L’apparente indebolimento della salute dell’ex presidente georgiano è salito in cima all’agenda dell’opposizione, mettendo in ombra le recenti elezioni contestate.

La tensione per la sorte dell’ex presidente georgiano Mikhail Saakashvili si è acuita dopo che ha promesso di interrompere l’assunzione di qualsiasi tipo di alimento a seguito delle segnalazioni secondo cui aveva consumato alcuni succhi e “integratori alimentari” durante lo sciopero della fame.

Nel frattempo i sostenitori di Saakashvili hanno iniziato una serie di manifestazioni in suo sostegno, mentre l’energia dell’opposizione politica si sposta dalla sfida al governo del partito Sogno Georgiano a concentrarsi sulla salute del polarizzante ex presidente.

Saakashvili afferma di essere in sciopero della fame da oltre un mese, dal suo arresto seguito al ritorno a sorpresa in Georgia, per protestare contro quella che definisce la sua prigionia politica.

I suoi medici dicono che la sua salute è peggiorata pericolosamente, mentre i funzionari del governo hanno deriso lo sciopero della fame, definendolo falso e sostenendo che ha mangiato di nascosto.

Il 6 novembre, il Servizio Penitenziario Speciale della Georgia ha diffuso un video [in inglese] dell’ex presidente nell’infermeria del carcere dove è detenuto nella città di Rustavi, che lo mostra – apparentemente indebolito – mentre mangia ripetutamente qualcosa con un cucchiaio. Hanno anche pubblicato foto di cibo passato e integratori alimentari che, secondo loro, Saakashvili aveva preso durante lo sciopero della fame.

La pubblicazione del video e delle foto ha solo alimentato la presa in giro di coloro che sostenevano che Saakashvili stesse fingendo lo sciopero della fame.

“Se uno è in un vero sciopero della fame, ne è responsabile. Se uno è in un falso sciopero della fame, la responsabilità è sempre sua”, ha detto ai giornalisti [in inglese] Irakli Kobakhdize, leader di Sogno Georgiano, l’8 novembre. “Quindi dovrebbero smetterla con il messaggio vergognoso che qualcuno sta presumibilmente uccidendo Saakashvili”.

Anche la diffusione del filmato è stata ampiamente criticata, anche da organi ufficiali.

L’ufficio del difensore civico statale per i diritti umani ha rilasciato una dichiarazione [in georgiano] in cui affermava che le informazioni rilasciate sul suo apporto nutrizionale erano “errate”, e che dal 30 ottobre aveva consumato “piccole quantità di succhi e puree minerali per scopi medici”, ma che non costituiva una violazione dello sciopero della fame.

Il Servizio dell’Ispettore di Stato, un organismo incaricato di proteggere i diritti digitali dei georgiani, ha affermato [in inglese] che stava esaminando se il rilascio del video e delle foto costituisse una violazione della privacy di Saakashvili.

Il Ministro della Giustizia Rati Bregadze ha difeso [in inglese] la pubblicazione del video e delle foto, affermando che è stato fatto per contrastare quelle che ha definito false affermazioni dell’équipe medica di Saakashvili, e che ciò che l’ex presidente aveva consumato andava oltre i limiti delle necessità mediche.

Saakashvili ha negato di aver mangiato il cibo raffigurato nelle foto del Servizio Penitenziario Speciale, ma ha comunque detto che avrebbe smesso di prendere gli integratori.

“Da questa mattina, per fermare definitivamente ogni speculazione, ho smesso di prendere non solo succhi, ma anche minerali e vitamine che hanno sostenuto le mie funzioni vitali”, ha scritto sulla sua pagina Facebook il 7 novembre. “Ora, da quel momento le mie condizioni stanno peggiorando ogni giorno e, forse, le cose peggioreranno ad un ritmo ancora più veloce. Tuttavia, la mia fede, la fede nella vittoria e nella libertà, è inesauribile”.

Da quando Sogno Georgiano è salito al potere nel 2013, non ha mai smesso di fare affidamento sulla retorica che denigrava Saakashvili, presentandosi come salvatore seguendo il suo dominio autocratico. Più a lungo il Movimento Nazionale Unito di Saakashvili rimaneva fuori dal potere – con lo stesso Saakashvili in esilio in Ucraina – più vacuo sembrava il suo messaggio.

Poiché il dominio di Sogno Georgiano è diventato costantemente più autocratico, l’opposizione aveva sperato di utilizzare i risultati contestati delle elezioni amministrative di ottobre – che Sogno Georgiano ha praticamente stravinto tra critiche insolitamente dure sulle irregolarità del voto – come un cuneo per unire i georgiani contro il governo.

Ora, però, il ritorno di Saakashvili lo ha nuovamente messo al centro della politica georgiana, con le elezioni e qualsiasi altra preoccupazione politica passate in secondo piano.

Altre figure e partiti dell’opposizione si sono adattati all’agenda di Saakashvili. Elene Khoshtaria, la leader di un altro partito di opposizione, Droa, ha iniziato il suo sciopero della fame il 4 novembre. “Io non sono sua sostenitrice [di Saakashvili] e sono stata una sua critica, ma il trattamento che il governo georgiano gli riserva va oltre ogni norma”, ha scritto su Twitter. “Purtroppo, ci rimangono solo mezzi estremi di protesta”. In seguito ha specificato [in inglese] di essere “fortemente contraria” al suo ritorno al potere.

I sostenitori di Saakashvili hanno iniziato quella che, secondo loro, sarà una serie di proteste che dureranno fino a quando le autorità non trasferiranno l’ex presidente in una clinica privata dove potrebbe ricevere cure migliori. La prima di queste proteste si è tenuta il 6 novembre a Rustavi, dov’è detenuto Saakashvili, e un’altra manifestazione era prevista per la sera dell’8 novembre nel centro di Tbilisi.

Nel frattempo, il 7 novembre si è tenuta una protesta anti-Saakashvili [in inglese] per celebrare l’anniversario di una violenta repressione delle proteste nel 2007, quando Saakashvili era presidente.

Poiché lo scontro si è inasprito, le autorità hanno regolarmente segnalato che intendono trattare duramente con l’opposizione. Hanno accusato il partito di Saakashvili di aver pianificato un colpo di Stato, hanno avvertito che chiedere la “rivoluzione” sui social media era un reato penale, e hanno affermato [tutti e tre i link in inglese] che l’opposizione stava pianificando di assassinare uno dei propri membri in una presunta operazione sotto falsa bandiera. Prima della manifestazione dell’8 novembre, il Ministero degli Interni ha ricordato [in inglese] ai georgiani che il blocco degli edifici amministrativi era illegale, e che “qualsiasi violazione della legge sarà immediatamente fermata dalla polizia e ne risulterà una corrispondente reazione legale”.

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Articolo di Joshua Kucera pubblicato su Eurasianet l’8 novembre 2021
Traduzione in italiano a cura di Raffaele Ucci per Saker Italia.

[le note in questo formato sono del traduttore]

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