25 marzo 2017 (Tony Cartalucci – NEO) – La RAND Corporation nel recente articolo dal titolo, “Al Qaeda in Siria può cambiare il suo nome, ma non la sua natura,” ammette ciò che era già stato sospettato nei confronti di gruppi definiti terroristici in Siria – che stanno attraversando una transizione nel tentativo dei loro sponsor statali di rafforzare la loro legittimità e risparmiarli dall’annientamento tra le maree che cambiano sul campo di battaglia.
Il pezzo, scritto da Colin Clarke descritto dalla RAND Corporation come “politologo presso la RAND Corporation e associato presso il Centro Internazionale per la lotta al terrorismo”, afferma:
A seguito di recenti lotte con altri gruppi ribelli Siriani nella parte nord-occidentale del paese, al Qaeda in Siria sembra essersi reso conto che è necessario farsi riconoscere come una forza legittima e che deve presentarsi alla popolazione civile cercando di influenzarla come un’entità autenticamente Siriana.
Tuttavia, questo non è semplicemente l’obiettivo di Al Qaeda – questo è l’obiettivo degli Stati Uniti stessi, così come i paesi del Golfo Persico attraverso i quali soldi e armi sono convogliati alimentando il conflitto distruttivo della Siria fin dal 2011.
Clarke continua affermando:
Lo scenario più probabile è che il cambiamento di nomenclatura sia semplicemente un tentativo di guadagnare tempo: sopravvivere per combattere un altro giorno. In effetti, cambiare nome non ha fatto nulla per rallentare il ritmo delle operazioni dei gruppi di attacco
E conclude affermando:
Durante i sei anni di conflitto in Siria, la presenza di al Qaeda nel Paese non è mai stata più forte.
Mentre tutti respingono l’ipotesi di al Qaeda come entità politica in Siria, nessuno si ricorda che lo stesso è stato detto 30 anni fa circa Hezbollah – il gruppo sciita che detiene ora seggi in Parlamento del Libano e mantiene una vasta ala militare.
Se i gruppi jihadisti legati ad al Qaeda in Siria riusciranno a cambiare la propria immagine, essi potrebbero avere delle chances come attori politici se e quando i negoziati per porre fine alla guerra civile in Siria prenderanno corpo.
Clarke osserva che la presenza dei gruppi militanti che combattono in Siria, associati ad Al Qaeda, ha notevolmente complicato gli sforzi dagli Stati Uniti e dei loro collaboratori per finanziare, armare, e sostenere un cambio di regime contro Damasco.
Le strategia di giocare ad un gioco delle tre carte lungo e complicato è indispensabile per confondere il pubblico dell’Occidente e dei suoi partner regionali sul ruolo delle forze sul campo militare della Siria e per poter nascondere supporto e finanziamenti a questi gruppi. Mentre il rovesciamento del governo Siriano sembra quasi impossibile al momento, gli Stati Uniti, la Turchia, ed i vari stati del Golfo Persico sembrano ordire manovre per togliere territorio alla Siria e metterlo sotto il controllo di questi gruppi terroristici “rimarchiati”.
Come è stato osservato in precedenza, nell’insieme dei media occidentali, c’è uno sforzo orchestrato per fornire copertura per la conservazione dei gruppi di “guerra per procura” che combattono in Siria quando il conflitto giungerà alla fine. Spiegare come questi gruppi alla fine delle guerre si ritrovino protetti in paradisi sicuri all’estero o si riabilitano in legittimi fronti politici è solo l’ultima in una lunga fila di attività. I politici occidentali hanno sempre finto di combattere le organizzazioni terroristiche mentre contemporaneamente fungevano da loro sponsor esclusivi.
In realtà, per quanto “ragionevoli” i ripetuti discorsi dell’Occidente possano sembrare, la prospettiva di un “legittimo” fronte politico composto dai terroristi di Al Qaeda sarebbe possibile solo se gli Stati Uniti ed i suoi alleati regionali fornissero loro riconoscimento. La possibilità che Siria, Russia, Iran o altri Stati al di fuori della sfera di influenza di Washington riconoscano la legittimità di tale entità è improbabile.
Tuttavia, tenuto conto dell’enorme quantità di risorse fornite a queste organizzazioni terroristiche sin dalla loro nascita negli anni 80 dall’Occidente e dai suoi alleati, la continuazione di questo sostegno sembra inevitabile. Eppure la crisi di credibilità di cui l’Occidente ha sofferto all’espandersi del suo progetto in Siria è destinata ad aumentare qualora Al Qaeda venisse legittimato dall’Occidente e dai suoi alleati.
È grottesco che, mentre RAND cita Hezbollah come modello politico di una futura “Al Qaeda Americana”, Hezbollah sia considerato un gruppo terroristico dal Dipartimento di Stato Americano stesso – nonostante l’organizzazione costituisca uno dei fronti primari che fanno la guerra sia contro Al Qaeda che contro il suo spin-off, l’auto-proclamato “Stato islamico”.
Geopolicamente, gli Stati Uniti si sono chiusi in un angolo nel quale tutte le opzioni sono scadenti. Le loro diverse azioni politiche sono estremamente contraddittorie. L’Occidente ha messo in carica i demagoghi islamofobici per dividere e sviare le proprie popolazioni mentre i governi che questi politici rappresentano fingono di creare un fronte politico contro Al Qaeda dopo aver fornito loro anni di assistenza militare, finanziaria e politica sui campi di battaglia che si estendono dalla Libia alla Siria e oltre.
Leggendo gli articoli dei presunti autorevoli responsabili politici e analisti americani sul tentativo di creare un fronte politico guidato da Al Qaeda, si capisce che questo non avrebbe alcuna prospettiva di legittimità e dopo quasi due decenni di una cosiddetta “guerra al terrorismo” è particolarmente surreale. Questo serve a comprendere ciò che il terrorismo è in realtà e come esso faccia parte dell’insieme di mezzi geopolitici utilizzato dagli Stati Uniti nel loro obiettivo di egemonia globale. Nonostante gli Stati Uniti abbiano pagato sotto molti punti di vista un prezzo alto per i propri fallimenti in Siria, forse prezzo il più alto pagato è stato il fatto che finalmente molta gente ha capito il doppio gioco che hanno svolto – fingendosi nemici dei terroristi mentre in realtà finanziavano Al Qaeda.
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Articolo di Tony Cartalucci pubblicato da Land Destroyer il 25 marzo 2017
Traduzione in Italiano a cura di Hajduk per SakerItalia.it
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