Si è tentati di interpretare i risultati elettorali italiani di domenica scorsa come se gli elettori avessero allegramente scagliato una ciotola di succulente [ricetta, in italiano] pappardelle al ragù di cinghiale sulle facce insipide dell’euro-oligarchia tossica e non eletta che siede a Bruxelles.
Beh, è complicato.
Il sistema elettorale italiano si basa sulle coalizioni. La troika di centro-destra Meloni-Berlusconi-Salvini è destinata a raccogliere una maggioranza sostanziale sia alla Camera che al Senato. Giorgia Meloni guida Fratelli d’Italia. Il famigerato Silvio “Bunga Bunga” Berlusconi guida Forza Italia. E Matteo Salvini guida la Lega.
Il cliché consolidato nei bar d’Italia è che la candidatura di Giorgia a premier era scontata: dopotutto è “bionda, occhi azzurri, minuta, vispa e simpatica”. Ed è anche un’esperta comunicatrice. Tutto il contrario di Mario Draghi, socio di Goldman Sachs ed ex esecutore della BCE, che sembra uno di quegli imperatori sanguinari della decadenza romana. Durante il suo regno da Primo Ministro, è stato ampiamente deriso – al di fuori dei circoli woke/finanziari – come il leader del “Draghistan”.
Sul fronte finanziario, quell’entità ultraterrena, la Dea del Mercato, l’equivalente post-verità dell’Oracolo di Delfi, scommette che il Premier Giorgia insisterà sulla stessa vecchia strategia: stimoli fiscali finanziati dal debito, che si trasformeranno in un’esplosione del debito italiano (già enorme, al 150% del PIL). Tutto questo e un ulteriore crollo dell’euro.
La grande domanda che ci si pone ora è chi sarà il nuovo ministro delle Finanze italiano. Il partito di Giorgia non ha nessuno con le competenze necessarie per farlo. Quindi il candidato preferito dovrà essere “approvato” dai soliti sospetti come una sorta di esecutore del “Draghistan lite”. Draghi, tra l’altro, si è già detto “pronto a collaborare”.
Meraviglie gastronomiche a parte, la vita nella terza economia dell’Unione Europea è una rottura. Le prospettive di crescita a lungo termine sono come un miraggio nel Sahara. L’Italia è estremamente vulnerabile quando si tratta di mercati finanziari. Pertanto, un crollo del mercato obbligazionario all’orizzonte è praticamente scontato.
Nel caso di un, quasi inevitabile, catfight finanziario tra il Team Giorgia e Christine “guarda la mia nuova sciarpa di Hermes” Lagarde alla BCE, la Banca Centrale Europea si “dimenticherà” di acquistare i titoli italiani e allora, Auguri! [in italiano nell’originale] Benvenuti in un nuovo episodio di crisi del debito sovrano dell’Unione Europea.
In campagna elettorale, la vispa Giorgia ha incessantemente promesso di tenere sotto controllo l’enorme debito. Questo è stato accompagnato dal messaggio necessario per placare la cripto-“sinistra” woke e i suoi proprietari bancari neoliberali: sosteniamo la NATO e l’invio di armi all’Ucraina. In realtà tutti – da Giorgia a Salvini – sostengono l’appoggio militare, avendo firmato un impegno durante la precedente legislatura, in vigore fino alla fine del 2022..
Decostruzione di una “semi-fascista”
La sfera atlantista woke/neoliberale, come prevedibile, s’infervora per l’avvento dell’Italia “post-fascista”: oh, questa gente che vota sempre dalla parte sbagliata… La folla disordinata degli esperti indica l’ultima di un ciclo di ondate populiste in Italia; non sanno nemmeno cosa significhi “populista”. Ma non possono essere troppo isterici perché Giorgia, dopo tutto, è un prodotto dell’Aspen Institute.
Giorgia è un caso complesso. È essenzialmente una trans-atlantista. Detesta l’Unione Europea ma ama la NATO. In effetti, le piacerebbe minare Bruxelles dall’interno, assicurandosi che l’Unione Europea non interrompa il cruciale flusso di fondi verso Roma.
Così confonde gli “esperti” americani primitivi e cripto-“di sinistra”, che la accusano al massimo di “semi-fascismo”, e quindi più pericolosa di Marine Le Pen o Viktor Orban. Poi ottiene un’immediata redenzione perché, almeno a parole, si proclama anti-Russia e anti-Cina.
