Mentre gli USA si sforzano di rispondere alle avanzate dell’esercito siriano, circolano rapporti sul dispiegamento in Siria da parte della Russia di missili antiaerei avanzati S-300VM Antey-2500.

Poco prima dell’annuncio americano della decisione di sospendere i colloqui con la Russia riguardanti l’accordo sulla “cessazione delle ostilità” raggiunto dal Segretario di Stato americano John Kerry e dal Ministro degli Esteri russo Lavrov il 9 Settembre 2016, è stato pubblicato dalla Reuters un articolo [in Inglese] molto dettagliato che esponeva le opzioni americane.

Questo articolo è stato scritto chiaramente sulla base delle informazioni fornite da funzionari di alto rango del governo statunitense, e conferma che, alla luce del collasso dell’accordo Kerry-Lavrov e delle avanzate dell’esercito siriano ad Aleppo, negli USA sono in corso discussioni “a livello di Stato Maggiore”, anche se a partire dalla data di pubblicazione dell’articolo della Reuters (29 settembre 2016) Obama non ha dato suggerimenti su cosa fare.

Ecco una lista delle opzioni che sembra siano state prese in considerazione:

(1) “aiutare i contrattacchi ribelli in altre zone con armamento aggiuntivo o perfino con attacchi aerei, che “potrebbero non far cambiare il corso della battaglia, ma costringeranno i Russi a fermarsi a riflettere””;

(2) “un attacco aereo su una base dell’aeronautica siriana lontana dal combattimento tra le truppe di Assad e le forze ribelli nel nord” (la base dell’aeronautica siriana in questione potrebbe essere quella a Deir Ezzor);

(3) “inviare più forze speciali americane per addestrare e consigliare i gruppi ribelli siriani e curdi”;

(4) “dispiegare ulteriori navi e aerei statunitensi e alleati nel Mediterraneo orientale, dove si sta già dirigendo una portaerei francese”.

Apparentemente l’idea di fornire più missili terra-aria portatili ai jihadisti è stata cestinata perché “l’amministrazione Obama teme che possano cadere nelle mani dei militanti dello Stato Islamico o di gruppi collegati ad Al-Qaida”.

Per quanto riguarda l’idea di una zona interdetta al volo (“un ponte aereo umanitario verso le aree tenute dai ribelli (NdA: ci si riferisce quasi sicuramente ad Aleppo), che richiederebbe missioni di scorta degli aerei americani”) è stata apparentemente considerata “troppo rischiosa”, ed è stata “spostata in fondo alla lista”.

Questa lista di opzioni mostra quanto gli USA siano in realtà rimasti assolutamente privi di opzioni.

Le opzioni (1) e (2) non possono influenzare il corso degli scontri ad Aleppo, e a quanto pare i funzionari statunitensi lo ammettono. Basandoci sull’esperienza passata, è improbabile che l’opzione (1) faccia “fermare a riflettere” i Russi: è più probabile che li renda più determinati e più arrabbiati.

L’opzione (3) è più o meno la stessa cosa, gli Americani lo hanno fatto per anni e non hanno raggiunto alcun risultato.

L’opzione (4) è essenzialmente simbolica, a meno che non sia destinata ad aprire la strada alla dichiarazione di una zona interdetta al volo, che comunque sembra che gli ufficiali statunitensi abbiano escluso.

Se bisogna credere ai rapporti i Russi starebbero intraprendendo ulteriori passi per proteggersi dalla possibilità che gli USA dichiarino una zona interdetta al volo. Fox News riporta [in Inglese] che gli ufficiali americani hanno detto che i Russi hanno rinforzato il sistema missilistico antiaereo S-400 già dispiegato in Siria con alcuni sistemi antiaerei avanzati S-300VM Antey-2500.

Anche se i Russi non hanno confermato questo rapporto, se fosse vero renderebbe qualsiasi tentativo americano di imporre una zona interdetta al volo ancora più rischioso. Un segnale che il rapporto è probabilmente vero è il fatto che il Cremlino non riesce a smentirlo [in Inglese].

I Russi hanno anche acutamente ricordato agli USA che loro conoscono la posizione di tutto il personale militare statunitense in Siria, inclusi coloro che presumibilmente si trovano nei vari quartier generali (o “sale operative”) dei jihadisti presenti nel paese.

Questa sembra francamente una minaccia di rappresaglia contro il personale militare americano nel caso i militari russi in Siria venissero attaccati dagli USA.

