[Nota di Saker: come sapete, non sono americano, non sono mai stato un “analista statunitense” e la mia carriera di analista militare è avvenuta in Europa. In ogni caso, vivo negli Stati Uniti.]
La guerra in Siria non è affatto finita ma, comunque, le azioni diplomatiche altamente professionali della Russia non hanno lasciato praticamente nessuno spazio di manovra a Washington: gli Stati Uniti, semplicemente, non possono ritornare alla politica e alla retorica pre-2016 (almeno non apertamente) e continuare a perseguire l’obbiettivo della detronizzazione di Assad, così Saker ha detto a Sputnik.
In un’intervista in esclusiva a Sputnik, Saker, pseudonimo sotto cui si cela un analista militare statunitense di alto livello, ha espresso la sua opinione sull’accordo del cessate il fuoco in Siria, sul dubbioso Piano B del Segretario di Stato Americano John Kerry e sulla possibilità di un cambio di regime in Turchia.
In un suo recente articolo per “The Unz Review”, Saker ha sottolineato come il cessate il fuoco siriano sia una grande vittoria per la diplomazia russa.
Ma il dilemma è: “Terroristi buoni” o “Tagliagole moderati”?
Intanto, gli esperti non nascondono il loro disappunto per il fatto che ci sono numerosi gruppi in campo in Siria, che dispongono di affiliazioni e finanziatori nascosti nell’ombra. Si discute molto su quali di loro siano i terroristi e quali invece solo i cosiddetti “ribelli moderati”. Potrebbero le forze in campo anti-Assad e i loro sostenitori in Occidente usare questa incertezza a loro vantaggio e tendere una trappola alla Russia e a Damasco? Che cosa dovrebbero fare la Russia e Bashar al-Assad per evitare un simile tranello?
“Sono già riusciti ad evitarlo”, ha sottolineato Saker.
“La forma in cui è stato stilato l’ultimo accordo è semplice: quelli che decidono di parteciparvi sono da questo momento in poi i “moderati buoni”. Tutti gli altri sono i “terroristi cattivi”. In pratica, significa che quelli che smettono di combattere entrano a far parte della transizione politica, tutti gli altri sono destinati all’annientamento. Tutto qui. Invece di lasciarsi invischiare in una discussione senza fine su “terroristi buoni” e “tagliagole moderati”, la Russia ha costretto gli Stati Uniti ad una decisione binaria: tutti quelli che si oppongono a questo processo verranno spazzati via. Semplice e molto, molto efficace. Non è stato lasciato nulla al caso”, ha spiegato l’analista militare.
Quali sono i possibili sviluppi del cessate il fuoco siriano? Sarà efficace, come l’accordo del 2013 USA-Russia sulle armi chimiche della Siria, o ci troveremo di fronte ad un nulla di fatto in stile Donbass?
“Né l’uno, né l’altro. Non sarà un accordo sostanziale, come quello russo-americano, ma non porterà neanche ad un punto morto come nel Donbass, semplicemente perché questo accordo, e la risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, parlano specificatamente della completa eliminazione o distruzione delle varie organizzazioni terroristiche in Siria”, ha commentato Saker.
“Pertanto vedo solo due soluzioni: o la Turchia e i Sauditi rinfocolano tutto e creano il caos totale, o i Tafkiri saranno costretti a trasferirsi in Iraq o in Libia. Entrambi i processi possono richiedere molto tempo, questa guerra è ben lungi dall’essere finita”, ha enfatizzato l’analista militare.
I leaders occidentali sono stanchi e nauseati della politica lunatica di Erdogan
Indubbiamente, cova ancora la tensione sulla possibilità di un’invasione turco-saudita, nonostante il fatto che un certo numero di paesi NATO abbiano detto chiaro e tondo che non sosterranno la Turchia nel caso di un’invasione unilaterale della Siria da parte di Ankara. Inoltre, alcuni esperti assicurano che l’Occidente, stanco e nauseato della politica folle di Recep Tayyip Erdogan, sarebbe anche disposto ad accettare un cambio di regime in Turchia. Il giornalista americano indipendente Mike Whitney è anche arrivato al punto di fare un parallelo fra Recep Erdogan e Saddam Hussein, ipotizzando che Washington stia pensando di sostituire il leader turco facendolo cadere in una trappola. E così il giornalista, nel suo articolo per Counterpunch.org, sostiene che l’Amministrazione Obama guardi con benevolenza ai preparativi bellici di Ankara. Hanno un qualche fondamento queste ipotesi?
