“Al diavolo Washington!”

Colonnello Douglas Macgregor

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Introduzione: L’Atlantico e l’Europa

A giudicare dal suo nome, NATO, l’Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico, ha sempre riguardato solo gli Stati Uniti e il Regno Unito, un accordo tra gli americani e il mezzo americano Churchill. Dopotutto, che rilevanza ha il “Nord Atlantico” per la Germania baltica o l’Italia mediterranea, per non parlare della Grecia egea e della Turchia del Mar Nero? Anche Spagna e Portogallo guardano ai Caraibi e all’Atlantico meridionale, non all’Atlantico settentrionale. La NATO è chiaramente un’organizzazione che discende direttamente dalla Carta Atlantica, elaborata da Roosevelt e Churchill in una baia al largo di Terranova nel 1941 (nemmeno nell’Atlantico), e poi imposta a tutti gli altri.

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La fine della NATO

Quindi, cosa ci faceva il Nord Atlantico ai piedi dell’Himalaya, in Afghanistan? A parte il fatto che è stata la sua più grande sconfitta (finora), cosa ci faceva lì? E cosa ci fa il Nord Atlantico, o almeno alcune sue parti, nel Mar Cinese Meridionale? Il nome di quest’ultimo è sicuramente un indizio: Cina. Appartiene alla Cina. Cosa ci fanno la Marina statunitense e le altre?

Di certo, anche la geograficamente sfidata Liz Truss, che voleva che il mondo intero fosse governato dalla NATO, deve aver pensato che fosse giunto il momento di cambiare nome alla NATO. Forse Organizzazione della Tirannia Nazista Americana? In questo modo si potrebbe mantenere la stessa sigla. Come ha sottolineato il Saker, il primo Segretario Generale della NATO, il generale Hastings (1) Ismay, coloniale di origine indiana, ammise senza mezzi termini che lo scopo della NATO era “tenere fuori l’Unione Sovietica, dentro gli americani e giù i tedeschi” (2).

E come ha spiegato [in italiano] il Saker: “Tenere giù i tedeschi” significa schiacciare tutti gli europei che potrebbero essere rivali nel controllo dell’Europa occidentale da parte dell’Anglosfera, che ora controlla tutta l’Europa, ad eccezione delle terre libere russe. “Tenere dentro gli americani” significa schiacciare tutti i movimenti di liberazione europei, di De Gaulle o di altri. “Tenere fuori l’Unione Sovietica” significa distruggere la Russia, in modo che non liberi l’Europa dalla tirannia dell’Anglosfera. Quest’ultima è simboleggiata dalle bandiere statunitensi e britanniche, onnipresenti fin dagli anni Sessanta anche su capi di moda, magliette e jeans. Ecco perché i veri europei si rifiutano di indossarli.

In realtà, è ovvio che la NATO avrebbe dovuto essere eliminata il 1° luglio 1991, giorno in cui è stato eliminato il Patto di Varsavia. Se fosse stata eliminata nel 1991 si sarebbe evitata la disfatta della NATO in Afghanistan trent’anni dopo. Il fatto che non sia stata messa da parte allora è una tragedia che è costata milioni di vite, soprattutto nel tragico Medio Oriente, e oggi nella tragica Ucraina.

È interessante notare che la risposta all’aggressione e alla prepotenza della NATO (l’élite americana è sempre stata prepotente), il Patto di Varsavia, prendeva il nome dalla capitale della Polonia. Ironia della sorte – e non c’è nulla di così ironico come la storia – oggi è nelle “Varsavie” della “Nuova Europa”, lontano dall’Atlantico del Nord, che si trovano i più fanatici ritardatari-devoti della NATO. Qual è il significato della NATO?

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La repubblica americana di Polonia

Il nome “Polonia” è correlato alla parola inglese “plain”, quindi “Polonia” significa letteralmente “campi”. In altre parole, non esiste una barriera geografica tra le terre tedesche e le terre russe, che iniziano con le attuali Bielorussia e Ucraina. In altre parole, non esiste una barriera geografica tra Berlino e Mosca. Esiste solo una barriera politica puramente artificiale. I due popoli, polacchi e russi, sono fratelli e sorelle genetici. Il loro, come il confronto tra i fratelli genetici, i croati e i serbi, è un confronto puramente artificiale.

Immaginare che la Russia sia interessata a conquistare la Polonia fa parte del gigantesco complesso di inferiorità dei polacchi (immaginate di vivere in mezzo a tanti campi tra Germania e Russia). In realtà la Russia non è interessata alla Polonia. Allora, vi sento dire, perché la Russia imperiale ha partecipato alle tre spartizioni prussiane e austriache della Polonia alla fine del XVIII secolo? Perché Molotov e Ribbentrop l’hanno spartita? Perché Stalin l’ha occupata?

