Nikolai Starikov, scrittore, giornalista e noto opinion leader russo, in questa intervista, che è una vera e propria lezione di geopolitica, spiega come mai Putin non abbia ancora riconosciuto come stati indipendenti la DPR e l’LPR.
Per facilitare i lettori nei passaggi più complessi, alleghiamo la trascrizione dell’intervista.
Nikolai Starikov
Prima di parlare di quello che sta per accadere, suggerirei di lasciare da parte i sentimentalismi, stiamo per parlare di cose serie e le emozioni sarebbero solo d’ostacolo. Lasciatemi prendere una penna e sottolineare alcune cose…
Allora, che cosa hanno fatto per molti secoli i nostri avversari geopolitici? Hanno una routine che è sempre la stessa, guardate qui: India, anno 1949. I nostri “partners” inglesi, dal momento che l’URSS aveva vinto la II Guerra Mondiale, vengono buttati fuori dalla nazione.
Sì, il popolo indiano manifestava per l’indipendenza, ma avrebbe potuto continuare a manifestare per un altro secolo, se non fosse stato per i carri armati sovietici a Berlino e, cosa ancora più importante, per i carri armati Sovietici nella vicina Corea.
Cosi’, in questa situazione, l’Inghilterra e le altre potenze coloniali dovevano anch’esse mostrare di essere dalla parte della libertà e dell’uguaglianza, e perciò hanno dovuto liberare l’India.
E così che cosa fanno? Dividono l’India in due parti, creano il Pakistan.
Per chi non lo sa, il Pakistan non è mai esistito prima, è uno stato artificiale.
Lo stesso nome “Pakistan” fu scelto a Londra da studenti indiani di un college. Lo stato venne diviso in due in base alle etnie religiose.
Gli Hindi andarono all'”India”, i mussulmani andarono al “Pakistan”, e cosi la gente venne divisa e fu una tragedia nazionale.
Ma che cosa successe in pratica? L’India divenne libera, crearono una anti-India e la chiamarono Pakistan, così, quando persero il controllo della nazione, ebbero subito il contrappeso.
E poi le hanno semplicemente messe l’una contro l’altra, hanno sostenuto le organizzazioni terroristiche e così via. Il Pakistan ne è la culla (del terrorismo) e anche l’India ha la sua dose di terroristi e separatisti. Lo sottolineo di nuovo, quando perdono il controllo di una nazione, creano un contrappeso. India e anti-India.
Stesso anno, 1949, la Cina è da tre anni nella morsa della guerra civile. Nel 1945 hanno buttato fuori i giapponesi, hanno discusso per un anno e poi hanno cominciato a combattersi.
L’URSS sostiene il Presidente Mao, gli USA appoggiano Chiang-Kai-Shek. Mao vince. Che cosa fanno gli americani?
Fanno una anti-Cina, evacuano quello che rimane degli uomini di Chiang Kai-Shek, li proteggono con la loro flotta e creano Taiwan, sull’isola di Formosa. Cina e anti-Cina.
Ci sono tanti altri esempi simili, non li esaminerò tutti adesso…
Russia, elezioni del 2011, che cosa hanno fatto? Navalny, le manifestazioni di Piazza Bolotnaya, “nastri bianchi” dappertutto, la discordia fra tutti i partiti politici, la Russia è sull’orlo del colpo di Stato.
La cosa però finisce bene, Putin viene eletto Presidente, perdono la loro influenza sulla Russia. Che cosa fanno? Fanno una anti-Russia. Dove? In Ucraina. Appena Putin diventa Presidente, appena capiscono di non poter destabilizzare la nazione dall’interno cominciano a creare l’anti-Russia in Ucraina.
Ma come sapete, loro usano i principi del “libero mercato”, controllato da loro ma tuttavia “libero”. Avevano in programma di usare le elezioni (ucraine) del 2015 e di renderle “libere”, ma noi gli abbiamo forzato la mano, Yanukovich ha rifiutato di avallare l’unione all’Europa, e cosi hanno dovuto procedere con un colpo di Stato sanguinoso e illegale, dandone pure la colpa alla Russia, creando cosi l’anti-Russia.
Allora quali sono le prospettive? Le stesse che ci sono in tutti gli altri posti. Creano un contrappeso, gli danno soldi, armi e alla fine lo costringono ad attaccare.
