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Oggi l’Esercito arabo siriano ha liberato la città di Deir Ezzor dall’ISIS. L’ultima resistenza si è conclusa durante la notte. I restanti combattenti dell’ISIS hanno cercato di fuggire verso nord oltre l’Eufrate, verso la zona in mano alle forze per procura americane, ma la maggior parte di essi non c’è riuscita. Ci vorrà ancora qualche giorno per rimuovere gli ordigni improvvisati rimasti in città e per mettere in sicurezza le munizioni e le armi abbandonate dall’ISIS.

Per cinque anni un contingente di circa 5-7.000 soldati e poliziotti siriani ha resistito in una parte della città di Deir Ezzor combattendo prima contro il Fronte al-Nusra e poi contro l’ISIS, riuscendo ad assicurare la sopravvivenza a circa 100.000 abitanti civili. Molti soldati e civili sono morti, ma nonostante gli intensi tentativi e il supporto aereo statunitense [in inglese], l’ISIS non è riuscito a sconfiggere le forze governative siriane. Solo due mesi fa è partito un serio tentativo dell’SAA di soccorrere la città dall’esterno, ed è andato notevolmente bene. La difesa di Deir Ezzor e la sua liberazione meritano un romanzo epico.

Con Deir Ezzor liberata le linee di approvvigionamento dell’esercito siriano sono state rese sicure e la spinta lungo l’Eufrate verso l’ultima area urbana in mano all’ISIS può procedere.

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Le città gemelle di Abu Kamal (al-Bukamal) in Siria e al-Qaim in Iraq sono l’ultimo rifugio urbano dell’ISIS. Le città si trovano sul versante sud dell’Eufrate, con l’importante valico di confine a separarle. Arrivando da est le truppe del governo iracheno hanno oggi riconquistato il valico di confine di al-Qaim. Adesso controllano il confine e stanno entrando nella città vera e propria. Le forze governative siriane si avvicinano ad Abu Kamal da nordovest e da sudest. Queste forze devono ancora attraversare circa 30 chilometri di area desertica. L’ISIS ha preparato forti linee di difesa e i progressi dell’SAA sono più lenti di quanto si sperasse. Negli ultimi tre giorni l’aeronautica russa ha lanciato una forte campagna di bombardamento contro quelle linee dell’ISIS. La libanese Hezbollah ha fatto arrivare diverse migliaia di combattenti in Siria per aiutare la campagna. Le forze irachene e siriane sono strettamente coordinate e si muoveranno insieme per conquistare Abu Kamal nei prossimi due o tre giorni.

Le forze per procura americane a nord dell’Eufrate hanno annunciato di aver conquistato diversi campi petroliferi a nord del fiume, e che anche loro erano in marcia verso Abu Kamal. Ma ci sono stai pochi combattimenti, se non nessuno. Invece gli Stati Uniti stanno corrompendo le tribù locali della zona con denaro saudita [in inglese]. Queste tribù in precedenza avevano giurato fedeltà all’ISIS e facevano parte delle sue forze. Quando queste tribù cambiano schieramento [in inglese], gli USA affermano di essere in controllo del territorio in loro possesso. Il governo siriano e i suoi alleati temono che gli USA stiano tentando un azzardo simile con l’intera città di al-Bukamal. Potrebbero poi dichiarare di avere il controllo sul valico di frontiera con l’Iraq e tagliare quell’importante linea di comunicazione. È partita la corsa per impedirlo.

Due giornalisti affidabili, Ibrahim Al Amin del quotidiano Al Akhbar ed Elijah M. Magnier di Al Rai, riferiscono (auto-tradotto) [primo link in arabo, secondo e terzo in inglese] che un funzionario di alto livello della CIA ha recentemente visitato Damasco per chiedere informazioni sugli agenti dell’intelligence americani dispersi. Il funzionario ha affermato che gli USA non hanno in progetto basi permanenti in Siria e sono lì solo per sconfiggere l’ISIS. Il funzionario non ha detto quanti anni ci sarebbero voluti per “sconfiggere l’ISIS”.

Damasco è estremamente sospettosa di qualsiasi progetto statunitense in Siria, e non abbassa la guardia. L’alto funzionario dell’intelligence americana non è stato ricevuto dai più alti funzionari del governo siriano. Damasco chiede uno scambio diplomatico aperto con Washington.

Il governo iracheno ha ristabilito il suo dominio sul paese. Insiste [in inglese] sulla sua sovranità nazionale e sul controllo centrale del paese. La regione curda nel nord dovrà obbedire al controllo centrale di Baghdad sui confini e sulle relazioni estere. Se non si sottometterà, i curdi iracheni si ritroveranno in una guerra con l’esercito iracheno che perderanno sicuramente. Baghdad non accetterà un controllo iraniano o statunitense.

Il governo siriano è altrettanto determinato a riconquistare il controllo su tutto il paese. Non ci saranno zone turche, curde, giordane o israeliane, ma un’unica Siria, e la guerra continuerà fino a quando non verrà raggiunto quell’obiettivo. I suggerimenti russi di una federalizzazione del paese sono stati respinti, ma Mosca a quanto pare ha accettato questa posizione.

La situazione in altre parti della Siria è cambiata poco nelle ultime settimane: le forze turche di Idlib si sono messe in posizione difensiva intorno alla zona curda di Afrin. Le forze governative siriane stanno preparando, ma non hanno ancora lanciato, una più ampia campagna contro Idlib per far sloggiare le forze di Al-Qaida che attualmente controllano il governatorato. Alle forze curde nel nordest è stato detto di tornare pacificamente nelle loro aree originarie, e se non lo faranno, sperando inutilmente nel sostegno continuato degli Stati Uniti, saranno attaccate e sconfitte dallo stato siriano e dai suoi alleati.

Il 2017 ha visto la fine dell’ISIS in Siria e in Iraq, il 2018 vedrà la fine di Al-Qaida in Siria, e si spera che il 2019 sia l’anno in cui l’espansione curda e tutti i progetti stranieri sulla Siria verranno sconfitti.

P.S.:

Un piccolo aneddoto che riflette la fine del programma propagandistico sui “ribelli moderati”. Un regista dell’opposizione siriana addestrato dagli Stati Uniti ha finto di recente [in inglese] il suo tentativo di assassinio. Voleva dare la colpa al regime siriano e ottenere più soldi per future produzioni propagandistiche fasulle. Il Guardian e altre fonti di #fakenews ci sono cascati: Produttore cinematografico siriano che ha filmato le torture in carcere sopravvive a “tentativo di assassinio” [in inglese]. È stata tutta una messinscena, come la maggior parte delle cose prodotte sui “ribelli”. Sembra che tale lavoro, che per anni è stato spacciato come “verità” inattaccabile al pubblico occidentale, abbia finalmente trovato una fine adatta.

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Articolo di Moon of Alabama pubblicato il 3 novembre 2017.

Traduzione in italiano a cura di Raffaele Ucci per SakerItalia.

[le note in questo formato sono del traduttore]

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