare, le forze nemiche saranno per lo più nascoste nel sottosuolo e, infine, userai le armi nucleari contro unità grandi quanto una compagnia o un plotone unità?! Non funzionerà.
Se pensate che sto cercando di spaventarti, avete ragione. Dovreste essere spaventati. Notate poi che non ho nemmeno menzionato le armi nucleari. No, non testate nucleari nei missili. Semplici dispositivi nucleari messi sui camion dell’esercito regolare. Condotto vicino alla zona demilitarizzata in tempo di pace tra migliaia di altri camion dell’esercito e poi sepolto da qualche parte, pronto ad esplodere al momento giusto. Potete immaginare quale sarebbe l’effetto che una bomba nucleare “senza alcuno preavviso” e “da dove viene?” potrebbe avere sulle forze statunitensi o sudcoreane che avanzano? Potete immaginare quanto diventerebbe urgente la domanda “ce ne sono ancora?” E, ancora, per questo i nordcoreani non hanno nemmeno bisogno di una vera arma nucleare. Sarà più che sufficiente un vecchio dispositivo nucleare.
Posso già sentire gli irriducibili fanatici del “rah-rah-rah siamo i numeri 1!!” che liquidano tutto dicendo “ah! e non pensi che la CIA già sappia tutto questo?“. Forse sì o forse no: il problema è che la CIA e il resto delle agenzie di intelligence degli Stati Uniti sono state così tanto politicizzate che non possono fare nulla contro gli imperativi politici percepiti. Francamente, quando vedo che gli Stati Uniti stanno cercando di spaventare i nordcoreani con i bombardieri B-1B e i caccia F-22, mi chiedo se qualcuno al Pentagono o a Langely sia ancora in contatto con la realtà. Inoltre, c’è l’intelligence e l’intelligence fattibile. In questo caso sapere cosa potrebbero fare i coreani non significa affatto sapere cosa fare al riguardo.
Parlando di caos, sapete cos’hanno detto nello specifico i cinesi?
Indovinate?
Che “non permetteranno il caos e la guerra nella penisola“[in inglese]
Inseriamo i cinesi
Ora parliamo dei cinesi. Hanno chiarito la loro posizione molto bene [in inglese]: “Se la Corea del Nord lancia un attacco che minaccia gli Stati Uniti, la Cina dovrebbe rimanere neutrale; se gli Stati Uniti però attaccano per primi e cercano di rovesciare il governo della Corea del Nord, la Cina li fermerà”. Dal momento che non vi è alcuna possibilità di un attacco senza provocazione da parte della Corea del Nord alla Corea del Sud o agli Stati Uniti, specialmente con questa minaccia da parte dei cinesi di rimanere neutrali se la Corea del Nord attacca per prima, concentriamoci sulla seconda parte dell’avvertimento.
Cosa potrebbero fare i cinesi se gli Stati Uniti decidessero di attaccare la Corea del Nord? Le opzioni di base dipendono dalla natura dell’attacco:
- Se gli Stati Uniti si limitano a una combinazione di missili e raid aerei e la Corea del Nord reagisce (o no), allora i cinesi possono semplicemente fornire aiuti tecnici, economici e umanitari alla Corea del Nord, e denunciare gli Stati Uniti a livello politico.
- Se gli Stati Uniti danno seguito a un’invasione di terra di qualche tipo o se la Corea del Nord decide di reagire in un modo tale da costringere gli Stati Uniti a un’invasione di terra di qualche tipo, allora i cinesi potrebbero non solo offrire direttamente aiuti militari, compreso il personale militare, ma potrebbero anche aspettare che il caos diventi totale in Corea prima di aprire un secondo fronte contro le forze americane (incluso, forse, Taiwan).
Ovviamente questo secondo scenario creerebbe una situazione pericolosa per la Cina, ma sarebbe ancora più pericoloso per le forze americane in Asia, che si troverebbero stirate in maniera molto sottile su un’area molto vasta, senza adeguati strumenti per costringere l’avversario a cedere o a fermarsi. Infine, proprio come la Cina non può permettere agli Stati Uniti di schiacciare la Corea del Nord, la Russia non può permettere agli Stati Uniti di schiacciare la Cina. Suona familiare questa dinamica? Dovrebbe, essendo simile a ciò che recentemente abbiamo osservato in Medio Oriente:
- Russia->Iran->Hezbollah->Siria
- Russia->Cina->Corea del Nord
E’ una posizione di forza molto flessibile ed efficace, in cui l’elemento più piccolo è in prima linea nella formazione, e il più potente è più lontano e alle spalle: costringe l’altra parte a concentrarsi principalmente sull’avversario in prima linea massimizzando i rischi di ogni possibile successo, dal momento che quel successo rischia di attirare l’avversario successivo, più grande e più potente.
