In un discorso [in inglese] ad ampio raggio al forum di Valdai, il Presidente della Russia Putin dato la colpa al doppio standard, quello usato dalla UE, per la creazione delle condizioni di crisi in Catalogna.

La situazione in Spagna ci mostra chiaramente come una fragile stabilità possa esserci persino in uno stato prospero e consolidato. Chi si sarebbe potuto aspettare, fino a pochi giorni fa, che il dibattito sullo status della Catalogna, il quale ha una lunga storia, avrebbe causato una crisi politica acuta?

La posizione della Russia è nota. Tutto ciò che sta accadendo è una questione interna alla Spagna e deve essere risolta sulla base della legge spagnola in conformità con le tradizioni democratiche. Siamo consapevoli che la dirigenza del paese sta compiendo dei passi in questa direzione.

Nel caso della Catalogna, abbiamo visto che l’Unione Europea ed alcuni altri stati hanno condannato all’unanimità i sostenitori dell’indipendenza.

A questo proposito, non posso fare a meno di notare che avrebbero dovuto pensarci molto prima. Possibile che nessuno fosse a conoscenza di questi dissapori secolari in Europa? Lo erano eccome.  Tuttavia, ad un certo punto, hanno accolto con favore la disintegrazione di un certo numero di stati in Europa senza nascondere la loro gioia.

Perché sono stati così irresponsabili, guidati da fugaci considerazioni politiche e dal loro desiderio di compiacere, per parlar chiaro, il loro grande fratello a Washington, nel fornire il loro sostegno incondizionato alla secessione del Kosovo provocando così processi simili in altre regioni dell’Europa e del mondo?

Ricorderete che quando la Crimea ha dichiarato la sua indipendenza e poi, dopo il referendum, la sua decisione di far parte della Russia, questa decisione non è stata accolta per qualche motivo. Ora abbiamo la Catalogna. C’è una questione simile in un’altra regione, il Kurdistan. Forse questa lista è tutt’altro che esaustiva. Ma dobbiamo chiederci, cosa faremo? Cosa dovremmo pensare?

E’ chiaro che alcuni dei nostri colleghi ritengono che ci siano dei “buoni” combattenti per l’indipendenza e la libertà e ci sono “separatisti” che non hanno il diritto di difendere i loro diritti, anche con l’uso di meccanismi democratici.

Come si dice sempre in casi simili, tali doppi standard, e questo è un esempio emblematico di doppio standard, costituiscono un grave pericolo per lo sviluppo stabile dell’Europa e degli altri continenti e per il progresso dei processi di integrazione in tutto il mondo.

(sottolineature aggiunte dall’autore).

Putin fa le stesse considerazioni che ho fatto qui [in inglese]. In breve, la UE ha sostenuto l’azione statunitense per separare il Kosovo dalla Serbia e ha dato il suo sostegno agli Stati Uniti nel caso della Corte Internazionale di Giustizia che ha portato al Parere Consultivo sul Kosovo [in inglese], secondo cui dichiarazioni unilaterali di indipendenza, anche se contrarie alle disposizioni della costituzione di un paese, non sono contrarie al diritto internazionale.

In considerazione della sua precedente posizione, l’Unione Europea non ha il diritto di affermare che sia la separazione della Crimea dall’Ucraina e la successiva decisione di unirsi alla Russia, sia la richiesta della Catalogna di secedere dalla Spagna oggi – ad entrambe le quali la UE dichiara di opporsi – sono contrarie al diritto internazionale.

Nel passare al tema specifico della Crimea, i giornalisti occidentali – seppur attenti ad evitare ogni menzione effettiva del Parere Consultivo sul Kosovo – sottintendono che i casi della Crimea e del Kosovo possono in qualche modo essere distinti gli uni dagli altri dall’azione militare russa che, essi affermano, ha preceduto e reso possibile la secessione della Crimea, alla quale essi si riferiscono come una “annessione” della Crimea da parte della Russia.

Ciò nega il fatto che ci siano state anche le truppe della NATO in Kosovo quando ha dichiarato unilateralmente l’indipendenza (in realtà lì c’è una grande base statunitense) e che queste truppe hanno avuto accesso al Kosovo dopo una campagna di bombardamento di 78 giorni che la NATO – senza previa autorizzazione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite – ha intrapreso contro la Serbia nel 1999.

L’azione militare russa in Crimea nel 2014 è stata incommensurabilmente meno violenta di questa, con un colpo sparato a malapena.

La realtà è che il Parere Consultivo sul Kosovo è diventato un enorme imbarazzo per le potenze occidentali ed è per questo che i funzionari occidentali e i media occidentali non ne parlano mai. Non ho mai visto su un quotidiano britannico, per esempio, una sola allusione ad esso in un qualsiasi articolo scritto sulle crisi in Crimea, nel Donbass o in Catalogna dopo l’inizio di queste crisi.

Putin, invece, pone sempre la questione in risalto come, ad esempio, ha fatto a lungo nel suo discorso [in inglese] del 18 marzo 2014 alla Duma nell’appoggiare l’offerta della Crimea per l’unificazione con la Russia e come ha appena fatto, anche se solo indirettamente, nelle sue osservazioni al Forum di Valdai.

Sul tema della crisi della Catalogna stessa, i commenti di Putin potrebbero sembrare neutrali, ma in realtà – riflettendo ciò che è indubbiamente il parere non così privato del governo russo – sostengono chiaramente la posizione del governo spagnolo e si oppongono a quella dei nazionalisti catalani.

La posizione della Russia è nota. Tutto ciò che sta succedendo è una questione interna della Spagna e deve essere risolta in base alla legge spagnola secondo la tradizioni democratiche. Siamo consapevoli che la dirigenza del paese sta compiendo dei passi in questa direzione.

(sottolineature aggiunte dall’autore).

Le osservazioni sulla crisi come “questione interna della Spagna” e sulla crisi da risolversi in base alla legge spagnola dimostrano chiaramente che Putin rifiuta la richiesta della Catalogna come stato indipendente e che vede passare la strada per una risoluzione della crisi attraverso il restauro della legalità in Catalogna e non la sua secessione a seguito di un referendum illegale.

E riguardo le parole di Putin sulla “dirigenza del paese” (cioè il governo spagnolo) che sta “compiendo passi in questa direzione”, queste dimostrano che il leader russo appoggia la decisione del governo spagnolo di ripristinare la legalità in Catalogna imponendovi un controllo diretto, come il governo spagnolo ha annunciato di intraprendere questo fine settimana.

Questa è la stessa visione della situazione che ho espresso nel mio ultimo lungo articolo [in inglese] sulla crisi in Catalogna, ed è anche il punto di vista che ho detto [in inglese] i russi avrebbero preso sulla crisi.

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Articolo di   Alexander Mercouris apparso su The Duran il 20 ottobre 2017
Traduzione in italiano di Cinzia Palmacci per SakerItalia

[le note in questo formato sono del traduttore]

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