La Francia, in quanto parte della coalizione guidata dalla NATO, ha armato, finanziato, aiutato e comunque perpetuato il terrorismo di Al-Qaeda per anni, a cominciare dal rovesciamento del governo di Muhammar Gheddafi, per arrivare sino ad oggi con una NATO che sostiene, arma e protegge i terroristi -non solo di Al Quaeda – ma anche del cosiddetto “Stato Islamico” (ISIS), dentro e fuori i confini della Siria.
Il governo Francese è da ritenere responsabile per il recente attacco parigino, i cui autori sono stai probabilmente armati e supportati dalla Francia stessa sia in Nord Africa che in Medio Oriente per mezzo del sostegno materiale continuativo ad una organizzazione terroristica che adesso uccide cittadini francesi, tra cui due ufficiali di polizia, e lo fa non sul generico“suolo francese”, ma addirittura nella capitale.
Nell’articolo del New York Times, “Attacco terroristico alla rivista Charlie Hebdo nella città di Parigi uccide 12 persone”, si scrive:
Mercoledì degli uomini in maschera con armi automatiche hanno aperto il fuoco negli uffici di una rivista satirica francese, ha affermato la polizia, uccidendo 12 persone e fuggendo poi in auto.
Il Presidente François Hollande ha detto che l’attacco al settimanale Charlie Hebdo è stato “senza dubbio” un atto di terrorismo ed ha innalzato l’allerta nazionale per il terrorismo al massimo livello. Ha inoltre aggiunto che numerosi attacchi terroristici erano stati già sventati nelle settimane precedenti.
Ad ogni modo, nonostante le manifestazioni artefatte di preoccupazione ed oltraggio espresse da Hollande circa l’attacco, è stato proprio il governo francese a fare pressione affinché si armassero gruppi di terroristi in tutto il mondo arabo, per via del progetto dell’Occidente di rovesciarne i governi uno dopo l’altro e conseguire il riordinamento della regione secondo i propri interessi geopolitici ed economici, a cominciare dalla cosiddetta “Primavera Araba” del 2011.
Il Washington Post scriveva in un articolo del 2011 dal titolo “La Francia invia armi ai ribelli libici”:

I leader Anglo-Francesi visitano la Libia devastata subito dopo l’intervento Nato del 2011 a favore dei “ribelli” composti principalmente da terroristi di Al-Qaeda.
Mercoledì gli ufficiali francesi hanno annunciato di aver armato i ribelli in Libia, delineando il primo caso in cui un paese NATO abbia dichiarato ufficialmente di aver fornito aiuti militari diretti a forze anzi-governative in un conflitto che si sta già dimostrando più duraturo di quanto avessero predetto molti analisti.
Se fu il predecessore di Hollande, l’ex Presidente Nicolas Sarkozy, a mettere piede per primo in una Libia già devastata alla viglia dell’intervento NATO, per mezzo del quale – oltre all’invio di armi francesi ai ribelli – si è potuto fornire copertura aerea ai terroristi impegnati in atrocità e genocidio, è stato poi Hollande a proseguire con le politiche messe in atto dal governo Sarkozy, prima in Libia e poi in Siria.
L’attacco è stato portato a termine da agenti professionisti in “stile Gladio”
Uno dei video emersi dopo il recente attacco a Parigi mostra miliziani ben armati che maneggiavano equipaggiamento professionale con precisione e disciplina, dimostrando chiaramente un addestramento militare. Quale che fosse la cellula di Al-Qaeda di cui facessero parte, erano comunque il prodotto di una rete terroristica globale creata dall’Occidente ed usata contro la propria medesima cittadinanza o impiegata per scatenare guerre per procura contro nemici esterni.
La complicità francese nell’armare i miliziani, specialmente in Siria, è stata a lungo oggetto di critiche e discussioni che per anni avevano predetto la possibilità di un “contraccolpo”. In ogni caso, appare improbabile che la Francia ed i suoi alleati sponsorizzatori del terrorismo globale finanziato dallo Stato non avessero previsto tale “contraccolpo” e che fossero incapaci di prevenirlo qualora lo avessero voluto.
In altri termini, gli attentati di Parigi hanno tutta l’aria di un altro attacco in stile “Operazione Gladio” da parte della NATO contro cittadini europei, volto a manipolare l’opinione pubblica ed il panorama politico della regione.
