Israele e Arabia Saudita definiscono le condizioni per la guerra con Hezbollah: un’analisi critica
SouthFront ha appena pubblicato un interessante analisi video che avverte della possibilità di una guerra che coinvolga Libano, Arabia Saudita e, forse, Siria, Iran e Israele. Ciò, ovviamente, significa anche che la Russia e gli Stati Uniti sarebbero coinvolti. Per prima cosa, guardate il video [in inglese] qui:
Quello che mi propongo di fare è ripercorrere le implicazioni di tale scenario.
Il contesto: un fallimento totale degli anglo-sionisti su tutti i fronti
Per comprendere il contesto di questi sviluppi, dobbiamo prima riassumere rapidamente ciò che è accaduto in Siria e nel resto del Medio Oriente negli ultimi anni.
Il piano anglo-sionista iniziale era quello di rovesciare Assad e sostituirlo con i pazzi Takfiristi (Daesh, Al-Qaida, al-Nusra, ISIS – chiamateli come volete). Facendo così si sarebbero raggiunti i seguenti obiettivi:
- Abbattere un forte stato arabo laico con la sua struttura politica, le forze armate e i servizi di sicurezza.
- Creare il caos e l’orrore totale in Siria, giustificando la creazione di una “zona di sicurezza” da parte di Israele, non solo nel Golan, ma più a nord.
- Attivare una guerra civile in Libano scatenando i pazzi Takfiristi contro Hezbollah.
- Lasciare che i Takfiristi ed Hezbollah si dissanguino a vicenda, per poi creare una “zona di sicurezza”, ma questa volta in Libano.
- Impedire la creazione di un asse sciita Iran-Iraq-Siria-Libano.
- Dividere la Siria su basi etniche e religiose.
- Creare un Kurdistan da poter usare contro Turchia, Siria, Iraq e Iran.
- Consentire ad Israele di diventare il mediatore incontrastato nel Medio Oriente, e costringere Arabia Saudita, Qatar, Oman, Kuwait e tutti gli altri a doversi rivolgere ad Israele per qualsiasi progetto di gasdotto o oleodotto.
- Isolare gradualmente, minacciare, sovvertire e infine attaccare l’Iran con un’ampia coalizione di forze regionali.
- Eliminare tutti i centri di potere Sciiti in Medio Oriente.
Era un piano ambizioso, ma gli israeliani hanno avuto troppa fiducia nel fatto che il loro stato vassallo, gli Stati Uniti, avrebbe fornito le risorse necessarie per portarlo a termine. E ora l’intero piano è fallito a causa dell’altissima efficacia dell’alleanza, informale ma formidabile, tra Russia, Iran, Siria ed Hezbollah.
Dire che gli israeliani stiano ribollendo di rabbia e siano in uno stato di panico totale sarebbe un eufemismo. Pensate che stia esagerando? Allora date uno sguardo al punto di vista israeliano:
- Lo stato siriano è sopravvissuto, e le sue forze armate e di sicurezza sono ora molto più capaci di prima dell’inizio della guerra (ricordate come all’inizio hanno *quasi* perso la guerra? I siriani dovettero riprendersi, imparare alcune lezioni molto dure, ma secondo tutti i rapporti hanno apportato enormi miglioramenti, e anche se nei momenti critici Iran ed Hezbollah stavano letteralmente “tappando i buchi” nelle linee siriane e “spegnendo gli incendi” nei punti caldi locali, ora i siriani stanno facendo un ottimo lavoro nel liberare grandi parti del loro paese, inclusa ogni singola città).
- Non solo la Siria è più forte, ma ora gli iraniani ed Hezbollah sono in tutto il paese, e questo sta causando agli israeliani uno stato di panico e rabbia.
- Il Libano è solido, anche l’ultimo tentativo di rapire Ḥarīrī si sta ritorcendo contro i sauditi.
- La Siria rimarrà unita e il Kurdistan non nascerà. Milioni di rifugiati e sfollati stanno tornando a casa.
- Israele e Stati Uniti sembrano degli idioti totali e, peggio ancora, dei perdenti senza credibilità.
Questo è tutto un disastro per gli anglo-sionisti, che ora stanno tornando al loro atteggiamento tipico di quando incontrano resistenza: se non possiamo controllarlo, allora distruggiamolo.