La risposta è sempre la stessa. Quando si è stati invasi dall’Europa occidentale così spesso come la Russia, è necessario creare una zona cuscinetto per proteggersi. Poiché la geografia non cambia, gli zar e i bolscevichi furono costretti dalle stesse aggressioni e gelosie occidentali a fare la stessa cosa: proteggersi, e ciò significava occupare l’est o tutta la Polonia. In questo, lo zar Nicola II ebbe molto più successo dei bolscevichi. Così, nella Prima Guerra Mondiale, i tedeschi e gli austriaci non entrarono mai in Russia, rimanendo bloccati soprattutto nella Polonia orientale e in Lituania, e causando meno di 670.000 vittime russe in due anni e mezzo di guerra. La storia è stata diversa nella Seconda Guerra Mondiale, con i tedeschi che hanno raggiunto il Volga, e con un numero di vittime quaranta volte superiore, ventisette milioni.

Questa è una spiegazione, non una giustificazione. Alcuni dei miei migliori amici sono polacchi: anche se appartengono alla piccola minoranza di polacchi che tutto ciò lo sanno, e che oggi la Polonia è solo un vassallo americano. Credo che probabilmente sappiano anche che se mai un polacco dovesse vincere il Premio Nobel per la Pace, sarebbe per chi ha portato la Polonia a fare la pace con la Russia, invece di farle la guerra. Sarebbe un polacco che ha staccato la spina agli americani, li ha cacciati dalla Polonia e ha dichiarato l’indipendenza. E avrebbe fatto lo stesso con l’Unione Europea gestita dagli Stati Uniti, gli Stati Uniti d’Europa. Questo è il tipo di patriottismo polacco (completamente diverso dal nazionalismo polacco) che approvo, perché si preoccupa di affermare l’identità nazionale polacca, non di distruggerla.

Purtroppo, nell’élite politica e militare polacca di oggi c’è chi sogna di cancellare la Russia dalla carta geografica, come i crociati cattolici medievali. Sono deliranti proprio come lo erano quei crociati. I polacchi non si rendono conto che gli americani (e i britannici) lasceranno cadere loro (e gli ucraini) come mattoni roventi, quando si tratterà di entrare in campo. Proprio come hanno fatto nel 1945, anche se gli inglesi sostenevano di essere entrati in guerra nel 1939 solo per difendere la Polonia. Anche questa era una bugia. Quando mai i polacchi impareranno chi sono i loro veri amici? Come ha detto il Saker: “Gli Stati Uniti e la NATO non hanno il materiale umano e la potenza di fuoco necessarie per affrontare la Russia in una guerra convenzionale ad armi combinate. Qualsiasi uso di armi nucleari provocherà una ritorsione immediata”. Oggi in Polonia almeno 1 persona su 33 è un “rifugiato” ucraino. Molti polacchi sono stufi di questa invasione. Che sta mettendo a dura prova il paese.

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Il futuro

Proprio in questo momento la NATO viene demilitarizzata in Ucraina. Ironia della sorte, l’Ucraina è ufficialmente un paese non appartenente alla NATO, e contiene alcune delle persone che più odiano i polacchi al mondo. Gli ucraini che vivono al confine con la Polonia (galiziani) hanno persino inventato una nuova religione per non essere cattolici come i polacchi (o ortodossi come i russi). Si chiama “cattolicesimo greco”. Non troverete una miscela più strana e artificiale di questa. Come dicono i russi [ed anche gli italiani!]: “Né carne, né pesce”. Cosa succederà quando la NATO collasserà? Ripercorriamo la storia del secolo scorso, che ha coinvolto in gran parte la Polonia, dalla Varsavia devastata dai nazisti ad Auschwitz liberata dai sovietici, da Breslavia a Danzica.

All’inizio del 1917 la Prima Guerra Mondiale durava da due anni e mezzo, e la Russia era a pochi mesi dalla vittoria totale e dalla liberazione di Vienna, Berlino e Istanbul. Tuttavia la Rivoluzione di febbraio organizzata dagli inglesi (l’allora ambasciatore britannico, Sir George Buchanan, era l’equivalente della Victoria Nuland di un secolo dopo) mise fine a tutto questo. E gli aristocratici anglofili totalmente incompetenti, che gli inglesi avevano scelto per gestire la Russia, aprirono le porte alla Rivoluzione d’Ottobre. Senza l’ingerenza britannica, non ci sarebbe stata la Polonia, che tra il 1919 e il 1920 occupò la maggior parte della Bielorussia e dell’Ucraina occidentale e vi rimase fino al 1939. E se le truppe russe fossero entrate a Vienna, Berlino e Istanbul, non ci sarebbe stato il caporale austriaco che nel 1939 ha dato vita alla seconda parte della Prima Guerra Mondiale. E quindi non ci sarebbe stata l’invasione statunitense dell’Europa occidentale nel 1944. E quindi niente ingresso violento delle truppe sovietiche a Vienna e Berlino nel 1945. E quindi nessuna guerra per la liberazione dell’Ucraina oggi.

