Il New York Times Magazine ha pubblicato un pezzo interessante su Aleppo est: Robert Worth l’ha visitata di recente e ha parlato con persone del luogo. I redattori/censori del NYT hanno inserito molte delle loro calunnie standard contro il governo siriano, ma non sono riusciti nascondere le realtà ivi descritte.
Perciò il pezzo si intitola: Aleppo dopo la Caduta [in Inglese], ma una delle frasi chiave in esso contenute dice proprio il contrario:
Yasser ha dichiarato che è stata una delle prime persone a ritornare [ad Aleppo est], proprio dopo quella che lui – come tutti gli altri che ho incontrato – chiama la liberazione.
Le accuse della propaganda jihadista al governo che bombarda a caso gli ospedali senza motivo, “verificate” da una chiamata Skype ad alcuni propagandisti di Al-Qaida ad Idlib – si mescolano al reportage sul terreno basato sulla realtà:
Il mio secondo giorno in città, sono andato a vedere l’Ospedale Aleppo Eye, un complesso enorme che i ribelli avevano usato come quartier generale militare. Mentre attraversavamo l’edificio bruciato e distrutto, la mia guida governativa e i soldati che custodivano il posto continuavano a raccogliere le tracce delle tendenze islamiste dei ribelli. Non erano difficili da trovare: un auto annerita da un incendio aveva ancora il logo di Al-Qaida sul cofano anteriore…
Purtroppo il pezzo include anche errori fattuali:
Il giornalista, un Aleppino chiamato Rida al-Basha, ha descritto i quartieri in cui si erano svolti [i saccheggi] e nominato le milizie responsabili, tra cui le famose Forze Tigre, i cui capi comprendono noti criminali.
Non dubito che siano avvenuti saccheggi dopo la liberazione di Aleppo est. Coloro che hanno sostenuto l’invasione “ribelle” della loro città avranno perso tutto, ma i saccheggi ad opera della “milizia” Forze Tigre? Le Forze Tigre sono [in italiano] la Divisione Operazioni Speciali dell’Esercito Arabo Siriano, non una “milizia”. È guidata da ufficiali altamente professionali, non da “criminali”. Il suo comandante, il Generale Suheil al-Hassan, è nell’esercito da oltre 26 anni. La divisione è dotata di carri armati russi T-90 e altri equipaggiamenti pesanti d’assalto. È un’unità offensiva che è stata molto impegnata su vari fronti. Non è una forza di rastrellamento o di occupazione delle aree urbane che avrebbe tempo di compiere saccheggi organizzati ad Aleppo. L’accusa mossa non corrisponde ai fatti.
Ma ancora – l’articolo è pieno di storie dettagliate di persone reali che dicono cosa hanno fatto i “ribelli” nella loro città. Come hanno saccheggiato ogni fabbrica e casa, fino ad arrivare a rubare i cavi elettrici di rame, per poi vendere tutto in Turchia. Dovunque la storia è basata su rapporti reali, conferma la visione e la posizione della maggioranza siriana anti-islamista che sostiene il suo governo. Dopo anni passati ad affermare il contrario nei suoi centinaia di articoli di propaganda anti-siriana, ci si può chiedere come i redattori del NYT abbiano lasciano passare questo articolo.
Un aneddoto rivela perfino chi sceglieranno i Siriani come futuro leader:
Il mio amico uomo d’affari siriano mi ha detto che un paio di volte ha riunito circa una dozzina di persone a cena e ha fatto un’ipotesi in stretta confidenza. Sta a voi nominare il prossimo presidente della Siria, ha detto loro. Chi scegliereste? Gli ospiti erano tutti Siriani, e nessuno sosteneva il regime. A sorpresa, quasi tutti hanno fatto il nome di Assad.
E questo, caro lettore, è il motivo per cui gli Stati Uniti e i suoi sicari sono contrari ad elezioni veramente democratiche in Siria. La loro nemesi vincerebbe facilmente e impedirebbe il progetto di saccheggio neoliberista di quello che è rimasto dello stato siriano.
Le forze per procura Islamiche dell’“Occidente”, Al-Qaida con i suoi vari travestimenti, Ahrar al-Sham e anche l’ISIS sono quasi sconfitte. L’ultima, in particolare, non è più una potente forza militare ma sta tornando a livelli di operazioni guerriglia. La sua sconfitta finale richiederà molto tempo, ma deve essere e sarà raggiunta dalle forze locali.
Malgrado ciò, gli Stati Uniti hanno fatto pressione sui membri della NATO [in Inglese] per far sì che l’organizzazione aderisca alla loro “lotta contro l’ISIS”. I singoli membri della NATO erano già parte della coalizione USA, ma la NATO come organizzazione porta grandi capacità di comando e controllo e risorse aggiuntive. (Il tutto sotto controllo americano).
Non fatevi ingannare – “combattere l’ISIS” non è il vero scopo di questa mossa. Gli Stati Uniti vogliono il sostegno della NATO per invadere la Siria a nord da Idlib così come da sud vicino a Dar’a e da sudest partendo dal valico di frontiera con l’Iraq di al-Tanf. La Siria e i suoi alleati ora verranno combattuti col pretesto di “combattere l’ISIS”, lotta all’ISIS che non può più essere lo scopo. Così la NATO, insieme alle forze wahabite del Golfo, si impegnerà in una guerra ampliata non solo contro il governo siriano, ma soprattutto contro i suoi alleati russi e iraniani. L’appoggio di Trump alla retorica anti-iraniana durante la sua visita in Arabia Saudita aveva uno scopo simile.
La Siria e i suoi alleati cercheranno di impedire un’ulteriore invasione isolando al-Tanf e tenendo il controllo della città di Dar’a, bloccando così ogni movimento militare più ampio. Ma queste misure saranno probabilmente inutili. A meno che non intervenga qualche voce saggia, siamo all’inizio di una guerra più ampia e più pericolosa che può facilmente sfuggire al controllo.
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Articolo pubblicato da Moon of Alabama il 26 maggio 2017.
Traduzione in Italiano a cura di Raffaele Ucci per SakerItalia.
[Le note in questo formato sono del traduttore]
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