Il piano: costringere gli Stati Uniti ad attaccare l’Iran
Quella che segue è solo una mia speculazione e niente di più. Non ho modo di sapere quale sia l’Asse della Gentilezza (USA-Israele-Arabia) che possono inventarsi, ma sento che posso fare un’ipotesi plausibile. Per prima cosa, questo non è niente di nuovo. I sauditi e gli altri stati del Golfo in passato hanno scalpitato per intervenire in Siria, e sappiamo che i sauditi sono intervenuti in Bahrein e Yemen. Per quanto riguarda gli israeliani, il loro registro di interventi militari (totalmente illegali) è così lungo che possiamo tranquillamente presumere che gli israeliani saranno coinvolti in *qualsiasi* piano brutto o malvagio per ridurre la regione in rovina. Il problema principale per i sauditi e gli israeliani è che hanno pessimi eserciti. Costosi – sì. High-tech – sì. Ma il loro problema è che la loro unica vera area di competenza è massacrare civili indifesi, in quello sono dei veri esperti. Ma in termini di guerra reale, specialmente contro avversari veramente formidabili come gli iraniani o Hezbollah, i “Sio-Wahhabiti” (che accoppiata!) non hanno alcuna possibilità, e loro lo sanno (anche se non lo ammettono mai). Immaginate quanto debba essere frustrante: controlli fondamentalmente gli Stati Uniti, che hai trasformato in uno stato vassallo, hai speso miliardi e miliardi di dollari per equipaggiare e addestrare le tue tronfie forze armate, ma in fin dei conti gli sciiti ti stanno semplicemente ridendo in faccia. E, per qualche ragione che non riesci a capire, ogni volta che provi a “dare loro una lezione”, sei tu che devi strisciare a casa nella vergogna totale per leccarti le ferite e cercare di sminuire la portata della tua sconfitta. Fa male, molto male. Quindi doveva essere escogitato un piano per farla pagare agli Sciiti. Ecco come penso che sarà.
Primo, l’obiettivo non sarà sconfiggere Hezbollah o l’Iran. Nonostante tutta la loro retorica razzista e arroganza, gli israeliani sanno che né loro, né tanto meno i sauditi, hanno quello che servirebbero per minacciare seriamente l’Iran, o persino Hezbollah. Ma il loro piano è, penso, molto più rozzo: innescare un grave conflitto, e poi costringere gli Stati Uniti ad intervenire.
Ho scritto molti articoli che spiegano che l’esercito americano non ha i mezzi per vincere una guerra contro l’Iran. E questo potrebbe essere il problema: i comandanti statunitensi lo sanno molto bene e stanno facendo tutto il necessario per dire ai neoconservatori “non si può fare, mi dispiace!” (questa è l’unica ragione per cui un attacco americano all’Iran non è ancora avvenuto). Da un punto di vista israeliano, questo è totalmente inaccettabile, e la soluzione è semplice: costringere gli Stati Uniti ad una guerra che non vogliono affatto. Dopo tutto, a chi importa quanti goyim [non ebrei] americani moriranno? Per quanto riguarda gli iraniani, l’obiettivo di un attacco statunitense innescato da Israele contro l’Iran non sarebbe quello di sconfiggere l’Iran, ma solo di ferirlo, molto gravemente. Questo è il vero obiettivo. Per quanto riguarda gli israeliani, non solo non gliene frega niente di quanti non ebrei moriranno (l’etica giudaica insegna che tutti i non ebrei sono molto probabilmente meritevoli di morire comunque) fino a quando la loro razza padrona ne beneficerà. In poche parole: per loro siamo solo strumenti, strumenti capaci di pensare, ma comunque strumenti. Questo è anche il modo in cui ci vedono i neoconservatori, naturalmente. In effetti, posso quasi immaginare la gioia degli israeliani che vedono i musulmani sciiti e sunniti uccidersi a vicenda. Lanciare nella mischia qualche cristiano rende la faccenda ancora migliore.
Quindi è tutto semplice: i sauditi attaccano il Libano e/o l’Iran, osservano come perdono, quindi accendono la macchina della propaganda a piena potenza e spiegano al telespettatore goy medio che l’Iran è una minaccia per la regione e un aggressore, che i sauditi si stanno solo difendendo dall’aggressione iraniana. E se ciò non bastasse, grideranno “oy gevalt!” [interiezione in ebraico: “Oh Dio!” “Mannaggia a me!”] al Congresso degli Stati Uniti e faranno in modo che le prostitute del Campidoglio spieghino agli americani che gli Stati Uniti devono “guidare il mondo libero” per “difendere” l’“unica democrazia del Medio Oriente” contro l’“aggressione” iraniana, e che gli Stati Uniti hanno la “responsabilità” di impedire agli iraniani di “impadronirsi dei giacimenti petroliferi sauditi” ecc. ecc. ecc.