“Lo spero proprio! La cosa migliore che potrebbe capitare all’intera regione, e sopratutto alla Turchia, è che Erdogan venga tolto di mezzo e mandato in galera. La Turchia è una nazione di grande importanza e dovrebbe essere retta da un leader civile e sano di mente, e non da un pericoloso psicopatico come Erdogan. Attualmente, la Turchia è un danno per l’Europa, per la Russia, per la Siria, per gli Stati Uniti (che sono stati minacciati di perdere l’uso della base aerea di Incirlik), per l’Egitto e anche per tutti gli altri, a parte, forse, Israele e l’Arabia Saudita (per quanto riguarda Israele, non ne sarei proprio così sicuro). La Turchia è la quintessenza dello “Stato canaglia”, che deve essere fermato e trasformato in un protagonista responsabile dello scenario internazionale”, ha riferito Saker a Sputnik.
Le potenze occidentali parlano apertamente della possibilità di suddividere la Siria e non si fanno scrupoli nell’incoraggiare Ankara a “difendere sé stessa” nei confronti di una presunta minaccia da parte dei Curdi siriani che risiedono nel nord della Siria. Come può quest’ultima evitare la propria disintegrazione?
La nazione può evitare di dissolversi “insistendo sul rispetto di tutte quelle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza che fanno riferimento in modo specifico ad una Siria unitaria e secolare”, ha risposto Saker.
“E’ probabile che la Turchia cerchi di ripetere l’operazione fatta a Cipro, e provi ad occupare una parte della Siria, ma né il governo siriano, né la Russia o l’Iran permetteranno alla Turchia di fare una cosa del genere. Se i Turchi dovessero proseguire in questa follia, allora il Kurdistan esploderebbe e la Turchia si troverebbe a dover fronteggiare la risposta, senza mezzi termini, di Russia ed Iran”, ha ipotizzato l’analista militare.
‘I Neoconservatori americani sono furiosi per la vittoria russa’
E’ forse possibile che i falchi americani e i loro mandatari sul campo, addestrati dalla CIA cerchino di mettere i bastoni fra le ruote al processo di pace siriano? “Nel modo più assoluto”. Ha risposto Saker.
“Per prima cosa, ci sono chiari segnali di lotte interne fra le varie Agenzie statunitensi, Pentagono, CIA, Dipartimento di Stato, ecc. E’ anche evidente che i Neoconservatori sono furibondi per la vittoria russa. Inoltre, sia la lobby israeliana, che quella saudita uniranno le forze per spingere la Casa Bianca ad un atteggiamento più aggressivo”, ha detto a Sputnik l’analista militare.
“Abbiamo già sentito parlare del cosiddetto “Piano B” e anche di tutte le discussioni su una possibile spartizione della Siria”, ha notato, riferendosi all’ultima iniziativa del Segretario di Stato americano John Kerry.
Il 24 febbraio, John Kerry aveva lasciato intendere che Washington avrebbe potuto prendere in considerazione un atteggiamento più aggressivo nei confronti della Siria, compresa la spartizione della nazione, se il cessate il fuoco e la transizione politica avessero dovuto fallire.
“Se i Russi e gli Iraniani non si applicano seriamente a questo lavoro [il processo di pace siriano], allora noi dobbiamo passare al Piano B, che potrebbe essere più conflittuale, ma che finirebbe con il risolvere la situazione”, aveva detto Kerry al Comitato del Senato per i Finanziamenti.
Secondo Saker, il modo più facile per sabotare l’accordo sarebbe quello di permettere alla Turchia e all’Arabia Saudita di intervenire. L’analista militare ha anche sottolineato come non creda nella maniera più assoluta che i guerrafondai occidentali possano accettare la situazione attuale.
“Questo però non sminuisce affatto la vittoria russa, perché gli Stati Uniti si sono già impegnati, attraverso il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, a rispettare una Siria unitaria e secolare. Come si sono impegnati, non solo a non sostenere le formazioni terroristiche, ma anche a combattere contro chi, come la Turchia, ricava profitti da questa guerra e finanzia il Daesh (o ISIS, ISIL),” ha detto a Sputnik l’analista militare.