Finanziati dagli Stati Uniti, addestrati in Gran Bretagna e fatti passare come gruppi paramilitari ed estremisti in tutto il territorio Europeo durante la Guerra Fredda, i gruppi cosiddetti “stay behind” erano apparentemente stati creati per attivarsi nell’eventualità di un’invasione su larga scala dell’Europa da parte dell’Unione Sovietica. Invece furono usati per attacchi sotto falsa bandiera, che causarono centinaia di morti e mutilati in Europa, mentre la colpa delle loro atrocità veniva fatta ricadere sull’Unione Sovietica e sui suoi simpatizzanti Europei. Gli attacchi e gli omicidi venivano usati dalla NATO per manipolare l’opinione pubblica e danneggiare politicamente quei gruppi che non agivano sotto l’influenza della NATO.

Il Presidente francese Hollande in Arabia Saudita – tra gli sponsor governativi più prolifici di terrorismo globale sul pianeta Terra e un partner non rimpiazzabile per la scommessa della Nato di riorganizzare il Mondo Arabo.
Allo stesso modo, Al Qaeda e tutte le sue numerose diramazioni, inclusa la più recente e famigerata ISIS, vengono usate contemporaneamente sia come minaccia interna che come forza di spedizione mercenaria all’estero.
Non c’è dubbio che il Presidente Hollande da un lato condannerà gli attentati di Parigi, dall’altro farà pressione per continuare il sostegno e l’invio di armi agli stessi terroristi che hanno perpetrato tali attacchi, al fine di proseguire la campagna di violenza e terrore in Siria.
Indipendentemente dal risultato che le indagini in corso conseguiranno, il fatto che la NATO in passato abbia fabbricato attacchi simili contro la stessa popolazione di cui a parole si ergerebbe a difesa oggi la rende la principale sospettata dei recenti attentati, unitamente ai leaders dei singoli paesi membri, essendo entrambi del tutto incapaci sia di condurre un’indagine imparziale che di prevenire un eventuale futuro attacco la cui probabile origine sarà da cercare non tra fantomatici nemici al di fuori dei confini europei, ma tra quelli eccezionalmente pericolosi al suo interno.
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Traduzione a cura di D.D.M. per sakeritalia.it
Articolo di Tony Cartalucci apparso il 7 Gennaio 2015
Vorrei aggiungere alcuni spunti di analisi e riflessione sul “a chi giova” l’attentato di Parigi.
1- Tanti indizi fanno supporre che sia stato un attentato false flag: il ritrovamento della carta d’identità in auto è un evidente tentativo di orientare le indagini; stessa cosa avvenne per l’attentato del 2005 a Londra (documenti d’identità trovati nello zainetto) e sotto le torri gemelle fumanti a new york (passaporto di Mohamed Atta). E’ probabile che i due fratelli uccisi non c’entrino con l’attentato (infatti erano “presunti” fino a che sono morti), o altrimenti facevano parte di una cellula infiltrata da servizi segreti (noi in Italia ne abbiamo avuta ampia esperienza). La loro determinata uccisione, senza alcun tentativo di prenderli vivi, genera anch’essa forti sospetti. Se risulterà vera la testimonianza della giornalista che fu costretta ad aprire la porta, e cioè che un killer aveva gli occhi azzurri, i due uccisi risulteranno estranei al fatto. La presenza “casuale” di un giornalista televisivo israeliano proprio sul luogo al momento dell’attentato ed in condizione di fare le riprese, è un’altro elemento di sospetto, che si aggiunge alla camionetta di polizia sempre presente 24 ore su 24 ma ritirata un mese fa ed all’incursione fatta nell’unico giorno settimanale di riunione della redazione. Grande confusione poi sul terzo complice che doveva essere alla guida dell’auto ma poi risultato a scuola, e della donna complice del sequestrato nel negozio ma poi risultata partita in Turchia una settimana prima dell’attentato. Contraddizione anche tra la professionalità militare operativa degli assaltatori della redazione e l’artigianalità dei due fratelli fuggitivi che vanno a rifornirsi di benzina con mitra e bazooka visibili sul sedile.Confusione anche nell’attribuzione d’identità politica: i due assalitori dicono di essere di Al qaida dello Yemen (anche se risulterebbero essersi addestrati in Tunisia) mentre il sequestratore dice di essere dell’Isis; da notare che nessuna di queste organizzazioni ha rivendicato l’attentato, anche se abbiamo esperienza dei video prefabbricati, e risultati poi falsi, in cui Bin Laden si attribuiva gli attentati dell’ 11 settembre.
