Mentre tutti sono occupati a seguire la telenovela delle elezioni statunitensi, ci sono importanti novità nella guerra in Nagorno-Karabakh. Le elenco qui sotto:

  • Anche se il cessate il fuoco originale russo e quello successivo statunitense sono falliti pochi minuti dopo esser stati firmati, ci sono segnali indicanti l’esaurimento sia degli azeri che degli armeni, e della loro voglia di negoziare.
  • Finora gli azeri stanno prevalendo, ma con grandi costi. Inoltre i loro droni, usati efficacemente, sono ora stati probabilmente abbattuti. E poi l’inverno si sta velocemente avvicinando, e renderà quasi impossibili ogni tipo di operazione militare, specie quelle in montagna.
  • Sembra che gli azeri abbiano abbattuto per errore un elicottero russo Mi-24, sullo spazio aereo armeno, proprio al di là del confine. Putin non farà rappresaglie, poiché sa che si è trattato di un errore e non vuole farsi condizionare da un tale piccolo, se pur tragico, errore. Ma Aliev sa anche che ora le cose cominciano a farsi veramente pericolose e si è subito scusato, offrendo un risarcimento e promettendo un’inchiesta giudiziaria che punisca tutti i responsabili. Aliev “conosce” la Russia e “conosce” anche Putin. Uomo intelligente!
  • Gli armeni hanno probabilmente capito due cose: a) gli Stati Uniti non possono aiutarli e b) la loro immagine pubblica in Russia è pessima. Questa pagina web [in russo], Vzgliad, un sito popolare e moderatamente patriottico, ha aperto un sondaggio con la domanda “Ai nostri occhi, quale delle due parti in conflitto in Nagorno-Karabakh ha moralmente ragione?”. Il risultato? Armenia 33% Azerbaijan 50% Non saprei 17%. L’atteggiamento arrogante e apertamente ostile che gli armeni hanno tenuto fin dal 2018, li ha danneggiati tremendamente, e devono tornare con i piedi per terra. Le dimissioni di Pashinian, dopotutto lui ha perso la guerra, aiuterebbero parecchio.
  • Ci sono segnali che il risultato di questa guerra sarà deciso dalla Russia e dalla Turchia. Considerando come hanno cooperato in Siria queste due nazioni, questa sarà una cosa molto difficile da raggiungere, ma quel che conta è il risultato finale.
  • Ci sono anche voci sull’invio in Nagorno-Karabakh di una forza russa di mantenimento della pace. Se confermate, tali truppe saranno pesantemente armate e avranno il pieno appoggio delle forze armate russe presenti in Armenia e perfino in Russia.
  • Pashinian ha già fatto una dichiarazione pubblica in cui afferma di essere d’accordo con i termini offerti dalla Russia e dall’Azerbaijan, e che la guerra è “finita”.

Staremo a vedere se questo cessate il fuoco durerà più dei precedenti, ma questo è un buon segno.

Adesso gli azeri sanno che continuare la guerra diventerà sempre più difficile.

Gli armeni, i veri sconfitti in questa guerra, ora la vogliono terminare prima possibile. Sanno di non avere nessuna possibilità di “vittoria”, e che la miglior cosa per loro è di accordarsi su nuovi termini.

Per quanto riguarda la Russia, è per me divertente vedere i cosiddetti “specialisti della Russia” dichiarare che ha “perso il controllo degli stati confinanti” quando, in realtà, la sola parte che ha davvero beneficiato da questa guerra è proprio la Russia! Perché? Perché questa guerra ha mostrato (o, se questo cessate il fuoco non tiene, mostrerà) che solo la Russia ha influenza nel Caucaso. Non la Turchia, definitivamente non i morenti Stati Uniti, non l’Iran (sebbene molto potente, io gli assegnerei il secondo posto), ma la Russia e solo la Russia. Inoltre, questa guerra è servita ad uno scopo importante: a mostrare agli armeni che il loro futuro dipende dalla relazione che mantengono con la Russia. Il costo di questa “lezione” è stato grande, ma di ciò non ne ha colpe la Russia. Per quanto riguarda Erdogan, la lezione per lui è che, mentre può sognare su un nuovo e grande Impero Ottomano, non si materializzerà finché la Russia esiste (è una cosa che NESSUN leader russo permetterà).

Quindi, cosa avverrà in seguito (assumendo che il cessate il fuoco tenga)?

Il Nagorno-Karabakh ritornerà sotto il controllo azero, almeno formalmente, de jure. Ovviamente avrà uno statuto speciale e, per rassicurare la popolazione, truppe russe di mantenimento della pace saranno dislocate dentro e attorno il Nagorno-Karabakh, che rimarrà una provincia semi-indipendente. Saranno adottate lentamente misure per aumentare la fiducia, iniziando con lo scambio di prigionieri e dei caduti. Poi le armi pesanti saranno portate indietro e alcuni sistemi d’arma saranno attentamente monitorati (inclusi i droni azeri). La strada che collega il Nagorno-Karabakh all’Armenia (ora sotto il tiro degli azeri) riceverà un qualche tipo di status “solo per civili” per assicurare che nessuno la usi per scopi bellici. Tutto questo è roba standard, e dovrebbe funzionare anche in questo caso.

Tra l’altro, questa è comunque la sola possibile soluzione per questa guerra.

Dio volendo, la pace tornerà ai sofferenti popoli dell’Armenia e dell’Azerbaijan.

E, Dio volendo, gli armeni impareranno la loro lezione e non la dimenticheranno mai più: la Russia è il solo e vero loro amico.

Il Saker

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 Articolo di The Saker pubblicato su The Saker il 9 novembre 2020
Traduzione in italiano di Fabio_san per SakerItalia

[le note in questo formato sono del traduttore]

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