“Questo non impedirà certo agli Stati Uniti di venire meno, ancora una volta, a questi impegni, ma almeno renderà loro molto più difficile il potersi giustificare”, ha sottolineato.
“In parole povere, gli Stati Uniti, semplicemente, non possono ritornare alla retorica e alla politica pre-2016, almeno non apertamente, e questa è indubbiamente una grossa vittoria. Ma la guerra è ben lungi dall’essere finita”, ha ribadito Saker.
“Almeno per ora, in Occidente hanno prevalso le menti lucide”
Dal momento che la Turchia è uno stato membro della NATO, un potenziale conflitto di Ankara con la Russia o l’Iran in Siria potrebbe avere conseguenze indesiderate, per essere più precisi, comporterebbe uno scontro diretto fra il blocco della NATO e le altre entità geopolitiche (della zona). Potrebbe il conflitto in Siria evolvere verso una guerra vera e propria fra Russia e NATO? “In via teorica, assolutamente sì. Ci sono però segnali di come Stati Uniti e NATO non gradiscano il modo con cui Erdogan sta cercando di forzare loro la mano, spingendoli ad un confronto altamente pericoloso”, ha sottolineato Saker.
“Almeno fino ad ora, quelli che hanno la mente lucida sono riusciti ad avere la meglio, sia in Europa che negli Stati Uniti, e ad Erdogan e stato detto che “non copriremo la tua folle politica”. Spero solo che tutto questo possa continuare. Nonostante tutto il disgusto che la Russia nutre per l’Occidente, il Cremlino si metterà immediatamente al lavoro in modo costruttivo con ogni leader occidentale che sia pragmatico e un minimo onesto. Se l’Occidente vuole finalmente sedersi e iniziare praticamente a trovare soluzioni per tutti i grandi problemi internazionali, uno per uno, allora la Russia farà la sua parte e darà una mano”, ha spiegato.
“Ma il linguaggio bellicoso e le minacce devono cessare”, ha messo in guardia l’analista militare statunitense.
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Intervista di Ekaterina Blinova per Sputnik International
Pubblicato da Thesaker.is il 1 Marzo 2016
Tradotto in Italiano da Mario per SakerItalia.it
Mr. Saker può essere riassunto così:
1) – La Russia ha ri-costretto gli USA a tornare alla consueta professionalità di alto livello della diplomazia fra grandi potenze; tale atteggiamento di umile e reciproco e pari rispetto è andato perso con la fine dell’URSS. Lo scherno e le offese che un paese e il suo presidente ricevono manifestatno il senso di superiorità impaziente, infastidito e sprezzante della controparte. Vedasi Hilary Rhodam alias Clinton (bella femminista che fa carriera col cognome del marito obliando la propria identità), o la giovane violentissima e maleducata e bellina rappresentante USA al Consiglio di Sicurezza ONU che fu duramente ripresa dall’ambasciatore russo: la signora ha iniziato citando Puskin e Dostoievsky e questo è lodevole, ma poi ha parlato come un rotocalco di pettegolezzo popolare. (dovette intervenire Lavrov direttamente su Washington).
2 ) – Il cessate il fuoco è ben congegnato. L’esito automatico che prevede è la fine della guerra civile mediante il rifiuto definitivo del ribellismo armato.
3) – Erdogan è sì isolato come Ryad… ma rimane un utilissimo strumento proprio in funzione anti cessate il fuoco che è la sconfitta di USA, Turchia e Ryad che hanno bisogno della fine del cessate il fuoco per annullare la sconfitta..
4) – Ma allora, è preferibile proprio che si arrivi al confronto fra Turchia-Saudia e Russia per evitare l’agonia russa nella palude politica (e non militare, attenzione) siriana.
5) – Qual’è la palude? Il Piano B. Perchè è palude e agonia per la Russia?
A. Dovrebbe ingoiare il rospo della perdita di integrità statale siriana (l’ipotesi federale sarebbe già dopo 2 giorni una moltiplicazione esponenziale di di piccole Sirie ove in ciascuna di esse si riaprirebbe la guerra civile);
Jumblat è stato chiaro: federalismo alla mediorientale significherebbe solo il via ad un’orgia di reciproco scannamento, i fiumi di orroe e sangue dei cannibali dell’IS sarebbe frazionale rispetto a quello che succederebbe..