2- A chi giova? Quale è il piano dei registi degli attentati? Per rispondere, con pazienza, occorre capire prima quali sono le contraddizioni principali ed i rapporti di forza in essere in questa epoca. Stati Uniti contro Cina passando dalla Russia, con una Europa tentennante; il dominio unipolare USA, tenuto in piedi da guerre infinite, dopo 25 anni comincia a sgretolarsi sotto i colpi del suo declino economico e dell’emergere di altre Nazioni Sovrane potenti militarmente (Russia) ed economicamente (Cina) e non più disposte ad essere subalterne al dominio USA. Cina e Russia hanno bisogno di tempo, di evitare lo scontro frontale; gli Usa invece hanno fretta di precipitare ed anticipare lo scontro, per questo un crescente numero di analisti comincia a parlare di terza guerra mondiale e addirittura rischio di uso di armi nucleari (in Ucraina?). In particolare questo è il periodo della ricerca dello scontro frontale con la Russia, iniziato ufficialmente quando la Russia ha impedito l’attacco alla Siria (settembre 2013), continuato con il golpe USA in Ucraina, la sucessiva risposta russa con l’annessione auto-determinata della Crimea ed il supporto al Donbass, e ancora la risposta USA con le sanzioni e l’abbattimento dell’aereo di linea malese, finalizzato a far superare all’ Europa i tentennamenti e ad abbracciare anch’essa la politica delle sanzioni e dello scontro con la Russia già iniziata dagli USA. La resistenza del Donbass, l’aggravamento dei costi della crisi economica in Ucraina, il peso crescente della sanzioni russe all’ Europa e la determinazione della stessa Russia (ancor più incoraggiata dal supporto economico cinese), unite ad un quadro di perdurante crisi e declino economico, tutti questi fattori stanno provocando nuovamente tentennamenti tra i governanti europei. Nei giorni precedenti l’attentato, sia Hollande sia il vice cancelliere della Germania si sono pronunciati per la fine delle sanzioni. Questo non è ammissibile per gli USA, soprattutto alla vigilia di una nuova e più feroce campagna militare nel Donbass e dell’innalzamento dello scontro con la Russia. Non è ammissibile nemmeno perchè è alla vigilia della possibile firma del TTIP, l’accordo economico che piegherà l’economia europea ai voleri ed ai tribunali delle multinazionali e del governo USA. La firma del TTIP è l’atto strategico determinante che unifica la NATO anche a livello economico e salda l’alleanza USA-UE contro il resto del mondo. Quindi, da un punto di vista USA, se ai primi tentennamenti europei dell’estate scorsa si è forzata la mano all’Europa con l’attentato all’aereo (due giorni prima della decisione UE sulle sanzioni alla Russia), ai tentennamenti odierni si risponde con l’attentato di Parigi e minacciandone una lunga serie su tutto il territorio europeo. Cosa produce un grave attentato “etnico” in Europa? Paura tra le popolazioni, riaffermazione di identità occidentale, ripiegamento e “fare quadrato” intorno ad una guida forte come quella del “capofila di civiltà” occidentale, gli USA. I governanti europei sono avvisati ! Per l’esecuzione degli atti di terrorismo basta la struttura già sperimentata abbondantemente in Italia, Gladio/Stay Behind e, se servisse, il Mossad israeliano che ha ben qualche risentimento con la Francia e la UE timidamente intenzionate a riconoscere lo Stato palestinese. Se quindi l’attentato è un messaggio forte degli Usa all’Europa, vedremo come i governanti europe intenderanno procedere, e lo vedremo proprio sul terreno russo/ucraino; se l’Europa procederà verso il ritiro delle sanzioni alla Russia, possiamo prevedere nuovi attentati.
