Il doppio standard balcanico dell’Unione Europea
Nel corso degli ultimi anni, gli analisti e commentatori hanno notato una crescente ondata di sostegno interno per il movimento nazista croato della Seconda Guerra Mondiale, gli Ustascia, che sterminarono attivamente Serbi, Ebrei e Rom sul territorio che controllarono nel 1941-45. Lungi dal condannare questo sviluppo allarmante, il governo croato, l’Unione Europea, e attori non statali all’interno di essa hanno tacitamente e attivamente sostenuto la crescente ondata di simpatia verso gli Ustascia.
Questo scollamento tra i presunti “valori europei” di diritti umani e tolleranza che l’Unione Europea pretende di rappresentare, e il suo tacito sostegno alle tendenze verso le politiche estremiste in Croazia avrà un impatto significativo sul crescente trend di euroscetticismo in Serbia e altri paesi balcanici. Inoltre, la condanna imperturbabile dell’Unione ai movimenti populisti legittimi in Europa, inclusa, ma non solo, la campagna per la Brexit, come “razzisti” e “xenofobi”, mentre sostiene in silenzio elementi politici autenticamente estremisti contribuirà alla percezione sempre più popolare della UE come entità ipocrita.
L’ascesa della simpatia verso gli Ustascia
La Repubblica di Croazia è tornata spesso, dalla sua indipendenza, alle immagini del suo predecessore della Seconda Guerra Mondiale; lo Stato Indipendente di Croazia (NDH). L’NDH era uno stato fantoccio sponsorizzato dalla Germania Nazista e dall’Italia Fascista, ed era amministrato dagli Ustascia.
Durante la sua breve vita quadriennale, l’NDH utilizzò una forma di fascismo clericale costruito sulla base della discriminazione e della liquidazione sistematica degli elementi non-croati all’interno dei suoi confini. È stato responsabile della morte tra 300.000 a 600.000 Serbi e di decine di migliaia di Ebrei e Rom.
Anche se proibiti dalla legge, i simboli degli Ustascia vengono liberamente esposti in occasione di eventi sportivi, raduni politici, e in tutti i tipi di raduni pubblici. Le sanzioni per queste dimostrazioni sono spesso limitate a una piccola multa. In confronto, la legge tedesca (sezione Strafgesetzbuch 86a) prevede la somministrazione di una multa e/o di una pena fino a tre anni di reclusione.
Il supporto degli Ustascia tra gli hooligan (incluso un recente evento durante Euro 2016, dove tifosi croati hanno brandito in pubblico delle svastiche apertamente) è stato popolare per decenni; una tendenza più allarmante è il sostegno attivo e tacito del movimento e dell’eredità degli Ustascia da parte del governo croato. All’inizio di quest’anno, il governo croato è stato condannato per la nomina di Zlatko Hasanbegović, ammiratore pubblico e di primo piano del regime degli Ustascia, a ministro della cultura del paese. Il presidente della Croazia, Kolinda Grabar-Kitarović, è una avida fan del musicista pro-Ustascia Marko Perković, detto “Thompson” e, anche se descrive il regime degli Ustascia come “criminale”, ha dichiarato anche che in passato l’NDH “almeno proteggere[va] gli interessi del popolo croato” durante il suo breve e incredibilmente violento regno.
Silenzio nel migliore dei casi, incoraggiamento nel peggiore
Nonostante gli attuali resoconti da parte delle ONG internazionali riguardo a discriminazioni sponsorizzate dallo stato contro i Serbi di Croazia e profanazioni regolari di chiese e monumenti culturali serbi per mano di elementi pro-Ustascia nel paese, l’Unione Europea è rimasta quasi del tutto in silenzio sulla questione delle crescenti simpatie pro-Ustascia nel governo croato e nella scena politica.
Piuttosto che condannare la crescente ondata di simpatia verso gli Ustascia nel paese o denunciare la nomina di simpatizzanti degli Ustascia in alcuni dei più alti ministeri del governo croato, l’Unione Europea ha scelto di sostenere tacitamente il ritorno strisciante dell’estremismo politico in Croazia. Il 15 Giugno si è tenuta una mostra dedicata al cardinale Alojzije Viktor Stepinac presso il Parlamento Europeo, una delle più importanti istituzioni governative dell’Unione Europea. Il cardinale Stepinac, che ha servito come Arcivescovo Cattolico Croato di Zagabria nel 1937-1960, è stato un attivo sostenitore del regime degli Ustascia e secondo l’eminente storico dei Balcani Bernd Jürgen Fischer “collaborava strettamente con i leader Ustascia in qualità di arcivescovo della capitale, emanò proclami che celebravano la Croazia indipendente, e accolse con favore i leader degli Ustascia”.