Così, dopo il colpo di Stato, hanno incominciato a preparare l’Ucraina per una guerra con la Russia. E’ più debole? Naturalmente. Ma non è una piccola nazione, ha più di 40 milioni di abitanti.
Se gli USA li armano e li indottrinano abbastanza, la cosa può funzionare bene ed è importante capire che essi non hanno bisogno che l’Ucraina vinca, hanno solo bisogno che inizi la guerra. Più russi ed ucraini si eliminano a vicenda, meglio è per gli americani, e questo è quello che vogliono.
Che cosa può fare la Russia? In Ucraina ci sono forze che si oppongono a questo scenario, la DPR e l’LPR.
Cosi l’Ucraina è diventata l’anti-Russia e la DPR e l’LPR sono diventate l’anti-anti-Russia.
Ma sono nate spontaneamente e questo è importante.
Noi le sosteniamo, è ovvio, perché la loro esistenza impedisce all’Ucraina di attaccare la Russia.
Mentre la gente del Donbass combatte per cambiare le cose in Ucraina, quest’ultima non può attaccare la Russia. E questo è esattamente quello che succede, certo il regime di Kiev strilla che la Russia è l’aggressore, che le truppe russe stanno invadendo, ma non dichiara la guerra o la legge marziale, non rompe le relazioni diplomatiche.
Inoltre, secondo una qualche logica Orwelliana, comprano pure carbone ed elettricità dagli “invasori”.
Riuscite ad immaginare l’URSS che comprava il carbone della Ruhr da Hitler durante la guerra? Ovviamente no.
Allora, riassumiamo il tutto senza emozioni. Se noi non contrattacchiamo, i piani americani di fare dell’Ucraina l’anti-Russia, questi piani certamente avranno successo.
Con l’avanzata dell’ISIS nell’Asia centrale, noi saremmo su due fronti, proprio come negli anni ’30, i giapponesi che avanzavano
in Mongolia e Hitler attraverso la Polonia. Fra l’altro, si credette per un sacco di tempo che la Polonia fosse sua alleata nel cammino verso Mosca, ma poi, per così dire, i piani vennero cambiati. Cosi, se noi tradissimo la DPR e l’LPR, se esse venissero militarmente distrutte, allora il piano americano entrerebbe in azione. La caduta di Donetsk e Lugansk significherebbe che la Russia è la prossima, entro 5 anni più o meno. Attacco diretto o qualche sorta di guerra di confine. Hanno la scusa perfetta: “Ridateci la Crimea!”
E l’Occidente sosterrebbe questo pretesto. Così questi sono gli interessi geopolitici della Russia, anche senza considerare gli obblighi morali della nostra nazione, aiutare i nostri fratelli, gli oppressi ecc.
Senza emozioni, in modo esclusivamente pragmatico, queste sono le ragioni per cui la Russia non può gettare alle ortiche Donetsk e Lugansk.
Ora, un’altra questione importante: può la Russia riconoscere ufficialmente questi territori?
Se noi facessimo così, verrebbe subito attuato lo scenario anti-Russia.
L’Ucraina direbbe: “Ora che sono veri e propri stati, di loro ce ne occuperemo dopo, ora dobbiamo vedercela con i loro padroni
in Russia e riprenderci la Crimea!”
Cosi, quando DPR e LPR si separassero dall’Ucraina, l’intero scenario americano diventerebbe nuovamente fattibile. Perciò, anche se questa e un’opinione impopolare, per l’interesse comune di tutto il mondo russo, la DPR e l’LPR devono rimanere a far parte dell’Ucraina.
Esse impediscono all’Ucraina di essere coinvolta in una guerra contro la Russia. E’ da qui che deriva la dichiarazione del nostro Ministro degli Esteri sull’integrità territoriale dell’Ucraina, questo è il motivo per cui cerchiamo di sistemare le cose con i negoziati.
Perché finanziariamente gli americani sono messi piuttosto male. Noi dobbiamo sostenere Donetsk e Lugansk, 2-3 milioni di persone, loro hanno sulle spalle il resto dell’Ucraina, 40 milioni. Quelli che capiscono le regole di questo gioco sanno che è cosi che bisogna fare, le teste calde fra i nostri patrioti invece no.
