– Costantino Ceoldo –

Le guerre balcaniche che hanno dilaniato l’oramai defunta Jugoslavia sono state un momento atroce della storia europea. Molti gli attori coinvolti, che hanno dato il loro contributo alla tragedia consumatasi non troppi anni fa in quei luoghi. Per alcuni, forse per molti, l’intervento americano e della NATO, avrebbe dovuto essere risolutivo e porre la parola fine ad una lunga serie di conflitti. La realtà è diversa, come diversa è la ragione profonda dell’intervento statunitense. E’ bene ricordare che all’epoca dei fatti la Russia era molto più debole di adesso e trattata in maniera accondiscendente dall’unica potenza mondiale rimasta: erano quegli gli anni del mondo unipolare e della fine della Storia. Ennio Remondino, giornalista italiano e corrispondente di guerra, è stato a lungo nei Balcani proprio negli anni dei conflitti etnici. Mi è sembrato allora naturale porgli alcune domande su un tema che, come si intuisce, è tutt’ altro che esaurito.

D) Grazie di essere qui con noi a parlare di Balcani… Vuoi ricordare ai nostri lettori che cosa era la Jugoslavia di Tito?

R) E’ una pagina molto importante della storia europea a cui non serve certo la memoria di un cronista che è stato testimone soprattutto della sua disgregazione nel dopo Tito, né basterebbe lo spazio di una intervista. Servirebbero dei libri, e tanti, per raccontare la Jugoslavia di Tito. Due o tre osservazioni personali soltanto: la ‘terra degli slavi del sud’ fu una delle intuizioni di Yalta più centrate. L’aggregazione di stati nemici in guerra (la Croazia ustascia e la Serbia partigiana o le formazioni SS albanesi) in una prospettiva di identità culturale slava che superasse il passato in una federazione socialista sulla linea del ‘fronte adriatico’. Poi Tito fu il primo nel blocco socialista a prendere le distanze dallo stalinismo (molto prima dello stesso PCI di Togliatti), anticipando di molto gli eurocomunismi successivi.

D) Una piccola Europa balcanica dentro una più grande Unione Europea. Forse il suo destino era segnato fin dall’inizio?

R) Effetto “Caduta muro” con in più forti interessi di carrierismi politici nazionali interni, da Tudjman a Milosevic passando per Izetbegovic, ma molto più forti gli interessi occidentali di tipo politico ed economico. Gli Usa contro l’ispirazione socialista della Jugoslavia partigiana, la Germania per estendere l’area economica del marco oltre la Slovenia di sempre. Ricordiamoci che nei tempi delle guerre jugoslave, nei Balcani la moneta corrente era il marco. Potremmo anche dire, esasperando concetto ed eventi, che con la disgregazione della Jugoslavia la Germania ha pagato la sua unificazione.

D) La Serbia è uscita crocefissa da Rambouillet al punto che perfino il vecchio Kissinger ha criticato l’Annex B. E alla fine Milosevic è morto in un carcere straniero, colpevole di tutto….

R) Per la verità Milosevic non è colpevole di nulla visto che, grazie alla stupide scelte dell’allora accusatrice del tribunale dell’Aja, la svizzera Carla Del Ponte, nel tentavo di fare di lui il “Cattivo assoluto”, il responsabile di ogni male nei Balcani, non è riuscita a portare a sentenza nessuna della infinità di ipotesi di reato. Milosevic è morto giuridicamente innocente. Politicamente è altra storia. Come è altra storia Rambouillet. Quella del 1999 è stata la guerra americana per il controllo strategico dell’area centrale dei Balcani, e tra slavi ed albanesi a Washington scelsero quelli che nella seconda guerra mondiale preferirono le formazioni SS ai partigiani di Tito. Utile per i curiosi ricordare che l’allora capo della Cia Turner aveva non lontane origini balcaniche: famiglia in fuga da Tirana!

D) Però il generale tedesco Loquai, a cose fatte, affermò che non c’era mai stata una operazione “ferro di cavallo”. Quindi nessuna pulizia etnica da parte serba. La menzogna come prima arma delle democrazie in guerra?

R) La bugia come regola di guerra, da Omero ad Obama senza eccezioni tra tirannie o democrazie. Vale per la guerra di Troia se ti piace credere alle corna di Menelao o alla “Maidan” di Kiev se la vuoi ripulire dal pattume neonazista usato per le cose più sporche. Che i serbi siano stati gli unici nel macello balcanico a non praticare l’antichissima tecnica e regola di guerra di “ripulire il territorio conquistato dalle popolazioni nemiche”, sarebbe affermazione ridicola. In tutte le guerre balcaniche che ho frequentato (tutte davvero), di innocenti non ne ho incontrato uno!

D) Lo scopo della NATO era semplicemente quello di rettificare i suoi confini orientali?

R) Solo in parte. Intanto parlerei più direttamente di Stati Uniti, senza ipocrisie di Patto Atlantico. Gli Usa volevano la base di Camp Bondsteel in Kosovo per spostare in un Paese senza opposizione critica possibile il suo arsenale in Europa (strategico per Iraq ed Afghanistan e ora Isis, se mai vorranno combatterlo); volevano un alleato “monetariamente facile” da controllare contro le istanze politico culturali alternative degli slavi; volevano iniziare la revisione storica sul nazifascismo in Europa e nel mondo che attualmente prosegue in Ucraina; volevano creare un’area di permanente instabilità nel cuore dell’Europa.

D) Franjo Tudjman. Alija Izetbegovic. Slobodan Milosevic: tutti e tre allo stesso tempo criminali, eroi, presidenti legittimi. Che cosa è rimasto dei loro sogni ora? Com’è ora la situazione nei Balcani?

R) Nessun santo, nessun diavolo assoluto, nessun eroe. Li ho incontrati e intervistati e non ho memoria di aver incontrato il Satana in carne e ossa o di avere di fronte genialità prorompenti. Tre ‘normali’ che le circostanze della storia hanno portato a recitare un ruolo superiore alle loro rispettive capacità. Tre fallimenti per sogni assurdi: la ‘grande Serbia’, la meno nota ‘Grande Croazia’, la Bosnia islamica con l’arrivo di Al Qaeda e Bin Laden a Zenica nel 1993/4 (la legione ‘araba’). Tutti errori strategici o fallimenti. La Croazia in crisi strutturale e irreversibile all’interno della Ue, la Serbia ancora ai margini e sempre tra i ‘sospetti’ anche se cederà alla Nato, la Bosnia prigioniera della follia costituzionale di Dayton. Quando salterà lo schema attuale, poi, esploderà la guerra nei Balcani meridionali (dopo il nord e il centro), dalla portata imprevedibile.

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