L’Unione Europea non ha ancora risposto a nessuna delle critiche presentate contro di essa per aver ospitato un evento dedicato ad un sostenitore chiave di un regime sostenuto dai Nazisti che ha ucciso centinaia di migliaia di civili innocenti durante la Seconda Guerra Mondiale.
Anche una recente definizione del regime degli Ustascia nel principale dizionario della lingua tedesca “Duden” (foto sotto) che lo descrive come un “movimento che ha combattuto contro il “centralismo serbo”” ha provocato una tempesta di polemiche e una petizione on-line firmata da sempre più persone promossa dall’organizzazione umanitaria 28 Giugno (Nota degli autori: siamo entrambi membri di questa organizzazione). La definizione non fa alcun riferimento ai numerosi e ben documentati crimini degli Ustascia contro le popolazioni civili, dandogli l’aspetto di un movimento politico legittimo con obiettivi ragionevoli. Questi eventi recenti stanno contribuendo al crescente sentimento tra molti Serbi che si sentono alienati da parte dell’Unione Europea, e pensano che venga applicato un doppio standard per quanto riguarda la Serbia.
Perdita di credibilità
Dal momento che la Serbia ha raggiunto lo status di candidato nel 2011, l’Unione Europea ha imposto una serie di requisiti e disposizioni che si occupano apparentemente dei diritti umani e delle questioni irrisolte derivanti dai conflitti jugoslavi degli anni ’90. Il governo serbo ha in gran parte rispettato le condizioni imposte ad esso da parte dell’Unione Europea e si è impegnata con l’UE attraverso atti come l’estradizione di membri del suo stesso governo e la “normalizzazione” delle relazioni con la Repubblica del Kosovo (uno stato auto-dichiarato che ha unilateralmente dichiarato l’indipendenza dalla Serbia nel 2008) per volere dell’Unione Europea. Inoltre, molti Stati membri dell’UE hanno votato a favore di una fallita risoluzione delle Nazioni Unite che ha cercato di classificare i fatti controversi di Srebrenica nel 1995 come “genocidio”.
Tenuto conto del fatto che l’Unione Europea ha sia passivamente sostenuto l’ascesa delle inclinazioni politiche estremiste in uno dei suoi Stati membri, rifiutandosi di condannarle e supportandole attivamente ospitando mostre in loro onore, l’entusiasmo dei Serbi per l’adesione all’UE probabilmente continuerà a scemare. L’Unione Europea ha dimostrato una mancanza di integrità e imparzialità nel sostenere i suoi valori dichiarati dei diritti umani facendo rispettare standard relativamente duri alla Serbia, senza imporne praticamente nessuno alla Croazia, anche arrivando perfino a supportare pubblicamente alcuni dei peggiori violatori dei diritti umani della storia della Croazia. Accoppiata con i crescenti sentimenti euroscettici sia in Serbia che nell’Europa nel suo complesso, il sostegno silenzioso dell’Unione Europea alla politica radicalizzata in Croazia potrebbe mettere a repentaglio l’obiettivo strategico dell’UE di acquisizione della Serbia come membro.
Inoltre, il doppio standard mostrato dall’Unione europea nei suoi rapporti con la Croazia e la Serbia rappresenta ancora un altro esempio dell’ipocrisia morale dell’Unione Europea. Mentre gli alti funzionari europei si sono affrettati a denunciare movimenti populisti legittimi come la campagna per la Brexit come razzisti e xenofobi, quegli stessi funzionari e istituzioni non hanno fatto altro che sostenere tacitamente la politica genuinamente estremista in Croazia. I partiti euroscettici come il Fronte Nazionale e il Partito della Libertà austriaco vengono regolarmente marchiati come “di destra” e “radicali”, mentre all’estremismo politico in Croazia viene consentito di prosperare. Se l’Unione Europea non prenderà misure per combattere questa ipocrisia morale, allora è probabile che il trend di scetticismo in aumento verso l’Unione continuerà a crescere senza sosta.
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Articolo di Daniel Jankovic pubblicato su Global Research il 13 Luglio 2016.
Traduzione in Italiano a cura di Raffaele Ucci per SakerItalia.it
Le vittime Serbe in Croazia non furono da “300.000 a 600.000” bensí c.a. 1.400.000!!!!