Conclusione: preparazione di un genocidio
Gli Stati Uniti hanno esattamente zero possibilità di disarmare o, ancor meno, di cambiare regime della Corea del Nord solo con missili e raid aerei. Per “occuparsene da soli” seriamente e sensatamente della Corea del Nord, i leader statunitensi devono approvare un’invasione di terra. Tuttavia, anche se questo non è il piano e se la Corea del Nord decide di usare la sua immensa, sebbene relativamente antiquata, potenza di fuoco per colpire a Seul, gli Stati Uniti non potranno muovere le forze di terra attraverso la zona demilitarizzata. Se succede, circa 500.000 truppe sud coreane sostenute da 30’000 militari statunitensi affronteranno circa 1 milione di soldati della Corea del Nord sostenuti da 5 milioni di paramilitari e 200.000 forze speciali, su un campo di battaglia misto che richiederà una fanteria stile Seconda Guerra Mondiale. Per definizione, se gli Stati Uniti attaccano la Corea del Nord per tentare di distruggere il suo arsenale nucleare, un attacco simile inizia con missili e attacchi aerei sulle strutture nord coreane, il che significa che gli Stati Uniti colpiranno immediatamente gli obiettivi importanti (dal punto di vista dei Nord Coreani, ovviamente). Ciò significa che a seguito di un attacco del genere, gli Stati Uniti avranno poca o nessuna capacità dissuasiva residua, quindi a seguito di tale attacco la Corea del Nord non avrà alcuna motivazione a mostrare alcun tipo di freno. Differentemente, anche se la Corea del Nord decidesse di iniziare con una raffica di artiglieria attraverso la zona demilitarizzata, inclusa l’area metropolitana di Seul, avrà comunque la possibilità di scalare ulteriormente attaccando il Giappone o facendo scoppiare un ordigno nucleare. Se ciò dovesse accadere, è estremamente probabile che gli Stati Uniti debbano “dichiarare vittoria e andarsene” (una tradizione militare USA radicata nel tempo) o cominciare ad utilizzare molti attacchi nucleari tattici. Tra l’altro, gli attacchi nucleari tattici hanno un’efficacia molto limitata sulle posizioni difensive disposte su territori misti, soprattutto nelle valli strette. Inoltre, gli obiettivi per tali attacchi sono difficili da trovare. Alla fine della giornata, l’ultima e unica opzione rimasta agli Stati Uniti è quella di ricorrere sempre e deliberatamente al massacro di civili per “spezzare la volontà di combattere del nemico” e distruggere “l’infrastruttura a sostegno del regime” delle forze nemiche (un’altra tradizione militare statunitense radicata nel tempo, che risale alle guerre contro gli Indiani e che è stata utilizzata durante la guerra di Corea e, più recentemente, in Jugoslavia). Qui voglio citare un articolo di Darien Cavanaugh su War is Boring [in inglese, “La guerra è noiosa”]:
Su base pro-capite, la guerra di Corea fu una delle guerre più letali della storia moderna, specialmente per la popolazione civile della Corea del Nord. L’entità della devastazione scioccò e disgustò il personale militare americano che era presente, compresi alcuni che avevano combattuto nelle più orribili battaglie della Seconda Guerra Mondiale (…). Questi sono numeri impressionanti, e il tasso di mortalità durante la guerra di Corea era paragonabile a quello dei paesi più duramente colpiti durante la Seconda Guerra Mondiale. (…) Infatti, alla fine della guerra, gli Stati Uniti e i loro alleati avevano lanciato più bombe sulla penisola coreana, la maggior parte sulla Corea del Nord, di quanto non avessero fatto in tutta l’area del Pacifico nella Seconda Guerra Mondiale. Lo storico Charles K. Armstrong ha scritto in un saggio per la rivista Asia-Pacifico che “La distruzione fisica e la perdita di vite umane da entrambe le parti era quasi oltre ogni capacità di comprensione, ma il Nord subì il danno maggiore a causa degli attacchi a tappeto americani e della politica della terra bruciata delle forze dell’ONU in ritirata. La US Air Force ha stimato che la distruzione della Corea del Nord era proporzionalmente maggiore di quella del Giappone nella Seconda Guerra Mondiale, in cui gli Stati Uniti avevano ridotto in macerie 64 grandi città e sganciato la bomba atomica per distruggerne altre due. Gli aerei americani hanno sganciato 635.000 tonnellate di bombe sulla Corea – essenzialmente sulla Corea del Nord – incluse 32.557 tonnellate di napalm, contro le 503.000 tonnellate di bombe sganciate in tutta l’area del Pacifico nella Seconda Guerra Mondiale”. Come spiega Armstrong, questo ha comportato una devastazione quasi senza pari. “Il numero di morti coreani, feriti o dispersi dalla fine della guerra si avvicinò ai tre milioni, il dieci percento della popolazione complessiva. La maggior parte di quelli uccisi sono stati nel Nord, che aveva la metà della popolazione del Sud; sebbene la Corea del Nord non abbia cifre ufficiali, probabilmente dal 12 al 15% della popolazione è stata uccisa durante la guerra, una cifra vicina o superiore alla percentuale di cittadini sovietici uccisi nella Seconda Guerra Mondiale”.
