Sono già venute alla luce le prime conseguenze prevedibili in seguito al referendum per l’indipendenza del Kurdistan.
1. Da venerdì scorso la Turchia ha sospeso tutti i voli da e per il Kurdistan iracheno su richiesta di Baghdad. Anche l’Iraq a sua volta chiuderà lo spazio aereo del Kurdistan, perché Erbil ha rifiutato di lasciare il controllo dell’aeroporto e delle frontiere del Kurdistan nelle mani delle forze di sicurezza irachene. Sono stati sospesi anche i voli provenienti dagli Emirati Arabi e dalla Giordania per il Kurdistan. In precedenza, il Libano e l’Egitto avevano preso le stesse misure.
2. Il Parlamento iracheno ha dato il via libera all’impiego delle forze armate irachene nella provincia di Kirkuk, al fine di conservare l’integrità territoriale dell’Iraq e per la protezione della popolazione locale. Il Primo Ministro iracheno ha promesso di riportare l’ordine costituzionale in tutte le aree dell’Iraq che i Peshmerga hanno trattenuto illegalmente. Il Governatore di Kirkuk, sostenuto dal regime di Barzani, ha dichiarato che la provincia non è sottoposta alle autorità centrali dell’Iraq e che non permetterà alle forze di sicurezza irachene di entrare a Kirkuk. Il Parlamento iracheno ha risposto affermando che il governatore di Kirkuk verrà sospeso dall’incarico. I Peshmerga continuano a rafforzare la loro presenza militare nella zona di Kirkuk.
3. I nazionalisti turchi hanno dichiarato che sono pronti ad inviare a Kirkuk migliaia di volontari armati, per proteggere i turcomanni di Kirkuk dai curdi. L’esercito turco continua le sue manovre al confine con il Kurdistan iracheno. Erdoğan giustifica tutto con il pretesto di difendere i turcomanni fuori dai confini turchi. I media turchi stanno già diffondendo la campagna “il macellaio Barzani discrimina i nostri fratelli e noi dobbiamo “mostrare la forza del lupo” (riferimento ai “lupi grigi”)”.
4. Le formazioni sciite pro-iraniane, tra cui le Al-Hashd Al-Sha’abi , hanno inoltre dichiarato che, se sarà necessario, aiuteranno ad allontanare i curdi da Kirkuk con un’energica offensiva per proteggere l’integrità irachena.
Nel complesso, la situazione continua ad aggravarsi e cresce il rischio di uno scontro militare a Kirkuk, ancora prima della vittoria sul califfato.
La crisi che si è creata intorno a Kirkuk potrebbe diventare un preludio a una vera e propria guerra civile.
La posizione della Federazione Russa è abbastanza prevedibile. La Russia sostiene l’integrità territoriale dell’Iraq e incoraggia a risolvere le controversie attraverso negoziati.
Articolo redazionale comparso su Colonel Cassad pubblicato il 27 settembre 2017.
Traduzione in italiano a cura di Ilaria Cubalchini per SakerItalia.it
Buonasera, innanzittutto complimenti per la Rivista che spazia su moltissimi argomenti tutti comunque affrontati in maniera seria, oggettiva e competente.Sinceramente pero’ non capisco questa presa di posizione contro un Kurdistan autonomo,democratico e libero. Forse non conosco bene l argomento e lo vedo da un punto di vista troppo idealistico… per questo mi farebbe piacere una risposta dal Saker e se non ci fosse stato gia’ proporrei un articolo pro e contro sul tema.Buon lavoro !!Gabriele