Ma la tentazione di metterla al rogo è troppo forte: dopotutto è apprezzata da Steve Bannon, che quattro anni fa proclamava che “se dai un volto ragionevole al populismo di destra, vieni eletto”. E ha una pessima compagnia: Berlusconi è liquidato dagli americani woke/neoliberali come un “amico di Putin” e Salvini come un “nazionalista di fuoco”.
Per farsi un’idea chiara di Giorgia è indispensabile assorbire una forte dose di realtà. Rivolgiamoci quindi a un bravo intellettuale e scrittore torinese, Claudio Gallo, che ora si trova lontano dalla nebbia tossica dei media italiani mainstream, per lo più feudo della temibile famiglia Agnelli/Elkann.
Ecco le principali considerazioni di Gallo.
Sul fascino popolare di Giorgia: Il suo sostegno “tra i lavoratori è un dato di fatto. Lo vediamo in ogni sondaggio. Tuttavia, questa tendenza non è nuova, ed è iniziata ai tempi di Berlusconi. In quel momento la classe operaia ha iniziato a votare per i partiti di destra. Ma credo che questa non sia una tendenza solo italiana. Se si guarda alla Francia, la maggior parte dei rappresentanti della classe operaia tradizionale vota per Le Pen, non per i partiti socialisti. È una tendenza europea”.
Sull’ “Agenda Draghi”: “Si può immaginare il tipo di governi che abbiamo appena avuto come una Troika europea con un solo uomo, Mario Draghi. Hanno proposto le riforme economiche più brutali ispirate da Bruxelles, come l’estrema flessibilità e l’austerità fiscale. Si tratta di politiche che colpiscono soprattutto la classe media e i poveri (…) Il governo Draghi ha diminuito la spesa per il welfare di 4 miliardi di euro l’anno prossimo e di altri 2 miliardi in due anni. Ciò significa che in due anni saranno disponibili 6 miliardi in meno per la sanità. Ci sono stati tagli anche al sistema scolastico. I sondaggi mostrano che oltre il 50% degli italiani non ha appoggiato Draghi e il suo programma. Draghi proviene dalla parte più potente della società, il settore bancario. Nei principali media italiani è impossibile trovare dei critici di questo programma”.
Su un possibile gioco di potere di Berlusconi: “Ha un pubblico piuttosto vasto. È accreditato di circa l’8% dei voti. Dopo tutti questi anni e tutte le sue difficoltà giudiziarie, è ancora molto (…) Pochi mesi dopo le elezioni, possiamo immaginare una situazione in cui la Meloni è costretta a dimettersi perché non riesce a far fronte al rigido inverno (costo della vita fuori controllo, disordini sociali). Sarà il momento di una Grosse Koalizion per salvare il paese, e Berlusconi, con la sua forte posizione sulla NATO e sull’Europa, è pronto a giocare le sue carte. Berlusconi sarebbe la chiave di una nuova coalizione. È sempre pronto a raggiungere qualsiasi compromesso”.
Su Salvini “di fuoco”: “È il leader di un partito molto diviso. Aveva un’agenda populista, ma ai vertici del suo partito si trovano anche figure tecnocratiche come Giancarlo Giorgetti, strenuo difensore degli interessi della Confindustria del nord Italia. Salvini sta perdendo consensi all’interno della sua base elettorale, e la Meloni gli ha sottratto voti insieme al Movimento Cinque Stelle. Il suo partito è diviso tra vecchi politici che sognavano una federazione per rafforzare l’autonomia delle regioni del Nord e altri più ispirati alla destra di Marine Le Pen. È una miscela instabile”.
Su Giorgia sotto pressione: “La pressione delle questioni economiche, inflazione, prezzo del gas e così via, farà sì che Meloni, un politico molto duro ma non un esperto statista, probabilmente si dimetta. In Italia c’è uno stallo politico; come ovunque in Occidente, la democrazia non funziona correttamente. Tutti i partiti sono più o meno uguali, con qualche differenza di facciata; ognuno può comunque fare una coalizione con chiunque altro, senza alcun riguardo per i principi e i valori.”
