Questa settimana funzionari russi hanno dichiarato che la consegna degli S-300 per la Siria è stata completata e che questa prima partita includeva 49 pezzi di “equipaggiamento militare”, inclusi radar, veicoli di controllo e quattro lanciatori. I funzionari russi hanno aggiunto che, se necessario, questa cifra potrebbe essere aumentata a 8-12 lanciatori. Il Ministro della Difesa Shoigu ha aggiunto che “le misure che adotteremo saranno dedicate a garantire il 100% della sicurezza dei nostri uomini in Siria, e ci riusciremo”. Questo lascia molte domande senza risposta.
Innanzitutto, non è ancora chiaro quale versione dell’S-300 sia stata consegnata in Siria. Alcune fonti dicono che potrebbe essere l’S-300PMU-2, altri menzionano l’S-300VM mentre, altre fonti ipotizzano che potrebbe essere l’S-300V4 o la sua versione per l’esportazione Antey-2500. Vi risparmierò i dettagli tecnici (chi è interessato può consultare questa voce di Wikipedia piuttosto dettagliata), ma è necessario notare che fino a quando non sarà nota la versione specifica dell’S-300 sarà molto difficile valutare il potenziale impatto di questo consegna. Gli S-300 originali sono oramai non obsoleti, ma sicuramente non all’avanguardia nelle tecnologie di difesa aerea. (I primi S-300 entrarono in servizio con l’esercito sovietico alla fine degli anni settanta!). Ma la versione più recente degli S-300 è molto vicina alle capacità del sistema S-400 e quindi si colloca tra i sistemi di difesa aerea più capaci mai costruiti. Ad esempio, gli israeliani hanno avuto molti anni per studiare gli S-300 consegnati alla Grecia, ma ciò che viene spesso trascurato è che la versione consegnata a Cipro e che è stata successivamente reimpiegata in Grecia era la (relativamente obsoleto) S-300PMU-1. La probabilità che i russi consegnino questa versione ai siriani è prossima allo zero. Tuttavia, quando penso al ministro della Difesa israeliano (e pazzo certificato) Lieberman che dichiara “sia chiara una cosa: se qualcuno spara ai nostri aerei, li distruggeremo. Non importa se si tratta di un S-300 o di un S-700” probabilmente gli analisti militari israeliani gli hanno detto che l’S-300 non è un’arma formidabile, e non ha capito che si riferivano alla versione precedente e non alla versione che i russi utilizzano al giorno d’oggi.
Quel che è certo è che solo quattro lanciatori non sono molti, ma sono sufficienti per proteggere una parte specifica della Siria. Aumenteranno anche il numero complessivo di missili per la difesa aerea russi/siriani, contribuendo così al raggiungimento dell’obiettivo dichiarato ufficialmente di garantire “la sicurezza al 100%” delle forze russe in Siria. Tuttavia, questo non è certamente sufficiente per creare una zona interdetta al volo completa sull’intero paese, almeno non contro un attacco su larga scala.
Tuttavia, i russi hanno già S-300 (e persino S-400) in Siria, e altri 4 lanciatori forniscono loro una potenza di fuoco aggiuntiva, ma nessuna nuova capacità. Penso che la spiegazione più probabile sia che gli S-300 consegnati ai siriani proteggano alcuni importanti obiettivi strategici siriani (Damasco?) ma, allo stesso tempo, aggiungono potenza di fuoco alla (piuttosto piccola) task force russa in Siria. Per quanto riguarda la dichiarazione secondo cui potrebbero essere consegnati altri 4-8 lanciatori, questo è sia un segnale che i russi vogliono mantenere le loro opzioni aperte creando, allo stesso tempo, una deliberata ambiguità su quanta potenza di fuoco posseggono in ogni dato momento.
