Alle elezioni anticipate tenutesi ieri [11 luglio] il PAS (Partito di Azione e Solidarietà, di centro destra) del Presidente Maia Sandu, liberale e pro Unione Europea/NATO, ha ottenuto appena meno del 53%, mentre il suo rivale principale, il BECS (Blocco Socialista e Comunista) dell’ex Presidente Igor Dodon, ha ottenuto appena oltre il 27%.

La Sandu, in precedenza economista presso la Banca Mondiale, è diventata un “simbolo del cambiamento” per molti nel paese, ma ha trovato sostegno in particolar modo presso gli elettori della “diaspora” che vivono nell’Europa Occidentale. Il PAS ha ottenuto il  52.80%  dei voti e 63 seggi, ottenendo dunque la maggioranza in un Parlamento che ha in totale 101 seggi, mentre il  BECS ha ricevuto  il 27,17% dei voti  e 32 seggi. L’affluenza si è attestata su un misero 48,41%  (come comparazione, consideriamo che le elezioni presidenziali in Siria a maggio hanno avuto un affluenza del 78,64%) e questo ci fa supporre che la Sandu non abbia un consenso ampio tra i moldavi, e che ci sia molta disillusione verso il sistema politico del paese.

Nonostante la bassa affluenza, e anche se la maggior parte dei sondaggi dava la vittoria al PAS, nessuno aveva previsto una vittoria così netta. Un intero segmento elettorale del centro-destra è crollato, specialmente se consideriamo che il Partito Democratico  (PDM) aveva il 24% nel 2019, ma nel 2021 l’intero segmento elettorale è confluito nel PAS. Questo suggerisce che gli elettori moldavi vedono il proprio futuro all’interno dell’Occidente liberale, credendo che possa invertire il ciclo della povertà e migliorare il paese, qualcosa di cui non ha potuto fare seriamente esperienza dal collasso dell’Unione Sovietica nel 1991.

Nel 2019, l’élite politica moldava, conosciuta localmente come partito oligarchico, aveva il sostegno del 30/35% dell’elettorato. È stata praticamente schiacciata ed eliminata dalle forze liberali. Questa era una parte importante dell’elettorato moldavo, poiché resisteva all’introduzione del neoliberismo nel paese, qualcosa che sicuramente verrà introdotto in Moldavia ora che un’ex economista della Banca Mondiale ha la maggioranza nel paese.

L’elettorato moldavo si è abituato a votare per i politici locali, molti dei quali poi si univano alla parte pro-Europa. Col metodo di convincere i politici locali ad aderire alla parte liberale, è nata l’illusione che vedeva in ogni opposizione ad essi l’appartenenza alla vecchia guardia di oligarchi pro-Russia. In realtà, la maggior parte di chi si oppone ai liberali è formata da sovranisti, staccati dagli oligarchi, e non agenti che presumibilmente ricevono ordini da Mosca.

La Moldavia ha seri problemi con l’agricoltura, la riforma della giustizia e lo sviluppo economico, tra gli altri. Gli elettori sperano che la Sandu possa risolvere questi problemi che affliggono da anni il paese, in particolare il sistema giudiziario e la lotta contro la corruzione. Ma il sistema dovrà essere ricostruito, e questo sarà molto difficile. Con la probabile imposizione del neoliberismo sul paese, ci si può aspettare che vi sarà un’ondata di progetti di costruzione e di riforme economiche. Come al solito, questo andrà a beneficio di pochissimi, e darà l’illusione di essere fatto per il bene dell’intero paese.

Il PAS capirà presto quanto la Russia sia importante per la Moldavia, specialmente nella sfera economica e nel trovare una soluzione al problema della Transnistria, una regione di fatto indipendente sul confine ucraino-moldavo. Va ricordato che la prima visita internazionale della Sandu da quando è stata eletta presidente è stata per incontrare in gennaio a Kiev la sua controparte ucraina Volodymyr Zelensky, ed è stata la prima interazione di così alto livello tra i due paesi in anni recenti. Il duo si oppone radicalmente alla Russia, credendo che questo possa aiutare i propri paesi nella prospettiva di diventare membri dell’Unione Europea e della NATO. Hanno discusso di mutuo rispetto per la sovranità e l’integrità territoriale, e la volontà di affrontare sfide geopolitiche che apparentemente vengono da un comune “aggressore”. Non hanno mai nominato direttamente la Russia ma, viste le loro note posizioni verso Mosca, è ovvio a chi fossero rivolte le dichiarazioni.

Ora che il PAS della Sandu domina il Parlamento, ci si può aspettare che in Moldavia dilaghi la russofobia estrema, proprio come hanno fatto gli stati baltici per assicurarsi l’appartenenza all’Unione Europea e alla NATO.

Però, esattamente come gli stati baltici, la Moldavia scoprirà molto probabilmente che il neoliberismo non sarà un catalizzatore per invertire l’emigrazione di massa e per ridurre la povertà. La Moldavia è il paese più povero d’Europa con un PIL pro capite di 2.289 dollari.

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 Analisi di Paul Antonopoulos pubblicata su InfoBRICS il 13 luglio 2021
Traduzione in italiano di Eros Zagaglia per SakerItalia

[le note in questo formato sono del traduttore]

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