È una situazione vantaggiosa per gli israeliani, finché non verranno colti in flagrante a manipolare tutto. Ma possiamo contare sui nostri amati media sionisti affinché non vengano mai fatte accuse “antisemite”, anche se le impronte digitali israeliane saranno dappertutto.
Moon of Alabama ha appena pubblicato un interessante articolo dal titolo “Rivelato – i sauditi pianificano di cedere la Palestina – in cambio della guerra all’Iran” [in inglese], che mi sembra plausibile e che conferma ulteriormente la mia tesi secondo cui l’obiettivo è portare gli Stati Uniti ad attaccare l’Iran. Naturalmente, la nozione che i sauditi possano abbandonare la Palestina implica due concetti completamente fuorvianti: in primo luogo, che l’Arabia Saudita non abbia già venduto i palestinesi diverse volte e, in secondo luogo, che i sauditi potrebbero in qualche modo “cedere” la Palestina all’Entità sionista. Tuttavia, raccomando la lettura di questo articolo, che contiene molte rivelazioni molto interessanti sulla vera natura e le intenzioni del regime saudita.
Per quanto riguarda gli israeliani, stanno offrendo di condividere l’intelligence (leggasi: dati dei bersagli) con i sauditi [in inglese]. Com’è toccante vedere questi due regimi medievali, arretrati e totalmente malvagi disposti a collaborare. Almeno entrambi adesso stanno mostrando i loro veri, brutti, volti!
Il contro-piano
Gli iraniani in realtà non hanno buone opzioni. L’opzione meno cattiva è fare ciò che Putin sta facendo nel Donbass: rimanere esternamente passivi con il rischio che i meno intelligenti ti accusino di esserti venduto. Indipendentemente da ciò, se il piano del tuo nemico non è quello di vincere, ma di perdere, allora rifiutarsi di farsi coinvolgere ha perfettamente senso, almeno a livello strategico e temporaneamente.
Non sto suggerendo che gli iraniani non combatteranno a livello tattico. Anche la Task Force russa in Siria ha l’ordine ufficiale di difendersi se attaccata. Sto parlando ad un livello strategico. Fondamentalmente, per quanto possa essere allettante, gli iraniani devono astenersi dal contrattaccare in Arabia Saudita o Israele. Paradossalmente, l’Iran non può fare quello che ha fatto Hezbollah nel 2006, e il motivo è molto semplice: quando i primi missili di Hezbollah hanno iniziato a piovere su Israele gli israeliani avevano già raggiunto il massimo livello di escalation (la loro solita perfida campagna per farla pagare ai civili). Ma nel caso dell’Iran, l’Impero Anglo-Sionista potrebbe aumentare il livello di violenza ben al di là di quello che israeliani e sauditi potrebbero mai fare da soli. La potenza combinata di Israele e dei sauditi è minuscola rispetto al tipo di potenza di fuoco che gli Stati Uniti (CENTCOM + NATO) potrebbero scatenare contro l’Iran, ed è quindi fondamentale che gli iraniani non diano agli americani alcun pretesto per unirsi ufficialmente all’attacco. Invece di distruggere il regime a Riyad, gli iraniani dovrebbero lasciare che il regime di Riyad si distrugga da solo, o perfino aiutarlo nel processo. Penso che i sauditi abbiano ancora meno possibilità di rimanere al potere degli USA o degli israeliani, quindi non c’è bisogno di forzare un risultato rapido da una guerra tra l’Iran e l’Arabia Saudita.
Inutile dire che se l’Impero Anglo-Sionista si getterà nella mischia e scatenerà la sua piena potenza militare contro l’Iran, cosa che considero una possibilità molto reale, allora tutte le scommesse sono chiuse e l’Iran dovrebbe, e lo farà, vendicarsi con una serie completa di risposte simmetriche e asimmetriche, compresi gli attacchi contro Israele e i sauditi, e persino gli attacchi contro le basi del CENTCOM in tutta la regione. Tuttavia, una tale situazione avrebbe conseguenze catastrofiche per l’Iran e dovrebbe quindi essere evitata, se possibile.