“Più le cose cambiano…”: “L’uomo che sta dietro alla politica estera di Fratelli d’Italia è un ex-ambasciatore negli Stati Uniti e in Israele, Giulio Terzi di Sant’Agata. Non vedo come la sua opinione differisca da quella di Draghi. Stesso background neoliberista e atlantista, stesso curriculum tecnocratico. La Meloni sta semplicemente capitalizzando il fatto di non aver partecipato all’ultimo governo, anche se non offre alcuna alternativa. La Meloni ripete che non cambierà nulla; manderemo soldi e armi [all’Ucraina]. Manda molti segnali alla NATO e all’Unione Europea che possono contare su di lei quando si tratta di politica estera. Penso che sia sincera: è circondata da persone che faranno sì che le cose vadano davvero così. La situazione è molto diversa da quella di un paio di anni fa, quando la Meloni pubblicò un libro in cui diceva che dovevamo avere un buon rapporto con Putin e costruire un nuovo ordine europeo. Ora ha cambiato completamente posizione. Vuole essere vista come un futuro premier affidabile. Ma i sondaggi dicono che il 40-50% degli italiani non gradisce l’invio di armi in Ucraina e sostiene ogni misura diplomatica per porre fine alla guerra. La crisi del costo della vita rafforzerà questa posizione tra i cittadini. Quando non si può riscaldare la casa, tutto cambia”..
Il vero match nella gabbia
Nessuno ha mai perso soldi scommettendo sul fatto che l’oligarchia dell’Unione Europea si comporti sempre come un branco di coglioni autoincensati, testardi e non eletti. Non imparano mai nulla. E danno sempre la colpa a tutti tranne che a loro stessi.
Giorgia, seguendo il suo istinto, ha buone possibilità di seppellirli ancora di più. È più calcolatrice e meno impulsiva di Salvini. Non vuole uscire dall’euro e tanto meno un Italexit. Non interferirà con il suo ministro delle Finanze, che dovrà trattare con la BCE.
Ma rimane una “semi-fascista”, quindi Bruxelles vorrà il suo scalpo, sotto forma di taglio degli stanziamenti di bilancio dell’Italia. Questi eurocrati non oserebbero mai farlo contro la Germania o la Francia.
E questo ci porta all’assetto politico del Consiglio Europeo, estremamente antidemocratico.
Il partito di Giorgia fa parte del blocco dei Conservatori e Riformisti europei, insieme a due soli altri membri, i premier di Polonia e Repubblica Ceca.
Il blocco dei Socialisti e Democratici conta sette membri. Anche Renew Europe (gli ex “liberali”) ha sette membri, tra cui il presidente del Consiglio europeo, l’eccellentemente mediocre Charles Michel.
Il Partito Popolare Europeo di centro-destra ha sei membri. Tra questi c’è Ursula “Mio nonno era un nazista” von der Leyen, la dominatrice sadomaso a capo della Commissione Europea.
Il principale incontro in gabbia da seguire è infatti Giorgia contro la dominatrice Ursula. Ancora una volta, la spavalderia mediterranea contro i tecno-barbari teutonici. Quanto più Bruxelles molesterà Giorgia, tanto più lei contrattaccherà, con il pieno sostegno delle sue legioni romane post-verità: gli elettori italiani. Prendete il Negroni e l’Aperol Spritz: è ora dello spettacolo..
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Articolo di Pepe Escobar pubblicato su The Saker il 28 settembre 2022
Traduzione in italiano di JoRed per SakerItalia
[le note in questo formato sono del traduttore]
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Nel frattempo con Conte, il redivivo pacifista “a favore der popolo e della pace” hanno già invertito i ruoli di sedicente maggioranza/opposizione in vista delle prossima presa per i fondelli elettorale!
Triste come ci si caschi sempre… poca memoria e decisamente ancora meno cultura….
La Meloni potrebbe fare il ministro dell’Economia ad interim; tanto a questo punto che importanza ha?
E’ decenni che ci hanno preso in ostaggio tutti i secondi vitali del Tempo.
E se nominasse lo stesso demone draghi all’economia? Così le cose risulterebbero molto più chiare, visto che ne ha ereditato l'”agenda”.
Cari saluti
Ultimi pettegolezzi sub-politici: Per l’economia l’ultra liberista e seghista giorgetti? Sembra di sì, del resto era anche nel governo draghi … Continuità in “agenda”?
Cari saluti
Anch’io penso che la merdoni … pardon, meloni … non rappresenta una vera alternativa, se non per aspetti elettoralistici trascurabili, al programma di draghi, imposto all’Italia come lo fu draghi stesso.
Credo, comunque, che berluscazz … pardon, berlusconi … e il giullare salvini peseranno sempre di meno fino a sparire – berlusconi morto e salvini definitivamente azzoppato – del resto, anche loro hanno sposato i punti fondamentali l'”agenda draghi”.
Quindi si continuerà con la “semi-fascista” sulla stessa strada di morte e liquidazione finale del paese, segnata da draghi per conto dei cuoi padroni sopranazionali, fra i quali spiccano gli statunitoidi-nato/ deep state + neocon usa.
