Va bene, allora da stanotte abbiamo il nome dell’assassino: si tratta di Mevlut Mert Aydintas, un poliziotto di 22 anni, recentemente licenziato a seguito delle purghe anti-guleniste di Erdogan contro i responsabili del recente colpo di stato. C’è anche un video molto istruttivo sulle modalità dell’omicidio.
Il video dell’attacco fa vedere anche qualcosa di molto importante: gli unici colpi sparati sono stati quelli dell’assassino. Guardate voi stessi.
Questo può significare due cose:
Versione 1: alla mostra non era presente nessun servizio di sicurezza,
Versione 2: la stanza dove è avvenuto l’omicidio era considerata “sicura/sterile” perché si trovava all’interno di un perimetro di sicurezza più esterno, che non si vede nel video.
Trovo molto più verosimile la Versione 2. Questa spiegherebbe anche come e perché Mevlut Mert Aydintas sia entrato così facilmente: ha mostrato il tesserino di riconoscimento di poliziotto ed è stato lasciato passare.
Quando capita un evento del genere è anche importante chiedersi “cui prodest?”, chi ci guadagna?
Erdogan? No.
Non vedo nessuna ragione plausibile per cui Erdogan avrebbe voluto far assassinare l’ambasciatore russo ad Ankara, ma posso immaginare una lunga serie di motivi per cui non avrebbe desiderato una cosa del genere. Qualcuno dirà, correttamente, che la caduta di Aleppo è una sconfitta umiliante per la Turchia e per Erdogan, e sono d’accordo. Ma vorrei ricordare a tutti che Erdogan aveva chiaramente stipulato un patto con i Russi e gli Iraniani, quando ha spostato le sue truppe oltre il confine e ha occupato una parte della Siria settentrionale. In nessun modo avrebbe rischiato una mossa del genere contro la volontà di Mosca e Teheran. E allora, com’era questo accordo? Probabilmente non lo sapremo mai, ma ovviamente comprendeva una clausola per limitare le azioni della Turchia ad una sottile striscia di terreno nel nord (della Siria). Se questa ipotesi è corretta, allora Aleppo dovrebbe essere considerata al di fuori della “sfera di interesse turca” in Siria, almeno secondo l’accordo tripartito turco-russo-iraniano. Erdogan sapeva che Aleppo sarebbe caduta e che sarebbe caduta così in fretta? Probabilmente no. Sembra che Erdogan sia stato superato in astuzia dai Russi e dagli Iraniani. Ma sopratutto (Erdogan) aveva delle opportunità migliori, per rifarsi della caduta di Aleppo, piuttosto che far uccidere l’ambascitore russo ad Ankara. Il fatto è che i Turchi hanno fatto veramente poco durante la liberazione di Aleppo, al massimo hanno aiutato i Russi ad evacuare una parte dei “terroristi buoni”.
Anche se Erdogan è un pazzo, è abbastanza intelligente da capire che, se facesse uccidere l’ambasciatore russo ad Ankara, la NATO non farebbe nulla per proteggerlo, e che i Russi potrebbero spedirgli un missile da crociera fin dentro la camera da letto. Erdogan potrà essere pazzo, ma evidentemente non è *così* pazzo.
Infine, ricordiamoci delle disastrose conseguenze, per i Turchi, dopo l’abbattimento del SU-24 russo, e di come (e la cosa è confermata da diverse fonti) i servizi di intelligence russi abbiano salvato, probabilmente nel vero senso della parola, Erdogan avvisandolo del colpo di Stato contro di lui.
Perciò, per tutta questa serie di motivi, Erdogan non è sulla mia lista dei sospettati. Mai dire mai, potrebbero emergere fatti nuovi, specialmente con uno squilibrato come Erdogan, ma, per ora, lo considererò estraneo ai fatti.
Daesh & Company. Potrebbe essere.
Beh, è abbastanza evidente che Daesh & Company hanno un lunghissimo elenco di ragioni per desiderare l’uccisione di un funzionario russo di alto profilo. Per cui, sì, le motivazioni ci sono. Considerando poi con quanta efficacia gli estremisti islamici radicali sono riusciti ad infiltrarsi nello Stato Profondo (e anche non così Profondo) turco, Daesh & Company hanno anche i mezzi. Per quanto riguarda l’opportunità, il video mostra chiaramente non solo che Mevlut Mert Aydintas ha avuto tutto il tempo per sparare numerose volte contro l’ambasciatore russo (ho contato nove colpi), ma dopo ha anche avuto il tempo di rimanere lì e di urlare tutta una serie di slogan sulla Siria, Aleppo e Dio. Anche se non conosciamo ancora tutti i dettagli, questa è già una prova molto consistente di come la sicurezza di quell’evento fosse penosa.
