Difendereste la vostra nazione da un’invasione straniera?

kerryputin

Questo è proprio quello Putin sta facendo in Siria. Sta solo cercando di prevenire quell’onda di marea jihadista che gli si riverserà addosso quando questo casino sarà terminato. Ha capito che è meglio sterminare in Siria questi maniaci a libro paga americano, piuttosto che trovarseli poi di fronte in Cecenia, San Pietroburgo e Mosca. Potete forse dargli torto? Dopotutto, se la strategia di Washington in Siria dovesse funzionare, potete scommettere che proveranno a rifarlo a Beirut, Teheran e Mosca.

E allora, quali sono le opzioni di Putin?

Nessuna. Non ha scelta. E’ con le spalle al muro. Deve combattere. Nessuno a Washington sembra capirlo. Pensano che Putin possa gettare la spugna e dire “basta” appena il gioco si fa un po’ più duro. Ma non può gettare la spugna perchè quello che la Russia ha di fronte è una crisi esistenziale. Se perde, la Russia è sulla buona strada per finire nello stesso mucchio di spazzatura insieme a Afganistan, Iraq e Libia. Ci potete scommettere. Perciò l’unica cosa che può fare è vincere. Punto. La vittoria non è una possibilità, è una necessità.

Pensate forse che Putin e i suoi consiglieri abbiano tenuto la testa nella sabbia negli ultimi 15 anni, che non abbiano notato gli Stati Uniti imperversare per tutto il globo, saltando da una nazione all’altra, lasciandosi dietro nient’altro che anarchia e rovine? Pensate che non sappiano che la Russia è in cima alla lista delle prossime vittime di Washington? Pensate che non abbiano notato come la NATO si sia avvicinata strisciando sempre più ai confini della Russia, mentre i politicanti di Washington, con la bava alla bocca, agitavano i pugni e ringhiavano contro l’Hitleriano Putin e la malvagia Russia?

Certo che lo hanno notato. Lo hanno notato tutti. Tutti hanno capito che Washington è sul sentiero di guerra e che i suoi leaders sono andati completamente fuori di testa. Come non avrebbero potuto fare a meno di capirlo?

Tutto quello che però bisogna fare è concentrarsi sul problema attuale e il problema del momento è continuare a picchiare duro sui terroristi, farla finita con questo malsano giochino jiahdista di Washington, e tornare a casa. Questo è il piano russo in due parole. Nessuno sta cercando di rimettere insieme l’ormai lontano e remoto Impero Sovietico. Queste sono solo stupidaggini. La Russia vuole solo ripulire questo nido di vipere e chiudere la giornata.Tutto qui.

E se le cose si complicano e la Siria diventa un problema da cui è difficile uscire?

Ciò non cambierebbe nulla, perchè la Russia deve comunque vincere. Se questo significa mandare truppe di terra in Siria, allora è esattamente quello che farà Putin. Se ciò vuol dire guerra asimmetrica, come armare i Kurdi o gli Yemeniti o i Talebani o i più disparati gruppi di Sciiti anti-governativi in Arabia Saudita, allora farà anche questo. Costi quel che costi. Questo non è un gioco, è una lotta per la sopravvivenza, la sopravvivenza della Russia come nazione sovrana. Questa è la posta in gioco. Non è qualcosa che Putin possa prendere alla leggera.

Tenete presente che la situazione russa è completamente diversa da quella americana. Gli Stati Uniti sono impegnati in un vasto e frenetico programma per rimuovere tutti i regimi secolari ostili a Washington, controllare le risorse strategiche, dal Nord Africa fino all’Asia Centrale passando per il Medio Oriente, impiantare basi militari dovunque sia necessario, mantenere il Dollaro americano come valuta di riserva mondiale e ridisegnare la mappa del Medio Oriente nel modo che più si adatti agli interessi commerciali e strategici della sua componente di base: le corporations multinazionali e i grossi fabbricanti di armi.

La Russia non ha nessun grandioso piano simile a questo. Tutto quello che Putin vuole fare è vendere petrolio, guadagnare, aumentare lo standard di vita in Russia e prendere la vita così come viene. Aveva ipotizzato che, giocando secondo le regole, le regole di Washington, entrando a far parte della WTO (World Trade Organization – Organizzazione Mondiale del Commercio NdT), tutto sarebbe andato bene. Ma non è così che gira il mondo. Le regole del WTO, proprio come quelle del FMI vengono rispettate solo e fino a quando soddisfano gli obbiettivi strategici di Washington. E quando non lo fanno, beh, allora si buttano via come una patata bollente, proprio come è successo quando gli Stati Uniti hanno adottato le sanzioni economiche nei confronti della Russia o come quando il FMI ha permesso all’Ucraina di non risarcire Mosca per un prestito di 3 miliardi di dollari. Il punto è che il mercato è libero solo quando lo dice Washington, altrimenti tutti i giochi sono chiusi.

