Questo è il testo completo dell’intervista che Saker ha rilasciato a Sputnik International.
Sputnik: Dopo l’incontro fra Vladimir Putin e Recep Erdogan, Startford ha ipotizzato che Ankara potrebbe fare concessioni a Mosca sull’Iran e sulla Siria. E’ possibile un’alleanza russo-turco-iraniana? E’ possibile che la Turchia ammorbidisca il suo duro atteggiamento verso il governo siriano e Bashar al-Assad?
Saker: E’ estremamente difficile prevedere quello che farà Erdogan nel prossimo futuro, a causa della sua personalità e della situazione, oggettivamente difficile, in cui versa la Turchia. Anche se concordo in pieno sul fatto che è molto probabile che la Turchia dovrà fare concessioni alla Russia e all’Iran, questo è dovuto sopratutto al fatto che Erdogan ha guastato le sue relazioni con i tradizionali sponsor della Turchia: NATO/USA/EU. Ho il sospetto che Erdogan sia molto più intenzionato a fare promesse che, in pratica, a mantenerle. I Russi questo lo sanno benissimo e al Cremlino il livello reale di fiducia verso Erdogan è esattamente uguale a zero. Da un lato, la maggior parte degli analisti russi considera Erdogan come una persona furba, ma anche megalomane e traditrice, a cui non si può assolutamente dare fiducia. Ma, dall’altro, la Turchia è una nazione grande e potente, situata in posizione strategica ed è un vicino di importanza capitale per la Russia. Perciò, in ogni caso, la Russia deve cercare di stabilire le migliori relazioni possibili con chiunque sia al potere in Turchia, anche se questo significa dover trattare con un personaggio sgradevole come Erdogan.
In netto contrasto con la Turchia, gli Iraniani sono affidabili, anche se i loro interessi non coincidono sempre con quelli della Russia, ma è normale che sia così. Vorrei definire il rapporto esistente fra Russia ed Iran come una partnership strategica di due attori differenti, ma di pari importanza, che collaborano a vicenda, seguendo però la loro propria, agenda indipendente. Questa non è un’alleanza formale, in un certo senso è anche qualcosa di meglio, dal momento che è molto più flessibile e sostenibile nel lungo periodo. E’ simile anche al tipo di partnership strategica che la Russia ha con la Cina, anche se quella con la Cina va molto più in profondità, ed in realtà andrebbe definita come una “simbiosi strategica”.
Quello che, Dio volendo, potrebbe emergere dalla situazione attuale, è un’oggettiva comunanza di interessi, tramite cui la Turchia possa arrivare a capire che la collaborazione di lungo periodo con la Russia e l’Iran è molto più utile alla Turchia che non il cercare di giocare la “carta russa” contro l’Impero Anglo-Sionista (o giocare la “carta dell’Impero” contro la Russia). Alla fine, anche la Turchia dovrà scegliere fra due modelli di civiltà che si escludono a vicenda: quello in cui gli Stati Uniti sono l’Egemone Mondiale, che cerca di imporre un unico modello socioeconomico, e quello in cui nazioni libere e sovrane lavorano insieme per un mondo veramente diverso e multipolare. Purtroppo, non credo che Erdogan vorrà, o sarà in grado, di fare una scelta del genere, almeno nel prossimo futuro.
Infine, anche se è stato rivelato molto poco sulle discussioni che si sono avute fra Russi e Turchi riguardo alla Siria, ho notato che nella sua intervista alla TV russa, subito prima di partire per la Russia, Erdogan ha continuato a ripetere le sue solite accuse, secondo cui Assad sarebbe responsabile della morte di centinaia di migliaia di Siriani e che se ne deve andare. Potrebbe Erdogan cambiare ritornello? Può darsi. Al momento, però, sembra un disco rotto.
Sputnik: Perchè Erdogan si è deciso a coalizzarsi con la Russia, e può Mosca fidarsi di Erdogan?
Saker: Ci sono alcune prove indirette, molto valide, sul fatto che la Russia avrebbe salvato Erdogan avvertendolo dell’imminenza del colpo di Stato. Erdogan, naturalmente, nega, ma il suo continuo uso dell’espressione “il mio amico Vladimir” e le altrettanto continue espressioni di gratitudine per il sostegno dato da Putin al Presidente legalmente eletto, mi fanno sospettare che questi ringraziamenti vadano oltre le normali formalità di cortesia. Allo stesso modo, ci sono molte, valide prove indirette di come gli Stati Uniti, come minimo, sapessero del tentativo di colpo di Stato e non abbiano fatto nulla per fermarlo, o addirittura lo abbiano attivamente sostenuto. Per cui, quando Erdogan si è reso conto di questa dinamica dei fatti, non ha avuto altra scelta se non quella di rivolgersi ai Russi.