Gulen, la CIA, Obama & Compagni? Potrebbe essere.
Sì, anche loro sono sulla mia lista dei sospettati. I Gulenisti non hanno nulla da perdere, la CIA è impazzita dalla rabbia e dalla paura e, dopo l’elezione di Trump, è piena di personaggi arrabbiati, offesi, profondamente vendicativi e anche palesemente odiosi, che morirebbero dalla voglia di scatenare una crisi fra Russia e Turchia, o che vorrebbero far scontare in qualche modo alla Russia l’umiliazione che l’Impero Anglo-Sionista ha dovuto subire ad Aleppo. Tenete presente che questo è esattamente il modo in cui la CIA uccide sempre le personalità straniere: subappaltando l’omicidio ad un fanatico locale, per riservarsi quella che chiamano la “negabilità plausibile”.
Durante la Guerra Fredda, fra Sovietici e Americani c’era l’accordo non scritto: “noi non ci uccidiamo a vicenda”. Non se ne è mai parlato formalmente, ne è mai stato riconosciuto, ma vi assicuro che c’era davvero; nessuna delle due parti voleva un’escalation infinita di omicidi e contro-omicidi. Ma la CIA di oggi, in confronto alla CIA della Guerra Fredda, è solo un patetico scherzo e, con il pot-purry di mediocri cretini ora presenti nel Dipartimento Esecutivo, non mi meraviglierei se qualche idiota a Langley avesse approvato l’omicidio di un ambasciatore russo. Inoltre, se gli Americani sono stati così stupidi e così incoscienti da tentare di rovesciare Erdogan, perchè non dovrebbero cercare di assassinare un ambasciatore russo?
E l’ipotesi dello sparatore solitario?
Beh, è impossibile fornire una prova negativa di un fatto. Mevlut Mert Aydintas aveva perso il lavoro durante una delle ultime purghe, aveva ancora il tesserino di riconoscimento della polizia e il suo atteggiamento nel video è un esempio da manuale del tipo di comportamento fanatico che potrebbe esibire un pazzo solitario. Perciò, sì, è possibile che Mevlut Mert Aydintas abbia agito da solo. Dopo tutto, gli serviva solo una pistola ed un tesserino di riconoscimento della polizia. Staremo a vedere quello che i Turchi e i Russi scopriranno sul suo conto. Però ne dubito. Personalità del genere di solito sono ben note agli stati che sponsorizzano il terrorismo, e vengono attivate quando ce n’è bisogno. Il mio istinto mi dice che non ha agito da solo. Qualcuno probabilmente ha usato Mevlut Mert Aydintas.
Domande imbarazzanti
Qui veramente spero di sbagliarmi, ma, se voglio essere onesto, devo anche ammettere di essere totalmente incapace di trovare una giustificazione per la negligenza del servizio di sicurezza dell’ambasciatore Andrey Karlov. Non mi sto riferendo ai Turchi qui, intendo dire proprio i servizi di sicurezza russi. Ecco perché.
Anche se presumiamo che i Turchi abbiano detto ai Russi che attorno alla mostra era stato istituito un perimetro “sicuro/sterile” e che il pubblico normale non sarebbe stato fatto entrare, e il filmato mostra infatti che gli invitati erano molto pochi, i Russi non hanno nessuna scusante per non aver lasciato almeno una guardia del corpo nelle immediate vicinanze dell’ambasciatore. Non solo la Turchia è una nazione in guerra, ma la Russia è uno dei partecipanti a questa guerra, i Takfiri hanno una stilato lista infinita di minacce contro la Russia e, infine, la Turchia è una nazione che soffre da anni della piaga del terrorismo e che è appena uscita da un sanguinoso tentativo di colpo di Stato. In una nazione del genere, un funzionario di alto livello, come un ambasciatore, dovrebbe essere protetto da un’intera squadra di guardie del corpo, ma in questo caso, chiaramente, non ce n’era neanche una. Certo, i Russi possono incolpare i Turchi per il loro pessimo perimetro di sicurezza ma, da professionisti, dovrebbero sapere che i Turchi hanno già delle grosse difficoltà a gestire i loro terroristi e che, a seguito delle grosse purghe (dopo il fallito di colpo di Stato), i servizi di sicurezza sono in pieno marasma. Una guardia del corpo avrebbe fatto la differenza?
Sì, è possibile. Probabilmente sì.