In fin dei conti, la migliore speranza che il mondo abbia è che un patriota americano capirà questa trama piuttosto ovvia e dirà ai Sio-Wahhabiti “non con me al comando”, come fece l’Ammiraglio Fallon nel 2007 [in inglese] (quest’uomo onorevole otterrà mai il riconoscimento storico che merita, ad esempio un Premio Nobel per la Pace? Forse mai in questo mondo, ma secondo il giudizio di Dio sarà chiamato “figlio di Dio” (Matteo 5: 9)). Di per sé gli israeliani e i sauditi sono solo una banda di teppisti medievali che persino Hezbollah può terrorizzare e costringere a scappare. Il loro unico vero potere è il potere che hanno nel Congresso e nei media sionisti americani: il potere della corruzione, la capacità di mentire, ingannare e tradire. So per certo che ci sono molti ufficiali statunitensi a tutti i livelli nelle forze armate statunitensi che vedono direttamente attraverso questa cortina fumogena sionista, e che sono fedeli agli Stati Uniti e non alla piccola e brutta Entità sionista in Palestina. Ho studiato e lavorato con questi patrioti e ce ne sono molti nella comunità del Saker oggi. Non sto suggerendo che dovremmo contare sul fatto che i massimi comandanti statunitensi si rifiuteranno di eseguire un ordine presidenziale (come suggerisce questo articolo) [in inglese]. La verità è che chiunque abbia prestato servizio militare, specialmente ad alto livello di comando (Pentagono, CENTCOM), sa che ci sono un sacco di modi creativi per assicurarsi che qualcosa non accada. Infine, non ho perso tutte le speranze che Trump possa fare la cosa giusta. Sì, è un uomo debole, sì, ora è messo alle strette e non ha più alleati, ma di fronte alle orrende conseguenze di un attacco all’Iran potrebbe ancora dire “no” e ordinare al suo staff di proporre un altro piano. Trump potrebbe anche rendersi conto che rifiutarsi di dichiarare guerra all’Iran sarebbe la sua migliore vendetta contro coloro che lo hanno diffamato e che ora stanno apparentemente cercando di metterlo in stato di accusa [in inglese].
Conclusione: l’attacco avverrà?
In breve, probabilmente sì. La semplice verità è che i folli regimi al potere in Israele e in Arabia Saudita sono messi alle strette e disperati. L’ascesa dell’Iran negli ultimi dieci anni è stata immensa e irresistibile. Il recente fallimento dei Sio-Wahhabiti nell’abbattere persino il piccolo Qatar è indicativo dell’enorme perdita di potere e credibilità di questi regimi pazzoidi. Credo che i recenti viaggi di Bibi Netanyahu e persino del re saudita a Mosca facciano tutti parte di uno sforzo da parte dei Sio-Wahhabiti di valutare la risposta russa ad un attacco all’Iran.
[Nota a margine: Anche se non sapremo mai cosa è stato detto a porte chiuse, la mia ipotesi è che Putin abbia indicato in termini chiari ai Sio-Wahhabiti che la Russia non si farà da parte, e non permetterà loro di attaccare l’Iran. In verità, la Russia ha opzioni molto limitate. A meno che il personale russo non sia direttamente attaccato, la Russia non può semplicemente andare in guerra in modo palese e formale, sarebbe troppo pericoloso, specialmente contro gli Stati Uniti. Ma la Russia potrebbe rafforzare immensamente (e molto rapidamente) le capacità di difesa aerea iraniana schierando i suoi aerei (A-50, MiG-31) in Iran, o addirittura facendoli volare dalla Russia per condurre voli di sorveglianza. La Russia può fornire agli iraniani informazioni d’intelligence ben più precise di quelle che gli iraniani potrebbero raccogliere. Allo stesso modo, i russi potrebbero tranquillamente dispiegare alcuni dei loro sistemi di guerra elettronica in posizioni chiave in Iran. Gli americani rileverebbero rapidamente tutto questo, ma la Russia avrebbe comunque una “negabilità plausibile” a livello politico. Infine, i russi potrebbero fare per l’Iran ciò che hanno fatto per la Siria, e integrare tutte le capacità di difesa aerea iraniane e russe in un’unica rete, migliorando così immensamente le capacità di difesa aerea iraniane, attualmente piuttosto modeste ma in rapido miglioramento.]