3 A chi giova anche? Da quanto si sa delle indagini sull’ attentato di piazza fontana, sembra che il governo Rumor ne fosse a conoscenza anticipatamente ma che non potesse impedirlo; cercò quindi di trarne profitto. Può non essere così improbabile anche questa volta in Francia, visto il comportamento della Polizia e l’eliminazione dei presunti attentatori come possibili testimoni. Anche le elite francesi ed europee hanno da trarne vantaggi; come ha dimostrato l’11 settembre, le principali vittime e obiettivi degli attentati sono le popolazioni interne e quelle scelte come caprio espiatorio. Hollande ha riacquistato un pò più di popolarita, e contenuto ai margini l’antagonista LePen, la popolazione francese per un pò penserà più ad un nemico “altro” invece che alla crisi ed ai padroni in casa propria, una fetta rilevante di lavoratori immigrati intimiditi dovrà restare in silenzio, aumenteranno i controlli di polizia sulle popolazioni europee e crescerà una xenofobia estensibile a tutti, mussulmani ma potrebbero essere anche cinesi o russi; si giustifica una aumento delle spese militari, come richiesto fortemente dalla Nato a settembre, e chissà mai qualche nuova avventura militare anche in salsa europea. Considerato che l’Europa è in declino economico irreversibile (il debito è in continuo aumento ovunque e la creazione di valore e la manifattura in diminuzione), prospettive di crescita non ve ne sono salvo (e forse) un ribaltamento di alleanze ed una integrazione economica con la Cina e Paesi in via di sviluppo (ovvero Dichiarare la resa e strappare qualche condizione). Ne consegue che un rafforzamento dello Stato di Polizia, europeo o nazionale, è per le elite un ottimo sistema per gestire lo stato di crisi e contenere probabili disordini sociali. Dopotutto è quello che stanno facendo dall’ 11 settembre 2001 gli Usa: meno diritti, meno libertà, più controllo (NSA), armare la Polizia per possibili disordini e allestire campi di raccolta/detenzione dei futuri rivoltosi (FEMA). Non dimentichiamo che in qualsiasi momento può esplodere quella virulenta crisi economica che dal 2008 continuano a rinviare con stampa di moneta a iosa e innalzamento del debito. Per questo devono controllare, prevenire, distrarre e prepararsi ad incolpare qualcun altro per il fallimento del capitalismo odierno.
4 Quale libertà di informazione? La libertà di informazione, quella quotidiana, è stata persa da tempo, non solo per l’accentrarsi monopolistico delle proprietà editoriali e televisive, ma anche per la pressochè totale cooptazione della sinistra istituzionale, negli Usa ed in Europa, all’ambito imperialista occidentale ed alle politiche della NATO. La guerra alla Libia in ambito informativo è stata l’apologia dell’uso della informazione come propaganda di guerra: quella spregiudicata informazione avrebbe dovuto si essere il terreno di scontro e di “indignazione” per gli attuali difensori democratici della libertà di informazione e di satira. La riflessione su quel tipo di informazione non è mai stata fatta , eppure è decisivo farla. La notizia: Gheddafi fa bombardare una grande manifestazione popolare a Tripoli uccidendo da 15 000 a 20 000 manifestanti; la notizia parte coordinata dalle TV AL Jaziras e Al Arabya, tv governative rispettivamente del Qatar e dell’Arabia Saudita, viene immediatamente ripresa e rilanciata da tutte le tv USA e rimbalzata in europa; tutte le principali testate europee, di destra e di sinistra, uscivano in prima pagina con la notizia del massacro: massacro mai avvenuto, mai! Non ci fu alcuna manifestazione a Tripoli e nessun bombardamento sulla folla (v. testimonianza mons. Cappucci), così come poi non ci furono stupri di massa al viagra e fosse comuni sulla spiaggia: la realtà era totalmente virtuale ma fu sufficiente per giustificare l’intervento Nato, mesi di bombardamenti reali, oltre 80. 000 morti, e la cattura ed esecuzione di Gheddafi da parte dei corpi speciali francesi. Davanti a questo salto di qualità dell’informazione ai fini di guerra, fatta sia dai giornali e tv di destra e di sinistra per una copertura di oltre il 95% delle testate, la libertà di informazione ha dimostrato di non esistere; la tradizionale contrapposizione tra destra e sinistra istituzionale ed editoriale, che ci permetteva di trovare notizie diverse e a volte opposte, ha cessato di esistere sui temi “imperiali” e della guerra. Anzi, la sinistra, in Italia con Napolitano, alzava ancor più i toni bellicosi ed abbiamo avuto anche la tragicomica del partito di Rifondazione Comunista che andò ad occupare l’Ambasciata libica a Roma per protestare contro un massacro mai avvenuto. In Francia è andata ancor peggio con una sinistra capofila dell’intervento militarista francese. Non mi dilungo sulle pluridecennali bugie informative elaborate ai fini di propaganda di guerra, che ci si illudeva fossero un buon vaccino per il presente, ma se non si riflette che almeno il 95% dell’informazione mediatica è controllata ed assogettata alla propaganda di guerra, rischiamo di fare solo la parte degli utili idioti, a meno che non si abbia scelto di stare con la Nato e con la “civiltà” occidentale (come sembrano e vogliono richiedere le reazioni all’attentato di Parigi). Per favore quindi non parliamo di libertà di informazione e satira, la battaglia dovevamo/dobbiamo farla contro l’uso dell’informazione come propaganda di guerra già allora: sono state bugie costate non 12 ma centinaia di migliaia di morti, anche milioni, e prevalentemente musulmani.