Ci sono rapporti non confermati che indicano che i Russi abbiano fatto esattamente questo attaccando una “sala operativa” jihadista diretta in parte da militari statunitensi, in seguito all’attacco americano contro i militari siriani nei pressi di Deir Ezzor. Se questi rapporti sono veri allora la minaccia implicita fatta dai Russi di organizzare rappresaglie contro le truppe statunitensi in caso di attacchi alle loro forze armate va presa sul serio.

In un modo o nell’altro, non è difficile capire perché gli USA potrebbero concludere che imporre una zona interdetta al volo è “troppo rischioso”, e perché questa opzione sia stata “spostata in fondo alla lista”.

Forse per il fatto che gli USA non dispongono di vere opzioni che possano minacciare una guerra nucleare con la Russia, durante il weekend Kerry ha parlato due volte al telefono con Lavrov, presumibilmente nel tentativo di fare in modo che i Russi facciano ritirare i Siriani da Aleppo, così da non far scoprire il bluff degli USA. Tuttavia, è chiaro che ha trovato Lavrov irremovibile.

Lavrov invece ha rilasciato una serie di dichiarazioni, accusando gli USA di essersi schierati col Fronte al-Nusra (ovvero Al-Qaida), chiedendo se il Presidente Obama sia sotto il controllo dei militari americani o meno, e mettendo in dubbio la buona fede di Kerry.

Girando ulteriormente il coltello nella piaga, Valentina Matvienko, Portavoce del Consiglio Federale della Russia (la Camera Alta del Parlamento russo) e membro del più importante corpo esecutivo della Russia, il Consiglio di Sicurezza, ha descritto in modo sprezzante [in Inglese] la decisione statunitense di sospendere il lavoro con la Russia per attuare l’accordo Kerry-Lavrov come

“… l’agonia dell’amministrazione ingloriosamente uscente, che ha completamente fallito la sua politica estera in Medio Oriente”.

Qui vorrei dire che personalmente sono piuttosto sconcertato da alcuni allarmi espressi riguardo alla decisione americana di tirarsi fuori da ulteriori colloqui sull’attuazione dell’accordo Kerry-Lavrov [in Inglese], ma visto che l’accordo è completamente collassato, per una volta concordo con gli USA sul fatto che sia poco utile continuare a dialogare sulla sua attuazione.

Gli USA non stanno dicendo di aver sospeso tutti i contatti diplomatici con la Russia riguardo la Siria, come sembra che pensino alcuni commentatori: al contrario i contatti diplomatici e militari sulla Siria tra USA e Russia stanno continuando come prima.

Come ho detto in precedenza, data la natura fanatica di alcuni dei rappresentanti di Washington, è impossibile essere sicuri del fatto che non avvenga un’escalation pericolosa. Coloro che difendono l’imposizione di una zona interdetta al volo e gli attacchi alle forze armate siriane e, per estensione, a quelle russe in Siria (per esempio i Senatori McCain e Lindsay Graham e il Generale David Petraeus) sono certamente ancora lì.

Comunque, i rischi sembrano così sproporzionati rispetto agli eventuali vantaggi che è difficile credere che accadano cose del genere, e il rapporto della Reuters sembra confermare che queste idee pericolose vengano continuamente scartate.

La verità è che, secondo qualsiasi valutazione assennata, sono i Russi in Siria ad avere tutte le carte in mano. Perfino un commentatore come Mark Mardell della BBC, che non è certo un amico o un ammiratore di Putin o della Russia, lo ha riconosciuto [in Inglese]:

“Nessuno di quelli con cui ho parlato mi sa spiegare perché la Russia non se ne va dalla Siria e, per estensione, come il Presidente Assad possa essere rimosso dal potere, a meno che il Presidente Putin non lo voglia.

Questo potrebbe non essere uno stato di cose desiderabile ma, a meno che non mi stia sfuggendo qualcosa di profondo, questo è lo stato del mondo in cui viviamo”.

Mentre per gli jihadisti ad Aleppo il tempo sta finendo, questa è la realtà che l’articolo della Reuters sulla scarsità di opzioni americane percorribili in Siria rende sempre più evidente.

POST SCRIPTUM: Da quando l’articolo sopra riportato è stato pubblicato per la prima volta, il Ministero della Difesa russo ha confermato [in Inglese] il dispiegamento in Siria dei missili terra-aria S-300VM Antey-2500.

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Articolo di Alexander Mercouris pubblicato su The Duran il 4 ottobre 2016.

Traduzione in Italiano a cura di Raffaele Ucci per SakerItalia.

[Le note in questo formato sono del traduttore] 

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