Suzanne Maloney @MaloneySuzanne
06:24 – 21 mag 2018
Mike Pompeo [Segretario di Stato statunitense, nel suo primo discorso, qui in italiano] non ha delineato una strategia, ma piuttosto una accozzaglia di pii desideri che può essere solo interpretata come una chiamata al cambio di regime in Iran.
Suzanne Maloney @MaloneySuzanne
Il discorso lascia trapelare la convinzione dell’amministrazione Trump di poter ottenere il massimo delle concessioni unilaterali, ignorando le obiezioni dei nostri alleati e partner; gli stessi strumenti utilizzati con un grande sostegno internazionale durante gli ultimi anni della crisi nucleare.
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Questa è una ricetta per il disastro. Le sanzioni sono uno strumento potente, anche quando applicate unilateralmente, ma l’intera storia della linea politica statunitense nei confronti dell’Iran fin dal 1979 sottolinea che la cooperazione multilaterale è essenziale per contrastare le più pericolose politiche iraniane.
Suzanne Maloney @MaloneySuzanne
Le ultime parole di Pompeo, in risposta ad una domanda, sottolineano quanto esplicita sia la strategia statunitense per un cambio di regime. Da notare che nessun altro presidente statunitense ha cercato *apertamente* di effettuare un cambio di regime in Iran. Questa è la prima volta.
Suzanne Maloney @MaloneySuzanne
Ciò non si configura più come un mantenere le promesse elettorali di Trump, e neanche come una soddisfazione del suo proprio ego mediante un “più grande e migliore accordo”. È un approccio infantile alla politica estera che si propone di risolvere sfide intrattabili mediante l’applicazione di pressione massimalista.
Suzanne Maloney @MaloneySuzanne
La politica interna iraniana si è spostata in un modo genuinamente precario: crepe all’interno della dirigenza, profonda alienazione almeno in alcuni settori della popolazione, attesa riguardo la successione che ha iniziato a porsi domande su cosa (non chi) verrà dopo.
Suzanne Maloney @MaloneySuzanne
La transizione pacifica è stata sempre ben lontana dalla speranza a breve termine. Ma le metastasi “al rallentatore” del regime combinate con le opportunità di imprese politiche riguardo la successione, sembrano aprire alcune nuove possibilità.
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Ma gli incitamenti di Pompeo mineranno ogni transizione pacifica, forse distruggendola del tutto, spingeranno il regime a raddoppiare la repressione, dissuaderanno gli iraniani dal mobilitarsi, e susciteranno un contraccolpo nazionalistico che rafforzerà il sistema attuale. Che farsa.
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Pompeo crede davvero che il precedente della Corea del Nord sia applicabile qui? La diplomazia statunitense verso la Corea del Nord cerca uno stretto coordinamento con le nazioni investite dal problema e, come sembra, prevede compromessi significativi. Invece nei riguardi dell’Iran si delinea zero multilaterismo e obiettivi massimalisti.
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Serie di tweet di Suzanne Maloney apparsa su Twitter il 21 maggio 2018
Traduzione in italiano di Fabio_San per SakerItalia
[le note in questo formato sono del traduttore]
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