B. Si legittimerebbe l’ideologia del mondo liquido, destatalizzato e denazionalizzato… allora, della ideologia dellla denazionalizzazione e destatalizzazione del vecchio mondo solido basato su stati nazionali potrebbero tranquillamente poter e dover essere vittima anche Russia e Cina: 5 Russie, 3 Cine, 3 Libie, 2 Sudan, 4 Libano, forse 3 Messico, 2 Italia, 18 India… ma sempre e solo 1 America, 1 Israele… bel risultato. Complimenti !
6) –
A. Mr. Saker accenna alle lotte politiche interne negli USA fra le diverse agenzie, che sono perenni e normali… e nelle proprie memorie Kissinger ripete come un incubo la lotta fra le agenzie… ma sottolinea sempre che tutto sommato era un contributo di opinioni da riassumere o annullare al momento della decisione politica: di Nixon o sua. Punto.
B. ma allora il problema sarà di chi vince le presidenziali, ossia appunto di chi prende la decisione assumendone la responsabilità delle conseguenze.
a. Lo scrivo con totale schiettezza: Hilary Rhodam alias Clinton è donna che vive in uno stato di alterazione nervosa, di delirio psichico antirusso. Come tutte le donne con ruoli pubblici politici non ha equilibrio perchè l’eccesso rigoristico assume la conferma della propria non inferiorità alla virilità psichica maschile.
Se la Rhodam pseudo-Clinton vincesse, ci porterebbe diritti al Caos Totale. Sua la decisione di concretizzare platealmente in Libia la Strategia del Mondo Liquido (ossia di libero interventismo USA).
b. Trump: come sempre i repubblicani sono sì conservatori, ma real-politiker (Realisti più realisti del re; povero traduttore, chiedo scusa), non alterati e irrealisti idealisti democraticisti da “muoia sansone con tutti i Filistei”. Nel 1980, la Sinistra europea, ossia i Liberali, cerano unanimi: Reagan ci porterà alla guerra: No. Fu tutto sommato il migliore presdidente amico dell’URSS… amico, ossia leale partner fifty-fifty.
7) – “Per ora hanno prevalso le menti lucide in occidente”.
Non potevano fare altro per fermare il rullo contro Aleppo e i moderati. Erdogan-Saudia non è ancora pronto militarmente… fra un pò, invece, sì.
“per ora” è il senso vero della risposta di Mr. Saker… un analista militare sa bene che per contrattaccare con efficacia devi prima accettare l’espansione inevitabile dell’avversario.
Mr. Saker Lei mi fa tornare alla mente il generale Guderian, uomo perbene, competente, l’unico che per due volte osò urlare contro Hitler: Hitler volle a tutti i costi Kursk, Guderian litigò urlò, offese (e fu destituito), alla fine implorò con le lacrime agli occhi: Fuhrer, perchè vuole attaccare? Li faccia venire avanti e ce li mangeremo con la nostra superiorità tattica.
Cordiali saluti.
Scusate se intervengo di nuovo…
su la Repubblica di oggi 3 marzo… video di aiuti umanitari nella città stremata dall’assedio dell’esercito regolare siriano!
I “cattivi” sarebbero i siriani che cercano di liberare una cittadina siriana in Siria dal terrore imposto dall’islam integrale?
Vorrei tanto che i giornalisti di Repubblica vivessero per qualche giorno nell’IS… sarebbe molto apprezzata la loro indipendenza di pensiero, la loro vivacità intellettuale, il loro spirito di anarchia morale, di liberalismo politico, di riconoscimento della parità uomo-donna, uomo-uomo, donna-donna, trans-gender e non so che altro.
Per una volta temo che le cose andranno così:
Gli USA:
a) non vogliono essere ricordati come la potenza impotente che non seppe opporsi un paio d’anni fa alla soluzione della Russia di Putin che smontò la questione dei gas stoccati in Siria e la linea rossa del presidente Obama;
b) Non vogliono ora rischiare di non essere decisivi sulla questione della Siria,complicata inoltre da Erdogan e Sauditi.
c) non possono consentire a Putin di crescere nella considerazione politica di una parte dell’Occidente ,
d) hanno bisogno di riaffermare “platealmente” che l’Impero concede ma non perde il Potere sul Mondo e nel Mondo che gli appartiene.