5 Il delirio politico occidentalista. Torniamo in Francia a misurare il delirio politico: abbiamo una Francia capofila europeo delle recenti guerre neo-coloniali, che ha finanziato armato, addestrato migliaia di mecenari terroristi in Libia al fine di far cadere il regime di Gheddafi; si è resa responsabile di migliaia di atti di terrore in territorio libico ma si sconvolge se avvengono sul proprio territorio. Poi le formazioni terroristiche dalla Libia furono trasferite in Siria e anche qui gli europei, francesi ed inglesi in testa, addestrano armano finanziano le formazioni mercenarie per travolgere l’ ultimo stato laico rimasto in medio oriente, la Siria di Assad. Non si fanno problemi se queste formazioni (che i servizi segreti tedeschi dicono composte al 95% da mercenari stranieri) siano più o meno limitrofe alle formazioni di Alqaida e dell’ Isis o addirittura confluenti in esse: i governi europei sostengono i miliziani islamisti per compiere atti di terrorismo sul territorio siriano al fine di rovesciare un governo sovrano, permettono loro di andare su e giù per l’Europa ed addirittura di essere reclutati nelle stesse città europee. Vanno bene gli atti di terrorismo sul territorio siriano, ed i 200 000 morti, ma ci si sconvolge se avviene un attentato in Francia, proprio la Francia che più di ogni altro Stato europeo voleva l’intervento Nato anche in Siria nel settembre 2013 e che dava spazio ad ogni falsa info (gas ecc.) pur di giustificare l’intervento. Se non fosse stato per la resistenza della Russia, e dell’esercito siriano, avremmo ora una Siria ridotta come l’attuale Libia. E la sinistra francese ed europea dove era e dove è, dimentica dell’ antica parola “internazionalismo” tra i popoli e “Anti-imperialismo”? A manifestare per il diritto di satira … e per la difesa dei valori della “civiltà occidentale”, nell’epoca in cui i diritti sociali ed anche la mera sopravvivenza degli individui e delle nostre prossime generazioni sono pesantemente in forse, vi è in corso una guerra infinita della Nato contro il resto del mondo che ha già provocato non 12 ma alcuni milioni di morti, e nel corso di questa guerra brillano le perle di civiltà di Abu Graib e Guantanamo ed il massacro di Gaza. Come Israele, anche l’Europa sa vendere molto bene i propri morti. Rimane solo delirio somministrato alle nostre popolazioni, tu armi e addestri i terroristi e poi fai finta di combatterli, li finanzi e li addestri e poi fai le sanzioni economiche contro il governo di Assad che più di ogni altro sta realmente combattendo i terroristi. La foto di Mc Cain in Siria che si incontra con i capi di Isis e Al Nusra per incoraggiarli a combattere, e lo stesso capofila dei neo-con americani che incoraggia le squadre naziste a Kiew ad assaltare il parlamento, sono l’apologia di questa ipocrisia e di questo delirio.
6 Quale satira di Charlie? Prima di farne una icona occorrerebbe ricordare che…
Un giornale diventato prevalentemente islamofobo nell’ultimo decennio, il cui precedente direttore su richiesta di Sarkozy è andato a dirigere una radio nazionale, un giornale che ha sostenuto i bombardamenti su Jugoslavia e Libia e invocato l’intervento in Siria, ha salutato l’uccisione di Gheddafi, ha accusato Chavez e Castro, ha sempre sostenuto Israele contro i Palestinesi, chiuso gli occhi sui nazisti in Ucraina, accusato la Russia di essere guerrafondaia. Un giornale che ha cacciato Denis Robert, un suo vignettista, non appena ha ironizzato sui sionisti.