Dal video si vede che Mevlut Mert Aydintas si trovava a circa 5 metri alle spalle dell’ambasciatore Karlov quando ha aperto il fuoco. Apparentemente, neanche uno dei colpi ha raggiunto l’ambasciatore alla testa. Se l’ambasciatore Karlov avesse indossato un giubbotto antiproiettile o qualunque altro tipo di protezione personale, sarebbe probabilmente sopravvissuto alla prima raffica di colpi (a meno che non fosse stato colpito alla nuca). Anche un’unica guardia del corpo avrebbe facilmente potuto uccidere Mevlut Mert Aydintas ed evacuare l’ambasciatore in una zona sicura. Evidentemente Karlov quel giorno non indossava nessun tipo di protezione. Come mai? Non c’era neanche una guardia del corpo di fianco a lui, come mai? Nel video non si sente parlare russo, perciò sembra che vicino all’ambasciatore non ci fosse nessun servizio di sicurezza russo. Come mai?
Normalmente gli ambasciatori sono un bersaglio molto facile. Tutti li conoscono, la loro routine è di pubblico dominio e, contrariamente a quanto sembrano pensare in molti, la maggior parte di loro non dispone di un servizio di sicurezza. Sono assolutamente meravigliato dal fatto che, normalmente, non vengano uccisi molti più ambasciatori. Nei paesi ad alto rischio, gli ambasciatori sono comunque protetti, specialmente quelli che rappresentano nazioni coinvolte in qualche guerra o probabili bersagli di attacchi terroristici. E’ anche vero, e questa è una regola, che i Russi, diplomatici compresi, tendono ad essere più coraggiosi/incoscenti (scegliete voi) delle loro controparti occidentali: non si spaventano facilmente e a loro piace far vedere che non hanno paura. Però bisogna che questo tipo di comportamento sia tenuto sotto controllo da dei professionisti.
Francamente, mi fa arrabbiare vedere quanti Russi siano stati uccisi per colpa di una mentalità che porta a trascurare i rischi personali e la sicurezza. Certo, è molto nobile essere coraggiosi, ma morire per mano di un pazzo è anche abbastanza stupido. Mi sentirei molto meglio se i funzionari russi fossero un po’ meno coraggiosi e un po’ più attenti. Perchè quanto successo oggi induce a chiedersi: a chi succederà la prossima volta?
Conclusioni
Quella successa oggi è una tragedia, assai più dolorosa per il fatto che avrebbe forse potuto essere evitata. I servizi di sicurezza turchi, probabilmente da un giorno all’altro, arresteranno tutti quelli con cui Mevlut Mert Aydintas aveva avuto contatti, e otterranno un sacco di confessioni. Sono sicuro che condivideranno con i Russi un sacco di informazioni, anche solo per far vedere quanto a loro dispiaccia. Ahimè, sia i Turchi che i Russi hanno una lunga tradizione di segretezza e potremmo anche non sapere mai chi, se c’è un chi, fosse veramente dietro a Mevlut Mert Aydintas .
La sola cosa di cui sono sicuro è che Putin non avrà nessuna reazione scomposta, indipendentemente da chi possa essere il mandante di questo omicidio. Se sono stati i Takfiri, allora le persone coinvolte moriranno fra un anno o due. Se è coinvolta la CIA, allora i Russi saranno molto più cauti e potrebbero scegliere di agire in modo diverso, probabilmente con la nuova amministrazione. L’assassinio dell’ambasciatore Karlov non riuscirà a mandare a monte gli sforzi russi ed iraniani per un qualche tipo di soluzione regionale alla guerra in Siria, e non cambieranno la determinazione russa ad impedire che l’Impero Anglo-Sionista trasformi la Siria in un altro Takfiristan.
Per quanto riguarda poi Russia e Turchia, fino a che Erdogan sarà al potere, continueranno a cercare di collaborare, contrariamente a tutte le aspettative e nonostante tutte le profonde e insormontabili differenze. Nè la Russia, nè la Turchia, che si sono già combattute in dodici guerre, possono fare altro.
The Saker
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Pubblicato su Thesaker.is il 19 dicembre 2016
Tradotto in italiano da Mario per Sakeritalia.it
Non trovo spiegabile come un poliziotto licenziato potesse avere ancora il tesserino. Questo aspetto mi lascia molto perplessa.
già! come mai aveva ancora il suo tesserino? spero che ce lo diranno i 18 investigatori che putin ha mandato in turchia.