Il 12/15% dell’intera popolazione è stata uccisa dalle forze statunitensi in Corea durante l’ultima guerra (paragoniamo queste cifre a quelle del cosiddetto “genocidio” di Srebrenica!). Questo è ciò che Nikki Haley e gli psicopatici di Washington DC stanno davvero minacciando di fare quando parlano di “occuparsene personalmente” o, ancora meglio, quando Trump minaccia di “distruggere completamente” [in inglese] la Corea del Nord. Ciò che Trump e i suoi generali dimenticano è che non siamo negli anni ’50 ma nel 2017, e che, mentre la guerra di Corea ebbe un impatto economico trascurabile sul resto del pianeta, una guerra nel Medio Oriente asiatico oggi avrebbe enormi conseguenze economiche. Inoltre, negli anni ’50 il controllo totale degli Stati Uniti sui mass media, almeno nel cosiddetto “mondo libero”, rendeva relativamente facile nascondere la furia omicida delle forze statunitensi, cosa completamente impossibile al giorno d’oggi. La realtà attuale è che indipendentemente dall’effettivo risultato militare sul terreno, qualsiasi attacco USA alla Corea del Nord porterebbe una così grande perdita di reputazione per gli Stati Uniti che potrebbe segnare la fine della presenza americana in Asia e un enorme shock finanziario internazionale, che potrebbe provocare un crollo della già fragile economia americana. Al contrario, la Cina ne uscirebbe come grande vincitrice e incontestata superpotenza asiatica.
Tutte le minacce che vengono dai politici statunitensi non sono altro che aria fritta delirante. Un paese che non ha vinto una guerra significativa dopo la guerra nel Pacifico, e il cui esercito si sta gradualmente riempendo di soldati semi-analfabeti, con fluidità di genere e che lo fanno per evitare condanne o la disoccupazione, non è in condizione di minacciare un paese come la Corea del Nord che ha un’ampia scelta di opzioni di ritorsione. L’attuale raffica di minacce statunitensi di impegnarsi in un’altra guerra genocida sono sia illegali dal punto di vista del diritto internazionale, sia politicamente controproducenti. Il fatto è che è improbabile che gli Stati Uniti possano sopravvivere politicamente ad una guerra contro la Corea del Nord, e che ora non hanno altra scelta che sedersi e negoziare seriamente con i nordcoreani o accettare che la Corea del Nord sia diventata una potenza nucleare ufficiale.
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Articolo pubblicato su The Saker.is il 14 dicembre 2017
Traduzione in italiano a cura di Elvia Politi per SakerItalia.it
Tutto giusto. Aggiungerei che la Korea del Nord ha anche altre possibilità di rappresaglia. Immaginate un paio di missili balistici, anche solo con testata convenzionale, che centrano una centrale nucleare dalle parti di Tokio. Conseguente evaquazione di decine di milioni di giapponesi e collasso del paese. E a cascata crisi economica e finanziaria mondiale.
Indipendentemente dal fatto che missili con testate nucleari della Corea Democratica colpiscano Tokyo piuttosto che Loas Angeles o la baia di San Francisdo, ritengo vhe l’ultimo loro missile siadestinato a Tel Aviv. E che lo hano già fatto sapere a chi di dovere.
Rintgo che lo sviluppo e dellec apacità missilistiche e delle armi di sdistruzione di massa da parte dei Coreani del Nord abbiano dato un enorme contributo alla stabilizzazione delle situazione nella zona.