Questa è la differenza fra un comandante sul campo, che ha un preciso obbiettivo e un generale in carica che deve vincere una guerra e non conquistare una posizione.
Attualmente DPR e LPR stanno combattendo non solo per i loro interessi, stanno combattendo per le vite di 40 milioni di ucraini che, se esse dovessero perdere, verrebbero mandati a combattere la Russia e morirebbero a centinaia di migliaia, se non a milioni. Cosi Donetsk e Lugansk stanno proteggendo tutto l’insieme del mondo russo, Ucraina e Russia. Noi non le tradiremo mai perché sarebbe come tradire noi stessi.
Cosi come sarebbe stato tradire noi stessi il negare alla Crimea il diritto alla riunificazione, in un paio di mesi ci sarebbero stati
disordini a Mosca. Quando si cerca di capire la geopolitica, non bisogna giudicare sulla base delle emozioni.
Il Presidente della Bielorussia vola a Kiev, niente emozioni, chiedetevi perché. Dice qualcosa sul dollaro. Fate la stessa cosa. Se cercherete di capire che cosa sta succedendo nel Donbass basandovi sulla emozioni, non ci riuscirete.
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Sottotitoli e traduzione a cura di Mario per Sakeritalia.it
E’ vero, “Donetsk e Lugansk stanno proteggendo tutto l’insieme del mondo russo” e non solo.
La resa del Fronte Novorusso aprirebbe uno scenario inquietante per tutti: Europa , Cina, Iran, America Latina…
D’accordo, per il momento un riconoscimento ufficiale non è possibile. Ma in prospettiva la Russia deve capire che se un grimaldello non funziona, gli imperialisti occidentali possono sempre fabbricarne un altro. Possono sempre giocar la carta dei polacchi, dei finlandesi, dei paesi baltici… Per non parlare del fatto che dopo questo anno e mezzo di guerra, i novorussi non vorranno mai neanche sentir parlare di restare a far parte dell’Ucraina, e dunque si renderanno indipendenti. Non si parla di emozioni, se si fa rilevare il fatto che gli interessi e le aspettative della popolazione locale sono un qualcosa di cui non si può non tener conto. In Novorossija ci sono frange consistenti, sia fra i combattenti che nella popolazione in generale, che non vogliono soltanto liberarsi dell’oppressione della giunta golpista, ma mettono in discussione i rapporti di produzione borghesi in generale e anelano al socialismo. Insieme a ciò, sono disposti a combattere per la liberazione del resto dell’Ucraina, cosa che sarebbe già cominciata se la Russia non avesse una posizione ambigua e di eccessiva prudenza. Nessuno vuole una guerra totale, ma bisogna anche rendersi conto che lo scontro con l’occidente alla lunga è inevitabile, e per volontà dell’occidente. La sopravvivenza del capitalismo dipende sempre più dal ricorso alla guerra (che non è più semplice tendenza), e la Russia rimane l’ostacolo principale. A questo punto, se la Russia non si vuole ritrovare a combattere su un fronte che va dal mar nero al mar di Barents deve liberarsi di qualche problema da subito. La giunta di Kiev già vacilla -il sostegno americano è forte ma quello UE è sempre più guardingo- il paese è in bancarotta di fatto, la popolazione non ne può più dei banditi che comandano e dei loro scagnozzi che scorrazzano per le strade mentre i loro giovani vengono macellati al fronte. Perché non sostenere le opposizioni e indurle a metodi più efficaci? Perché non sostenere le componenti che nel Donbass sarebbero in grado, anche senza l’esercito Russo, di portare l’offensiva fino al confine occidentale? Forse, per quanto nella stessa Russia ci siano senz’altro teste pensanti, prevalgono gli interessi, che sono i veri padroni del destino di un paese capitalista (con buona pace di Putin) e la paura del (non defunto) socialismo.
@Riccardo Sotgia
In parte sono daccordo con te, sopratutto sulla prospettiva socialista, tuttavia allo stesso tempo non riesco a togliermi dalla testa che le analisi di Starikov siano al momento quelle più giuste da seguire.