Inoltre ritroviamo il questo caso le stesse carenze mostrate nel donbass dai servizi di sicurezza russi riguardo alla protezione di alcuni comandanti delle forze separatiste.
Nessuna difesa di quei comandanti così come nessuna difesa di questo ambasciatore…molto strano!
Sembra che i limiti della proiezione di forza dei russi si rivelino soprattutto in questo campo piuttosto che nell’esercito e nella sua encomiabile forza.
Insomma c’è qualcosa che non va nei servizi di sicurezza russi.
E’ emerso che non era stato congedato dalla polizia in maniera definitiva, ma sospeso per un breve periodo da ottobre a novembre. La sospensione riguardava un suo possibile contatto con l'”OMBRA” Gulenista.
Questo potrebbe essere, se è vero, il motivo per cui disponeva del proprio tesserino.
A parte che nell’ articolo si parla di ” perdita di lavoro” (per me significa “licenziamento” e non “sospensione”) anche se l’assassino era stato solo “sospeso” non credo che anche una semplice “sospensione” non comporti, in turchia, il ritiro del tesserino…perciò rimane l’interrogativo sul perché non gli sia stato ritirato.
Al posto dei russi e dei turchi andrei a fondo su questo particolare perché non escluderei che il tesserino non gli sia stato ritirato proprio da chi è stato suo complice e proprio per permettergli di usarlo al momento opportuno.
I servizi turchi mi sa che sono un vespaio di traditori facilmente manovrabili dalla Cia.
Erdogan farebbe bene a fare una pulizia a fondo nei suoi servizi di sicurezza.
Quali fossero gli obiettivi che si proponevano di raggiungere i complici dell’assassino proprio non riesco a capirlo, a meno che non fossero mossi esclusivamente dal desiderio di vendetta (per la sconfitta ad aleppo e per l’infittirsi dei rapporti tra erdogan e putin) unitamente al bisogno disperato di dare ai loro stessi adepti una dimostrazione di vitalità e di forza utile, forse, ad arginare ulteriori defezioni.
Così come non riesco a capire neppure il fine dell’ultimo attentato a berlino.
Tutte queste stragi servono solo ad acutizzare l’odio delle popolazioni locali contro le politiche di immigrazione (particolarmente care alla nefasta merkel) e, quindi, sembra che chi organizza questi attentati sia animato solo dal bisogno di dar sfogo alla propria rabbia… a meno che, anche in questo caso, lo scopo non sia ancora quello di dare una prova di forza e di vitalità.
Si è presentato da solo, senza nascondere la sua identità e senza fare tentativi di fuga. E’ stato subito evidente che fosse un uomo dei servizi, e l’impressione è che faceva quello che ha fatto quasi per motivi “personali” sapendo che sarebbe andata a finire male per lui. Questa lettura dell’evento è sostenuta dal fatto che la situazione militare sul campo è tale per cui non è più possibile fermare la sconfitta dei gruppi terroristici sostenuti dall’occidente e dalle monarchie del golfo, e di questo Erdogan non può non prenderne atto. Ne è testimonianza l’accordo raggiunto ad Astana dove la firma della Turchia sul documento di chiusura metterebbe la parola fine a tutti i tentativi di abbattere il governo di Bashar al Assad continuando a sostenere di nascosto il terrorismo wahabita. Con questa firma viene abbandonato anche il sogno di un redivivo impero ottomano. L’uccisione dell’ambasciatore non poteva fermare il processo di risoluzione politica della guerra, e non l’ha fatto. Ragione per cui l’attentato risulterebbe essere solo un atto inconsulto, la vendetta di chi nei servizi si era identificato con il terrorismo e aveva abbracciato con tutto se stesso il sogno di Erdogan della rinascita ottomana. Del totale coinvolgimento dei servizi turchi con il terrorismo ne dà conferma, all’indomani del fallito colpo di stato, Ahmet Sait Yayla capo della Divisione Antiterrorismo tra il 2010 e il 2012. Il quale denunciava, in un intervista, i dettagli di questo coinvolgimento. L’ex capo dell’antiterrorismo dichiarava che il capo dei servizi segreti della Turchia, Hakan Fidan, era stato nominato membro di un gruppo terroristico legato ad al-Qaeda e all’ISIS; che l’intelligence turca aveva fornito direttamente all’ISIS aiuti militari per anni; che il governo turco ha dirottato forniture militari all’ISIS tramite un’agenzia di aiuti umanitari; che i combattenti dell’ISIS, tra cui il vice di al-Baghdadi, hanno ricevuto cure mediche gratuite in Turchia e “protezione” dalla polizia turca; che il capo dell’ISIS in Turchia ha ricevuto “protezione H24/7” all’ordine personale del presidente Erdogan; che le indagini di polizia turche riguardanti l’ISIS venivano sistematicamente annullate. Sulle ultime considerazioni a proposito dell’errore da parte russa di non tenere sotto protezione l’ambasciatore non si può non essere d’accordo, anche se delle giustificazioni ci saranno certamente.