Mosca non può assolutamente fidarsi di Erdogan, e sono convinto che non lo farà mai. Il personaggio è chiaramente un megalome delirante e la sua ideologia Islamo-neo-Ottomana è tossica e pericolosa per tutta la regione. Quello che Mosca deve fare è lavorare per una Turchia indebolita ma stabile, che non rappresenti una minaccia per tutta la regione, una Turchia purgata da ogni illusione imperiale.
Sputnik: La decisione di Teheran di condividere le sue infrastrutture con la Russia, come influenzerà le operazioni aeree russe contro il Daesh? Che cosa c’è dietro la decisione di Mosca di utilizzare la base aerea iraniana di Hamedan per attaccare i terroristi? Perchè l’Occidente è furioso riguardo a questa mossa russo-iraniana?
Saker: La decisione di Teheran di permettere alla Russia l’utilizzo della base aerea di Hamedan faciliterà molto le operazioni delle Forze Aerospaziali Russe contro il Daesh. Per prima cosa, l’uso di Hamedan, diversamente dagli aereoporti nella Russia meridionale, ridurrà di molto il tempo di volo necessario a raggiungere i bersagli in Siria, permettendo agli aerei russi di utilizzare profili di missione che prevedano meno carburante e più carico bellico. Non meno importante è il fatto che l’uso di Hamedan complicherà molto gli sforzi USA/NATO per allertare i loro “terroristi buoni” su un imminente attacco aereo russo: per gli Stati Uniti sarà più difficile localizzare gli aerei russi e, una volta che lo avranno fatto, avranno meno tempo per avvertire i loro mercenari sul terreno. Inoltre, Hamedan è situata in una zona dell’Iran molto riparata e ben protetta, da cui è molto più sicuro operare rispetto a Khmeimim, in Siria (che è situata a 1000 km. dal confine russo, ma soli 50 km. da quello turco). Vorrei aggiungere che, per le Forze Aerospaziali Russe, Hamedan è una località “ideale” da cui operare.
Il motivo principale della decisione russa di utilizzare Hamedan non è solo di natura tecnica. Il fatto che gli Iraniani abbiano ora reso pubblica la concessione di questa base alla Russia indica un approfondimento della collaborazione strategica fra queste due nazioni, e un maggiore impegno russo nella difesa della Siria contro gli invasori stranieri, qualcosa che, secondo Teheran, i Russi avrebbero dovuto fare già da molto tempo. Gli Iraniani sono sempre stati dubbiosi, come minimo, dei piani di pace russi e, adesso che i Russi stanno gradualmente incominciando ad ammettere che il Daesh ha usato tutto questo tempo per raggrupparsi, riarmarsi e riorganizzarsi, la mossa russa di Hamedan indica che il Cremlino è serio riguardo al fatto di colpire il Daesh con tutta la durezza necessaria per proteggere la Siria da un’invasione tafkira.
L’Occidente, ovviamente, non è felice dell’incremento delle capacità russe rappresentato dalla mossa di Hamedan. Ma l’Occidente è veramente terrorizzato dall’approfondimento della partnership strategica fra Russia ed Iran. In un momento in cui l’Impero Anglo-Sionista è molto indebolito e completamente disorientato, la partnership fra Russia ed Iran ha un potenziale immenso, cosa questa che irrita e spaventa molto i Neo-conservatori. Questo sviluppo eleva definitivamente lo status iraniano a quello di nazione più potente del Medio Oriente, un fatto che terrorizza gli Israeliani e, ancora di più, i Sauditi. Per quanto riguarda l’Iran, riuscire a far impegnare i Russi nel modo in cui ora lo stanno facendo, è un grosso successo politico.