La stessa regola si applica al terrorismo. Per esempio, sabato scorso un gruppo di terroristi ha fatto esplodere un’autobomba vicino ad un ospedale nella città siriana di Homs. Sono rimaste uccise 22 persone e 70 ferite. Così, il governo siriano ha chiesto al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite di condannare l’attacco. Naturalmente il Consiglio di Sicurezza ha detto “Si”, giusto?

Sbagliato. Infatti, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha rifiutato di rilasciare una qualsiasi dichiarazione sull’attacco perchè un atto del genere sarebbe sembrato un gesto di approvazione verso quel governo siriano che gli Stati Uniti vogliono far cadere. In poche parole: far saltare in aria i civili con le auto bomba è buono e giusto finchè serve agli Stati Uniti.

Tra l’altro, il Consiglio di Sicurezza è attualmente presieduto dagli Stati Uniti, che si sono assicurati che la proposta non venisse neanche messa ai voti.

Vi sembra questa una nazione che si dedica seriamente a combattere il terrorismo o piuttosto una nazione governata da ipocriti?

La ragione per cui faccio questa domanda è perchè martedì prossimo è previsto un incontro di emergenza a Mosca fra il Segretario di Stato John Kerry e la sua controparte russa, Sergey Lavrov, per discutere problematiche troppo delicate per essere rese pubbliche. Ci sono un sacco di ipotesi su quello che andranno a discutere i due personaggi, ma l’urgenza e la segretezza dell’incontro suggeriscono che l’oggetto principale della discussione sarà uno di quelli molto importanti. Lasciatemi allora ipotizzare quale potrebbe essere questo argomento.

Quando Kerry arriverà a Mosca domani, sarà subito accompagnato nella sala riunioni del Kremlino, dove verrà raggiunto da Lavrov, Putin, il Ministro della Difesa Sergey Shoygu e alti ufficiali dell’intelligence militare. Poi, dopo l’introduzione iniziale, a Kerry verranno mostrate le prove raccolte dai servizi di informazione russi sull’attacco di domenica scorsa ad una base militare siriana ad est di Raqqa, dove sono rimasti uccisi tre soldati siriani e feriti altri tredici. Il governo siriano aveva immediatamente condannato l’attacco, indicando negli aerei degli Stati Uniti i responsabili dell’operazione. Più tardi, nella stessa giornata, Putin aveva rilasciato una dichiarazione insolitamente dura e minacciosa, che faceva chiaramente intendere come egli ritenesse l’attacco una grave violazione delle regole d’ingaggio concordate e, forse, anche una dichiarazione di guerra. Ecco quello che ha detto:

“Ogni bersaglio che minacci il contingente russo o le infrastrutture terrestri verrà immediatamente distrutto”. Seguito subito dopo da una ugualmente minacciosa dichiarazione di Putin al Comitato del Ministero della Difesa Russo:

“Bisogna prestare particolare attenzione al rafforzamento del potenziale bellico delle forze nucleari strategiche e allo sviluppo dei programmi di difesa spaziale. E’ necessario, come ribadito nei nostri piani, equipaggiare con nuove armi tutti i componenti della triade nucleare”.

Come mai un incidente nel villaggio di Ayyash, nella lontana Provincia di Deir Ezzor è così importante da spingere due potenze nucleari sull’orlo della guerra?

Vi dico io perché: sono stati i due incidenti precedenti al bombardamento di Ayyash che hanno preparato il terreno allo scontro odierno. C’è stato l’attentato dell’ISIS all’aereo di linea russo che ha ucciso 224 civili russi. Due settimane dopo quella tragedia, all’incontro del G-20, Putin ha annunciato di avere le prove di come 40 nazioni, comprese alcune rappresentate allo stesso G-20, fossero coinvolte nel finanziamento e nel sostegno all’ISIS. Questa storia è stata completamente oscurata dalla stampa occidentale e, fino ad ora, la Russia non ha rivelato i nomi delle nazioni coinvolte.