Gli intrighi austriaci che hanno contribuito a portare alla Prima Guerra Mondiale hanno fatto il gioco dei francesi e degli inglesi, e hanno distrutto l’asse San Pietroburgo-Berlino. È stata una tragedia, perché Berlino è il vero centro dell’Europa occidentale e centrale, e tutto il resto si muove dietro, Parigi compresa. (Tutto ciò che i tedeschi devono fare per assicurarsi la leadership de facto è lusingare la vanità dell’élite francese, e dire loro quanto sono importanti). Perché l’armonia tra Berlino e San Pietroburgo significa armonia in tutta l’Europa occidentale, centrale e nella parte settentrionale dell’Europa orientale. A parte l’Europa occidentale ci sono anche intere parti dell’Europa orientale e centrale cui la Russia non è interessata, perché queste culture dell’Europa orientale e centrale sono estranee alla mentalità russa e più vicine alla storia e alla cultura tedesca. Queste includono, ovviamente, l’ex Germania orientale protestante, l’ex Polonia cattolica (compresa una parte di quella che per il momento è l’estrema Ucraina occidentale), la Slovacchia, l’Austria, l’Ungheria, la Slovenia, la Croazia e la Bosnia-Erzegovina settentrionale, nonché l’atea Repubblica Ceca.

Una volta eliminati questi paesi dall’equazione, si arriva alle parti dell’Europa orientale cui la Russia è interessata e si sente più vicina. Queste sono: Bielorussia, Ucraina (russa), paesi baltici, Moldavia, Romania, Bulgaria, Serbia, Bosnia-Erzegovina meridionale, Montenegro, Macedonia settentrionale, Albania, Grecia e Cipro. Per capire perché appartengono al mondo culturale russo basta dare un’occhiata alla mappa di Samuel Huntington “Il confine orientale della civiltà occidentale” (sic!) (3). Come dice il professore etnocentrico: “L’Europa finisce dove finisce il cristianesimo occidentale”. Qui la Russia non avrà bisogno di costruire un muro, di mettere filo spinato e trappole per carri armati. Ha amici dall’altra parte del confine.

Questo è stato l’errore di Stalin: creare una zona cuscinetto russa che includesse i paesi la cui cultura maggioritaria era estranea a quella russa, come elencato sopra, anziché solo i paesi verso sud e verso est, come elencato sopra. In quanto ateo, Stalin non aveva più tempo o comprensione per le distinzioni religiose e culturali degli americani moderni. Un vero peccato. L’Europa sudorientale, quella elencata sopra, entrerà ancora una volta nella sfera d’influenza russa, ma quella a nord e a ovest apparterrà a un’altra sfera, quella tedesca, e quindi dell’Europa occidentale.

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Conclusione: dopo la NATO

Mentre la NATO prosegue nel suo crollo, iniziato a Kabul nell’agosto 2021, sarà chiaro che gli Stati Uniti non possono tenere l’Europa, così come non possono tenere l’Asia. Le guerre della NATO finiranno presto. La NATO è smilitarizzata e denazificata. Anzi, ora è abolita. Una volta ristabilito l’asse Berlino-Mosca, il resto dell’Europa seguirà, non in una sfera d’influenza russa, ma in un’area che vorrà stringere buone relazioni con la Russia, persino le ex repubbliche americane di Polonia, Lituania, Lettonia, Estonia e la Gran Bretagna americana. Questo perché dietro Mosca c’è Pechino e l’intera Eurasia. E tutta l’Europa ha bisogno sia di Pechino che di Mosca: Pechino per i manufatti, Mosca per l’energia. L’Europa deve tornare alle sue radici, voltando le spalle all’irrilevanza e all’ingerenza transatlantica. Questo sarà presto il suo passato. Come diceva il buon Colonnello: “Al diavolo Washington!”..

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Note:

  1. Naturalmente Ismay prende il nome dalla più grande sconfitta nella storia del popolo inglese, Hastings, ovvero dopo la più grande vittoria nella storia della classe dirigente normanna/britannica. E naturalmente, nel 1947, il generale Ismay fu insignito del titolo normanno di barone per il servizio reso alla stessa classe dirigente normanna.
  2. https://www.nato.int/cps/en/natohq/declassified_137930.htm
  3. La prima mappa del capitolo 7 del suo libro “Lo Scontro delle Civiltà”.
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Articolo di Batiushka pubblicato su The Saker  il 24 novembre 2022
Traduzione in italiano di Pappagone per SakerItalia

[le note in questo formato sono del traduttore] 

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