Sputnik: L’Unità Operativa Unificata della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti ha reso noto i primi risultati riguardanti la sistematica distorsione ed alterazione di dati analitici, allo scopo di far apparire sotto una luce migliore gli sforzi degli Stati Uniti per combattere il Daesh tramite il CENTCOM. Inoltre, nonostante la prima denuncia sia del 2015, “nè il CENTCOM, la Defence Intelligence Agency (DIA), il Sottosegretario alla Difesa per l’Intelligence e neppure l’Ufficio del Direttore dell’Intelligence Nazionale (ODNI) hanno intrapreso alcuna azione dimostrabile per migliorare lo stato dei rapporti di analisi con il CENTCOM”. L’Unità Operativa Unificata ha riferito anche che “non ha avuto la possibilità di accedere a tutto il materiale che aveva richiesto”. Che cosa c’è dietro la distorsione delle informazioni sulle operazioni americane in Siria? E’ qualcosa collegata con la “finta” campagna aerea americana in Siria, che ha lasciato intatte le posizioni del Daesh durante la “guerra al terrore”? Quali forze politiche negli Stati Uniti sono interessate a nascondere la verità su quello che il Pentagono e la CIA stanno veramente facendo in Siria?
Saker: Le operazioni americane in Siria, in realtà, non differiscono da ciò che gli stati Uniti fecero in Afghanistan più di trent’anni fa. Gli Stati Uniti hanno utilizzato diversi tipi di pazzi tafkiri in molte guerre (Cecenia, Bosnia, Kosovo, Afganistan, Iraq, Iran, Yemen, ecc.), usandoli, secondo la mia definizione, come “fanteria per l’Impero”. L’unica cosa che cambia è la denominazione sotto cui operano queste truppe: che siano “combattenti per la libertà”, oppure “opposizione moderata”, in realtà appartengono sempre ad al-Qaeda o all’ISIS e, alla fine della fiera, sono sempre la stessa, unica cosa: pazzi tafkiri, gestiti dalle forze speciali occidentali, pagati con moneta wahabita (Sauditi) e ingaggiati contro tutti quelli che rifiutano di inchinarsi all’Impero. Gli Americani sono stati costretti ad impegnarsi in una finta guerra contro il Daesh da considerazioni politiche, solo perché non sembrava affatto carino che gli Americani, dopo aver incolpato al-Qaeda del false-flag [attacco sotto falsa bandiera] dell’11 settembre, usassero tutti i loro mezzi per sostenere, organizzare, proteggere e gestire la stessa al-Qaeda. Inoltre, ci sono anche alcuni indizi, abbastanza chiari, di come attualmente ci sia più di una politica estera americana: c’è la politica estera della Casa Bianca, c’è la politica estera dei Repubblicani al Congresso, c’è la politica estera del Pentagono e, naturalmente, c’è una politica estera della CIA. E tutti questi attori raramente perseguono gli stessi obbiettivi. Questo tipo di “caos esecutivo” è sicuramente il segno di come il vertice del Potere Esecutivo sia stato tremendamente indebolito e di come ora altri attori stiano gestendo autonomamente decisioni politiche importanti.
Per contro, la Russia ha combattuto contro i Tafkiri per otre 30 anni, e ancora continua a farlo, insieme ad Iran ed Hezbollah, le principali difese contro il terrorismo wahabita mondiale.
*****
Pubblicato su Thesaker.is il 18 agosto 2016
Tradotto in italiano da Mario per Sakeritalia.it
[le note in questo formato sono del traduttore]
Saker , nell’intervista, giustamente mette in rilievo l’importanza della concessione ai russi della base aerea Iraniana di Hamedan…peccato che a distanza di pochi giorni da questa intervista di Saker, i russi hanno comunicato la sospensione dell’utilizzo della base senza fornire, a quanto io sappia, spiegazioni di questa decisione. Qualcuno ritiene che sia stato fatto per non offrire alimento alle polemiche dell’opposizione iraniana riguardo l’ illegittimità costituzionale della concessione ai russi di quella base. Ammesso che così sia, non sarà che gli USa si siano servite di questa/e opposizioni (quali ? non credo che siano quelle ispirate a quell’ex primo ministro – adminejad…ne scrivo il nome in modo approssimativo – poi scalzato dall’attuale gruppo dirigenziale) come quinta colonna per mettere i bastoni tra le ruote a una decisione che preoccupava gli ammericani appunto perché foriera di un’alleanza solida e duratura tra Iran e russia?
Se così fosse dovremmo supporre che gli ammericani hanno un forte potere di intervento all’interno dell’attuale dirigenza iraniana.