Nessun altro paese del continente eurasiatico ha sofferto tanto della guerra quanto la Germania e la Russia. Ma forse da questa esperienza reciproca di dolore, di orrore e di perdita, le due potenze possono insieme forgiare una nuova direzione geopolitica.
Una nuova direzione che trasformerebbe i conflitti che covano sotto la cenere e le minacce di guerra in vomeri per coltivare la pace e la prosperità internazionali.
L’aggressione nazista della Germania verso l’Unione Sovietica inflisse a quest’ultima almeno 27 milioni di morti durante la guerra del 1941-45, la Germania fu anch’essa ridotta in rovine, con sei milioni dei suoi militari, circa il 90% delle perdite totali di guerra, uccisi dalle risorgenti forze sovietiche.
La morte, la malattia, la povertà e la fame di massa hanno segnato entrambe le nazioni. Più di qualsiasi altro paese, la Russia e la Germania conoscono l’orrore e la sofferenza della guerra. Pertanto, è per loro obbligatorio fare di tutto per assicurarsi che tale violenza non debba mai più ripetersi.
Questa settimana, l’ambasciatore della Germania in Russia, Rudiger von Fritsch, ha rinnovato il legame di amicizia tra le due nazioni. In un incontro [in inglese] con Konstantin Kosachev, capo della Commissione per gli Affari Esteri del Parlamento russo, l’inviato tedesco ha dichiarato: “Non esiste alternativa alle buone relazioni fra Russia e Germania”.
Ha aggiunto che la Germania e la Russia “condividono la responsabilità per il destino del continente eurasiatico”.
Non poteva dire una cosa più veritiera di questa.
Tuttavia, un onere particolare grava sulla Germania al fine di trovare la propria indipendenza in politica estera e di costruire una cooperazione strategica con la Russia. Non solo nell’interesse della Germania, ma per quello dell’Unione Europea e dell’intero continente eurasiatico.
Ad essere sinceri, la Germania ha per lungo tempo permesso che le sue relazioni naturali con la Russia venissero guastate sotto l’influenza preponderante di Washington.
Ricordiamo che nel 1949, quando fu costituita l’alleanza NATO a guida statunitense, il suo primo segretario generale, il britannico Lord Ismay, candidamente descrisse [in inglese] lo scopo dell’organizzazione in questo modo: “Tenere fuori l’Unione Sovietica, dentro gli americani e giù i tedeschi”.
Questa mentalità di divide et impera è servita all’agenda angloamericana per dare a Washington una presenza e un ruolo esagerati nel determinare gli affari dell’Europa, in particolare nelle relazioni di quest’ultima con Mosca.
Ma l’Europa ha pagato un grosso prezzo per la sua schiavitù transatlantica a Washington.
Come hanno mostrato le recenti elezioni in Germania, il paese si è aspramente diviso sulla questione dell’afflusso massiccio di profughi provenienti dal Medio Oriente e dal Nord Africa. I cristiano-democratici del cancelliere Angela Merkel sono stati rieletti, ma solo dopo aver subito grosse perdite elettorali a vantaggio del nuovo partito anti-immigrazione, Alternativa per la Germania. Di conseguenza, la Merkel è ora incaricata di raffazzonare un governo di coalizione.
Il rancore popolare che si è diffuso per un’immigrazione su così larga scala ha inoltre indebolito la coesione dell’Unione Europea. La sfida contro di essa portata dai partiti populisti è percepita in Gran Bretagna, Francia, Olanda, Polonia, Ungheria, Slovacchia e Repubblica Ceca.
Le tensioni politiche sentite sia all’interno della Germania che in tutta Europa sono probabilmente il risultato diretto dell’essere stata l’Unione Europea responsabile per decenni di guerre illegali guidate dagli americani in Medio Oriente. Le potenze europee sono accusate di essere complici nelle guerre degli Stati Uniti, quelle che hanno destabilizzato intere nazioni e generato la fenomenale migrazione di massa verso l’Europa.
Se le forze europee avessero mostrato più indipendenza e avessero agito per evitare le guerre a guida statunitense in Iraq, Afghanistan, Siria, Libia, Somalia e altrove, sembra ragionevole affermare che la politica anti-immigrazione che sta lacerando il tessuto sociale in Germania e in Europa non sarebbe sorta. In altre parole, è stata proprio l’Europa, schiavizzata dalle politiche di Washington, ad aver creato molta della attuale turbolenza nella UE.