questo assassinio ha, a mio avviso, lo scopo di creare un clima di avversione alla pace e prepara quello alla Guerra;
Questa tempistica a pochissimi giorni dalla cacciata da Aleppo dei presunti moderati(certamente terroristi che non si fan scrupolo di farsi scudi dei bambini delle famiglie proprie e di quelle prese di fatto in Ostaggio),non appare un’iniziativa di un balordo ma ha il carattere dell’Organizzazione mafiosa imperiale USA/Nato.
Mi domando cosa rischieranno i prigionieri Nato presi con le mani nel sacco ad Aleppo ma qui ritengo che i dirigenti di Mosca dovranno comprendere che ora USA e Nato stanno sorvegliando le loro mosse perché devono temere( o forse No) una rivalsa con gli interessi.
I Russi hanno imparato sotto la lunga schiavitù Mongola come si sopravvive e poi come si schianta l’impero. I dirigenti politici e militari che pubblicamente hanno dichiarato” morte al Russo” potrebbero pentirsene quando verrà la loro Ora.
In qualche altro articolo (*) ho letto che i turchi non permettono agli agenti russi di svolgere funzioni di protezione del loro personale diplomatico.
Questo spiegherebbe perché i servizi russi erano assenti al momento dell’assassinio.
Visto che i servizi turchi sono inquinati fino al collo da traditori al servizio della cia e dell’Isi, I russi farebbero bene a chiedere ai turchi di cambiare queste regole per meglio proteggere i loro rappresentanti.
p.s. so che alcuni diplomatici occidentali hanno fatto le loro condoglianze ai russi, però non mi risulta che abbia fatto lo stesso il sig. Obama … o sbaglio?
In tal caso, a maggior ragione sarebbe da pensare che dietro l’assassinio cii sono proprio i servizi americani e questo sarebbe un vero e proprio atto di guerra.
* Il commento è stato modificato poiché il sito da lei menzionato non è reputato come fonte affidabile di informazioni. Immaginiamo capirá da solo le ragioni.
La Redazione.
A volte ho letto su quel sito di cui avete censurato il nome che questo blog di Saker non è affidabile…da parte vostra dite invece che non è affidabile quel sito.
Però, più che questa polemica reciproca, mi piacerebbe sapere se è vero o no quanto letto riguardo al rifiuto turco di consentire ai russi di difendere con propri uomini il loro personale diplomatico.
Avevo prestato fede alla notizia letta su quel sito (che voi reputate “fonte non affidabile”) per salvare Putin da una critica altrimenti giustificata: quella, cioè, di non saper proteggere il proprio personale diplomatico.
ritornando sulla questione del “tesserino” da poliziotto utilizzato da questo kamikaze dei tagliagole e dei loro controllori comunque si chiamino, ora risulterebbe che questo terrorista non sia mai stato né licenziato né sospeso dalla polizia turca ma avrebbe solo chiesto nel recente passato un “congedo” temporaneo.
Se questo è vero il suo possesso del tesserino di polizia è stato del tutto legittimo per potersi garantire la presenza sul palco dell’ambasciatore russo in turchia.
Rimane invece la domanda come mai la protezione dell’ambasciatore russo fosse affidata esclusivamente a un poliziotto turco e non anche a dei poliziotti russi!
Non abbiamo intenzione di rovinare la reputazione di nessuno, a differenza del proprietario del blog da lei menzionato.
Su quel sito troverà una lunga serie di insulti nei nostri confronti. Questo dovrebbe bastarle, non bastasse sappia che è l’ultima volta che ne parleremo, sia lei che noi.
E giustamente sará censurato, perchè ne sta facendo la pubblicitá sul nostro blog. Arrivederci e Buone Feste.
La Redazione
Permettetemi solo di chiarire che non ho mai inteso fare “pubblicità” a quel sito al quale non sono certo affezionato… l’ho citato solo per indicare la fonte della notizia senza essere bene al corrente, come ora, della vostra opinione negativa.
Non so neppure chi sia il proprietario di quel blog.
Perciò capisco benissimo la vostra decisione di censurarne il nome.
Spiacente per l’equivoco, ricambio gli auguri di Buone Feste