I punti cruciali, tutti contrari gli interessi vitali della popolazione italiana, sono fedeltà all’atlantismo guerrafondaio, permanenza nell’eurolager, invio di armi (a nostre spese) ai nazi-ukrainofoni mercenari nato, PNRR ricattatorio per le riforme da fare, con in pancia cose aberranti come la transizione ecologia/ business “green” dell’élite.
Solo che ci si scontrerà fra poco con il collasso socio-economico del paese – prodotto proprio dall'”agenda draghi” sposata da meloni – e allora “giorgia” resterà con il cerino in mano, in pieno marasma, e dovrà mollare … lascindo spazio a un feroce “tecnico” nominato.
Prevedo come tempi da 6 mesi a 1 anno (al massimo).
Cari saluti
Tante volte chiesi articoli di autori stranieri sull’italia… ma forse non c’erano.
O forse l’itaglia era così ovviamente appiattita su Washington e Bruxelles da risultare poco interessante e banale.
Giorgia è “bionda, occhi azzurri, minuta, vispa e simpatica”. Ed è anche un’esperta comunicatrice. Manca solo Giorgia on my mind ah ah ah…!
Ma Giorgia invece ha fatto scrivere al sempre ottimo Escobar un pezzo simpaticamente arguto talvolta, ma anche seriamente perspicace.
Aggiungo io: ci porterà al Fungo… (le pappardelle non c’entrano).
Giorgia, che poi non è quella gran bellezza come lascia intendere Pepe Escpbar ed è pure rompiballe (si nota?), non durerà molto alla presdelcons e forse non ce la farà a portarci “al Fungo”, ma lo farà di certo il suo successore “tecnico” in condizioni di grave emergenza socioeconomica …
Del resto, le bestie atlantiste e i loro servi sub-politici sicuramente sanno che per “distrarre” la popolazione dalle questioni vitali/ sociali/ economiche, specie se gravi come quellie che già si profilano (che poi sono colpa loro!), non c’è niente di meglio di una guerra e se poi arriva in casa, fa niente … per costoro va bene anche “il Fungo”!.
Cari saluti
P.S: le pappardelle ce le scorderemo, quando ci sarà carenza di generi alimentari …
dopo il governo dei MIGLORi (il migliore fra i migliori,il ministro degli esteri che non nomino per scaramanzia),
il governo della MEGLIONI ,la” Piccola Vendetta Fascista” ,Burlesquoni e Papete-salvini .
facciamo a cambio con Orban (3 Meglioni per 1orban)
Personalmente farei subito cambio con Putin, ma vista la levatura del Presidente, non basterebbero 3 meglioni da poco, ce ne vorrebbero almeno 3.000 (o forse di più con l’inflazione alle stelle) …
Cari saluti
a quanto le zucchine marine di ostia rispetto a quelle francesi? e i pap test alle mammelle? la mellonara spara bubbole e’ la rappresentazione di cosa oggi e’ l’itaglia..un popolo di santi ,di navigatori e di storditi .e di arraffa arraffa …..mah chi sa sti stupidi dove vogliono arrivare ..le allegre comari di montecitorio al ballo masherato della stupidita’… auguri itagliani
E’ in corso la kermesse demokratttika dell’elezione dei presidenti delle camere, con le sue regole bizantine e i suoi candidati cialtroni …
Credo che questo non meriti un intero articolo di giornalisti del calibro di Pepe Escobar, ma comunque mi è parso un evento – oltre che inutile per ciò che ci sta arrivando addosso – fra il grottesco e il divertente.
Parlamento bivacco di manipoli? Forse in altra epoca, oggi maleolente latrina.
Cari saluti
…e il video di Berlusca che litiga di brutto con La Russa che lo sollecita ad andare a votare?
Guitti.
Con il labiale… le farò vedere chi sono io, vaffanculo!
Ancora devono fare il governo e già litigano…
Privi di credibilità quelli di prima, da Monti in poi, privi di credibilità questi.
Li rivedremo turti nell’aula bunker del maxiprocesso di denazificazione europea di Norimberga, con un centinaio di imputati plurinazionali loro compari?
Anzi, meglio, l’aula già c’è: il processo si svolgerà nell’aula dell’europarlamento.
In Italia avremo, come speriamo, ma solo dopo il disastro, la “denazificazione” per i draghi e la “destronzificazione” per i la russa …
Cari saluti
Le parole di Borrell sono così sfacciate, di chi si sente sicurissimo che tanto la Russia sarà sconfitta e i Russi torneranno ad essere i Negri che furono negli anni ’90…
Con un senso di superiorità, tronfio, tranquillo
Spero che arrivino a Madrid e a Lisbona.
Dove fuggirà quel suino?