In questo momento è abbastanza chiaro che si sta preparando un attacco all’Iran, e un tale attacco è possibile o addirittura probabile. Ma non è ancora un affare fatto. Per prima cosa, i sauditi e gli israeliani hanno una lunga storia di minacce a vuoto ed entrambi i regimi amano atteggiarsi e fare i protagonisti. E nonostante tutte le loro spacconate si rendono conto che l’Iran è un avversario formidabile e molto sofisticato. Probabilmente ricordano anche quello che è successo quando gli iracheni, con il pieno aiuto e sostegno degli Stati Uniti, dell’Unione Sovietica, della Francia, della Gran Bretagna e praticamente tutti gli altri hanno attaccato l’Iran quando l’Iran era al massimo della sua debolezza. Dopo una lunga e orribile guerra, gli iraniani sono ora più forti che mai, Saddam è morto e gli iraniani hanno più o meno il controllo dell’Iraq. L’Iran semplicemente non è un buon paese da attaccare, soprattutto con la mancanza di una visione chiara di cosa sia la “vittoria”. Quindi dovreste essere pazzi per attaccare l’Iran. Il problema è, naturalmente, che i sauditi e gli israeliani sono pazzi, lo hanno dimostrato molte volte. Quindi le nostre migliori speranze sono che possano essere solo “pazzi”, ma non “così pazzi”. Non è una grande speranza, ma è il meglio che abbiamo.
Il Saker
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Pubblicato su The Saker.is il 17 novembre 2017.
Traduzione in italiano a cura di Raffaele Ucci per SakerItalia.
[Le note in questo formato sono del traduttore]
Faccio partecipi gli amici di Saker Italia di alcun elementi e retroscena, raccolti da Marco Rocco in un suo articolo,
che fanno ulteriore luce sul quadro che si è venuto a delineare, e che danno una lettura più complessa dei possibili sviluppi: “Avete capito cosa è successo in Arabia negli scorsi anni, spero? In breve, il piano globalista di cui i Clinton tiravano le fila prevedeva, tra le altre cose, di far crollare il petrolio in corrispondenza con la quotazione in borsa della più grande azienda mondiale, la Saudi Aramco (valore da 1.5 a 3 trillions USD) in modo da comprarsela a prezzi di realizzo. […]
è notizia dell’altro ieri che per ridare la libertà agli oligarchi arabi arrestati dalla polizia a Ryad, essi dovranno cedere fino al 70% della loro ricchezza accumulata a spese del Paese. Parliamo di persone tra le più ricche del mondo. Si, perché la caduta del prezzo del petrolio ha fatto pagare un costo salatissimo alla classe media araba come a quella mondiale mentre loro, le élite arabe e globaliste, continuavano ad arricchirsi conoscendo in anticipo le manipolazioni di borsa attuate tra Washington, Londra e Pechino. […]
Tutto sarebbe andato nel verso desiderato se non fosse stato eletto Trump. Ora, con il supporto Usa, Salman sta regolando i conti con gli oligarchi locali di fede clintoniana facendogli pagare il conto. Poi ci sarà la guerra all’Iran in modo da eliminare l’unica forza imperiale ed egemonica nella regione. Il problema è che Germania e Francia, partecipi a pieno titolo del piano Clinton-Obamiano, si oppongono ed addirittura supportano i nemici dell’Arabia, parlo di Iran, Qatar e parzialmente Turchia.
Fate conto che, si sussurra, il piano di pulizia delle elites Arabe sia stato concordato con Trump ed i militari Usa. Fonti anonime – ma sembrerebbe molto ben informate – hanno fatto addirittura balenare l’ipotesi che uno degli incontri sarebbe avvenuto coinvolgendo come tappa Las Vegas guarda caso durante l’attentato omicida (contro Salman?) di un mese fa, che di fatto avrebbe visto l’intervento difensivo delle forze speciali del generale Kelly, all’atto pratico il più alto in grado dell’amministrazione Usa. Sì, perché il giorno dell’attentato al Mandalay Palace, in cui i sunniti sono forti azionisti (MGM Resorts), gira voce che Salman fosse proprio in loco probabilmente assieme a soggetti apicali dell’amministrazione Usa, la sparatoria che ne è seguita è forse stato un diversivo o una conseguenza indesiderata di un piano ben diverso da come ce l’hanno raccontato i media (versione assurda, …).”
https://ofcs.report/internazionale/principe-salman-grande-condottiero-riformatore/
Per quanto riguarda una guerra all’Iran da parte saudita, come già ho espresso in un precedente commento, credo poco, anche solo per il fatto che la Russia non avrebbe concordato la fornitura del sistemi missilistici antiaerei S-400 se ne avesse avuto sentore.
Sono più propenso a vedere nel cambio di passo saudita un tentativo concordato di ammortizzare lo scontro con l’Iran che Israele sta preparando e di cui la Russia è consapevole come mostra il dispiegamento, di qualche mese fa, di una forza di interposizione nella regione del Golan, che ha trovato a suo tempo l’avvallo di Trump e che mise Israele in allarme.