Secondo, ripeterò ciò che ho detto in precedenza: gli S-300 non sono ciò di cui i siriani hanno più bisogno. In termini di missili anti-aerei, ciò di cui hanno più bisogno sono un numero maggiore di sistemi di difesa aerea a medio e corto raggio Pantsir-S1/2. Non solo i Pantsir sono l’ideale per proteggersi dagli attacchi con missili da crociera, ma possono anche proteggere gli S-300, che diventeranno un problema critico se gli israeliani decideranno di provare a distruggerli (cosa che hanno minacciato di fare in passato).
Quello che gli S-300 aggiungono principalmente alle capacità siriane non è tanto la capacità di intercettare più missili, quanto la capacità tracciare e ingaggiare gli AWACS e altri velivoli da ricognizione e gestione delle battaglie su distanze molto lunghe. In teoria, un S-300V4 potrebbe rendere impossibile per gli israeliani posizionare un AWACS a qualsiasi distanza utile. L’AWACS dovrebbe rimanere troppo lontano per essere utilizzato, o correre il rischio di essere abbattuto da un missile ad alta velocità e molto manovrabile (i missili S-300V4 hanno possono volare per 400 Km a Mach 7,5 o per 350 Km a Mach 9!). Se gli israeliani concluderanno che i siriani ora hanno gli S-300V4, dovranno ridurre drasticamente le loro operazioni aeree in Siria, e passeranno ai missili balistici tattici (terra-terra) e ai sistemi d’artiglieria a lungo raggio. Altri S-300 miglioreranno anche la copertura radar complessiva e chiuderanno alcune lacune create dalle catene montuose siriane.
In terzo luogo, rimane ugualmente oscuro, forse deliberatamente, quali sistemi per la guerra elettronica la Russia ha schierato (o schiererà) in Siria, e in quali numeri. Tra i possibili candidati figurano il sistema di intelligence e disturbo elettronico Zhitel R-330Zh, il sistema di guerra elettronica Borisoglebsk-2 RB-301B e il sistema di disturbo Krasukha-4. Per quanto riguarda il sistema di comando e controllo automatizzato che potrebbe essere schierato in Siria, la mia ipotesi è che il Polyana D4M1 [tutti e quattro i link in inglese] sarebbe un candidato importante. Qualunque sarà il mix effettivo alla fine, direi che avrà capacità più formidabili rispetto ai lanciatori S-300 aggiuntivi. Certo, si tratta di mele e arance, ma dobbiamo tenere presente che questi sistemi di guerra elettronica sono moltiplicatori di forza estremamente potenti che possono aumentare drasticamente le capacità difensive sia della Russia che della Siria, bloccando i segnali GPS, i datalink, i segnali dei cellulari (usati per l’acquisizione dei bersagli e l’intelligence), e i radar, creando falsi bersagli e persino distruggendo l’elettronica. La guerra elettronica è un campo in cui gli israeliani hanno sempre goduto di un’enorme superiorità sulle loro vittime arabe, e il fatto che ciò sia cambiato è uno sviluppo estremamente doloroso per loro, anche se non lo ammetteranno mai.
Come previsto, gli israeliani si sono dichiarati sia superiori che invulnerabili, e così continueranno la loro politica di aggressione (completamente illegale) contro la Siria. Hanno diverse opzioni: potrebbero decidere di attenersi ad attacchi fondamentalmente simbolici contro obiettivi non protetti, e dichiarare ogni volta che hanno distrutto un enorme deposito di missili di Hezbollah o un impianto di armi chimiche siriane. Ciò sarebbe di grande aiuto per rafforzare le credenziali “patriottiche” di Netanyahu, mantenendo l’azione reale ad un livello puramente simbolico. La seconda opzione sarebbe quella di utilizzare i missili balistici e l’artiglieria a lungo raggio e colpire alcuni obiettivi reali. Infine, gli israeliani potrebbero tentare di lanciare un complesso e ampio attacco aereo sui sistemi di difesa aerea siriana nel tentativo di dimostrare che gli S-300 non sono un grosso problema per loro. L’opzione di usare i missili balistici è probabilmente la più probabile (e se i siriani non manterranno i loro S-300 abbastanza vicini l’uno all’altro (in modo che possano proteggersi a vicenda), gli israeliani potrebbero anche essere in grado di distruggerli). Si tratta di un piano piuttosto rischioso poiché, in caso di successo, si tradurrebbe in un maggior numero di consegne di sistemi di difesa aerea dalla Russia. Questo è qualcosa a cui gli Stati Uniti potrebbero obiettare ostinatamente, dal momento che ogni volta che i russi consegnano materiale militare ai siriani per proteggersi contro gli israeliani, migliorano anche le capacità siriane di difendere il loro paese dagli attacchi USA/NATO/CENTCOM (le consegne di S-300 ai siriani sono un disastro tanto per gli Stati Uniti quanto per Israele, quindi immagino che i comandanti statunitensi siano piuttosto arrabbiati con gli israeliani per aver creato questa situazione).