Sicuramente, (come immagino anche te) pure io mi annovero alla lunga lista dei delusi per la ratifica del Protocollo di Minsk, in particolare non ho mai capito per quale strana ragione sia stato firmato in quel preciso momento, perchè non si sia almeno tentato di temperaggiato visto e considerato che al tempo i compagni erano davvero vicini alla liberazione di Mariupol … ma poi è andata come è andata e forse oggi non ha molto senso recriminare su questo aspetto .. magari quella scelta ha contribuito a salvare delle vite, se non altro quella di molti combattenti da ambo le parti
Interessi capitalistici o meno in realtà io credo che la classe dirigente Russa oggi stia lavorando con una sola prospettiva di fondo, una sorta di scommessa ma anche una speranza che oserei definire fraterna (considerando la vicinanza dei due popoli) … questa prospettiva più che una pura guerra di liberazione dovrebbe al più prevedere la capitolazione del regime Ucraino a causa della crisi generale ma sopratutto delle sue enormi contraddizioni interne, non una nuova Maidan quindi e nemmeno una grande guerra ma un cambio radicale al suo vertice che pian piano possa per lo meno smorzare la crisi con il Donbass (e la Russia) e di conseguenza allontanare progressivamente gli occidentali dal paese … ora noi sappiamo molto bene che agli occidentali nulla interessa del destino del popolo Ucraino e anzi nel caso degli Americani questi sarebbero ben felici se il tutto finisse in un enorme bagno di sangue che convolgesse pure la Russia, tuttavia in caso di escalation grave del conflitto non è affatto scontato che la pur stupidissima Europa sia cosi propensa a seguire gli Americani fino a quel punto, per cui la strategia “moderata” del Kremlino alla lunga potrebbe funzionare …
Personalmente se proprio dovessi criticare la linea strategica Russia mi concentrerei maggiormente sui fatti di Maidan di fine 2013, al tempo non c’era alcun conflitto armato e con un po’ di astuzia, un adeguata azione “soft-power” probabilmente si sarebbe potuto evitare il peggio (il golpe) .. certo si sarebbe sempre affrontato l’occidente ma su tutte altre basi, del resto credo che qualunque potenza regionale avrebbe agito in modo analogo … ma forse al tempo la Russia non si pensava cosi forte oppure voleva continuare nella sua coerente linea di non interferenza negli affari dei propri vicini (il che sarebbe da apprezzare) oppure semplicemente pensava ancora di poter dialogare pacificamente con l’impero … del resto era da tempo che la Russia non si decideva a recidere la sua dipendenza dall’occidente …
Per me, se i russi non sono intervenuti ai tempi di Majdan è proprio per un problema di contraddizioni interne, di conflitto fra poteri. All’interno delle stesse istituzioni ci sono elementi che sabotano l’azione politica di Putin (che, si sarà capito, non è comunque il mio punto di riferimento), perché hanno fatto carriere e fortune svendendo all’occidente il loro paese.
Ritornando sul tema principale, a nemmeno ventiquattr’ore dall’inizio di questo dibattito, Sputnik pubblica delle eloquenti dichiarazioni di Zacharchenko:
http://it.sputniknews.com/politica/20150615/564218.html
Nikolai Starikov ha,a mio avviso, una chiarissima visione della situazione dal punto di vista dei dirigenti politici russi.
Ma quale sarà od è la visione geo-politica americana?
Questa è una questione che va indagata!
In tutto il ragionamento di Starikov non trova posto la Cina e nemmeno la politica di provocazioni degli USA nei suoi riguardi.
Io penso che gli USA sanno ,che per abbattere la Russia ,nei tempi utili a salvare il loro sistema economico-finanziario e polittico, devono dapprima venire a capo del problema della Cina indebolendola( in quanto un conflitto aperto significherebbe anche “atomico”, quanto basta per non consentirle di andare ad unirsi alla russia quando attaccheranno da ovest la Russia.
IL quadro descritto da Starikov è compatibile per una politica di usura e congelamento delle forze dell’avversario in conflitti a bassa intensità, che ora chiamano asimmetrici ,
La Russia e la Cina , sanno che gli USA li attaccheranno in più punti della cintura di protezione che stanno attrezzando per difendersi e questa cintura ha un punto debole nell’India e ciò spiega perché gli USA stanno cercando di garantirsi se non un alleato almeno una roccaforte neutrale perché diversamente sarebbe la fine per l’Occidente.