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Dal 1995 l’Italia non ha mai avuto un bilancio in pareggio. Anche l’Olanda è andata in deficit per molti anni, ma si trattava di deficit per lo più inferiori, e qualche volta si è realizzato un surplus.Immagine

Una grossa differenza fra italia e Olanda è che l’Italia è stata afflitta da un debito creatosi per la maggior parte negli anni ’80. Negli anni ’90 è riuscita a ridurlo in maniera sostanziale. Questo grafico mostra la spesa pubblica con e senza gli interessi sul debito. La differenza è grande per l’Italia, piccola per l’Olanda.

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Se si defalcano gli interessi sul debito e si considera solo la spesa pubblica che va alla popolazione (sanità, strade, pensioni, etc…), ovvero il bilancio primario, dal 1990 l’Italia ha segnato un deficit primario solo in 3 anni, l’Olanda in 11 anni.

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Ecco un interessante paper (fatto da un ricercatore Olandese!) che mostra come il problema dell’Italia non sia l’eccessiva prodigalità, ma l’opposto.

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“Dopo il 1992, l’Italia ha fatto più della maggior parte degli altri membri dell’Eurozona per soddisfare le condizioni dell’Unione Monetaria in termini di auto imposizione di consolidamento fiscale, riforme strutturali e moderazione dei salari reali. Ma la sua adesione alle linee guida dell’Unione Monetaria ha strangolato la domanda interna e l’export del paese”.

Quindi se pensate che l’Italia debba semplicemente tassare di più e spendere meno per ridurre il suo debito: lo ha già fatto e NON HA FUNZIONATO.

“In secondo luogo, comunque, dare la colpa della crisi strutturale italiana all’Unione Monetaria, a Bruxelles, o ai vincoli esterni, è sbagliato. La crisi permanente italiana è auto inflitta, una storia di disastro compiuto dall’interno. Ad esempio l’Italia ha troppo economisti folli favorevoli ad una politica di stringente austerità fiscale, i quali pensano che in qualche modo questa possa essere espansiva (ad es. Alesina et al 2003, Cottarelli 2018a, 2018b, Terzi 2018, Alesina, Favero e Giavazzi 2019) o favorevoli ad una deregolamentazione del mercato del lavoro ancora più drastica, sul presupposto che questo possa miracolosamente rilanciare l’occupazione, gli investimenti e l’economia (Hijzen, Monauto e Scarpetta 2017, Boeri et al. 2019). La crisi strutturale italiano è un caso di iatrogenesi (malattia inflitta dagli stessi dottori, come spiegato autorevolmente da Ivan Ilich).”

Ciò che è notevole a proposito del constante avanzo della bilancia dei pagamenti italiani sin dal 1990 è che è stato realizza in un periodo di lunga stagnazione, in cui le entrate sono basse e le spese sono alte. Questo grafico mostra l’aumento del PIL in Italia ed in Olanda (base 1990 = 100).

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Questo è lo stesso grafico per il periodo successivo al 2000, che assume il 2000 come base. Dal 2000 l’economia Olandese è cresciuta del 30%, mentre quella italiana è cresciuta del … 3%. Inoltre rispetto a 10 anni fa è calata.

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Il governo olandese ha potuto prendere soldi in prestito a tassi molto più economici di quelli italiani. Ecco gli interessi che Italia ed Olando hanno pagato anno per anno per servire i loro debiti, in percentuale al PIL. Dal 2010, l’Italia ha pagato il 4% del suo PIL in interessi ogni anno, l’Olanda meno dell’1%.

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Raggiungere il pareggio di bilancio con questi passivi è come nuotare con un cubo di cemento attaccato al collo.

Ecco un buon riepilogo sulle origini del debito pubblico italiano.

Magari pensate che non è colpa dell’Olanda se l’Italia deve fare i conti con tassi di interesse così alti. Ebbene, per la verità, nel contesto di una Unione Monetaria, il danaro defluisce da paesi considerati a rischio (Italia) facendo salire i loro costi di gestione del debito (Italia), a quelli “sicuri” (Olanda) facendoli scendere.

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Questo è esattamente ciò che è accaduto quanto la pandemia ha colpito l’Italia.

In linea teorica, i rendimenti dei bot dovrebbero riflettere il rischio reale di insolvenza per un paese. Ma una ricerca di Paul De Grauwe et al. Ha mostrato che essi sono espressione più di un (vacuo) “sentimento del mercato” che dei fondamentali.

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E comunque, oggi come oggi, i casi di insolvenza sul debito pubblico sono praticamente inesistenti: i paesi pagano sempre i loro creditori. In un suo eccellente libro Jerome Roos ha mostrato che la quota totale di debito pubblico statale in insolvenza nel mondo è lo 0,2 (!) per conto. Il 99,8% dei debiti pubblici viene rimborsato.

Persino il Wall Street Journal (non esattamente una tribuna marxista leninista) riconosce che la causa di problemi di debito italiani degli ultimi anni non è la prodigalità fiscale, ma la concomitanza di politiche che hanno prodotti effetti terribilmente negativi negli ultimi 40 anni.

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Ecco un modo per verificare che gli interessi pagati dai diversi governi quando si rivolgono ai mercati non è un buon indicatore dei fondamentali: i rendimenti dei bot olandesi ed italiani hanno converso fortemente fra il 2000 l’eurocrisi, prima di divergere di nuovo …

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… ma la differenza nel rapporto debito / PIL è rimasta uguale in tutto il periodo. Quello che “i mercati pensano” e determina il costo del prestito è determinato da altri fattori, a volte irrazionale.

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Per capire come i costi di prestiti olandesi sono calati A CAUSA della crescita di quelli italiani: ecco in grafico dei rendimenti dei bot fra l’inizio della crisi finanziaria del 2008 e il “qualsiasi cosa serva” di Mario Draghi a metà del 2012: praticamente una immagine allo specchio.

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Questo avviene a causa del modello individuato da De Grauwe: siccome i soldi sono “intrappolati” nell’euro, i capitali, all’interno dell’eurozona, sono defluiti da Sud (spingendo in alto gli interessi) a Nord (spingendo in basso gli interessi)

Ho vissuto in italia: le infrastrutture cadono a pezzi: si guardi a treni, autostrade.

Quattro giorni fa è crollato un ponte: in quale altro paese europeo succedono cose del genere?

L’anno scorso è crollato un altro ponte, uccidendo 43 persone.

E se pensate che l’Italia dovrebbe semplicemente tassare il sommerso: la gente a basso reddito che lavora in nero forse non pagherà le tasse, ma sta in un segmento di lavoro non protetto. Ne risulta che la percentuale di disoccupati che ricevono misure di tutela è molto bassa.

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Di solito la gente che sta nel segmento basso del mercato del lavoro riceve più sussidi di quanto non paghi in tasse, e chi lavora in nero si trova per lo più nel segmento basso.

Ecco i dati OCSE.

Quindi non è certo che fare emergere il lavoro nero a basso salario migliorerà la situazione fiscale una volta fatta la tara di spese e benefici.

Andando ancora più indietro nel tempo il bilancio statale olandese non sembra affatto stellare.

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L’Italia ha uno dei più bassi livelli di investimenti pubblici (strade, scuole, etc…) nella UE. Negli ultimi anni il livello di investimento è stato inferiore a quanto necessario anche solo per prevenire l’obsolescenza delle infrastrutture.

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Thread di Alexandre Afonso
L’autore è Professore Associato di Politica Pubblica all’Università di Leiden

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