E allora ti chiedo, caro lettore, pensi che gli Stati Uniti siano sulla lista dei sostenitori dell’ISIS?

Poi c’è stato l’abbattimento del Su-24 russo, un bombardiere colpito da un F-16 turco mentre portava a termine una missione di attacco ai terroristi in Siria. Molti analisti non credono che questo Su-24 possa essere stato distrutto senza la sorveglianza e il supporto logistico dagli AWACS e dei satelliti americani. Molti altri non prendono neanche in considerazione l’idea che la Turchia si sia imbarcata in un piano così rischioso senza il via libera di Washington. In tutti i modi, l’opinione che Washington sia direttamente coinvolta nell’abbattimento dell’aereo russo è ampiamente diffusa.

E allora ti chiedo, caro lettore, pensi che Washington abbia dato luce verde alla Turchia?

Infine abbiamo l’attacco aereo alla base siriana di Deir Ezzor, un attacco condotto da aerei americani o della coalizione americana. Non solo questo attacco costituisce un’aggressione diretta alla coalizione russa (un atto di guerra), ma il bombardamento è stato anche condotto in sincronia con una “offensiva vera e propria dell’ISIS contro i villaggi di Ayyash e Bgelia”. Il coordinamento suggerisce che gli Stati Uniti o i loro alleati stessero fornendo supporto aereo ai terroristi dell’ISIS per consentire loro di portare a termine le operazioni sul terreno. L’articolista Alexander Mercouris, che certamente non è uno svitato complottista, sviluppa questo concetto in un recente articolo su Russia Insider, doveaggiunge più dettagli sull’incidente. L’articolo inizia così:

“I membri della coalizione americana, hanno effettuato un attacco aereo per aiutare l’ISIS? La Russia pensa lo abbiano fatto. La dichiarazione russa sull’attacco aereo alla base militare siriana di Deir Ezzor sembra faccia riferimento ad aerei di due stati membri della coalizione americana….Questa informazione, se fosse vera, aprirebbe un sacco di interrogativi.
In primo luogo, sembra che presso la base siriana oggetto dell’attacco fossero in corso aspri combattimenti fra l’esercito siriano e lo Stato Islamico. Pare che subito dopo l’attacco aereo, e molto probabilmente in seguito ad esso, i combattenti dello Stato Islamico siano riusciti a conquistarla.
Inevitabilmente questo fatto fa sorgere la domanda sei velivoli che hanno effettuato l’attacco non stessero in realtà fornendo supporto aereo ai combattenti dello Stato Islamico.
Alla luce dei fatti, sembra che stessero facendo proprio questo. Dopo tutto, se quanto è successo fosse stato semplicemente un errore, ci si sarebbe potuto aspettare che gli Stati Uniti ed i loro alleati lo avessero riconosciuto. Se così fosse, si tratterebbe di uno sviluppo estremamente serio e preoccupante, e farebbe capire come alcuni membri della coalizione americana anti-ISIS, siano in realtà alleati dello Stato Islamico. (http://russia-insider.com/en/military/did-members-us-led-coalition-carry-out-air-strike-help-isis-russia-implies-they-did/ri11749)

Eccolo, nero su bianco. I Russi pensano che qualcuno nella coalizione americana giochi in realtà nel campo dell’ISIS. Questo dovrebbe costituire un interessante argomento di conversazione durante la sfilata di oggi di Kerry al Cremlino.

Ha forse qualche sospetto Kerry sul fatto che probabilmente Putin e i suoi luogotenenti gli mostreranno le prove del coinvolgimento di aerei della coalizione nel bombardamento della base militare siriana? Come pensate reagirà a queste informazioni? Presenterà delle scuse o se ne rimarrà lì ammutolito? O come reagirà quando Putin gli dirà che se un simile incidente dovesse nuovamente ripetersi in futuro, gli aerei e la contraerea russa abbatteranno i colpevoli?

Se non mi sbaglio, Kerry avrà una grossa sorpresa martedì. Sta per imparare che Putin prende la guerra molto seriamente e non permetterà che Washington gli sottragga la vittoria. Se Kerry è furbo, trasmetterà il messaggio ad Obama e gli dirà che deve smorzare i toni del confronto se vuole evitare una guerra con la Russia.

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Articolo di Mike Whitney pubblicato su Counter Punch il 15 dicembre 2015
Tradotto in Italiano da Mario per Sakeritalia.it

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