Lo stesso si può dire della smania degli USA per l’espansione della NATO e il suo dispiegamento militare attorno alla Russia. Le tensioni che ne sono seguite tra Russia e Europa sono cresciute fuori misura rispetto alle circostanze oggettive. La Russia ha ripetutamente detto che non ha intenzione di minacciare i confini di qualsiasi Stato europeo, tuttavia questo spettro è stato continuamente agitato dall’asse transatlantico guidato dagli Stati Uniti.
L’esempio più recente di ciò è stata l’isteria dei media occidentali che, alla fine del mese scorso, ha circondato le esercitazioni di difesa militare Zapad 2017 in Bielorussia. I funzionari della NATO e i politici pro-transatlantici come Michael Fallon in Gran Bretagna hanno avvertito [in inglese] di una imminente invasione russa dei Paesi Baltici. Come poi si è visto, l’esercitazione Zapad è trascorsa senza alcun incidente ed è stata giudicata un addestramento difensivo, proprio come la Russia aveva sempre detto. Ma da ciò si può vedere come la russofobia americana stia irresponsabilmente alimentando gli allarmi europei e le tensioni con Mosca.
Se solo i leader tedeschi potessero attuare una piena transizione verso l’indipendenza in politica estera. E abbandonare l’inutile e futile antagonismo con la Russia.
L’ex Ministro della Difesa tedesco, Willy Wimmer, può vedere il nonsenso. Perché altri non possono farlo? In una intervista [in inglese] rilasciata ai media tre anni fa, Wimmer ha respinto la versione, sostenuta da Washington, che la Russia abbia istigato la crisi in Ucraina. Wimmer possiede quell’intuito pacato per capire che sono stati gli alleati statunitensi ed europei ad avere destabilizzato il paese con un colpo di Stato illegale contro un governo eletto a Kiev, nel febbraio 2014.
Le sanzioni economiche americane ed europee, quelle che sono state imposte alla Russia durante gli ultimi tre anni in seguito alla presunta interferenza russa in Ucraina, sono senza fondamento, come sottolinea Wimmer. Queste sanzioni rischiano di danneggiare maggiormente l’economia dell’Europa rispetto a quella dell’America a causa degli estesi legami bilaterali tra l’Europa e la Russia.
Ora l’amministrazione di Trump si sta muovendo per imporre ulteriori sanzioni che potrebbero pregiudicare le grandi forniture energetiche dell’Europa provenienti dalla Russia. L’ovvio motivo ulteriore è che gli americani sostituiscano la Russia come esportatore di energia in Europa – a costi finanziari molto più alti per i governi e i cittadini europei.
La Germania ha reagito con rabbia alle ultime sanzioni statunitensi, affermando che esse costituiscono un’interferenza indebita di Washington negli affari europei. È giunto il momento che Berlino guardi in faccia alla realtà. La questione simboleggia il quadro geopolitico più generale di come Washington si immischi nelle relazioni tra Europa e Russia per i suoi interessi egoistici.
L’unilateralismo americano sta spingendo il mondo verso più conflitti. Che si tratti di Corea del Nord, Iran, Cina, o tra Europa e Russia.
Come potenza più forte dell’Unione Europea, la Germania ha una responsabilità particolare per promuovere la diplomazia e le risoluzioni pacifiche. Berlino deve forgiare una collaborazione più stretta con Mosca per creare un vitale contrappeso allo sconsiderato unilateralismo americano.
L’esperienza della guerra e della sofferenza condivisa da Germania e Russia è un potente incentivo per le due nazioni nel portare avanti l’Europa e il mondo verso il perseguimento della pace. L’esperienza dell’America, uscita relativamente illesa dalla terribile guerra, è forse il motivo per il quale i suoi governanti sono sempre così scelleratamente pronti ad iniziare conflitti.
Affinché ciò accada, la Germania deve trovare il coraggio politico e l’indipendenza per respingere l’influenza eccessiva di Washington. La cancelliera Merkel è nota per nutrire poco riguardo nei confronti di Trump e delle sue politiche da guerrafondaio. Per Berlino, il suo quarto mandato in carica è un momento opportuno per ripensare radicalmente la dipendenza transatlantica da Washington.
Come ha detto l’inviato tedesco: “Non esiste alternativa alle buone relazioni fra Russia e Germania”.
Infatti, il futuro delle relazioni pacifiche in Eurasia e nel mondo può dipendere da esso.
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Articolo di Finian Cunningham apparso su Sputnik il 28 agosto 2017
Traduzione in italiano di Cinzia Palmacci per SakerItalia
[le note in questo formato sono del traduttore]
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