È importante ricordare che mentre gli S-300 sono certamente formidabili sistemi di difesa aerea, non sono una Wunderwaffe che potrebbe, da sola, impedire agli israeliani di attaccare la Siria. L’ultima consegna di materiale militare dalla Russia segnerà sicuramente un forte aumento delle capacità difensive siriane (e russe), ma se gli israeliani sono determinati a continuare a colpire la Siria, i russi dovranno fornire ancora più sistemi.
A proposito degli israeliani, la loro grande delegazione che si è recata a Mosca, a quanto pare, è riuscita ad irritare ulteriormente i russi. Avevo ipotizzato che potessero presentare qualche tipo di prova a loro favore, ma avevo torto: a quanto pare, non avevano nulla da dire oltre a “L’Iran è cattivo” e “La Siria è responsabile”. Questo è ciò che ha portato i russi a mostrare un registro dei dati radar degli S-400 russi in Siria per dimostrare che ogni parola degli israeliani erano bugie, bugie e ancora bugie.
Lo vedo come un’altra prova della combinazione assolutamente stupefacente di incompetenza grossolana e arroganza mozzafiato degli israeliani. Il modo in cui hanno condotto il loro intero attacco è già una testimonianza della loro rozza mancanza di professionalità, e hanno solo aggiunto la beffa al danno quando si sono presentati a Mosca e hanno guardato i russi dritto negli occhi e mentito su tutto (anche se dovevano sapere che i russi avevano registrato tutto secondo per secondo). Quando Putin ha parlato di una “catena di circostanze tragiche”, ha cercato con molta educazione di dar loro una possibilità di scusarsi e risarcire i russi, ma per l’Herrenvolk israeliano sarebbe stato del tutto inaccettabile. Hanno fatto quello che fanno sempre: hanno raddoppiato la posta e accusato tutti i loro critici di antisemitismo. Cos’altro c’è di nuovo?
In conclusione dirò che, anche se potrei sbagliarmi, non credo ancora che gli israeliani avessero un piano sofisticato per raggiungere un obiettivo ancora da determinare. Durante lo scorso anno gli israeliani hanno informato i russi dei loro attacchi aerei pianificati in Siria attraverso la loro linea diretta per evitare i conflitti, solo nel 10% dei casi. Per il restante 90% non si sono nemmeno preoccupati, nonostante avessero promesso di farlo nel loro accordo con la Russia. In netto contrasto, i russi hanno sempre informato gli israeliani delle loro operazioni, così come gli americani hanno informato i russi. Ma gli israeliani pensano semplicemente di non dover rispettare alcun tipo di norma di comportamento. Questo tipo di disprezzo per gli accordi (e per i non ebrei in generale) è tipico della mentalità israeliana, e alla fine porterà alla rovina l’ultimo regime apertamente razzista del pianeta.
Il Saker
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Pubblicato su The Saker.is il 5 ottobre 2018.
Traduzione in italiano a cura di Raffaele Ucci per SakerItalia.
[le note in questo formato sono del traduttore]
Riporto qui di seguito, per contribuire al dibattito, un’informazione pubblicata sul sito southfront.org
https://southfront.org/syria-got-three-s-300pm-battalion-sets-including-24-launchers-and-over-300-missiles-russian-state-media/